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    Milan, per Theo 90′ contro la Germania: polpaccio ok. E Musah gioca (di nuovo) al centro

    Deschamps ha fatto giocare tutta l’amichevole al terzino rossonero: test superato, il francese è pronto per il derby. Negli Usa Berhalter ha impiegato il milanista davanti alla difesa per la seconda volta di fila: info utili per Pioli

    Alla fine stava così bene che Deschamps ha cambiato idea e lo ha inserito – fra le immaginabili imprecazioni dei tifosi rossoneri – nell’undici titolare. Comunque, test riuscito. Quanto meno, sotto l’aspetto fisico: Hernandez ieri sera ha giocato tutti i 90 minuti dell’amichevole di lusso tra Francia e Germania a Dortmund (2-1 per i tedeschi), spazzando via i residui dubbi sulle condizioni del polpaccio che aveva creato un po’ di apprensione nei giorni scorsi. Si trattava solo di una botta, rimediata giovedì contro l’Irlanda, ma sufficiente a fargli saltare un paio di allenamenti. Un potenziale problema che arrivava a stretto giro di posta dopo quello di Giroud, e che quindi aveva creato apprensione nel mondo milanista. Tutto sotto controllo, allora: la gamba di Theo ha risposto bene, e pazienza se la prestazione è stata abbastanza sottotono. Gara insufficiente per L’Equipe (5) e Le Parisien (5,5). Theo ha coperto bene ma – a parte qualche spunto in avvio di ripresa – ha spinto poco rispetto ai suoi standard. L’impressione è che non abbia volutamente forzato e la cosa, trattandosi di un’amichevole e a pochi giorni dal derby, è assolutamente sensata.

    opzione in più—  Diversa la situazione per Musah, che sabato pomeriggio con l’Inter si accomoderà in panchina, ma che anche nel secondo impegno degli Usa in Minnesota – amichevole con l’Oman vinta 4-0 – ha confermato a Pioli lo spunto tattico già visto nel primo test contro l’Uzbekistan. Yunus infatti è stato di nuovo schierato dal c.t. Berhalter – stavolta per tutta la partita – al centro della mediana a 3, tra McKennie e Tillman, dove si è ben comportato. Pioli, oltre ad Adli, potrebbe davvero aver trovato un’opzione in più le volte in cui non dovesse giocare Krunic. LEGGI TUTTO

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    Pogba e l’integratore: il foglio informativo avvertiva del rischio doping

    Il calciatore avrebbe assunto i farmaci su consiglio di un medico statunitense di cui si fida

    Sembra un dettaglio ma non lo è. Anzi, forse è proprio zoomando su questo particolare che può uscire la fotografia della situazione. Se solo Pogba avesse letto il foglio illustrativo dell’integratore assunto, avrebbe potuto rendersi conto che conteneva sostanze a rischio doping. Semplicissimo, nella sua banalità. Ma questo a quanto pare non è avvenuto. Sembra invece che il giocatore – come già successo nella scorsa estate – si sia fidato dei consigli di un medico americano di sua fiducia: così dalla non-operazione della scorsa estate Pogba è passato all’assunzione di un integratore dopante acquistato in America, forse durante il periodo di vacanza e allenamento trascorso a Miami, nel primo caso andando contro il parere dello staff medico bianconero, nel secondo evitando di interpellarlo. 

    i rischi—  Una leggerezza che rischia di costargli ora carissima, a tutti i livelli. Se le controanalisi confermeranno la sua positività sarà infatti inevitabile una squalifica, di 4 o 2 anni a seconda che venga riconosciuta o meno l’intenzionalità del doping. Ma naturalmente non finisce qui: se la colpevolezza del giocatore verrà accertata con sentenza definitiva la Juve potrà risolvere il contratto che la lega al francese fino al 2026. Tradotto in soldoni, per il club si tratta di un risparmio di circa 30 milioni di euro lordi. Non poca cosa, considerando anche che Pogba non aveva accettato riduzioni di stipendio per la scorsa annata trascorsa interamente in infermeria eccetto 161′ e si era poi tappato le orecchie di fronte alle sirene arabe. Al momento l’avvocato Rafaela Pimenta, sua agente, ha solo affermato che “la cosa certa è che Pogba non ha mai voluto infrangere la legge” e sta lavorando per stabilire una strategia difensiva. Il club nel frattempo ha sospeso il pagamento dello stipendio, com’è previsto dal regolamento, in attesa che la giustizia faccia il suo corso. Certo è che per un giocatore di 30 anni l’orizzonte è davvero cupissimo. LEGGI TUTTO

