consigliato per te

  • in

    Quelle invenzioni che cambiano il Milan: come nascono le “piolate”

    Il tecnico rossonero e l’arte di stupire gli avversari: mediani sulla trequarti, terzini in mezzo al campo, interni che fanno gli esterni…

    “I terzini-mediani e le felici intuizioni del mister”. Regia e sceneggiatura di Stefano Pioli. Non è la Mostra Internazionale del Cinema, in questi giorni d’attualità a Venezia, ma per il mondo rossonero le folgorazioni del tecnico potrebbero giocarsela per qualche premio. Se non altro per colpi di scena spesso diventati vincenti, come visto nelle prime gare della nuova stagione. LEGGI TUTTO

  • in

    Kovacevic: “Juve da scudetto. Vlahovic da 25 gol, con Chiesa è più pericoloso”

    L’ex attaccante bianconero non ha dubbi: “Senza gli infortuni Allegri ha una squadra superiore”. Su Milinkovic: “A Roma manca tanto, ma capisco la sua scelta”

    Juventus e Lazio sono state le sue squadre italiane. A cavallo tra la fine degli anni Novanta e l’inizio dei Duemila, Darko Kovacevic assaggiò la Serie A, come tanti altri calciatori slavi. “Era il campionato migliore al mondo ai miei tempi”, ricorda il centravanti, che oggi vive in Grecia. Pure ai giorni nostri i serbi continuano ad andare di moda, sia in maglia bianconera che con quella biancoceleste. Anche se la Lazio è rimasta orfana di Milinkovic… LEGGI TUTTO

  • in

    Dal quasi addio al diventare incedibile. Gol, assist e giocate: così Vlahovic ha conquistato la Juve

    La Juventus e Dusan Vlahovic, in estate vicinissimi al divorzio, non solo hanno iniziato bene la stagione, ma adesso cominciano a ragionare su un possibile rinnovo “breve”, di almeno un anno. Nonostante gli alti e bassi della scorsa stagione, il serbo ha regalato ai bianconeri bei gol e ottime giocate: guarda i suoi migliori momenti alla Juventus nella stagione 2022-23. LEGGI TUTTO

  • in

    Julio Cruz: “Vi racconto mio figlio, è più forte di me”

    El Jardinero seguirà il figlio Juan Manuel, attaccante, neo acquisto del Verona: “Tecnicamente mi è superiore, fisico e gol sono uguali”

    “a desso tocca a lui”. Julio Cruz, El Jardinero per tutti, amato ad ogni latitudine (Inter, Bologna e Lazio le sue squadre in Serie A) non sente nemmeno il fuso orario. “Abbiamo dormito il giusto: ma la mia e la nostra felicità ti sveglia, fa tutto”. Juan Manuel Cruz, il suo “bimbo” di 24 anni, ormai ex Banfield, per tutti “El Jardinerito”, altezza notevole, piede destro, è arrivato l’altroieri in Italia e lunedì, post visite mediche, dovrebbe firmare un quadriennale col Verona da calciatore svincolato. Cruz torna in A. LEGGI TUTTO

  • in

    Azmoun, l’uomo chiamato coraggio. E adesso vuole farsi spazio nella Roma

    L’attaccante iraniano ha sempre affrontato le difficoltà a testa alta, dagli infortuni alla lotta per le donne durante il Mondiale: “Il mio obiettivo ora è vincere in giallorosso”. E in allenamento a già confezionato un gol su pallonetto da sogno

    Qualche volta le parole, nel calcio, assumono un peso diverso rispetto alla realtà da cui sono sgorgate. Pensiamo al termine “paura”. Nel calcio si ha paura di una sconfitta, magari – se sei un attaccante – del marcamento rude di un difensore o del fatto che per un lungo lasso di tempo non si riesca a segnare. Ecco, vedendo la biografia di Sardar Azmoun, ci si potrà dividere sul fatto che sia o meno un campione, ma di sicuro la punta iraniana sa declinare il coraggio – cioè l’antitesi del timore – in modo che i suoi colleghi (spesso terrorizzati a esprimere qualsiasi parere che vada oltre il banale) neppure immaginano. Così Azmoun, in una Roma che aspetta solo di santificare la coppia Dybala-Lukaku mentre si gode la parziale resurrezione di Belotti, cerca di ritagliarsi spazio in silenzio, cercando di fare il proprio mestiere, cioè i gol. LEGGI TUTTO

  • in

    Milan, Theo e Maignan non si allenano con la Francia: tra i tifosi scatta l’allarme derby

    I due rossoneri hanno saltato la seduta di gruppo con i Bleus, ma le loro condizioni non sembrano preoccupare lo staff sanitario della nazionale

    Gli impegni delle nazionali sono da sempre croce e delizia dei tifosi. Se da un lato c’è l’orgoglio di vedere il proprio club rappresentato nel mondo, dall’altra c’è il costante timore che un carico di lavoro eccessivo possa fermare i propri gioielli. È questo il caso dei tifosi del Milan, che da qualche ora sono a caccia di notizie per capire che cosa sia accaduto a Theo Hernandez e Mike Maignan, visto pure che il derby è alle porte.

