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    Klose a lezione da Pioli: il segreto di una stima nata alla Lazio

    Il vice allenatore del Bayern ha già l’accordo con il tecnico rossonero (che aveva conosciuto alla Lazio) per uno stage di studio: “Stefano è bravo, umano e completo”

    Insieme a fine e a inizio carriera. In quest’ordine. Miro Klose e Stefano Pioli si sono incontrati alla Lazio nel 2014, quando il tedesco aveva già compiuto 36 anni. Con Pioli ha vissuto le sue ultime due stagioni da calciatore (anche se nelle ultime 7 partite di campionato l’attuale tecnico del Milan venne esonerato e sostituito da Simone Inzaghi), con lui vuole chiudere il percorso che lo porterà a prendere il patentino necessario per allenare anche nei massimi campionati del mondo: “Ho chiamato Stefano per chiedergli se posso fare un praticantato da lui, ed è stato cordialissimo, dimostrandosi subito disponibile – ha raccontato il vice allenatore del Bayern alla Gazzetta -. Ero sicuro che con lui il Milan avrebbe fatto bene: è bravo, è umano, è completo. Se gli daranno tempo di lavorare avrà successo. Il Milan può vincere lo scudetto”. LEGGI TUTTO

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    Energia, maturità, intelligenza. Tomori raccontato da chi lo fece esordire… col Canada

    Fikayo, canadese di nascita, a 17 anni giocava nelle giovanili del Chelsea. Ma nessuno tra i selezionatori delle nazionali giovanili inglesi lo considerava. Ma a cambiare la storia del difensore arrivò Rob Gale che…

    Anno 2015, Fikayo Tomori è un validissimo 17enne delle giovanili del Chelsea. Non lo è però abbastanza per i selezionatori delle nazionali giovanili inglesi, che infatti non lo hanno mai convocato. A cambiare la storia del difensore arriva Rob Gale, che in quegli anni è alla guida dell’Under 20 del Canada, Paese dove Fikayo è nato prima di trasferirsi in Gran Bretagna: “Ero convinto che avesse abbastanza potenziale per l’Inghilterra – racconta l’attuale allenatore dei canadesi del Valour Fc -, ma non era mai stato scelto”. LEGGI TUTTO

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    Anche il Real celebra Ronaldo. E lui centra l'ennesimo primato

    Con i due gol di San Siro il campione portoghese diventa il leader stagionale dei top-5 campionati continentali per le marcature multiple

    Il ritorno al gol, anzi alla doppietta di Ronaldo ieri contro l’Inter, l’ottava stagionale per il campione portoghese, ha fatto felice il popolo bianconero ma non solo. Anche il Real Madrid si è complimentato via Twitter “col più grande goleador della nostra storia, che lo è diventato anche del calcio mondiale”. Tutto vero, se si guarda alla particolare classifica dei plurimarcatori in una stessa gara dei top-5 campionati europei, non ai dati assoluti sul numero dei gol in carriera. Restano in ogni caso il grande affetto e la grande stima espressi dall’ex club di Ronaldo per il suo ex pupillo, che ha giocato in maglia Real per nove anni, dal 2009 fino al passaggio in bianconero, collezionando 292 presenze e 311 gol. LEGGI TUTTO

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    Altobelli: “Lukaku è mancato. Progetto fermo? Per me no…”

    L’ex nerazzurro Spillo Altobelli, ospite negli studi di RaiSport, ha commentato la sconfitta dell’Inter di Conte in Coppa Italia contro la Juventus. Queste le parole dell’ex calciatore: «Lukaku è mancato. Abbiamo visto cosa sa fare. È un giocatore straordinario, che segna e trascina la squadra. Mancato oggi perché i compagni non sapevano a chi affidarsi. E anche Hakimi è mancato». «Non mi aspettavo un Pirlo così bravo in poco tempo. Bravo a gestire le vittorie ma anche le sconfitte e i momenti no della Juve. Porta all’interno dello spogliatoio tranquillità e sicurezza», ha aggiunto.

    «L’Inter ha cambiato progetto? Lo scorso anno è arrivata seconda ad un punto dalla Juventus. In questo momento anche la società nerazzurra sta cercando di arrivare ad un buon risultato. A inizio stagione sono arrivati comunque dei giocatori che Conte voleva e l’Inter ha una rosa importante. Non si è fermato il progetto».

    «Per essere una semifinale è stata una partita corretta, una bella partita. Qualche fallo di troppo, qualche errore, ma è stata una partita interessante», ha sottolineato.
    Sulla questione Ibra-Lukaku ha aggiunto: «In questo momento penso che sia un dovere di tutti parlarne poco e niente perché ha preso in mano la procura federale e si teme una squalifica per entrambi i calciatori. Sembra tornata la pace, ma è ovvio che è una pace per convenienza. Lui è un giocatore che fa reparto da solo, tiene palla e quando lanci in profondità è veloce e tecnico». «La Juve ha vinto diversi campionati anche senza Ronaldo, Lukaku invece è l’uomo in più dell’Inter: personalità, grinta e voglia, trascina la squadra», ha detto ancora su Big Rom.
    (Fonte: Raisport) LEGGI TUTTO

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    Emergenza a livello europeo: il tetto agli stipendi ora è indispensabile

    Nel programma di Gravina a sostegno della sua ricandidatura a presidente della Figc, spunta una proposta che aiuterebbe i club, che stanno faticando a rispettare i termini di pagamento

    A pagina 117 del programma presentato da Gravina a sostegno della sua ricandidatura a presidente della Federcalcio, un documento tanto accattivante quanto fumoso, appare all’improvviso una proposta concreta che potrebbe cambiare abitudini e prospettive del calcio italiano. LEGGI TUTTO

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    Un mattone in più per Pirlo, da Conte troppi regali. Cosa ci dice Inter-Juve

    Per i bianconeri ora c’è da alzare l’asticella in ottica Champions. Per i nerazzurri un’esame di coscienza in attacco e in difesa

    Qui non si arrende nessuno: la Juve risponde così all’Inter che l’aveva picconata il mese scorso. I bianconeri si prendono una rivincita, passano con un doppio Ronaldo, cinico e concreto, nella semifinale d’andata di Coppa Italia. Niente di compromesso per i nerazzurri, però l’impressione è che la Juve continui nei suoi progressi: non bellissima e scintillante, ma concreta e umile quanto basta. LEGGI TUTTO

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    Klose va a lezione da Pioli: “Vi spiego perché con lui il Milan sarà vincente”

    L’ex bomber della Lazio farà uno stage a Milanello per chiudere il percorso di studi da allenatore: “Mi piace come riesce a gestire il gruppo”

    Un rapporto forte, resistente al tempo. Miro Klose e Stefano Pioli si sono conosciuti alla Lazio nel 2014. Il tedesco, quell’estate, era diventato campione del mondo con la Germania e col gol segnato al Brasile in semifinale aveva stabilito il nuovo record di reti ai Mondiali (ne ha totalizzate 16). Pioli però nei primi mesi gli preferiva Filip Djordjevic (ora al Chievo), al punto che Klose si sfogò ammettendo pubblicamente di desiderare più spazio. LEGGI TUTTO