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    Sicurezza, controllo e prodotti a rischio: viaggio nel mondo degli integratori

    Cosa sono? Sono utili oppure no all’atleta? Perché si prendono? Sono sicuri? Due esperti ci aiutano a fare chiarezza su un fenomeno sollevato dal caso Pogba

    A volte ci sono parole che contengono tante, troppe cose. Fino al punto di disorientarci e di offuscare la possibilità di un significato condiviso. Succede così quando parliamo di integratori, portati per l’ennesima volta alla ribalta dal caso di positività al doping di Paul Pogba, almeno dai sussurri nati ieri a poche ore dalla sospensione dello juventino decisa dal Tribunale Nazionale Antidoping. Proviamo a mettere meglio a fuoco allora il tema con Erminia Ebner, biologa nutrizionista, e Michelangelo Giampietro, medico specialista in medicina dello sport e in scienza dell’alimentazione.  LEGGI TUTTO

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    Pogba spalle al muro: in caso di squalifica va verso il divorzio dalla Juve

    La conferma della positività al doping consentirebbe al club bianconero di annullare il contratto

    Sospeso in via cautelare – ma con effetto immediato – Paul Pogba e pure il suo stipendio. Al provvedimento del Tribunale Nazionale Antidoping, ha fatto seguito quello della Juventus sulla busta paga del suo numero 10. Ma potrebbe essere soltanto un primo passo. “La società si riserva di valutare i prossimi passaggi procedurali”, ha spiegato il club bianconero nel comunicato di lunedì sera, dopo che nel pomeriggio era arrivata la notifica della “non negatività” del giocatore relativa ai controlli antidoping del 20 agosto (Udinese-Juventus). E una possibilità concreta, nel caso in cui fosse confermata la positività del francese e in seguito si arrivasse alla squalifica, è anche la chiusura anticipata del matrimonio bis tra la Juventus e Pogba. Il 30enne campione del mondo, tornato a Torino la scorsa estate (2022) a parametro zero dopo l’addio al Manchester United, ha firmato fino al 2026. “Ma in tutti i contratti – spiega l’avvocato Guido Valori, esperto di diritto sportivo e docente all’Università degli studi di Roma “Foro Italico” e alla “Guglielmo Marconi” – è presente una clausola risolutiva in virtù della quale, qualora un atleta fosse risultato positivo al controllo antidoping, l’accordo lavorativo può essere automaticamente risolto”. 

    le tempistiche?—  Il rischio esiste, ma in ogni caso non sarà una cosa immediata. “In questo momento – aggiunge l’avvocato Valori – la Juventus non ha ragioni a risolvere il contratto fin da subito dal momento che può attuare la sospensione dello stipendio del giocatore. Penso che aspetterà eventualmente il primo grado di giudizio o comunque la conclusione del procedimento sportivo. Premesso che siamo ancora nel campo delle ipotesi: se tutto l’iter dovesse svolgersi in modo rapido, si potrebbe chiudere tra la fine del 2023 e l’inizio del 2024”. Se così fosse, la Juventus e Paul potrebbero arrivare al divorzio dopo appena un anno e mezzo dal ritorno del numero 10 in bianconero.

    fino a 4—  L’eventuale risoluzione non dipenderebbe dall’entità e dalla lunghezza della squalifica per doping. “Quattro anni o quattro mesi – continua Valori – a termini di legge non cambierebbe nulla per quel che riguarda la chiusura anticipata del rapporto lavorativo. Pogba rischia fino 4 anni di squalifica nel caso in cui fosse provata, e confermata, una assunzione consapevole del testosterone. Se invece dovesse essere ritenuto colpevole, ma non volontariamente, la squalifica sarebbe inferiore: si andrebbe da un richiamo fino a 2 anni”. LEGGI TUTTO