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    Alle origini di Provedel, l’attaccante-portiere che inseguiva Yashin

    Da bambino giocava punta, poi ha indossato i guantoni e non li ha più tolti. L’ascesa di Ivan raccontata da chi l’ha seguita da vicino

    Renzo, Claudio e Filippo non hanno chiuso occhio. A San Polo di Piave erano tutti troppo felici per riuscire a dormire. Gli sembra di star vivendo un sogno. Sebbene non facciano i portieri e non abbiano segnato un gol di testa al 95’ in Champions contro l’Atletico Madrid. Però nella storia di Ivan Provedel hanno un ruolo fondamentale. Loro c’erano quando la carriera del portiere della Lazio è cambiata per sempre. È un giorno d’estate del 2009: a Oderzo, paesino della provincia di Treviso, organizzano uno stage per giovani portieri. C’è un biondino alto, ha 15 anni e fa l’attaccante. Ha giocato con le giovanili del Pordenone, ma non ne può più di stare davanti. Vuole lasciare il calcio. La voce arriva a Renzo Zanet, storico osservatore della zona. Si siede sugli spalti dello stadio, su un foglietto scrive appunti: “Chi è quel ragazzo?”, chiede agli organizzatori. “Si chiama Ivan, è il suo secondo giorno tra i pali. Sta imparando”. Con una telecamerina riprende gli allenamenti, studia ogni movimento. “È bravo, merita una chance. Lo porto al Liapiave”. Da attaccante a portiere, nuova vita. Un’intuizione quasi visionaria. Se Ivan in area ci sa fare, il segreto sta tutto nel suo passato da punta. LEGGI TUTTO

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    Milan, Maignan lascia lo stadio zoppicando

    RCS MediaGroup S.p.A.Via Angelo Rizzoli, 8 – 20132 Milano.Copyright 2023 © Tutti i diritti riservati. CF, Partita I.V.A. e Iscrizione al Registro delle Imprese di Milano n.12086540155. R.E.A. di Milano: 1524326 Capitale sociale € 270.000.000,00 ISSN 2499-3093 LEGGI TUTTO

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    Da Rampulla a Taibi, poi Brignoli fino al bis di Provedel: i portieri goleador

    Ivan Provedel sa come si fa. Il portiere della Lazio, che con un gol di testa al quinto di minuto di recupero ha dato il pari last second ai biancocelesti nel debutto stagionale di Champions League con l’Atletico Madrid, ci era già riuscito una volta: poco più di due anni e mezzo fa, il 7 febbraio 2020, quando era alla Juve Stabia in Serie B aveva segnato nel recupero la rete del 2-2 ad Ascoli, ancora di testa. Iscrivendo il suo nome nell’albo dei portieri capaci anche di diventare goleador. LEGGI TUTTO

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    Inter, contro la Real Sociedad esordio per Pavard. In attacco Lautaro-Thuram, dubbio in mezzo

    L’infortunio di Calhanoglu costringe Inzaghi a cambiare il regista: in corsa Asllani, Mkhitaryan, ma anche Barella e Klaassen. Dubbio anche tra Dimarco e Carlos Augusto

    Benjamin Pavard domani sera a San Sebastian contro la Real Sociedad farà il suo esordio con la maglia nerazzurra. Prenderà il posto di Matteo Darmian in una difesa che sarà composta da De Vrij e Bastoni. Acerbi insidia entrambi, ma, avendo giocato 90′ nel derby dopo una lunga inattività, potrebbe essere dosato in vista di Empoli. Pavard, pagato 30 milioni più 3 di bonus, è stato il secondo acquisto più costoso della campagna acquisti estiva nerazzurra e rappresenta un “lusso” visto che in bacheca ha il Mondiale del 2018 in Russia e la Champions vinta con il Bayern.

    INFORTUNIO CALHA—  L’infortunio di Calhanoglu (fastidio all’adduttore sinistro), che si aggiunge alla defezione dell’esterno Cuadrado (infiammazione al tendine d’Achille sinistro), costringe Inzaghi a cambiare la mediana perché il turco sarebbe stato sicuramente titolare. Per la sua sostituzione l’opzione più logica sembra essere Asllani, per il quale Simone ha speso belle parole in conferenza, ma attenzione anche alle altre possibili soluzioni come per esempio Mkhitaryan (con Frattesi e Barella mezzali), Barella (con Frattesi e Mkhitaryan mezzali) o Klaassen (con Barella e Frattesi o Mkhitaryan mezzali). Il tecnico di Piacenza deciderà domani. L’altro dubbio è sulla fascia sinistra con Dimarco e Carlos Augusto in ballottaggio. L’idea di Inzaghi, rispetto a sabato, è quella di fare 2-3 avvicendamenti, non di più. Domenica a Empoli, invece, il turn over sarà più ampio. In attacco spazio a Lautaro e Thuram: Arnautovic spera di essere titolare al Castellani. LEGGI TUTTO

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    Il calcio non è sempre una scienza: le bugie del possesso palla negli esempi di Torino e Milano

    I dati permeano ogni aspetto del mondo del pallone, ma vanno analizzati e contestualizzati, come il derby e Juventus-Lazio hanno dimostrato

    Dicono che il calcio non sia più un gioco – e considerando gli interessi che muove sicuramente è così – ma dal punto di vista tecnico sia diventato addirittura una scienza. È attraverso i numeri che molti spiegano una vittoria, giustificano una sconfitta, cercano una soluzione per tanti versi impossibile. LEGGI TUTTO

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    Milan, San Siro canta a gran voce “Tonali uno di noi” e “Pioli is on fire”

    C’era molta curiosità e attesa per l’accoglienza della Curva Sud e di tutto lo stadio per l’ex centrocampista rossonero e l’allenatore

    Le premesse per un’accoglienza affettuosa c’erano tutte, e sono state confermate. Sandro Tonali ha fatto ritorno per la prima volta a San Siro da avversario accolto dagli applausi di tutto il Meazza. Ha iniziato lui, a essere pignoli: quando è entrato in campo nel riscaldamento ha iniziato ad applaudire verso le tribune, immediatamente ricambiato. Ma l’apice è arrivato su iniziativa della Curva Sud, che prima ha chiamato a raccolta le voci di tutto lo stadio e poi ha fatto partire due cori. Uno scandendo nome e cognome e l’altro con uno slogan che non ha bisogno di ulteriori commenti: “Tonali uno di noi”. Il massimo, per un giocatore che ha cambiato maglia ma che resterà sempre tifoso rossonero nel cuore.

    a gran voce—  Un momento condiviso davvero da tutto San Siro, perché agli applausi della gente milanista si sono uniti quelli degli oltre quattromila tifosi del Newcastle. Capitolo Pioli. Onestamente? Ci si poteva attendere di peggio. Quando sono iniziate le prime note di “Freed from desire” è partito qualche fischio qua e là – nulla di drammatico – e quando è arrivato il momento del ritornello “Pioli is on fire” lo stadio l’ha cantato. Magari non col trasporto dei vecchi tempi, ma l’ha cantato. Il brano però è stato interrotto in netto anticipo rispetto al consueto. Nessun problema al momento delle formazioni: lo speaker ha chiamato il suo nome, San Siro ha risposto a gran voce. LEGGI TUTTO