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    Toni: “L’Inter può svoltare la stagione di Vlahovic. Lautaro? Bomber e leader”

    L’attaccante sullo scontro al vertice e gli attaccanti della Serie A: “L’Inter sulla carta è più forte però Allegri sta facendo un ottimo lavoro. Lukaku? Un grande, ma a Torino e Milano hanno fatto bene a puntare su altri”

    “Lautaro Martinez è sempre più leader e goleador. E la fortuna dell’Inter è che in Europa non lo considerano ancora alla pari degli altri top player e non lo hanno portato via con offerte faraoniche… Gli attaccanti della Juventus hanno smesso di segnare? Sono in quattro (Vlahovic, Chiesa, Kean, Milik) e tutti molto forti: credo sia proprio l’ultimo dei problemi per Max Allegri, i loro gol arriveranno”. Parola di Luca Toni, centravanti dell’Italia campione del mondo di Lippi e Scarpa d’oro nel 2006.  LEGGI TUTTO

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    Buffon: “Pallone d’oro 2006? Ho chiuso la carriera senza alcun rimpianto”

    Gianluigi Buffon, capodelegazione della Nazionale italiana ed ex Juve, ha detto la sua ad un evento.Ecco le sue parole nella serata di premiazione dell’Hall of Fame del calcio italiano, gruppo dove ancora non è presente il Campione del Mondo 2006: “Credo di non esser stato preso ancora in considerazione perché molti mi ritengono ancora in attività . Entrare nella Hall of Fame vuol dire far parte di una élite davvero speciale.Cannavaro nel 2006 mi ha “preso” il Pallone d’Oro? No, devo dire la verità, ho concluso la carriera senza alcun rimpianto. Ho sempre messo davanti i risultati e le soddisfazioni di squadra”. LEGGI TUTTO

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    Milan, c’è anche un problema disciplina: è un Diavolo rosso… di rabbia

    In dodici giornate già 4 espulsioni – la squadra più “inquieta” del campionato – e 32 gialli. Hernandez (6) il giocatore più ammonito del torneo

    Brutti (non sempre, per fortuna), sporchi (non abbastanza: servirebbero più vittorie nelle partite meno “pulite”) e cattivi (lo dicono i numeri). In questo momento incappare in qualche statistica negativa che ha per protagonista il Milan è abbastanza facile e potrebbe anche essere scambiato per accanimento, però alcuni numeri sono incontrovertibili. È il caso della “fedina penale” stagionale del Diavolo, tutt’altro che immacolata. Tra cartellini gialli e rossi, ci sono voci dove – in questo caso purtroppo – il Milan è primo in classifica. Si potrebbe semmai aprire una discussione su alcune decisioni arbitrali – rivedibili, senza dubbio – che hanno contribuito a innescare il giudice sportivo, ma intanto il dato resta. E racconta che quella rossonera è la rosa col maggior numero di espulsioni di questo torneo.

    esperienza—  Siamo arrivati a quota quattro, che in dodici giornate significa evidentemente la media di un rosso ogni tre partite. L’ultimo della lista è Giroud e la cosa fa particolarmente effetto perché Oly è uomo di grande esperienza, eppure non è riuscito a contenersi nel finale bollente di Lecce. D’altra parte un Giroud frustrato dal folle andamento del match dipinge bene il momento attuale del Milan. Dopo il mani di Pongracic a pochi passi dall’area leccese non punito – ecco un esempio di errore arbitrale che ha generato poi conseguenze disciplinari, per quanto la reazione di Giroud in quei termini sia ovviamente sbagliata – Abisso ha mostrato al centravanti francese prima il giallo e poi il rosso diretto. È fra i due cartellini che Oly ha sbagliato, perché l’ammonizione avrebbe dovuto essere un avvertimento sufficiente. Ora, invece, il Milan attende la sentenza del giudice sportivo col fiato sospeso: possibile che siano due giornate di stop, ma – regolamento alla mano – si potrebbe anche arrivare a quattro.

