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    Spalletti per sognare, Inzaghi per scappare: le 10 chiavi di Napoli-Inter

    Miglior attacco (Inter) contro difesa (Napoli), la faida in mediana, Osimhen contro Dzeko… Leggiamo la partitissima attraverso dieci motivi. Dieci in onore di Diego, naturalmente…Il 15 gennaio 1988 l’Inter di Trapattoni strappò un punto prezioso al San Paolo sulla strada dello Scudetto dei Record: 0-0. Maradona ingabbiato, Giuliani polemico sull’atteggiamento dei nerazzurri: “Dovrebbero onorare di più il calcio”. Luigi Necco chiosa poeticamente: “La nebbia del Nord ha offuscato il sole del Sud”. LEGGI TUTTO

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    Sinistro letale, struttura di acciaio: Vlahovic pezzo per pezzo, anatomia di un cyborg

    Il visore, la scheda madre, il chip centrale e anche un pezzo… normale: su Sportweek abbiamo analizzato ogni elemento del Terminator bianconero che è riuscito a cambiare l’atmosfera dell’ambiente juventino A quattro settimane dall’inizio del millennio, a Belgrado hanno assemblato il cyborg DV7. Data di fabbricazione: 28 gennaio 2000. Un prodotto di questo secolo. Ventidue anni dopo, in una domenica di febbraio fredda come certe notti serbe, Dusan Vlahovic ha giocato per la prima volta con una maglia della Juventus, sotto le stesse strisce bianconere indossate nei giorni dell’adolescenza al Partizan. Per il mondo juventino, è stata una rivelazione, per quanto paradossale possa essere. LEGGI TUTTO

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    Idee e bel gioco: con Inzaghi e Spalletti vince lo spettacolo

    I tecnici di Inter e Napoli hanno già vinto entrambi, perché hanno saputo alzare il livello qualitativo del gioco regalando a chi guarda – non solo e non necessariamente ai tifosi – un’idea di calcio nuova, talvolta spettacolare Nell’incrocio scudetto tra Napoli e Inter scorre profonda una traccia lasciata dai due allenatori, quella del “Bel Gioco”, cifra stilistica che Luciano Spalletti e Simone Inzaghi hanno portato in dote quando – era la scorsa estate – hanno preso il comando delle rispettive squadre. LEGGI TUTTO

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    De Ligt a quota 100 presenze: Juve, trattenerlo o lasciarlo andare?

