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    Milan, Theo si allena con il gruppo: contro il Psg ci sarà

    Il francese ha preso parte alla rifinitura in vista del match di domani sera. Presenti anche Pulisic, Krunic e Chukwueze. Niente da fare invece per Kjaer

    dal nostro inviato Francesco Pietrella
    6 novembre

    – milanello (varese)

    Theo c’è. Ed è la prima buona notizia in vista del Psg. Il francese ha preso parte all’allenamento di rifinitura in vista della sfida di domani sera. Aveva saltato l’ultimo impegno contro l’Udinese per una contusione alla caviglia, ma contro i parigini si riprenderà il suo posto a sinistra. Presenti anche Pulisic, Krunic e Chukwueze, assente invece Simon Kjaer. Il danese non ha ancora recuperato, mentre il bosniaco ha smaltito il fastidio muscolare accusato nell’ultimo turno (era stato sostituito all’intervallo). Tutti a disposizione tranne Pellegrino, Kalulu, Bennacer e Sportiello.

    COLLOQUIO—  Il Milan si è allenato sotto gli occhi di Moncada e Furlani, presenti a bordocampo. I due sono entrati per primi, seguiti da Pioli. Hanno parlato fitto per diversi minuti, com’è giusto che sia prima di sfide simili. Domani sarà una partita da dentro o fuori, ne sono tutti consapevoli, per questo a Milanello la concentrazione è più che palese. Scatti, sgambate, il classico torello. Pochi dubbi in vista di domani, infine: Maignan tra i pali, Calabria, Tomori, Thiaw e Theo in difesa. In mezzo prevista la conferma di Krunic, con Reinders e Loftus-Cheek mezzali. L’inglese è pronto a tornare titolare dopo aver smaltito l’infortunio. In Champions ha saltato le ultime due partite. Pioli gli ha regalato una ventina di minuti contro l’Udinese. Davanti, infine, spazio a Pulisic, Giroud e Leao. L’attacco titolare. LEGGI TUTTO

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    Pagelle Juve: McKennie computer, Miretti mai banale, Rugani gigante

    Il gol di Miretti al 10′ del primo tempo decide il match contro la Fiorentina. La squadra di Allegri soffre, ma la lavora bene in fase difensiva e alla fine consolida il secondo posto, complice lo scivolone del Milan a San Siro. Szczesny super, Locatelli ovunque, Rugani straordinario: ecco le pagelle della sfida.

    Szczesny 7.5

    Eccezionale allo scadere del primo tempo quando nega a Biraghi un gol su punizione che sembra fatto, già in precedenza aveva risposto bene a Gonzalez. Attento sui tanti palloni che gli piovono in area. LEGGI TUTTO

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    Tacconi: “Ho imparato di nuovo a camminare e parlare. Io che mi credevo immortale…”

    L’ex portiere in tv per la prima volta dopo l’aneurisma cerebrale che lo ha colpito nell’aprile del 2022: “Me la sono vista brutta”

    “Me la sono vista brutta. Pensavo di essere immortale e invece dietro l’angolo c’era qualcosa di inaspettato”. Così Stefano Tacconi, ospite di Verissimo, ha parlato per la prima volta in tv dell’aneurisma cerebrale che l’ha colpito il 23 aprile 2022. 

    lungo recupero—  L’ex portiere della Juventus ha ricordato il periodo subito precedente il malore: “Da un paio di giorni mi sentivo molto stanco perché avevo guidato da solo per più di tremila chilometri, avevo mal di testa e dovevo aspettarmi che qualcosa non andasse bene, ma non pensavo fosse una cosa del genere. Per fortuna quel giorno con me c’era mio figlio Andrea”. E sul post operazione: “La cosa più complicata è stata la riabilitazione. Nonostante sia stato un atleta non entravo in palestra da 25 anni e ho faticato tantissimo: ho dovuto ricominciare tutto da capo, a camminare e a parlare. Ora mi dicono che devo stare attento perché può tornare l’emorragia, ed è quello che mi fa un po’ più paura, perché io non sto mai fermo”.

    la famiglia—  Quindi con un po’ di commozione dice: “Mi sono perso un po’ di cose in questo periodo, come il matrimonio di mia nipote e il diciottesimo di mia figlia. Però, almeno, mi hanno visto vivere che è quello che conta. Quanto a mia moglie, il medico che mi ha operato le aveva detto ‘non so se arriverà a domattina’. Sono frasi forti da sentire, è stata dura ma lei ha resistito senza mai mollare. Adesso che sono tornato a casa mi sta dietro, mi cura, mi guarda”.               LEGGI TUTTO

