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    Dimarco l’ha fatto apposta: “Ho visto il portiere fuori. Meno male che ho segnato, altrimenti…”

    L’esterno dell’Inter sul gol da 56 metri che ha sbloccato il risultato contro il Frosinone: “Se avessi sbagliato mi sarei preso tanti di quegli insulti che neanche me li immagino”

    Al grande dubbio che scatenato dibattiti tra amici e tifosi sin dal 43′ del primo tempo, ha risposto direttamente l’autore del gol del vantaggio di Inter-Frosinone, Federico Dimarco: “All’inizio ho visto Denzel – ha spiegato a Dazn l’esterno -, poi ho visto il portiere fuori e ho tirato. Menomale che è entrato altrimenti mi sarei preso tanti di quegli insulti che neanche me li immagino”. Con una perla da 56 metri il 26enne milanese ha indirizzato la partita dei nerazzurri sui binari giusti, ammettendo poi a fine match: “È sicuramente uno dei gol più belli che ho fatto”

    Le parole—  Poi Dimarco continua a rispondere alle domande, partendo da un esame di coscienza: “Non ero partito benissimo, ho sbagliato cose che non sbaglio. Contavano i tre punti per rimanere in vetta e abbiamo vinto, meglio così. Volevamo arrivare primi allo scontro con la Juve ma dobbiamo pensare partita per partita. Ora pensiamo alla Nazionale e poi al big match con la Juve”. E poi ancora: “Siamo un bel gruppo, siamo forti, profondi, possiamo intercambiarci tanto ed è un bene, possiamo continuare su questa strada per cercare di raggiungere gli obiettivi. Quali sono? Decidetelo voi”. LEGGI TUTTO

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    Motta: “Rigore per la Fiorentina generoso, a noi è mancato solo il gol”

    Si è interrotta a dieci la striscia di risultati utili per il Bologna, fermato da un rigore nel secondo tempo e da numerosi interventi Var. Annullato un gol a Orsolini per fuorigioco, assegnato un rigore ai rossoblù per mani di Parisi, ma nel secondo tempo quello del possibile due a due è mancato nonostante Maresca sia stato chiamato all’on field review per contatto Arthur-Saelemaekers. Motta analizza la partita da un dato semplice: sono mancati dei gol.”Cosa ci è mancato? Fare più gol della Fiorentina. Il calcio è fatto così. Abbiamo giocato meglio di loro ma non siamo stati bravi a segnare di più – le sue parole in conferenza – Bravi loro per il successo, noi continueremo sulla nostra strada e penseremo alla prossima. Purtroppo all’inizio non siamo stati precisi sui passaggi e questo diventa un problema con una squadra che pressa alta. Uscendo dalla prima pressione sapevamo ci sarebbe stato spazio, ma senza precisione è più difficile. Mi assumo io la responsabilità perché sono io a chiedere alla squadra di fare questo”.© RIPRODUZIONE RISERVATA LEGGI TUTTO

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    Capolavoro di Dimarco, poi Calha su rigore: Frosinone al tappeto, l’Inter torna in vetta

    Un gol per tempo e Inzaghi continua la sua corsa vincente. Nella ripresa palo di Cheddira

    Andrea Ramazzotti

    12 novembre 2023 (modifica il 13 novembre 2023 | 01:17)

