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    Kvara il sindacalista: “A noi piace tener palla”. E il Napoli torna alle origini

    Dopo la splendida prestazione e il gol con l’Udinese ha raccontato: “Abbiamo parlato con Garcia e gli abbiamo detto che ci piace giocarla, la palla. Noi giochiamo in questo modo”. E buonanotte ai lanci lunghi

    K hvicha Kvaratskhelia è doppio, non solo quando pensa con i piedi. C’è un Kvara sindacalista e un Kvara bambino infinito. Per avere il secondo c’è bisogno del primo. Per capire il primo bisogna aspettare l’intervista dopo la partita a suo nome contro l’Udinese. Dopo aver procurato il rigore, dopo aver colpito due pali, dopo aver sombrerizzato il portiere friulano Marco Silvestri per segnare e dopo aver pescato la testa di Giovanni Simeone per fargli ritrovare il gol, ha anche spiegato, a fine partita, il cambiamento del Napoli. LEGGI TUTTO

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    Beltran-Nzola senza gol: Fiorentina, 40 milioni di dubbi

    La Viola ha fatto un investimento pesante ma nell’ambiente c’è già chi rimpiange Jovic e Cabral

    Fedele a se stessa. Se vogliamo, la Fiorentina ha trovato continuità, anche se non è esattamente quella che sognava. E’ sempre bella a metà. L’ultima sfida col Frosinone è l’esempio perfetto: un gran primo tempo, un gioco da squadra di Champions League, grappoli di occasioni non sfruttate e un secondo round timido e mediocre dove chissà come i meccanismi si inceppano e si regala campo ai rivali per la rimonta. E poi, il solito annoso problema del centravanti, che in questo avvio addirittura più grave della scorsa stagione, nonostante gli investimenti corposi. Black out a cui Vincenzo Italiano non riesce a porre rimedio e che non permettono alla Viola di fare il definitivo salto di qualità. Avesse vinto a Frosinone, ora sarebbe terza in compagnia della Juventus, a due punti dalla vetta. 

    il tabù del 9—  A conti fatti, la Fiorentina è comunque partita bene: 11 punti, una sola, sonora, sconfitta a casa Inter dopo le fatiche di coppa, e 12 gol segnati. Meno solo di Inter (15), Milan e Roma (13, ma i giallorossi ne hanno fatti 7 all’Empoli) . Il problema è che i re del gol viola sono il solito Nico Gonzalez e Bonaventura, a quota 3, e poi in aiuto sono arrivati i i difensori (Quarta, Ranieri) e i centrocampisti (Duncan). Nzola e Baltran, gli uomini che dovevano risolvere il tabù del numero 9), non pervenuti. Nzola, fortemente voluto da Italiano, è stato pagato 13 milioni, Beltran 25. Quasi 40 milioni per il momento gettati alla ortiche. Nzola non trova il gol, eppure anche a Frosinone le occasioni le ha avute, Beltran ha avuto meno minuti a disposizione, dove ha dimostrato di essere un ottimo giocatore solo lontano dall’area ma forse è ora di dargli più spazio in attesa che Nzola trovi la condizione (e la “testa”). Intanto c’è già chi rimpiange Jovic e Cabral anche se, a dirla tutta, eccetto la rete al debutto in A di Jovic, avevano cominciato a segnare solo da ottobre. In estate Jovic è stato ceduto al Milan come era stato acquistato dal Real, a zero. Su Cabral invece la Fiorentina ha fatto una discreta plusvalenza, vendendolo al Benfica per 20 milioni +5 di bonus che se avanti così la Viola non prenderà perché il brasiliano è ancora a secco e gioca poco. A proposito, un sito argentino vicino al River, Soydelmillo.com, dice che i millionarios sono preoccupati perché di quei 25 milioni, 12,5 sono bonus legati ai gol e pensano che non arriveranno mai. La Fiorentina, ne siamo certi, sarebbe ben felice di pagarli. 

    l’ora della sveglia—  Eppure Lucas nel River, in un campionato non proprio semplice, ha segnato 12 gol in 25 gare. E il suo “socio” Nzola ne ha firmati 13 in 31 con lo Spezia. Numeri da centravanti veri, che facevano sognare la società e i tifosi. Invece, con i 9 siamo alle solite. Anzi, peggio di prima. Ok, siamo ancora all’alba della stagione. L’angolano di lungo corso e il baby talento argentino avranno altre partite per cercare di sbloccarsi. Italiano è fiducioso: “I loro gol arriveranno”. Ma il tempo stringe sempre di più. Per entrare stabilmente nei quartieri alti, servono i loro gol, Nico e Bonaventura non possono sempre risolvere il problema. La Viola li aspetta con ansia, ma intanto vede gli investimenti crollare alla Borsa del calcio. LEGGI TUTTO

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    Tassotti: “Io, Leao, Sheva e Allegri che in realtà è… ultraoffensivista”

    Il grande ex: “Contro Rafa faticano tutti, è un campione. Calabria merita la Nazionale”

    E r Tasso. Cioè Mauro Tassotti, forse, e anche senza forse, il più grande terzino destro della storia del Milan. Una leggenda. Ha indossato i colori rossoneri per 36 anni, ha vissuto i momenti più brutti (Serie B) e più belli (montagne di coppe e scudetti). “Non mi sono fatto mancare niente”. Amato e rispettato, in campo e fuori. Un volta in un Milan-Bari rimprovera un giocatore, Nicola Caccia, che si era buttato davanti a lui per ottenere un fallo inesistente. “Ahò, perché fai ste’ cose?”. L’attaccante dei “galletti” pugliese si fa piccolo piccolo: “Mi scusi, signor Tassotti”. Vicino c’è Carlo Ancelotti, che assiste alla scenetta: “Me cojoni, Tasso, te danno del lei. Sei un’autorità”.  LEGGI TUTTO

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    Il tramonto di Mou: triste e senza idee, non seduce più Roma

    José è un condottiero smarrito, si ritrova a capo di una squadra senza gioco né anima. E la luna di miele coi tifosi non può durare in eterno

    Eclissi totale. Mou dove sei? Dietro quale gelida luna? Sei ancora qui tra noi o hai lasciato di te solo l’involucro? Sai ancora come si sorride? Non c’è luce nel tuo sguardo. Non c’è felicità nelle tue parole. Non c’è gioco nel tuo calcio. Non c’è presente nella tua Roma e qualcuno comincia a dubitare che ci sarà un avvenire.  LEGGI TUTTO

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    Il tacco d’oro, le “girate”, il Mondiale, lo scudetto e… Monsieur Giroud dice 37

    C’era una volta Giroud padrone in Ligue 2. Quattordici anni fa, Olivier segnava i primi gol tra i cadetti di Francia sperando di guadagnarsi un’occasione. La prima squadra a offrirgliela fu il Tours: tra i castelli della Valle della Loira, venne accolto dopo essere stato scartato dal Grenoble perché considerato inadatto alla Ligue 1. Risultato? Capocannoniere del campionato con 21 reti e la conferma che tra i grandi ci può stare. Così arriva il Montpellier, che se lo assicura sborsando un paio di milioni. LEGGI TUTTO