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    Vlahovic e non solo, un piede tira l’altro

    Sabato scorso il centravanti della Juve ha segnato una doppietta alla Lazio col piede “debole”. Nel suo caso, il destro. Un evento tutt’altro che raro, come dimostrano i fuoriclasse che prima di lui hanno fatto gol usando l’estremità meno forte

    Paulo Roberto Cotechiño era ambidestro ma anche ambisinistro e oggi chissà, magari farebbe comodo in un calcio in cui si parla di piede dominante e di piede debole, dove quest’ultimo nel migliore dei casi funge da appoggio e nel peggiore da stampella. Così quando un attaccante segna con l’altro piede – quello che di solito usa con parsimonia – ci si stupisce assai, come è successo quando Dusan Vlahovic ha segnato – di destro, lui che è mancino naturale – una doppietta contro la Lazio. Nella stessa partita Federico Chiesa – la cui confidenza con il gol poggia sul destro – si è esibito in un esterno sinistro da manuale del calcio. LEGGI TUTTO

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    La Serie A ringiovanisce: età media più bassa negli ultimi cinque anni

    In questa stagione, le squadre hanno mediamente un anno in meno rispetto al 2018-19. Il nostro campionato è sempre più giovane, anche se non ancora come la Ligue 1. Dietro all’Udinese di Pejicic (16 anni) ci sono Lecce, Bologna e Torino

    Il più giovane calciatore della Serie A è nato l’anno in cui è uscito il primo iPhone: giugno 2007. Si chiama David Pejicic, è sloveno e a Udine si diverte sulla trequarti. Andrea Sottil se l’è sempre portato in panchina. E probabilmente sarà lì anche a metà dicembre, dribblando il freddo e il vento, quando i friulani sfideranno il Sassuolo: dall’altra parte ci sarà Gianluca Pegolo, il giocatore più anziano del campionato. Il terzo portiere neroverde è nato nel 1981, l’anno in cui Lady D ha sposato Carlo d’Inghilterra e dall’altra parte dell’Oceano, più o meno nello stesso periodo, Lars Ulrich e James Hetfield battezzavano la loro band come Metallica. Pegolo e Pejicic hanno 26 anni di differenza. Il primo ne ha 42, il secondo 16. Sono il manifesto di due generazioni opposte, ma in una Serie A sempre più giovane rispetto alle stagioni precedenti. LEGGI TUTTO

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    Cristante, l’eroe invisibile di Mou e della Roma che ha trasformato i fischi in applausi

    Friulano di nascita, è diventato in silenzio un simbolo di romanità perché gioca sempre, bene e ovunque… E ora si concede pure colpi da fenomeno

    E se fosse Bryan Cristante il vero fenomeno? Occhio agli eroi invisibili. A quelli dalla bocca cucita, che non parlano mai e le rare volte nessuno ci fa caso, perché non devono spaccare o stupire il mondo. Quelli che non esultano teatrali. Non esultano proprio. Non scimmiottano telefonate a chissà chi e non cullano bebè veri o immaginari, non mostrano orecchie, nasi e bocche, non si atteggiano a statue, non recitano danze, trenini e ammucchiate. Non ammiccano ruffiani. Mai una polemica. Di strano ha solo quel volto un po’ lunare, piuttosto esotico, da esquimese e quel nome Bryan voluto dal padre mezzo canadese, quel volto che non si altera mai, non sai se invaso dalla timidezza o dalla serenità. LEGGI TUTTO

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    Romanzo Berardi-Juve: una vita da promessi sposi, ma alla storia manca l’ultimo capitolo

    Ogni anno si scrive un capitolo nuovo della storia infinita tra la Juventus e Domenico Berardi. Non quelli sul campo, che sono arrivati a 13 (peraltro con un solo gol, nel 3-3 del 15 luglio 2020), ma fuori. L’ultima puntata si è vissuta questa estate, quando Mimmo ha saltato perfino le prime due partite di campionato in attesa della Signora: “Il contatto con la Juve c’è stato – ha detto nelle ultime ore Carnevali – dopo che Berardi aveva espresso l’intenzione di andare in bianconero”. La Juventus non si è mai allineata alla richiesta di 30 milioni del Sassuolo. Ma che sia questo il finale del romanzo è difficile da credere, vista la storia finora. LEGGI TUTTO

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    Figc: un minuto di raccoglimento sui campi in memoria di Napolitano

    Lo ha disposto il presidente federale Gravina: “Straordinario tifoso della maglia azzurra, ne ha esaltato i valori e ne ha condiviso passione ed emozioni con tutti gli italiani”

    “Il mondo del calcio partecipa commosso al diffuso senso di cordoglio per la scomparsa di Giorgio Napolitano in virtù del suo alto e generoso servizio alla Repubblica. Straordinario tifoso della maglia azzurra, ne ha esaltato i valori e ne ha condiviso passione ed emozioni con tutti gli italiani in diverse occasioni. Per tutti noi resterà sempre il Presidente Campione del Mondo”. 

    Il numero uno della Figc Gabriele Gravina ha voluto commentare così la scomparsa di Napolitano. Per ricordarlo e onorarlo, la Federcalcio ha disposto un minuto di raccoglimento da osservare prima dell’inizio delle gare di tutte le competizioni del weekend, a cominciare dagli anticipi di stasera. A San Siro nella sfida tra Milan e Verona, il minuto si unirà a quello in ricordo di Giovanni Lodetti, ex grande giocatore rossonero, pure lui scomparso oggi a 81 anni. LEGGI TUTTO

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    Lukaku, un bomber da record: nel cambiare squadre e procuratori…

    Adesso il suo agente è il connazionale Ledure, ma in passato ha lavorato con Henrotay, Raiola, Pastorello e Roc Nation

    Da una squadra all’altra. Da un procuratore all’altro. Con grande naturalezza e frequenza. Romelu Lukaku ha confermato in questa estate 2023 una doppia tendenza che dura da quando è professionista, ovvero la facilità con cui cambia maglie e procuratori. Non è un tipo da relazioni professionali a lungo termine: si lega ai club e agli agenti con entusiasmo, ma altrettanto velocemente finisce per… stancarsi. E così va alla ricerca di nuove avventure in altre città grazie all’operato di un altro procuratore. La Roma e l’avvocato Ledure riusciranno a placare l’indole di Big Rom al cambiamento? LEGGI TUTTO