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    Milan, Cardinale e Ibra a colloquio per due ore in hotel

    Dopo l’incontro di metà settembre, il numero uno di RedBird e l’ex rossonero si sono rivisti per pianificare il futuro: accelerata decisiva?

    Alla fine, è arrivato il giorno del grande incontro. Il secondo, grande incontro. Il rientro di Gerry Cardinale in Italia fissa subito in agenda il vis a vis con Zlatan Ibrahimovic, per delineare un quadro più chiaro sul futuro dello svedese. Il numero uno di RedBird e l’ex attaccante sono rimasti faccia a faccia per un paio d’ore – fra le 17.30 e le 19.30 – nell’hotel dove alloggia Cardinale: al primo punto all’ordine del giorno il possibile ritorno di Ibra a Milanello. Magari nelle vesti di consigliere di Cardinale.

    accelerata—  Cappellino nero, felpa e pantaloni scuri l’outfit scelto da Zlatan, che arriva all’appuntamento da solo e si guarda bene dal dare nell’occhio, concedendo giusto un paio di selfie ai tifosi che si accorgono di lui. Tutto senza alcun commento. All’uscita, a bordo della sua auto, Zlatan ha sorriso a favore di telecamere, ma ha tenuto chiuso il finestrino della vettura: niente domande. Il dialogo per il ritorno in rossonero ha registrato un’accelerata nelle ultime settimane, anche se non siamo ancora alla svolta. Commenti ufficiali peraltro non ce ne sono e viene semplicemente fatto notare che i colloqui con Ibra sono iniziati da tempo e che nulla hanno a che fare con l’attuale momento della squadra. Con il suo totem, comunque, il Diavolo non si è nascosto e lo stesso Cardinale, di recente, aveva posto la questione in questi termini: “Zlatan? parla da sé. È una leggenda. Lo sto conoscendo e mi piace molto perché è un leader nato. Abbiamo bisogno di più leader intorno a noi. Amo le persone che eccellono e che sanno restituire quello che hanno ricevuto. Abbiamo una squadra giovane e credo che uno come Zlatan potrebbe essere estremamente efficace, sia come consigliere per me, sia come spirito di leadership per tutta la squadra. Dipende da lui ma stiamo discutendo e mi piace molto. Penso che ci siano molti vantaggi per noi”. Insomma, contorni sempre più nitidi per un ritorno in grande stile. Un passo alla volta. Le prossime ore saranno cruciali. LEGGI TUTTO

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    Milan, priorità difesa: segue Kiwior, sonda Kelly e poi c’è Dragusin…

    Il mercato di gennaio sarà una finestra importante: l’obiettivo da centrare è un difensore centrale perché Kalulu starà fuori 4 mesi, mentre Pellegrini e Caldara rientreranno a inizio 2024

    La sconfitta casalinga contro l’Udinese, e più in generale la quarta gara consecutiva post sosta di ottobre senza vittorie, ha certificato il momento di difficoltà del Milan, a corto di risultati, ma anche di uomini. Soprattutto in difesa. Il mercato di gennaio per il Diavolo sarà una finestra importante: l’obiettivo da centrare è un difensore centrale perché Kalulu starà fuori 4 mesi, mentre Pellegrini e Caldara rientreranno a inizio 2024. Pioli in mezzo al pacchetto arretrato ha solo Tomori, Thiaw e Kjaer, anche lui spesso alle prese con acciacchi. Non il massimo. Ecco perché il d.s. Geoffrey Moncada ha spiegato: “Lavoriamo insieme con il mister per individuare i giocatori di cui abbiamo bisogno. A novembre è difficile trovare qualcuno e dobbiamo aspettare un po’, avere pazienza, ma abbiamo le idee chiare e sappiamo qual è la strategia”. Tradotto: il Milan, che in estate ha già speso 113 milioni (incassandone circa 75 dalle cessioni e dai prestiti), prima di fare un altro investimento importante, vuole capire se esistono i margini per avere un rinforzo in prestito. Più che la formula dell’operazione, però, fondamentali sono le caratteristiche: la dirigenza e Pioli concordano che deve essere un centrale subito pronto all’uso, meglio se con esperienza del campionato italiano.  LEGGI TUTTO

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    Dai Pulcini alla Serie A, poi chissà: Miretti e una favola scandita dai gol

    Il borsone più grande di lui all’arrivo a Vinovo, le orme di Marchisio, il talento e il lavoro a cui aggrapparsi anche quando la rete non arrivava. Prossimo obiettivo: segnare anche in Nazionale. E in Champions

    Quando Fabio Miretti entrò per la prima volta a Vinovo il borsone che portava con sé era più grande di lui. Aveva scelto la Juventus perché – a differenza delle altre società che lo avevano invitato a cominciare con loro l’attività di base – offriva il servizio di trasporto prima e dopo gli allenamenti: tutt’altro che banale per non pesare sulla quotidianità della sua famiglia. Pian piano è cresciuto, ha capito cos’è quella maglia che si è ritrovato a indossare con tempo con una taglia più grande. Dai Pulcini agli Esordienti, gol a grappoli e spensieratezza. Il classe 2003 si divertiva a correre dietro al pallone e non aveva troppi pensieri per la testa.   LEGGI TUTTO