    strategie—  I due campioni rossoneri non hanno infatti preso parte all’allenamento con la Francia.  Fortunatamente si è trattato solo di uno stop precauzionale: il portiere si è sottoposto a  trattamenti di recupero in un’area ad hoc nel ritiro dei Bleus, Hernandez è stato tenuto a riposo dopo una leggera botta al polpaccio che comunque non preoccupa. Entrambi dovrebbero essere disponibili sabato per Inter-Milan. Niente a che vedere insomma con quanto accaduto a Giroud, infortunato alla caviglia e già rientrato a Milanello. LEGGI TUTTO

  • in

    Udinese, fatta per il ritorno di Pereyra. Per il Tucu un anno di contratto

    Il centrocampista argentino vestirà la maglia bianconera anche in questa stagione: da luglio era svincolato, oggi il nuovo accordo con i friulani

    “Fanno dei giri immensi e poi ritornano”. In questo caso non è stato proprio un giro immenso, ma la storia tra l’Udinese e Roberto Pereyra continuerà almeno per un altro anno. Il “Tucu”, il cui contratto era scaduto il 1 luglio scorso, ha trovato un nuovo accordo con i bianconeri dopo aver trascorso l’estate da svincolato. Protagonista di una grande stagione nello scorso campionato con Sottil (5 reti e 9 assist in 36 partite), l’argentino ha collezionato 200 presenze in maglia Udinese, condite da 23 gol e 33 assist. LEGGI TUTTO

  • in

    Delusione Juve Women: sconfitte ai rigori dall’Eintracht, già fuori dalla Champions League

    A Francoforte, bianconere out nella finale del primo turno della manifestazione dopo una maratona: 1-1 a fine supplementari, decisivo l’errore dal dischetto di Nystrom

    Era una trappola grande così, la Juve ci è rimasta impigliata. Finisce già a settembre il cammino in Women’s Champions League delle bianconere, eliminate dall’Eintracht Francoforte nella finale del mini torneo di primo turno riservato alle piazzate nei rispettivi campionati. Sono serviti 14 rigori, nel gran caldo del Frankfurt Stadion (27 gradi alle 13), per risolvere la sfida – 1-1 dopo i supplementari – tra le vice campionesse d’Italia e la terza forza dell’ultima Bundesliga: nella serie di tiri a oltranza, decisivo l’errore della subentrata Nystrom che si fa ipnotizzare da Johannes. L’Eintracht guadagna così l’accesso al secondo turno di ottobre, bivio che qualificherà alla fase a gironi. Quella che la Juventus non potrà raggiungere, per la prima volta da quando la Champions al femminile ha questa formula. Le speranze italiane di entrare tra le top 16 d’Europa – dove nessuna delle nostre squadre ha il posto garantito – restano a questo punto legate alla Roma (che un anno fa, di questi tempi, festeggiò invece dal dischetto contro il Paris Fc): le giallorosse, campionesse d’Italia, conosceranno il 15 settembre dall’urna di Nyon le avversarie nel playoff riservato alle squadre vincitrici dei tornei nazionali. 

    LA PARTITA—  I 120 minuti scorrono nel segno dell’equilibrio, anche se l’Eintracht colpisce nel primo tempo supplementare ben due traverse e va vicino a chiudere i giochi. I primi 45’ sono una lunga fase di studio – Beerensteyn, anticipata di un soffio in area, non sfrutta l’occasione migliore – ma la Juve ha comunque il merito di dare la scossa a inizio ripresa: su angolo battuto da Caruso, Girelli (totalmente dimenticata nelle marcature) calcia impegnando Johannes, con Cantore bravissima però a coordinarsi sulla ribattuta. Un gol che premia le letture di Montemurro – fresco di nuovo contratto fino al 2026 –, perché la giocatrice bianconera aveva preso all’intervallo, pochi minuti prima, il posto di Bonansea. L’Eintracht – evoluzione del club capace di vincere quattro Champions, l’ultima nel 2015, quando si chiamava solo Francoforte – resta però attaccato alla partita: da una palla persa da Boattin nasce la ripartenza letale condotta da Anyomi, che batte in velocità la già ammonita Cascarino e manda in porta (66’) Prasnikar per l’1-1. La parità dura fino al 90’, poi i supplementari che – come accennato – vedono la Juve all’angolo: l’unico squillo bianconero è un colpo di testa di Girelli, ma l’Eintracht arriva ai rigori mangiandosi le mani dopo i legni colpiti prima da Dunst, poi da Freigang (lob sulla traversa, nel tentativo di scavalcare il portiere). Dagli 11 metri sbagliano Cascarino da una parte, Hamshaw e Pavolek dall’altra, mettendo il match point per la Juve sul destro di Beerensteyn: Johannes, però, nega la gioia all’olandese. Si va a oltranza con altri quattro tiri, fino al destro scarico e centrale di Nystrom che si parcheggia lentamente tra i guantoni dell’efficacissimo portiere tedesco. La delusione è significativa. Dal prossimo weekend, per Sara Gama e compagne tornerà il campionato (debutto sul campo del Pomigliano). L’unico fronte su cui riversare, con innegabile amarezza, rabbia ed energie. LEGGI TUTTO