    L’Inter arriva al derby d’Italia di domenica 26 davanti alla Juventus. Inzaghi si godrà la sosta dalla vetta della classifica, a +2 sui bianconeri, grazie alla vittoria sul Frosinone, un successo frutto della prodezza di Dimarco e del rigore conquistato dall’imprendibile Thuram. La corsa scudetto adesso è un testa a testa tra i nerazzurri e i bianconeri visto che il Milan terzo è staccato di 8 punti dalla capolista e il Napoli quarto è addirittura a -10. Inzaghi contro Allegri sarà il tormentone della sosta e probabilmente del resto della stagione. Anche se questa Inter, che ha vinto la sedicesima partita delle ultime 19 in Serie A e ha sia il miglior attacco sia la miglior difesa del torneo, è una squadra capace di lanciare segnali importanti alla concorrenza. Di Francesco prova a renderle la vita difficile, ma il muro di Sommer resiste: è il clean sheet numero 8 in 12 giornate (Onana ne ha fatti altrettanti in tutto lo scorso campionato), il decimo del 2023-24. Numeri “pesanti” che, Juve a parte, hanno già creato un vuoto con le altre. La pausa per Inzaghi sarà dolce, anche se il derby d’Italia alla ripresa non autorizza a distrarsi.

    BUON FROSINONE—  Per andare alla ricerca della sesta affermazione di fila dopo la sosta di ottobre (obiettivo centrato), Inzaghi sceglie i titolarissimi e, con il recupero di Dumfries (acciaccato a Salisburgo), arretra Darmian nella linea a tre dietro. Davanti c’è Lautaro, nel pre gara premiato come miglior giocatore della A nel mese di ottobre. Di Francesco risponde ritoccando l’assetto tattico: niente 4-2-3-1, ma spazio per il 3-4-2-1 con Monterisi, Okoli e Marchizza in difesa, Soulé e Reinier dietro l’unica punta Cuni. Chi si aspetta un Frosinone arroccato, che punta sulle ripartenze, rimane deluso perché gli ospiti alzano la pressione per infastidire la costruzione dei nerazzurri e, quando hanno il pallone, attaccano con tanti uomini cercando di far male come testimoniano i due tiri dal limite nei primi 16 minuti: prima Barrenechea spara alto, poi Soulé impegna Sommer. L’Inter gestisce il ritmo, ma non può allungarsi troppo perché Soulé e Reinier tra le linee sono un pericolo. Inzaghi si arrabbia per un vantaggio non concesso da Dionisi ai suoi (Mkhitaryan lanciato verso la porta) e per qualche errore nei passaggi, ma quando i vice campioni d’Europa saltano la prima pressione, ci vuole una super parata di Turati su Lautaro per evitare l’1-0.

    MAGIA DIMARCO—  La partita è gradevole e il Frosinone attacca con personalità e rapidità, costringendo Darmian e Acerbi a interventi importanti. All’Inter manca un po’ di spinta a destra perché, se Dimarco a sinistra è una spina nel fianco e riceve spesso il pallone in zona pericolosa, sull’altra corsia Dumfries latita. Di Francesco dopo la mezzora perde l’infortunato Mazzitelli (fastidio al polpaccio sinistro; al suo posto Brescianini), ma lo spartito tattico non cambia: i nerazzurri arrivano spesso sul fondo, quasi sempre a sinistra, gli ospiti coprono bene il centro dell’area. Ci vuole una giocata per far saltare il castello del Frosinone e quella “giocata” la fa Dimarco che con il mancino disegna una parabola lunga 56 metri che, poco dopo metà campo, dalla linea del fallo laterale, si spegne alle spalle di Turati, troppo avanzato. Non è un cross sbagliato, ma una conclusione cercata, dopo aver ricevuto la sfera da Mkhitaryan e aver saltato Lirola. Una magia pazzesca, da raccontare ai figli e ai nipoti. La panchina dell’Inter e tutto San Siro applaudono increduli, Sommer si mette le mani nei capelli. La reazione del Frosinone comunque c’è: Soulé approfitta di un errore di Dimarco e costringe Acerbi a chiudere alla grande. Si va al riposo sull’1-0 e per la quattordicesima volta su sedici incontri ufficiali, all’intervallo la porta di Sommer è inviolata.Gazzetta digital + Box Panini + Album a soli 80€, il modo più veloce e conveniente per completare la collezione!

