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    Così il Napoli ammortizza i cartellini dei calciatori. E non ci perde mai

    Gli azzurri mettono a bilancio il costo dei giocatori con  quote decrescenti. Sono gli unici insieme all’Udinese a farlo. Ecco quali sono i vantaggi sul mercato

    Se si parla di bilanci, il Napoli non perde praticamente mai. Aurelio De Laurentiis ha imbrigliato il concetto di plusvalenza con una strategia a prova di qualsiasi risvolto imprevisto del calciomercato. Un aspetto da non dimenticare, visto che gli ultimi giorni hanno ridato corpo alla possibilità che Victor Osimhen possa essere ceduto in un futuro non troppo remoto. Specialmente se non dovesse intervenire negli ultimi mesi un accordo per un rinnovo di contratto. In questo senso, va ricordato che al nigeriano ad agosto sono stati offerti 10 milioni di euro all’anno fino al 2026, mentre i termini attuali prevedono un ingaggio da 4,5 a stagione fino al 2025. La questione però che ha impedito alle parti di procedere alla firma di una nuova intesa è relativa alla clausola rescissoria: il presidente ne voleva una da almeno 150 milioni, l’entourage del giocatore invece ne pretendeva una più bassa. Resterebbe poi da approfondire anche il tema dei diritti d’immagine, con il giocatore che tra pochi mesi dovrà rinegoziare la sponsorizzazione tecnica i cui guadagni finiscono tutti nelle sue tasche.  LEGGI TUTTO

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    Miretti: “Allegri è il mio maestro. Voglio fare 6 o 7 gol”

    Fabio Miretti ha rilasciato un’intervista al canale ufficiale della Serie A e ha raccontato cosa significa aver fatto tutto il percorso alla Juve fin dalle giovanili: “Il dna Juve è come dice il motto “Fino alla Fine”; a Vinovo ci sono mille frasi dei giocatori più celebri che sono passati qua, cresci vedendo sui muri tutte le frasi come “vincere non è importante ma è l’unica cosa che conta”. Ogni volta che scendi in campo senti addosso questa responsabilità, fin da ragazzino”.UNO SU MILLE – “Quando uno entra qua dentro non si aspetta di arrivare fino in fondo, anche perché incontrerai persone che ti diranno che ce la fa solo uno su tanti. Poi quando ti rendi conto che sei te quell’uno guardandoti indietro provi orgoglio.”SU MARCHISIO – “Un modello per tutti noi ragazzini che crescevamo, è stato uno di quelli che ha fatto tutto il percorso. Tutto il mondo Juve lo prendeva come punto di riferimento, poi io che facevo il centrocampista ancora di più.”CARATTERISTICHE MIGLIORI – “Una buona tecnica, una buona visione di gioco, mi piace quando abbiamo la palla, costruiamo azioni importanti per andare a fare gol.Fare gli assist mi piace più che far gol, l’emozione che provi con un bell’assist lo metto sullo stesso livello. Sul tabellino rimane il gol ma chi ha visto la partita si accorge dell’assist.QUEL GOL CHE MANCA – “Sarebbe una soddisfazione, il mio obiettivo non è fare 30 gol all’anno ma quei sei, sette. Ci sto lavorando per migliorare, ho avuto alcune occasioni e spero arrivi al più presto.”SU ALLEGRI – “Rapporto molto scolastico, mi da molti consigli, mi fa capire su cosa devo lavorare, mi mette nelle condizioni di farlo con l’esperienza che ha. E’ un maestro.IL RETROSCENA SU MAX – “Una volta sono entrato in camera e c’era lui, mi ha detto “Scusa ho sbagliato stanza”. Sfide ancora non ne abbiamo fatte, oggi si è messo in mezzo alla partitella e ha vinto ma ha un po’ rubato, però chiudiamo un occhio.”SCALVINI E ATALANTA – “Penso sia un giocatore forte, siamo cresciuti insieme praticamente, ci siamo sempre incontrati in nazionale. Oltre alla sua forza fisica è bravo a leggere molte situazioni, è un giocatore forte. Dobbiamo giocare la nostra partita, sappiamo come mettano intensità in tutto il campo, dovremmo pareggiare questa intensità. Se facciamo la nostra partita possiamo dire la nostra” Carica altri LEGGI TUTTO

