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    Sanches, lesione alla coscia destra: fuori almeno due settimane

    Il portoghese era stato costretto ad abbandonare il campo al 28’ di Sheriff-Roma

    Due lesioni muscolari in meno di un mese. A certificare quello che fino a stamattina era il timore di José Mourinho e di gran parte dei romanisti, è il responso degli esami strumentali di Renato Sanches. Il portoghese infatti, dopo essere stato costretto ad abbandonare il campo al 28’ di Sheriff-Roma, si è sottoposto ad una risonanza magnetica a Villa Stuart che ha evidenziato una lesione muscolare alla coscia destra. 

    illusione—  La notizia era nell’aria da ieri e rappresenta una vera e propria beffa per la Roma, che dopo il gol e la bella prestazione con l’Empoli aveva sperato di poter finalmente contare in pianta stabile sull’ex PSG. Un’illusione durata meno di una settimana. Adesso invece dovrà rimanere fermo almeno per altri quindici giorni (ma il periodo di recupero potrebbe anche essere più lungo). Questo vuol dire che – nella migliore delle ipotesi – il ventiseienne sarà costretto ad assistere da spettatore alle sfide con Torino, Genoa, Frosinone e Servette. LEGGI TUTTO

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    Idea Pavlovic, la Lazio ci riprova per puntellare la difesa. Ma altri due club…

    Il 22enne centrale del Salisburgo era stato nel 2019 a un passo dalla firma col club di Lotito, ma non superò le visite mediche. È seguito in Italia anche da Napoli e Juve   

    Una filosofia chiara, che verrà portata avanti nel tempo. Il Salisburgo ha sempre agito in maniera molto trasparente. Dà ai calciatori l’occasione di giocare in un campionato che, seppur in crescita, non è di primo livello, ma anche di confrontarsi in Champions League. In questa stagione gli austriaci sono capitati nel girone dell’Inter, negli ultimi anni si sono scontrati con squadre del livello del Siviglia e del Bayern Monaco. E non sempre hanno sfigurato, anzi. Messi in vetrina i propri giovani, il Salisburgo è solito vendere: solo nell’ultima estate sono partiti Sesko, Seiwald, Okafor, Kohn, Adamu, Diakité, Bernede e Bernardo. Un anno fa era stato ceduto Adeyemi, prima ancora Szoboszlai e Haaland. Anche i giocatori che compongono attualmente la rosa degli austriaci sono in vendita. Il Salisburgo si considera infatti un passaggio intermedio, il club giusto per introdursi nel grande calcio e fare un ulteriore salto di qualità. Attualmente il calciatore più rappresentativo della squadra è Strahinja Pavlovic. Difensore centrale possente e forte nei contrasti, ha 22 anni ma vanta già 29 presenze con la nazionale serba (e un gol ai Mondiali) e 23 fra Champions (preliminari compresi) ed Europa League. Potrebbe essere lui il prossimo a partire. E lo osservano con attenzione diversi club italiani. 

    pavlovic—  Già nel 2019 Pavlovic era a un passo dalla Lazio che lo aveva preso dal Partizan. Il serbo (all’epoca appena maggiorenne) però non superò le visite mediche e la trattativa saltò. Ora i biancocelesti tornano alla carica. C’è stata una richiesta di informazione, il Salisburgo di fronte a una buona offerta (non meno di 20 milioni) è pronto a cedere, come da filosofia del club. In Italia però il giocatore è osservato con attenzione anche da Napoli e Juventus. D’altronde il Salisburgo ha una filosofia chiara. Di fronte a una buona offerta nessuno è incedibile. Per permettere al club di crescere e ai giocatori di fare il salto. LEGGI TUTTO

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    Manlio Scopigno, allenatore più democratico del mondo che fu re a Cagliari

    Il vizio delle sigarette. Un carattere ironico, taciturno e dissacrante. L’allenatore “filosofo” vinse solo una cosa, ma indimenticabile: lo scudetto del Cagliari nel 1970. L’unico. Un po’ come lui, così diverso dai colleghi. Ci manca da 30 anni

    Lo chiamavano il Filosofo, ma era solo un uomo, un allenatore tranquillo. Detestava i maghi e i fattucchieri, i saputoni del bla bla e quelli che sdottoravano “mo’ te lo spiego io”. Non poteva vedere Helenio Herrera, perché “parlava dal balcone”. Manlio Scopigno, scomparso il 25 settembre di 30 anni fa, era tutto il contrario dei colleghi. Timido, pigro, silenzioso e modesto. Dicevano di lui: “Quando parla bisbiglia, quando urla parla”. LEGGI TUTTO

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    Inter e Juve: ecco perché ora sono davanti a tutte le altre

    Rose più profonde, difesa a tre, bianconeri senza coppe, nerazzurri che non si sono più fermati dalla scorsa Champions: ma è presto per escludere Milan e Napoli dalla corsa scudetto

    Con tutte le precauzioni del caso, perché siamo ancora al fischio d’inizio, il tema dell’anno sembra Inter-Juve. I nerazzurri sono davanti: non si sono più fermati dall’ultima Champions, fanno punti anche quando dovrebbero affondare, vedi Real Sociedad, e hanno un potenziale ancora inespresso. I bianconeri sono gli inseguitori con meno pensieri: soltanto il campionato e, quando arriverà, la Coppa Italia. LEGGI TUTTO