    CALHA RIGORE—  L’Inter riparte fortissimo e dopo due minuti con uno slalom in area Thuram si conquista un rigore subendo il fallo in scivolata di Okoli: dagli undici metri Calhanoglu trasforma spiazzando Turati. Per il turco è l’undicesimo penalty su undici realizzato da quando è all’Inter, il quattordicesimo su quattordici da quando è in Italia. I nerazzurri vanno vicini al 3-0 con un colpo di testa di Dumfries e un tiro alto di Darmian. Di Francesco capisce che deve cambiare qualcosa per dare una scossa, così getta nella mischia Cheddira e Ibrahimovic per Lirola e Cuni e torna al 4-2-3-1. La reazione è immediata e Cheddira colpisce il palo (è il decimo della stagione del Frosinone) a Sommer battuto. Inzaghi risponde sostituendo Dumfries, ormai senza benzina, con De Vrij: l’olandese va in difesa e Darmian si sposta in fascia. Sommer disinnesca un tiro di Marchizza, poi Mkhitaryan su assist di Dimarco non trova il tris. Ibrahimovic (Arijon) prova a fare quello che un altro Ibrahimovic (Zlatan) ha fatto tante volte al Meazza, ovvero gol, ma Sommer risponde ancora presente. L’Inter si affaccia agli ultimi venti minuti con Arnautovic e Frattesi al posto di Thuram e Mkhitaryan: chiaro l’intento di gestire il risultato. Il Frosinone ci prova, ma paga la stanchezza e si arrende al quinto ko su cinque della sua storia contro l’Inter. Entrano anche Sensi e Carlos Augusto per l’ultimo spezzone, con il Meazza che irride i cugini milanisti e Lautaro che fallisce il 3-0. Il Toro si arrabbia, ma poi festeggia con gli altri. Il messaggio alla Juve è inviato.

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    Sarri: “Mourinho? E’ veramente un rompic…, ma ci vogliamo bene”

    Il tecnico della Lazio: “Stiamo ritrovando la solidità difensiva dello scorso anno. José mi piace come persona, un po’ meno come personaggio”

    Federico Bompieri

    12 novembre 2023 (modifica alle 22:25)

    Il derby della Capitale termina senza vinti e vincitori. Né la Lazio di Maurizo Sarri né la Roma di José Mourinho trova lo squillo decisivo per portare a casa la partita e i tre punti. Al termine dei 90 minuti, Sarri ha commentato la prestazione dei suoi e ha svelato un simpatico siparietto con l’allenatore portoghese. 

    la partita—  L’allenatore della Lazio si è detto soddisfatto della partita: “La squadra mi sembra in crescita. Stiamo ritrovando la solidità difensiva dell’anno scorso e stiamo crescendo anche dal punto di vista mentale. Quella di oggi era una partita particolare, è il derby più sentito in Italia ed è sempre difficile da giocare. Sono soddisfatto della prestazione, ma con questo campo diventa difficile giocare a calcio. Il terreno di gioco non è all’altezza di queste due squadre”.

    siparietto sarri-mou—  Già prima del derby si erano beccati. E oggi c’era grande attesa per la nuova puntata. Sarri ha rivelato: “Con Mourinho ci eravamo visti prima della partita. Oggi l’ho incrociato e gli ho detto: ‘Certo che sei veramente un rompi co******’ e lui mi ha risposto: ‘Se è per questo anche tu’. Ma in fondo ci vogliamo bene. Mi piace molto il Mourinho persona, un po’ meno il Mourinho personaggio”

    i singoli—  L’allenatore biancoceleste ha poi commentato la prestazione dei singoli. In particolare quelle di Immobile e Guendouzi. “Ciro è in crescita e oggi si è visto – ha spiegato Sarri – la mancata convocazione in Nazionale gli ha fatto male, ma alla fine mi ha detto che è contento di restare a Roma, così da allenarsi con più tranquillità. Guendouzi ha una personalità straripante. Deve migliorare in fase offensiva e deve andare a riempire l’area di rigore”. 

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