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    Chiesa-Juve, dialogo per il rinnovo: tutto sulla trattativa

    Il suo contratto scade nel 2025, lui punta a guadagnare quanto l’amico Vlahovic: le parti all’opera per proseguire l’avventura bianconera

    Sotto la Mole, c’è una stella. Risponde al nome di Federico Chiesa: chiedere della maglia numero sette, quella che è stata di Cristiano Ronaldo fino a qualche tempo fa, per chi volesse verificarne la veridicità con i propri occhi. Dalle parti della Continassa lo hanno supportato e coccolato nei momenti bui causati dall’infortunio, ma non hanno mai smesso di credere in lui. E per quanto il bilancio richieda attenzione e priorità, esponendo i pezzi pregiati al rischio di lasciare, nessuno ha mai sperato davvero di salutarlo in questa sessione. Anzi, si spera di rilanciare al più presto e tenerlo in bianconero per più tempo possibile.  LEGGI TUTTO

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    Sacchi e il nuovo Milan: “Reijnders pensa in anticipo, Pulisic mi piace. Ma in due cose si può migliorare…”

    L’ex allenatore e leggenda rossonera analizza il Diavolo dopo la prima uscita in campionato: “Sono soddisfatto, rossoneri padroni del gioco a Bologna e gol arrivati facilmente. Ma…”

    Il Milan vince a Bologna con una prova autoritaria e Arrigo Sacchi, vecchio amico del Diavolo, non può che rallegrarsene, ma, essendo un perfezionista e ragionando ancora come un allenatore e non soltanto come un esperto osservatore di cose calcistiche, si permette di fare una raccomandazione: «Che non pensino di essere già arrivati, perché si fa alla svelta a cadere dalle nuvole e ci si fa anche male… Bisogna che continuino su questa strada e, anzi, che migliorino perché alcune correzioni, a mio avviso, sono necessarie”.                                                                                                                 LEGGI TUTTO

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    Tra fenomeni e meteore, nove francesi cult all’Inter… più 1

    Il Pollicino primatista di presenze e pupillo di Mazzola Benoit Cauet – piuttosto a sorpresa – è il calciatore francese che ha collezionato più presenze con la maglia dell’Inter. 147 in tutte le competizioni, con 7 reti. Non riga l’occhio, ma quando c’era si sentiva. Quattro anni a Milano (1997-2001), dall’Inter di Simoni a quella che passò in un lampo da Lippi a Tardelli. Cauet si era fatto apprezzare per il dinamismo in Francia, cresciuto nel Marsiglia, poi con Caen, Nantes e Psg. A portarlo all’Inter fu Mazzola, che poi – quando divenne ds granata – lo portò al Toro. LEGGI TUTTO

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    Supercoppa Primavera, la Roma batte il Lecce scudettato 1-0 e alza il trofeo

    Nello stadio pugliese i ragazzi di Guidi segnano al 70′ con un tiro di Cherubini che prende la traversa e poi sbatte sulla schiena del portiere Lampinen-Skaug. Per i romani si tratta della terza Supercoppa

    È della Roma di Federico Guidi il primo titolo stagionale. La Supercoppa Primavera la conquistano i vincitori dell’ultima Coppa Italia, rifilando un dispiacere a domicilio al Lecce scudettato e agli oltre 6.500 spettatori (tanti, in una notte di agosto) del Via del Mare. Un successo meritato, quello firmato nel cuore del secondo tempo da un gran destro di Cherubini che sbatte sulla traversa e poi sulla schiena dello sfortunato portiere Lampinen-Skaug. Agli atti resta l’autorete del norvegese, ma il capitano romanista può prendersi la gran parte dei meriti. La Roma solleva così per la terza volta il trofeo (i precedenti nel 2011 e nel 2016). 

    LE SCELTE—  Le formazioni sono un ibrido tra volti nuovi e protagonisti della passata stagione, con due freschi esordienti in Serie A (tra i 2004) da una parte e dall’altra. Al centro dell’attacco di casa c’è il romeno Rares Burnete – capocannoniere dell’ultimo campionato Primavera –, che ha partecipato nel finale alla rimontona sulla Lazio. Nel centrocampo della Roma, quel Riccardo Pagano che Mourinho ha lanciato nel fuoco negli ultimi minuti con la Salernitana. Nel 4-3-3 del Lecce – che era stato a totale trazione straniera, nella cavalcata scudetto – c’è spazio anche per i due prodotti del territorio, Agrimi e Dell’Acqua (entrambi della provincia di Brindisi). Torneranno utili nel campionato che parte nel weekend, lì dove le nuove norme impongono la presenza di almeno 5 giocatori eleggibili per le nazionali italiane.