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    Atalanta-Juve, le regine dei giovani. Due modelli a confronto

    Una volta era la Signora che prendeva spunto dal modello della Dea, ora a Bergamo hanno iscritto in C la seconda squadra come a Torino

    Atalanta-Juventus vedrà contro due giovani che sono pionieri di un nuovo modo di pensare il calcio in Italia. Entrambi classe 2003: da una parte Scalvini, dall’altra Miretti. Sono frutto del lavoro di tutta la trafila giovanile, con qualche distinzione che potrebbe nascondere l’evoluzione di alcune scelte fatte dai club in sede di programmazione. Se a Torino nell’ultimo decennio hanno provato a rivedere alcune dinamiche interne per cominciare a costruire in casa i giovani del futuro, prendendo spunto dalla tradizione della Dea, a Bergamo l’estate scorsa hanno deciso di seguire le orme della Vecchia Signora che dal 2018 offre una tappa intermedia ai propri ragazzi in rampa di lancio nel calcio professionistico: ovvero la seconda squadra, l’Under 23, che milita nel campionato di Serie C.      LEGGI TUTTO

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    Inter, il rosso diminuisce. E per il 2024 già 70 milioni di plusvalenze

    Gli addii di Onana e Brozovic sono stati fruttuosi. E Zhang cerca di rifinanziare il debito con Oaktree

    L’Inter guarda avanti. E si cautela, perché non sempre di finale di Champions League possono vivere le casse del club. E allora così si spiega l’accordo con Paramount+ che vale 15 milioni di euro più bonus. Ancor di più, le cessioni già effettuate la scorsa estate che hanno fruttato circa 70 milioni di euro di plusvalenze e che finiranno nel risultato 2024. Così il futuro, in termini di bilancio, non preoccupa. È il cuore del momento Inter, il cui CdA ha appena approvato i numeri del 2022-23, con un passivo di 85 milioni, in netto miglioramento rispetto al -140 della stagione precedente, e un fatturato da 425 milioni. Il -85 di rosso, appunto, è figlio soprattutto del cammino straordinario in Europa, con la finale raggiunta di Istanbul, i 90 milioni incassatati dalla Uefa di soli diritti tv, totale che supera ampiamente quota 100 se si considera il botteghino. Per il bilancio del 2024 l’Inter si è già portata avanti, appunto, con le cessioni sopra citate.  LEGGI TUTTO

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    Il percorso di Cardinale: ricavi record e un bilancio in utile che non si vedeva dal 2006

    Il 31 dicembre 2006, il Milan di Berlusconi semifinalista di Champions chiudeva il bilancio con un utile di 2,48 milioni e un fatturato di 293 milioni, record ai tempi. Il 30 giugno scorso, il Milan di RedBird semifinalista di Champions e con lo scudetto sul petto ha chiuso il bilancio con un utile di 6 milioni e un fatturato da oltre 400 milioni, potenziale primato assoluto nella storia dei ricavi del club (le cifre non sono ancora ufficiali, lo diventeranno nella prossima assemblea dei soci di fine ottobre). Sembra una scena da Ritorno al futuro, è il presente scintillante del Diavolo di oggi: dopo quasi 17 anni di rossi in bilancio, il Milan è tornato ad apporre il segno più sui conti e il bello di questa storia è che, mentre Gerry Cardinale modella il club seguendo i principi della sostenibilità, rivoluzionando il modo di fare il mercato e integrando sempre di più calcio, altri sport e intrattenimento, Pioli e i suoi inseguono scudetto e seconda stella dal tetto della Serie A.  LEGGI TUTTO