    massacro—  Giroud, come dicevamo è il quarto espulso rossonero in questo campionato. Già, guida il Diavolo davanti a Lecce, Genoa e Monza, peraltro ferme a quota due. Gli altri tre rossi portano i nomi di Tomori (Roma-Milan, terza giornata), Maignan (Genoa-Milan, ottava) e Thiaw (Milan-Juve, nona). Quello di Tomori è figlio di un doppio giallo, gli altri sono rossi diretti come nel caso di Giroud. Inutile dire che in una squadra già massacrata dagli infortuni, perdere uomini-chiave per motivi disciplinari costringe Pioli a poter contare su un numero di rotazioni praticabili molto esigue. Milan ai primi posti anche nella classifica delle ammonizioni: terza piazza a quota 32 dietro Lecce (36) e Juve (33). Contributo cospicuo da parte di Hernandez, che è il giocatore più ammonito del campionato: sei gialli (unico a questa quota), molti dei quali per proteste e non per effettiva necessità di gioco. Quali sono le squadre più “virtuose”. Sono a zero espulsioni Juve, Lazio, Roma, Salernitana, Empoli, Torino, Fiorentina e Inter. Alla casella “gialla”, 16 cartellini per l’Inter, 17 per il Sassuolo e 19 per l’Atalanta. LEGGI TUTTO

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    Koopmeiners, la Premier nel destino. Ma la Dea aspetta un’offerta in stile Hojlund

    Il centrocampista olandese, preso dall’Az per appena 14 milioni, ha già triplicato il suo valore di mercato. Ma la Dea non fa sconti e non lo venderà a meno di offerte irrinunciabili

    La lista delle cessioni da record dell’Atalanta è destinata ad allungarsi. Non a gennaio, ma a luglio, perché alla riapertura della campagna trasferimenti il club della famiglia Percassi e del socio americano Pagliuca è orientato a tenersi i suoi pezzi pregiati, su tutti Teun Koopmeiners, il centrocampista olandese che nei due anni e mezzo finora trascorsi a Bergamo ha già visto quadruplicare il suo valore di mercato. Pescato nell’Az Alkmaar per 14 milioni, adesso vale almeno 50-60 milioni più bonus secondo la dirigenza della Dea, che difficilmente quando fa un prezzo, abbassa le sue pretese. Per informazioni chiedere allo United: la scorsa estate i Red Devils ha provato a giocare al ribasso per Rasmus Hojlund, ma alla fine hanno dovuto pagare 75 milioni fissi più 10 di parte variabile per ottenere il via libera al suo trasferimento a Manchester. Hojlund è la cessione più importante della storia dell’Atalanta, quella che ha portato il maggior incasso e la maggior plusvalenza visto che nell’estate 2022 era stato pagato “appena” 17 milioni dallo Sturm Graz.  LEGGI TUTTO

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    Tattica, umiltà, turnover e consapevolezza: così Inzaghi ha fatto decollare l’Inter

    Dopo la sosta di ottobre la sua Inter ha sempre vinto, sia in campionato sia in Champions: ecco come il tecnico ha portato i nerazzurri in vetta alla Serie A e al girone in Europa

    La ricetta “magica” l’ha miscelata nel suo ufficio di Appiano Gentile durante la scorsa sosta, quando allenava un pugno di giocatori non convocati dalle rispettive nazionali (alcuni pure infortunati: Cuadrado e Arnautovic). Simone Inzaghi era reduce dal deludente pareggio casalingo contro il Bologna e nella precedente sfida interna di campionato aveva addirittura perso contro il Sassuolo. Non era certo il tecnico di una formazione in crisi, ma aveva qualcosa da sistemare perché il Milan aveva messo la freccia in Serie A e all’orizzonte c’erano due impegni delicati per il girone di Champions contro il Salisburgo. A distanza di un mese, all’inizio della pausa per le nazionali di novembre, il clima è completamente diverso e la ricetta “magica” ha avuto l’effetto sperato come testimoniano le sei vittorie di fila tra campionato ed Europa. Ma cosa ha fatto Inzaghi per tirare a lucido l’Inter?  LEGGI TUTTO

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    Dalla difesa alla ferocia ritrovata, i cinque punti di forza della nuova Juve

    La sconfitta col Sassuolo il punto più basso della stagione, poi la svolta, con 7 risultati utili di fila fra cui le cinque vittorie consecutive con cui l’Allegri band arriva allo scontro diretto con l’Inter

    Comunque andrà a finire lo scontro diretto con l’Inter, è una Juve diversa da quella dello scorso campionato. Questo almeno è il verdetto al secondo pit-stop del campionato causa Nazionali, che vede la Juve al secondo posto, a due lunghezze dalla squadra di Inzaghi tornata capolista dopo una sola notte, come già alla decima giornata, in una sorta di valzer fra le due pretendenti allo scudetto che pare assicurare una stagione ad alto tasso adrenalinico fino alla fine. La Juve ha mostrato finora due volti, ma ora ha scelto la sua strada.  LEGGI TUTTO