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    Eto'o e il Mondiale per club 2010: “Vincere è stato un onore. E dopo la partita…”

    Intervenuto ai microfoni del sito della Fifa, Samuel Eto’o, ex centravanti dell’Inter, è tornato sulla finale del Mondiale per Club vinta nel 2010 dai nerazzurri contro il Mazembe: “I miei ricordi del Mondiale per Club non potrebbero essere migliori, perché ho vinto la finale con l’Inter nel 2010. Per la prima volta ho avuto il piacere di giocare una finale contro una bellissima squadra africana, il Mazembe. Le mie emozioni per questa partita erano molto forti per il mio continente, l’Africa, e per il mio dovere di assicurare la vittoria all’Inter.

    Getty Images
    È stato un onore vincere la competizione con l’Inter per la prima volta nella storia del club e condividere questa vittoria con i miei fratelli del Mazembe. Dopo la partita, sono andato nel loro spogliatoio, sono rimasto un po’ e ho condiviso il momento con i giocatori del Mazembe. Sono bei ricordi per me, soprattutto perché ho vinto anche il Pallone d’Oro come miglior giocatore del torneo. Vincere questo premio è stata una sorpresa per me, ma mi ha reso molto felice. Era la prima volta che un giocatore africano vinceva questo premio, quindi è stato un grande onore”. LEGGI TUTTO

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    Chiellini no filter: “Ibra mio miglior nemico. Non sono come Ramos e Van Dijk”

    Giorgio Chiellini

    TORINO – La Juventus ha iniziato al meglio il mese di febbraio con la vittoria sull’Inter nell’andata delle semifinali della Coppa Italia. Oltre che per i risultati, Andrea Pirlo può sorridere per avere finalmente quasi tutta la rosa a disposizione, con il solo Paulo Dybala che rientrerà tra qualche giorno. Uno dei rientri più importanti è stato quello del capitano Giorgio Chiellini, che ha parlato intervistato dai microfoni di So Foot: “Ibrahimovic? Devo trovare un rivale per dare il meglio. Stimo molto Zlatan, ci rispettiamo. Eravamo compagni nella mia prima stagione alla Juve. Mai avuto paura di affrontarlo, mai fatto un passo indietro. È diventato nemico assoluto passando all’Inter, poi semplice avversario al Milan o in Nazionale. Mi fa molto piacere vincere un duello.”
    “Quando riesco a bloccare un tiro pericoloso o salvare un gol, ho una scarica di adrenalina. È una gioia diversa dal segnare, non è paragonabile, ma quei salvataggi in partite importanti, li ho ancora dentro di me. Ad esempio, il mio gol segnato contro il Barcellona nei quarti di finale di Champions League mi ha dato molta meno soddisfazione di aver impedito a Harry Kane di segnare all’89° minuto. Quella partita contro il Tottenham è stata molto combattuta. Dopo c’è stato anche l’abbraccio con Gigi Buffon e Barzagli. Un momento forte.”

    “Per vincere i duelli con gli attaccanti bisogna essere pessimisti e prevedere il peggio. È il prezzo riservato ai giocatori “normali” come me o Barzagli. Attenzione, Andrea è stato un gradissimo difensore, ma noi non abbiamo le qualità da fuoriclasse di Sergio Ramos o Virgil van Dijk. Ho una sorta di sdoppiamento della personalità: sono piuttosto timido e riservato, ma in campo sono capace di tutto pur di vincere. Ritirarmi in uno stadio vuoto? Senza tifosi non è calcio, mancano le emozioni. Comunque è sempre meglio che niente. Purtroppo bisogna adattarsi.”
    “La Superlega? Cinque anni fa dissi al presidente Agnelli che speravo di giocare ogni settimana contro Barça, Real, Psg, Bayern… Per un calciatore di alto livello è il massimo. Spero di vedere dei cambiamenti importanti. Con, forse, un nuovo format della Champions. Bisogna migliorare il prodotto-calcio. Con il Covid, siamo in una impasse pericolosa: la crescita ha lasciato posto all’incertezza.” Ma attenzione perché, proprio in queste ultime ore, sono arrivate anche alcune clamorose novità di mercato in casa bianconera: > > > Circolano voci pesantissime: possibile addio ad un big a fine stagione! LEGGI TUTTO

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    Marchisio: “Juve, vedrei bene Pogba e Locatelli. Sul mio futuro…”