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    Palanca: “Io, Mazzone, i gol a Roma, il re di Tonga e i baffi che non taglierò mai”

    4 marzo 1979, Roma-Catanzaro 1-3 con la tripletta di Palanca è una pagina di storia del nostro calcio: “Mazzone da romano vinse coi giallorossi e si prese gli applausi. Chi somigliava a me? Pepito Rossi”

    Al Militare di Catanzaro, quando negli anni 70 e 80 Massimo Palanca, si avvicinava alla bandierina del calcio d’angolo, Cenerentola da qualche parte annuiva. Palanca guardava il pallone, tra infiniti silenzi e profondissima quiete cercava la concentrazione e infine calciava con il suo piedino di fata, un numero 37 da ballerina più che da ala sinistra col baffo da merlo maschio. Sfidando le leggi della gravità e della logica – ma che vuole fare gol da là? – inventando una geometria sghemba e irresistibile, Palanca sapeva cogliere un’opportunità in ogni refolo, una possibilità in ogni spiffero. Il vento gli era amico. I gol su calcio d’angolo divennero la sua specialità.  LEGGI TUTTO

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    Sacchi: “Milan, giusto appoggiare Pioli. Però sul mercato hai sbagliato”

    L’ex allenatore del Milan: “Qualcuno pensa davvero che sia colpa dell’allenatore? No, gli errori stanno a monte…”

    la sconfitta contro l’Udinese, il pubblico che fischia, la sfida di Champions con il Psg da preparare, la tensione che sale: giorni intensi per il Milan. Per i dirigenti, Stefano Pioli non è in discussione: avanti con lui. LEGGI TUTTO

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    Inter, Pavard visitato: la rotula regge. Oggi esami e tempi di recupero

    Attesa per la risonanza al ginocchio del francese: niente intervento, stop di almeno 40 giorni

    Entrando nel centro di Appiano Gentile con un tutore ben in evidenza, un maxi-involucro tutto attorno al ginocchio, Benji l’interista ha risposto con un sorriso a chi gli chiedeva come stesse: ha detto di aver avuto paura solo nel vedere la rotula fuori posto, ma di essere pure ottimista per il recupero. Insomma, Benjamin Pavard pratica la terapia del buon umore, in attesa della risonanza magnetica prevista per stamattina all’Humanitas di Rozzano: darà la sentenza, dirà se il difensore tornerà in campo entro fine 2023. Dopo il movimento innaturale della rotula del francese, uscita e poi rientrata sabato pomeriggio a Bergamo, Simone Inzaghi e tutto il club aspettano con apprensione l’ultimo test medico: nella migliore delle ipotesi lo stop sarà comunque di un mese e mezzo, ma già i primi accertamenti sono serviti ad escludere un intervento chirurgico. E non è poco: niente problemi ai legamenti crociati e collaterali.

    l’attesa—  Nella diagnosi generale si balla ancora tra una più blanda sublussazione e una più dura lussazione: dipende se sarà “parziale” o “completo” il distacco dell’articolazione tra femore e rotula. In ognuno dei due casi, si dovrebbe comunque puntare su una normale (e paziente) terapia conservativa. Del lungo recupero, un intervallo di tempo teoricamente compreso tra 6 e 8 settimane, ha parlato lo staff medico ieri ad Appiano, riunito proprio per discutere della situazione con Benji: durante la nuova visita si è cercato di capire quanto stabile fosse la rotula dopo una notte. Lo è abbastanza, al punto da allontanare il ricordo di quanto accadde a Barella: appena arrivato a Milano, nel novembre 2019, Nicolò si era fatto male a Torino ed era servito il bisturi in artroscopia per asportare il frammento cartilagineo della rotula del suo ginocchio destro. In attesa della risonanza, Inzaghi non può che pensare alle contromisure per non soffrire troppo di nostalgia. Senza Pavard, il sempreverde Darmian tornerà stabilmente alle vecchie consegne di “braccetto” . E per dargli il cambio, si vedrà finalmente Yann Bisseck, dopo i 7 miseri minuti col Monza al debutto. LEGGI TUTTO