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    Mou: “Arbitro a senso unico contro di noi. Pedro può fare nuoto, si tuffa sempre…”

    Il portoghese: “Con Sarri ci vogliamo bene, nessuno di noi due piangerà nei prossimi giorni. Dybala? Potevo toglierlo prima, ma la sua classe ci serve sempre”

    12 novembre 2023 (modifica alle 22:24)

    “Io sono molto esigente con me stesso. Non sono mai soddisfatto”. Josè Mourinho non è arrabbiato, non è felicissimo ma porta a casa quello che lui definisce “pareggino. Quando tu giochi, giochi per vincere. Un punto è meglio della sconfitta. Quando giochi contro avversari del tuo livello e pareggi significa che non fai guadagnare 3 punti a una diretta concorrente. Oggi hanno giocato quelli più in condizione. Non ha giocato Renato, non ha giocato Pellegrini, non ha giocato Aouar. Abbiamo giocato con tre centrocampisti che potevano avere gambe, cuore, testa per fare un partita di questo livello. In difesa abbiamo solo questi giocatori e quando l’arbitro ha un criterio di dare due gialli in 20 minuti a due centrali allora siamo in difficoltà. Comunque abbiamo giocato bene, è stata fatta una gara di personalità”. 

    IL TUFFATORE PEDRO—  A Mourinho non è certamente piaciuto l’arbitraggio. “Ha avuto un criterio a senso unico contro di noi, abbiamo ricevuto due gialli in 20 minuti e poi siamo andati in difficoltà. A Karsdorp ho detto di non saltare mai su Marusic, altrimenti Mancini sarebbe rimasto da solo contro Pedro che è un fantastico giocatore ma poteva fare nuoto, si tuffa sempre. I ragazzi hanno fatto una buona partita, con personalità con tanta palla. Il gol è mancato, abbiamo avuto qualche opportunità anche con Bove e li potevamo fare meglio. Anche Rui ha fatto una parata straordinariaGazzetta digital + Box Panini + Album a soli 80€, il modo più veloce e conveniente per completare la collezione!

    “CI VOGLIAMO BENE”—  Dybala non è sembrato al top. “Paulo ha fatto un bel lavoro anche senza palla. Potevo cambiarlo prima però quella sicurezza e classe che ha lui a noi serve. Cosa ci siamo detti con Sarri a fine gara? “Lui è sempre ultra-simpatico con me. Abbiamo parlato prima della partita e abbiamo scherzato con le parole durante la settimana. Comunque ci vogliamo bene e dopo la partita gli ho detto che le prossime due settimane nessuno di noi ride però neanche piange. Il bilancio è che siamo a tre punti dal quarto posto. Per me il campionato è iniziato alla quarta gara. Con tutte le difficoltà siamo a tre punti dalla Champions. Abbiamo fatto una performance disastrosa contro il Genoa e poi tante prestazioni in linea con le nostre potenzialità”. 

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    La Gazzetta dello Sport

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    Marotta: “Juve favorita per lo scudetto. Il rinnovo di Lautaro? C’è volontà comune di prolungare”

    Nel pre partita con il Frosinone a Dazn l’amministratore delegato nerazzurro ha parlato del prolungamento dell’accordo con il Toro: “Niente fretta, arriveremo alla firma. Senza le coppe hanno un bel vantaggio, ma niente alibi: vogliamo lottare per vincere il campionato”

    Andrea Ramazzotti

    12 novembre 2023 (modifica il 13 novembre 2023 | 01:18)

    – milano

    L’Inter vuole rinnovare il contratto con Lautaro Martinez e, dopo i colloqui già avvenuti con l’agente del calciatore, è convinta che non ci saranno problemi a prolungare fino al 2028 l’accordo con il Toro. Ad assicurarlo è stato l’a.d. nerazzurro Beppe Marotta che ha parlato a Dazn nel pre partita con il Frosinone: “Con Lautaro c’è la voglia di proseguire insieme – ha detto – e questo è l’aspetto fondamentale. La trattativa per il rinnovo durante la stagione fa parte delle dinamiche del calcio. Non c’è fretta perché c’è la voglia di andare avanti insieme fa superare eventuali ostacoli”.