    Claudio Marchisio

    TORINO – La Juventus non è riuscita a mettere a segno il gran colpo in questa sessione invernale di calciomercato. Diverse operazioni sono state messe a segno, specialmente in uscita e in prospettiva. Infatti, Sami Khedira si è trasferito all’Hertha Berlino, mentre la Vecchia Signora ha acquistato il giovane Nicolò Rovella, che rimarrà in prestito per 18 mesi al Genoa. Tuttavia, le voci di mercato, specialmente per la mediana, non sono cessate. Di questo ne ha parlato anche l’ex giocatore della Juve Claudio Marchisio, che in quella parte del campo ha giocato in bianconero per 389 volte, segnando anche 37 gol. Intervenuto ai microfoni di Tuttomercatoweb.com, l’ex calciatore ha parlato di due possibili obiettivi della Juve per il mercato estivo. Stiamo parlando di Paul Pogba e Manuel Locatelli.
    Ecco, dunque, le parole di Claudio Marchisio: “Pogba e Locatelli sono calciatori molto diversi. Il francese già conosce l’ambiente della Juve e qui a Torino ha lasciato un fantastico ricordo di sé. Si tratta di un ragazzo che aveva un rapporto eccezionale con la la dirigenza, con la squadra e con la tifoserie. Di conseguenza, non sono affatto sorpreso delle tante voci su un suo possibile ritorno alla Vecchia Signora. La sua qualità, poi, non è certo una cosa nuova. Per quanto riguarda Locatelli, invece, credo che abbia portato a termine la sua maturazione con il Sassuolo. Adesso, è un giocatore totalmente diverso rispetto a quando giocava al Milan, anche a livello mentale. Gioca dentro il match, riesce a dettare le giocate ed è anche molto bravo a leggere le varie situazioni della gara, sia in fase offensiva che in fase difensiva. Dunque, per il centrocampo della Juventus li vedrei bene entrambi“. Ma attenzione perché, proprio in queste ultime ore, sono arrivate anche alcune clamorose novità di mercato in casa bianconera: > > > Circolano voci pesantissime: possibile addio ad un big a fine stagione! LEGGI TUTTO

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    Juve-Roma e la guerra postuma per il gol (annullato) di Turone

    Il 10 maggio 1981 la sfida scudetto finì con un pareggio e il tricolore andò ai bianconeri, ma la scia di veleni non si è ancora esaurita. E pensare che Viola…

    La storia, che si tratti di raccontare una guerra o una partita di calcio, è un campo scivoloso. Per evitare brutte cadute non resta che una possibilità: affidarsi ai fatti, ai documenti, e lasciare perdere le teorie “a posteriori” che nascono sempre da un assurdo desiderio di verità assoluta. Il calendario torna indietro a domenica 10 maggio 1981, terz’ultima giornata di campionato. Al Comunale di Torino si disputa la supersfida Juventus-Roma. In classifica i bianconeri sono in testa con 39 punti, i giallorossi inseguono a 38 e il Napoli è terzo con 36. LEGGI TUTTO

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    Pirlo e CR7, test superato: è un rapporto a prova di cambio

    Ronaldo non ha gradito la sostituzione nella partita contro l’Inter, ma l’ha accettata. Con Sarri invece…

    A occhi profani allenare l’uomo da 762 gol può sembrare la cosa più facile del mondo: lo metti in campo e aspetti che segni per esultare. In realtà la questione è un po’ più complessa, per essere il tecnico di Ronaldo servono qualità non comuni. Devi possedere un innato e consistente carisma personale; devi gestire gli uomini, più che usarli come pedine tattiche; e poi è meglio, ma molto meglio, se sei stato un grande giocatore, tendente verso l’enorme. LEGGI TUTTO

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    Gomez e Dzeko, nei club adesso l'allenatore conta più del capitano

    Da leader a ex (Papu) o a declassato (il giallorosso): nuove strategie o effetto Covid sui conti? E le società hanno scelto di salvare la panchina

    Gomez e Dzeko erano capitani coraggiosi, capitani totem, Capitani con la C maiuscola. Oggi sono ex capitani ribelli e dimezzati, spediti altrove e degradati, senza maglia né fascia. Una storia è finita malamente, ricordando due sposi che s’erano amati e ora si tirano i piatti. L’altra sembra sul viale del tramonto, come una coppia che resta assieme solo per i figli, ma la notte letti separati. LEGGI TUTTO

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    Gli errori, i giovani, le modifiche e… il feeling: Pirlo, piccoli passi ma la Juve è più sua

    In punta di piedi, correggendosi e cambiando, il tecnico bianconero ha conquistato anche lo spogliatoio

    “Pole pole” dicono gli africani per invitare gli occidentali frettolosi a non avere fretta, nella vita. Vuol dire, in swahili, “Piano piano”. E piano piano, senza fretta, Andrea Pirlo sembra aver assunto davvero, ora, la guida della Juventus. Se c’è un mondo lontano dal saggio detto swahili è quello del calcio. Tutto è concitato, frettoloso. A partire dai giudizi. Un giocatore è un campione se la palla gli sbatte sullo stinco due volte ed entra in porta e un allenatore è certamente un brocco se perde due partite. È, da ultimo, il caso di Fonseca, che deve a un gol di Pellegrini il non essere stato cacciato con ignominia e che ora conduce la sua Roma in alta classifica. La sua parabola, una gita sulle montagne russe, sta a dimostrare la caducità di certi giudizi. LEGGI TUTTO