consigliato per te

  • in

    Mourinho: “Il problema non sono io”

    RCS MediaGroup S.p.A.Via Angelo Rizzoli, 8 – 20132 Milano.Copyright 2023 © Tutti i diritti riservati. CF, Partita I.V.A. e Iscrizione al Registro delle Imprese di Milano n.12086540155. R.E.A. di Milano: 1524326 Capitale sociale € 270.000.000,00 ISSN 2499-3093 LEGGI TUTTO

  • in

    Sorriso De Laurentiis: “Se sono sereno? Ero tranquillo anche prima…”

    Il presidente ha seguito la squadra in trasferta dopo le polemiche delle ultime settimane

    dal nostro inviato Maurizio Nicita
    30 settembre

    – lecce

    Visibilmente soddisfatto a fine gara il presidente Aurelio De Laurentiis, che ha seguito la squadra nell’intera trasferta salentina. Il produttore cinematografico si gode alla fine il successo netto della propria squadra, rilanciata in zona Champions, e si sofferma anche a parlare con tifosi leccesi che si congratulano. Ai giornalisti che gli fanno varie domande si limita a dire: “Ero sereno e tranquillo prima, lo sono a maggior ragione oggi”. E chiude così una settimana complicata da varie polemiche ma con il Napoli che ha saputo rispondere sul campo: due vittorie e otto gol realizzati fanno capire che questa è la strada maestra. E al di là di ogni discussione esterna, Osimhen in campo è un incubo per qualsiasi avversario LEGGI TUTTO

  • in

    LIVE Salernitana-Inter 0-0: si riparte, nessuna sostituzione all’intervallo

    Le scelte di inzaghi—  

    Arrivano conferme da Salerno, con l’allenatore dell’Inter che sceglie un turnover massiccio. Partiranno per la prima volta dal primo minuto sia Klaassen che Sanchez, più l’innesto di Carlos Augusto sulla sinistra. Nuove sensazioni, invece, per Bastoni, Mkhitaryan e Lautaro, che in stagione non erano mai partiti dalla panchina. Il 3-5-2: Sommer; Pavard, De Vrij, Acerbi; Dumfries, Klaassen, Calhanoglu, Barella, Carlos Augusto; Thuram, Sanchez. LEGGI TUTTO

  • in

    Dall’Atalanta alla Juve all’ombra di Platini: Magrin, l’uomo che non voleva essere Le Roi

    Arrivò a Torino per sostituire Michel: il suo impatto finì travolto da una stagione sciagurata, poi con l’arrivo di Zoff uscì dal radar. Senza scrollarsi di dosso l’eredità più pesante 

    Ad un certo punto ci fu persino chi cominciò a chiamarlo con l’accento francese, Magrèn. E vabbè. Marino Magrin – veneto di Borso del Grappa – dignitosissimo centrocampista che legò il proprio nome alle sorti dell’Atalanta negli anni 80, ebbe la (s)ventura di capitare alla Juventus nell’anno sbagliato, zavorrato da una responsabilità che le sue strette spalle non poterono sopportare, per finire quindi incagliato in un equivoco che ne avrebbe per sempre segnato il ricordo, perché anche oggi – a trenta e passa anni di distanza – Magrin rimane come l’uomo che (non) voleva essere Platini.  LEGGI TUTTO