    Sì, l’allusione al “viziaccio” maturato da Matthijs De Ligt è voluta: caso o non caso, i primi mesi del giovane difensore olandese non sono stati esenti da difficoltà e critiche. Non è troppo lontana nel tempo l’ultima mano galeotta, che ha mandato sul dischetto Lorenzo Pellegrini contro la Roma. L’inserimento alle spalle di due colonne come Bonucci e Chiellini, però, non si è mai fermato, e passo dopo passo il numero 4 ha trovato sempre più continuità, fino alla partita di ieri contro il Sassuolo, che ha rappresentato un traguardo importante. Cento presenze con la maglia della Juventus per il ragazzo di Leiderdorp, autore di una buona prestazione, da 6,5 per Calciomercato.com. Poteva anche mettere la ciliegina sulla torta, ma si è fermato al palo. Poco male, perché ci ha pensato Vlahovic a portare la Vecchia Signora in semifinale di Coppa Italia. Sì, l’arrivo di DV7 ha giovato anche ai difensori.  FONDAMENTA – E’ il momento del tridente, inutile girarci intorno: l’esaltazione per l’impatto di Vlahovic, la ritrovata verve di Morata, Dybala di nuovo al centro della manovra offensiva. Ma l’equilibrio tanto caro ad allegri parte dalla solidità difensiva davanti a Szczesny. De Ligt è in crescita, magari non vertiginosa, ma ha ormai metabolizzato il passaggio dal calcio olandese a quello italiano, universalmente riconosciuto come il più tattico in assoluto. Del resto, lo stipendio da 8 milioni netti a stagione, il più alto in rosa, esige in risposta prestazioni da leader. Emblematica la prova in Juventus-Fiorentina, contro quello che sarebbe poi diventato il suo compagno di squadra, Vlahovic: una delle poche partite in cui il serbo, quest’anno, non è riuscito ad incidere. E il merito va tutto alla marcatura asfissiante messa in atto dall’olandese. INCOGNITA ESTIVA – De Ligt rimane uno dei difensori potenzialmente più forti in circolazione. Lo sa bene il suo agente, Mino Raiola, che recentemente non ha escluso un cambio di casacca nel corso della prossima finestra di mercato:  “Sappiamo tutti quali sono i club per un buon passo e, con tutto il rispetto, non società come il Fortuna Dusseldorf. Vedremo questa estate. Premier League? Potrebbe essere anche il Barcellona o il Real Madrid o il Paris Saint Germain”. Nel destino di Matthjis, insomma, c’è l’Olimpo del calcio mondiale. Il suo contratto, però, recita scadenza 2024, e la Juventus ha ancora bisogno del suo carisma. Cento gettoni in bianconero, in fondo, non è roba di tutti i giorni. La Juventus, da parte sua, riflette: è il caso di impostare una strategia per trattenere il numero 4 oppure conviene fare cassa dopo un mercato di gennaio costellato di grandi sforzi per rinforzare la squadra? C’è tempo per valutare. Intanto il classe 1999 è pronto a tener su il muro. almeno per i prossimi quattro mesi.  LEGGI TUTTO

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    Kulusevski: “La Premier? Un altro sport. Non so cosa non ha funzionato con Allegri”

    Parla Dejan Kulusevski. Lo svedese ha lasciato la Juventus per il Tottenham, chiamato da Fabio Paratici. Non avrà più Max Allegri come allenatore, ma un altro italiano: Antonio Conte. Profili diversi, entrambi con un passato (e un presente per il livornese) nella Juventus. Intanto, lui parla a Sky: “Cosa non ha funzionato con Allegri? Non […] LEGGI TUTTO

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    Theo nuovo re a sinistra: da Maldini a Serginho, ecco chi ha fatto la storia del Milan

    Il Diavolo nella storia ha avuto terzini illustri da quel lato. Hernandez ha riportato il ruolo sotto i riflettori dopo anni senza squilli I tifosi se lo stanno chiedendo da un po’: “Se escludiamo Paolo Maldini, Theo Hernandez è il miglior terzino sinistro della storia del Milan?”. Calma. Negli ultimi 10-12 anni forse sì, ma la storia rossonera ha avuto altre grandi frecce, soprattutto vincenti. Dal tedesco Schnellinger ad Aldo Maldera, vediamoli tutti. LEGGI TUTTO

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    Dribbling, gol e assist: ecco perché Theo è fra i terzini top anche in Europa

    In Italia lo supera in alcuni parametri solo Gosens, nei principali tornei continentali fa meglio soltanto Davies (Bayern). E fra gli esterni sinistri è sul podio anche per valore del cartellino… L’indole offensiva in un dato: Theo ha tentato 284 dribbling in Serie A. Se prendiamo i difensori dei primi cinque campionati d’Europa solamente Alphonso Davies ha fatto meglio di lui, con 344. Il francese parte a testa bassa per entrare in area con il pallone. LEGGI TUTTO

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    Importante o decisivo, dal match con l'Inter passa il sogno di Victor e di Napoli

    Non c’è modo migliore che rubare qualcosa ai più forti per migliorare: la partita clou è l’occasione per la squadra di Spalletti Eccolo, il momento. Siamo sempre alla ricerca e nell’attesa di un momento decisivo, lavoriamo per il momento decisivo e poi quando arriva – evidente, perfetto – s’impone la narrazione conservativa: è importante, ma non decisivo. LEGGI TUTTO