    JUVE FAVORITA—  Marotta ha poi parlato del momento della squadra e della lotta per lo scudetto, consegnando alla Juve il ruolo di favorita: “Questa è un’Inter che sta crescendo e rispetto a qualche anno fa abbiamo una mentalità vincente più forte. Gestiamo le partite meglio grazie all’esperienza e all’autostima. La società deve supportare il tecnico e la squadra: noi non dobbiamo concedere alibi e aiutare il gruppo a valorizzare le sue qualità. Abbiamo dei professionisti importanti. La sfida con la Juventus? Anche Allegri come Inzaghi ha una continuità tecnica alla guida del gruppo. La Juventus per me è favorita per lo scudetto perché non avendo le coppe può programmare meglio la settimana. Per noi questo non deve essere un alibi, ma uno stimolo. Vogliamo creare un campionato avvincente fino alla fine. Possiamo e dobbiamo migliorare molto perché abbiamo perso punti contro formazioni che fanno parte della fascia media. Non dobbiamo più sbagliare”.

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    Tanti cartellini, poche occasioni, zero gol: Lazio-Roma si ferma al palo di Luis Alberto

    Nel primo tempo lo spagnolo spedisce sul palo un tiro da 25 metri. E alla fine caloroso abbraccio tra Mou e Sarri

    Andrea Pugliese

    12 novembre 2023 (modifica alle 22:24)

    – roma

    A conti fatti, forse va davvero bene così a tutti. Nel senso che perdere questo derby avrebbe voluto dire vivere una sosta angosciante, da una parte e dall’altra. E allora lo 0-0 è il risultato più scontato e anche quello più giusto. Perché se per un po’ Roma e Lazio ci hanno provato anche a portarla a casa, la ripresa è stata praticamente archiviata dal via. Si è giocato a ritmi bassi, quasi nulli, come se si fosse già deciso che doveva andare a finire così. Per la Lazio c’è il rammarico del palo di Luis Alberto, per la Roma un gol annullato a Cristante per fuorigioco. Ma tutto nel primo tempo, perché nel secondo praticamente non si è giocato mai… 

    doppio volto—  Mou recupera Spinazzola e lo preferisce a Zalewski, anche per provare ad aiutare Ndicka su Anderson, visto il mismatch a livello di velocità. Solo che il brasiliano incide poco, mentre la Roma nei primi 20 minuti sorprende la Lazio con un’aggressività quasi sconosciuta. Mourinho ordina marcature a uomo sui centrocampisti (Bove-Cataldi, Cristante-Luis Alberto e Paredes-Guendouzi gli accoppiamenti) così che la squadra di Sarri ci mette un po’ a organizzarsi. Tanto è vero che nei primi 20 minuti la Roma gioca meglio, fa gol con Cristante (annullato per fuorigioco) e si rende pericolosa prima con Lukaku di testa e poi con Karsdorp (tiro al volo di poco alto). A sinistra, tra l’altro, Marusic soffre tantissimo, un po’ perché si preoccupa spesso di raddoppiare su Dybala, un po’ perché Pedro lo aiuta poco in fascia. Da metà tempo in poi, però, viene fuori la Lazio, che costruisce tre limpide azioni per andare in gol: prima Luis Alberto colpisce un palo clamoroso da fuori area, poi Rui Patricio si supera su colpo di testa di Romagnoli (assist sempre dello spagnolo) e poi ancora Luis Alberto spreca alle stelle la palla del vantaggio, praticamente un rigore in movimento. E proprio il Mago è l’uomo più pericoloso, anche perché Paredes davanti alla difesa scherma poco o niente e lui trova spazi invitanti per andare a fare male ai giallorossi. Che dopo mezzora si ritrovano già con i due braccetti di difesa (Mancini a sinistra e Ndicka a destra) ammoniti, il che limita e di molto anche la capacità di riaggredire e risalire romanista, proprio per non alzare troppo il baricentro e lasciare i due difensori agli uno contro uno con Pedro e Anderson. Si chiude con un pizzico di nervosismo di troppo, con Immobile a litigare un po’ con tutti i giallorossi.

    a giri ridotti—  La ripresa gira a ritmo molto più lenti, anche perché la Lazio abbassa spesso il baricentro, per provare a far male sulle ripartenze. La mossa non riesce, anche perché la Roma non accetta la sfida, non presta il fianco e allora si finisce spesso con il trotterellare in mezzo al campo. Mourinho si infuria subito per un presunto secondo giallo a Immobile, Luis Alberto abbassa i giri del suo motore mentre dall’altra parte Lukaku non riesce mai a far davvero paura alla retroguardia biancoceleste. Per chi si aspettava una partita segnata dagli spunti dei due centravanti (Lukaku e Immobile) è rimasto deluso. Così il primo tiro in porta arriva al 28’ della ripresa, è di Vecino (entrato e uscito poco dopo per infortunio) da fuori, ma senza grosse velleità. Isaksen riesce a dare un po’ di vivacità alla manovra biancoceleste, Sanches invece sembra mancare di forza ed energie. E allora finisce così, senza reti ma con l’abbraccio finale tra Sarri e Mourinho, i due grandi contendenti della vigilia.

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