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    Il derby di Pandev: “Questa Inter è forte e ha più cambi. E se penso a quella punizione contro Dida…”

    Parla il macedone ex nerazzurro che ha fatto piangere il Milan in un derby del 2010: “Se si sacrificava Eto’o sulla fascia come potevo non farlo io? Mou ci trasmetteva una convinzione pazzesca”Goran Pandev e il derby di Milano. L’ex attaccante di Lazio, Inter, Napoli, Genoa e Parma è rientrato la scorsa settimana dalla Macedonia e si prepara a vivere da spettatore il derby della Madonnina che lo ha visto protagonista dal 2009 al 2011. Da Genova, dove si è stabilito quando ha appeso le scarpette al chiodo, ha aperto l’album dei ricordi, senza nascondere il suo tifo interista. LEGGI TUTTO

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    Il derby di Pato: “Giroud nuovo Ibra e il mio amico Loftus-Cheek, questo è un Milan da seconda stella”

    L’ex attaccante rossonero, ora al San Paolo: “Pulisic e Chukwueze faranno benissimo. Zlatan lo vedo bene da dirigente. Berlusconi un amico-presidente. E se vinciamo…”

    Basta dare uno sguardo alla sua timeline su “X” per capire quanto sia ancora forte il legame. Il 4 agosto mette un cuore al post della Uefa Champions League che lo ritrae in maglia rossonera; il 12 giugno scrive “Grazie per tutto Presidente” nel giorno della scomparsa di Berlusconi; il 18 aprile posta una foto in cui fa colazione con la maglia del Milan – la numero 7 col suo nome – ed esclama “Milannnnnnnnnnnnnnnnnn!!!! Andiamoooooo!!” nel giorno in cui il Diavolo elimina il Napoli ai quarti di Champions. Be’, insomma, se ancora non fosse chiaro Pato – che dopo un lungo infortunio al ginocchio ha ripreso a giocare (e segnare) al San Paolo – resta un grande cuore rossonero, che batte ancora più forte quando i derby si avvicinano.  LEGGI TUTTO

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    E arrivò il giorno di Lukaku-Dybala: loro ci sono, la Roma c’è?

    I nuovi gemelli giallorossi del gol sono pronti all’esordio: pochi hanno una coppia così. Ora serve che Mou e la squadra li supportino a dovere, perché la storia del calcio insegna…

    Servirebbero due stadi, o meglio ancora un Olimpico con il doppio della capienza – e chissà se basterebbe – per soddisfare l’attesa, la curiosità, l’interesse per il debutto della coppia Dybala-Lukaku. Già, perché i tifosi giallorossi sono già straordinari nella loro presenza e nel supporto che riescono a dare alla squadra, ma di fronte ai nuovi “gemelli” la passione è davvero salita alle stelle. D’altronde – e si accettano solo risposte sincere – chi si aspettava quindici mesi fa che i Friedkin sarebbero riusciti a mettere insieme il campione argentino e il gigante belga? C’era un grande scetticismo, nell’estate di un anno fa, quando cominciarono a fiorire le prime voci sul possibile ingaggio di Dybala. Ma no, dicevano molti, vedrete che è solo un’illusione, al massimo un’opera di depistaggio.  LEGGI TUTTO

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    Mendicino, baby prodigio tutto libri e gol che ha stregato Gasp

    Dalla Dominante (come Pessina) al Renate, poi dal 2017 è nel vivaio nerazzurro. A 17 anni è un pilastro dell’Under 23 della Dea e il primo 2006 titolare in questa Serie C

    Bruciare le tappe non è mai stato un problema per Leonardo Mendicino, il nuovo che avanza in casa Atalanta. A soli 16 anni ha stregato mister Gasperini, che lo ha convocato in Serie A. E ora, a 17 compiuti meno di tre mesi fa, è diventato il primo classe 2006 titolare in questa edizione della Serie C. Pilastro della linea mediana della neonata Under 23, Mendicino è il classico centrocampista moderno, ambidestro, che abbina forza fisica e senso tattico. Contro la Virtus Verona, nell’esordio assoluto tra i professionisti, s’è imposto in mezzo al campo, contro avversari più grandi ed esperti, impressionando gli addetti ai lavori e figurando tra i migliori del match, nonostante la sconfitta per 2-3 della squadra B della Dea, al debutto in Serie C. LEGGI TUTTO

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    Il Rabiot di Sarri contro il Rabiot di Allegri: due calciatori diversi a confronto

    Il centrocampista francese arrivò in bianconero dal Psg insieme all’attuale tecnico della Lazio. E allora pareva tutto un altro giocatore

    Il ritorno di Maurizio Sarri all’Allianz Stadium riporta indietro di qualche anno. In particolare a quel mercato estivo del 2019, quando la Juventus aveva deciso di affidare al tecnico toscano le trame del suo cambiamento. Dopo Aaron Ramsey, Fabio Paratici piazzò il secondo parametro zero nella sera del 29 giugno: la storia bianconera di Adrien Rabiot comincia proprio da quel blitz parigino dell’ex uomo mercato juventino, abile a bruciare sullo sprint il Barcellona e qualche altro club. Quattro anni dopo, il centrocampista ha rinnovato per un altro anno (e potrebbe anche prolungare ulteriormente nei prossimi mesi) consolidando la sua posizione nel gruppo: in assenza di Alex Sandro è il vice di capitan Danilo, ma è soprattutto il riferimento principale di Max Allegri, che lo ha cambiato sensibilmente fino ad accompagnarlo l’anno scorso lungo la sua migliore stagione in carriera. Tra il prima e il dopo c’è un processo di crescita lento e articolato, messi a confronto i due punti estremi del percorso sembra vedere due giocatori completamente diversi tra loro. E invece si tratta solo del passaggio alla piena maturità calcistica.  LEGGI TUTTO