    più roma—  La squadra di Guidi, con il suo 3-4-3 propositivo, parte senza timidezza nonostante l’età media più giovane (la Roma schiera infatti tre 2006). E costruisce il primo pericolo su uno schema da rimessa laterale, che sveglia subito Lampinen-Skaug. Il portiere, uno dei nuovi arrivati, all’11’ è protagonista nel male e poi nel bene: l’uscita è rivedibile (con il pallone che resta in area), molto meglio la risposta sul tentativo a botta sicura di Pagano. Al 40’, è Cherubini a non inquadrare la porta su imbeccata di Pisilli. Ai punti, la Roma sarebbe rientrata negli spogliatoi in vantaggio. In realtà, però, il tabellone del Via del Mare rimane sullo 0-0 e sorride a un Lecce che appare ancora imballato. Durante l’intervallo, gli altoparlanti rendono omaggio a Toto Cotugno con i suoi più grandi successi. Al rientro per il secondo tempo ci sono gli stessi 22, ma Coppitelli ci mette meno di 10 minuti per sostituire l’opaco Gromek (polacco pescato dal Burnley) con Minerva. Il vento della partita, in ogni caso, non cambia: la Roma va vicinissima al gol con due azioni in fotocopia, sono Mannini e Joao Costa da destra a cercare i colpi di testa di Misitano che finiscono di poco a lato. Il gol è nell’aria. È il 70’ quando Cherubini calcia benissimo da fuori area, il suo destro centra la traversa e colpisce la schiena di Lampinen-Skaug, finendo così in porta. In svantaggio, il Lecce però si scuote e inizia ad attaccare: entra Kodor (anche lui attaccante romeno, del 2006) e si costruisce il tiro migliore della partita per i suoi, trovando la risposta di Marin. Il portiere italo-brasiliano deve ancora mettersi in mostra, all’82’, sul colpo di testa ravvicinato di Minerva. Con la forza della disperazione, il Lecce interpreta un finale furioso che però non porta al pareggio. Dal fine settimana sarà campionato: i campioni d’Italia ripartiranno da Verona, la Roma ospiterà la Fiorentina affidata – per il dopo Aquilani – a un grande ex giallorosso, Daniele Galloppa. LEGGI TUTTO

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    Gasperini, il tecnico che rende normali cose davvero speciali

    L’allenatore che ha portato l’Atalanta stabilmente nel gruppo delle grandi ha un modo tutto suo di gestire i giocatori: senza pregiudizi, con dedizione e attenzione ai giovani

    Molti allenatori – c’è bisogno dei nomi o basta guardare le formazioni? – non si porrebbero neppure il dubbio e di conseguenza non schiererebbero mai un giocatore appena arrivato, tanto più se reduce da una stagione piuttosto – anzi parecchio – buia. Gasperini no. Gasperini è capace di accogliere De Ketelaere e, incurante delle difficoltà incontrate per tutto l’anno al Milan, a livello tattico e di ambientamento, è pronto a metterlo in campo, finendo per essere immediatamente ripagato. Perché il suo gol (ma non solo quello) è servito per schiodare la partita e cominciare il campionato in discesa, vincendo su un campo tradizionalmente difficile come quello del Sassuolo. LEGGI TUTTO

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    Il Gup di Bologna: “Nessun falso in bilancio per il passaggio di Orsolini dalla Juve al Bologna”

    È il primo pronunciamento penale nato dalle carte dell’indagine “Prisma” di Torino. Adesso si aspettano le decisioni delle procure di Genova, Bergamo, Udine, Modena e Cagliari in attesa del fronte principale relativo alla Juventus.

    Nessun falso di bilancio per le modalità del trasferimento di Riccardo Orsolini dalla Juventus al Bologna. Lo ha stabilito il gup del capoluogo emiliano Sandro Pecorella, al termine della prima delle vicende giudiziarie nate dalle carte dell’indagine “Prisma” trasmesse da Torino alle altre procure interessate per verificare le posizioni di quei club che avevano condiviso con la Juventus alcune operazioni giudicate sospette secondo i pm. In pratica, secondo la pronuncia del Gup, scritture private o promemoria relativi ai trasferimenti dei giocatori non sono penalmente perseguibili. Soddisfatto l’avvocato Mattia Grassani, che rappresentava il Bologna nella vicenda: “Non avevamo dubbi. Si tratta di una pronuncia a tempo di record che ben può fare da apripista agli altri procedimenti pendenti innanzi alle varie autorità giudiziarie e riguardanti fattispecie similari”. 

    GLI ALTRI FRONTI—  Ora dovranno pronunciarsi le altre procure attualmente al lavoro: Genova, Bergamo, Udine, Modena e Cagliari. Mentre sul fronte sportivo, è chiaro che il primo verdetto penale chiude almeno sul fronte bolognese la possibilità di una riapertura del caso. La stessa procura federale aveva deciso di archiviare le posizioni dei club delle famose “partnership sospette” (espressione usata dalle carte di Torino) , sottolineando però la possibilità di un ripensamento nel caso di novità giudiziarie sui diversi fronti penali. Proprio dai documenti provenienti da Torino, era nato il processo che ha portato alla condanna della Juventus, i famosi 10 punti di penalizzazioni, e dei suoi dirigenti. Nelle motivazioni, però, più che sui casi specifici, i giudici sportivi avevano insistito sul tema della “mancata lealtà” sulla base delle intercettazioni telefoniche e ambientali nell’ambiente bianconero della precedente gestione. In ogni caso, almeno sul caso Orsolini non ci sono dubbi: il Gup di Bologna ha escluso che l’affare possa aver nascosto un falso in bilancio. LEGGI TUTTO

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    Totti gioca a beach volley in Madagascar

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