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    Dieci flash per raccontare chi era Carlo Mazzone

    Dalla corsa verso la curva dell’Atalanta al rapporto con Baggio, Guardiola e Pirlo fino alle esperienze da giocatore: tutta la genuinità di Carletto

    Quella volta che Mazzone rimbrottò Amedeo Carboni come solo lui sapeva fare. Roma, stagione 1994-95, durante una partita il terzino sinistro Carboni si spinge troppo avanti, lasciando scoperta la difesa. L’azione si conclude con un tiro che finisce più vicino alla bandierina del corner che alla porta avversaria. Carboni rientra in posizione, passa davanti alla panchina. Dialogo da Oscar. Mazzone: “Amedeooo”. Carboni: “Eh”, si volta verso la panchina. “Quante partite hai fatto in Serie A?”. Rapido calcolo: “Trecentocinquanta”. “E quanti gol?”. Risposta facile, se li ricordava tutti: “Quattro, mister”. Mazzone la chiude così: “Ma allora vorrei sapere ndo’ caz** è che vai: torna subito in difesa”. Questo era Carlo Mazzone.  LEGGI TUTTO

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    Bonucci-Juve, il lungo addio: non c’è la sua maglia 19 tra i numeri presentati in Lega

    Con l’ormai ex capitano fuori rosa, resta non assegnato il suo storico numero, in attesa di soluzioni dal mercato

    Non un indizio, perché non ce n’era bisogno. Ma un passaggio sì, un nuovo passaggio della lunga separazione in corso tra la Juventus e Leonardo Bonucci. Il club ha presentato in Lega Serie A la lista con i numeri di maglia e il difensore non c’è, la sua storica “19” non è assegnata: semplicemente non compare. Un passaggio che dà ufficialità alla linea della società per cui Bonucci non fa parte dei piani bianconeri. 

    qui bonucci—  Fino a prova contraria resta vero comunque, d’altra parte, che a oggi la “19” non è stata neppure assegnata a nessun altro, e quello sì sarebbe stato un modo per girare pagina senza ritorno con Bonucci, uomo da 502 presenze in bianconero e la fascia da capitano al braccio nel momento in cui il club questa estate ha deciso di metterlo fuori rosa, invitandolo a cercarsi un’altra sistemazione, all’alba del suo ultimo anno di contratto in bianconero.  

    I NUMERI—  Questo dunque l’elenco dei numeri di maglia presentati dalla Juventus, tutti già emersi nei giorni scorsi, dagli spostamenti di Fagioli e Iling a quelli di Kostic e McKennie fino alle scelte di Huijsen e Yildiz: 1 Szczesny, 2 De Sciglio, 3 Bremer, 4 Gatti, 5 Locatelli, 6 Danilo, 7 Chiesa, 9 Vlahovic, 10 Pogba, 11 Kostic, 12 Alex Sandro, 13 Huijsen, 14 Milik, 15 Yildiz, 16 McKennie, 17 Iling, 18 Kean, 20 Miretti, 21 Fagioli, 22 Weah, 23 Pinsoglio, 24 Rugani, 25 Rabiot, 26 Kaio Jorge, 27 Cambiaso, 30 Soulé, 36 Perin, 41 Nicolussi. LEGGI TUTTO

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    Perché vincerà lo scudetto chi allena meglio

    Partenze pesanti, mercato senza fuochi d’artificio, continuità in panchina: a fare la differenza saranno il lavoro sul campo e le idee

    Per il terzo anno consecutivo tutte le migliori squadre del campionato si presentano con lo stesso allenatore. Le società scelgono la continuità. Eccetto una, la più forte dello scorso torneo, ma non per volontà di De Laurentiis che aveva pure forzato unilateralmente la conferma di Spalletti, con strascichi oggi di argomento Nazionale, in tutti i sensi. Il resto del gruppo europeo (esteso alla Fiorentina, che ci torna di rinterzo) è con gli stessi allenatori da ormai almeno un centinaio di partite fra Coppe e campionato. Gasperini esagera: quando si legò all’Atalanta c’era ancora Obama alla Casa Bianca.  LEGGI TUTTO

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    Un minuto di silenzio sui campi di A e B. Totti: “Eternamente grato”

    aiac—  

    L’Associazione Italiana Allenatori Calcio si stringe al dolore della famiglia, nel ricordo di Carlo Mazzone, “il papà di tutti”. Questo il ricordo di Renzo Ulivieri, Presidente dell’Assoallenatori: “La nostra era un’amicizia lunga mezzo secolo. Gli volevo bene, ci volevamo bene. Lui allenatore della Fiorentina, a metà degli anni ’70, io alla guida della Primavera viola. Carlo era avanti, ma di parecchio. Tatticamente aveva idee che andavano oltre la tradizione del calcio italiano. Grande, ironico, di un’umanità speciale. E di una moralità sanguigna. Come si dice, un uomo verticale, nel suo caso, pervia di quella sua figura imponente, un omone verticale”. LEGGI TUTTO

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    El Bilal Touré, 3-4 mesi di stop. E l’Atalanta frena sulle uscite di Zapata e Muriel

    Per l’attaccante comprato dall’Almeria (30 milioni) rottura dell’inserzione del tendine

    Inizia in salita la stagione di uno dei principali colpi di mercato dell’estate atalantina. El Bilal Touré, attaccante del Mali prelevato alcune settimane fa dagli spagnoli dell’Almeria per circa 30 milioni di euro, s’è fatto male nel corso della gara amichevole di settimana scorsa a Cesena, contro la Juventus, rimediando “la rottura dell’inserzione del tendine del retto femorale destro”, come comunicato dalla società bergamasca dopo gli esami strumentali a cui è stato sottoposto il calciatore. Per il centravanti 21enne si ipotizza uno stop tra i tre e i quattro mesi, anche se, come spiegato in una nota dalla stessa Atalanta, “il quadro clinico necessita di ulteriori e approfondite valutazioni per definire la strategia chirurgica idonea al recupero funzionale completo”.

    mercato—  Nel frattempo, alla luce dell’infortunio di Touré, è da rivalutare, in casa nerazzurra, la cessione di Zapata o, in alternativa, di Muriel. Proprio Zapata, reduce da una stagione con soli due gol in Serie A e diversi problemi fisici, è finito nel mirino di mercato della Roma. Ma al momento la trattativa per il prestito del 32enne attaccante colombiano è in fase di stallo. E ora, con l’infortunio di Touré, l’Atalanta che domani esordirà in campionato a Reggio Emilia contro il Sassuolo potrebbe essere costretta a rivedere i suoi piani e rallentare le trattative in uscita nel reparto avanzato, dove peraltro sono arrivati in queste settimane anche Scamacca e De Ketelaere. LEGGI TUTTO