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    Quelle maglie come nuove: quanti omaggi quest’anno alle divise del passato

    Mai come questa stagione i kit delle squadre ripescano i design di altre epoche: un’operazione nostalgia e di marketing riuscita. E un modo da parte dei club di mezza Europa per emozionare i tifosi, rievocando i successi più belli della loro storia

    Ritorno al futuro. Un futuro vintage, rétro, alla moda, ma soprattutto denso di significato. Quello della storia di un club, che passa anche dalla sua maglia. Seconda pelle, simbolo, scrigno custode dei successi e dei ricordi. I più belli. Rievocare sogni per continuare a sognare. Emozionare. O almeno questo è l’augurio. Funziona? Sicuramente piace ai tifosi, e loro vengono sempre prima di tutto. Mai come quest’anno i nuovi kit-gara omaggiano il passato. Un passato felice, commovente e nostalgico, leitmotiv che unisce società e sponsor tecnici, e che arricchisce tutti, nel portafogli e nel cuore. Un trend divenuto regola quasi ovunque, sicuramente in Europa.     LEGGI TUTTO

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    Correa, manca la fiducia del mondo Inter. E ora fa da tappo

    Per il Tucu solo qualche sondaggio arabo, ma niente offerte. Alle sue spalle scalpita pure l’ex Sanchez

    San Siro sa essere maestoso, ma pure spietato: quando tocca palla il Tucu, il ronzio dello stadio si è fatto talmente forte, insistente, avvolgente che sarebbe complesso per chiunque giocare in relax, figurarsi per uno come lui, talento puro ma timidino, senza la sfacciata cattiveria che ad esempio accompagna da sempre il suo amico e collega Lautaro. L’amore tra Joaquin Correa da Tucuman e il mondo Inter proprio non è sbocciato e molto è dipeso dalla poca costanza dell’attaccante argentino, mai incisivo anche quando non c’era qualche infortunio a frenarlo. Il 28enne argentino è ciò che si dice un “fedelissimo” dell’allenatore, ma Inzaghi che alla Lazio si godeva tutt’altro giocatore e per questo aveva voluto il Tucu a Milano appena arrivato nell’estate del 2021. Le speranze sono state tradite e adesso perfino Simone non si metterebbe di traverso di fronte a una eventuale cessione.

    il tucu blocca—   Correa è diventato quasi un tappo per il mercato all’Inter: i dirigenti lo accompagnerebbero volentieri alla porta, ma il problema è che ad aspettarlo sull’uscio non c’è nessun dirigente di altre squadre. Finora qualche timido sondaggio arabo e poco altro, comunque niente che lasci pensare a una cessione da qui alla fine del mercato. Certo, se per caso arrivasse un acquirente per una quindicina di milioni, allora cambierebbe colore l’intero mercato dell’Inter: i nerazzurri dovrebbero pensare a due ingressi e non a uno soltanto e potrebbero così “combinare” le caratteristiche degli attaccanti in entrata. Ad esempio, in caso di centravantone fisico senza troppa spesa – quello che i nerazzurri sperano nell’affare Arnautovic -, con qualche spicciolo in più si potrebbe tornare su un profilo più giovane e ambizioso, magari sul primo amore di questa sessione, Folarin Balogun. Anche se alle spalle del Tucu scalpita sempre Alexis Sanchez: sarebbe un ritorno, ma pure l’ennesimo colpo a zero. LEGGI TUTTO

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    L’Inter è in affanno, dal 9 a Samardzic serve una sterzata

    I nerazzurri non si possono accontentare di una soluzione come Arnautovic in attacco. E poi ci mancava la grana del serbo…

    E poi come fai a non chiamarla “pazza Inter”? Il ritornello del più popolare inno nerazzurro, composto da Rosita Celentano, sintetizza le ultime battute della campagna acquisti. A una settimana dal via alla Serie A, i vicecampioni d’Europa si ritrovano tra capo e collo anche la grana, fresca fresca, dell’ingaggio a intermittenza di Samardzic. Un colpo di scena dopo l’altro, con il serbo-tedesco che prima firma, poi fa marcia indietro. Non ci si fa mancare nulla dopo le puntate della telenovela “Rom e i suoi fratelli”. LEGGI TUTTO

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    Milan, per la difesa occhi su Omobamidele: ora o più avanti

    Centrale 21enne del Norwich e della nazionale irlandese, 190 centimetri, offrirebbe a Pioli un’alternativa in mezzo alla retroguardia tra l’uscita di Gabbia e la successione di Kjaer

    Presentato nelle ultime ore Yunus Musah, il Milan è già oltre. Il club rossonero segue Andrew Omobamidele, irlandese con papà nigeriano, difensore classe 2002, 34 partite nell’ultima stagione in Championship (la B inglese) con il Norwich. Il Milan si è informato e aggiungerebbe volentieri un difensore giovane alla squadra già da fine agosto. Non semplice, per costi (chiesti inizialmente 15 milioni) e tempi stretti: è possibile allora che se ne riparli in autunno, per un affare invernale.

    LE CARATTERISTICHE—  Ruolo difensore centrale, aggiungerebbe alla retroguardia non solo la freschezza dei suoi 21 anni ma anche la taglia di giocatore di 190 centimetri, forza fisica e l’aggressività per giocare un calcio di aggressione anche lontano dalla porta. Dopo la partenza di Matteo Gabbia per il Villarreal, già nell’ottica del dopo-Kjaer, nel solco di Thiaw offrirebbe a Pioli un’altra alternativa in mezzo alla difesa quando c’è bisogno di spostare Kalulu sulla destra. A 19 anni il suo debutto in Premier League, pochi giorni dopo il suo esordio con la nazionale irlandese, con cui ha già messo insieme sei presenze.  LEGGI TUTTO

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    Alessandro Buongiorno: “Il mio cuore è Toro”

    È diventato granata a 6 anni e a 24 ne è già una bandiera. Nel frattempo ha trovato il modo di laurearsi. Il difensore di Juric (e Mancini) si racconta: “Studiare mi ha aiutato in campo, perché fa ragionare. Ma devo al mister la mia attitudine alla leadership”

    Prima ancora di raccontarlo, Alessandro Buongiorno andrebbe vissuto per capire davvero in fondo chi è. Da diciotto anni è nel Toro, a ventitré la laurea in Economia e qualche mese dopo legge i nomi dei Caduti a Superga. Appena voltata la pagina del mese sul calendario, il super debutto in Nazionale. Un concerto rock di adrenalina e di emozioni, eppure in mezzo a tutto questo Ale o Buongio (fate voi) è rimasto il ragazzo di sempre. Quello del campetto di Santa Rita: calmo, educato, equilibrato, ricco di cose. Serve fare un viaggio insieme a lui per conoscerlo, partiamo…  LEGGI TUTTO

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    Juve, il piano economico per tenere Vlahovic e Chiesa

    Le operazioni in uscita, da Zakaria a Rovella a Pellegrini. Ma per sistemare i conti servono altri sacrifici: Iling e Miretti via?

    La domanda se la fanno da settimana, sottovoce, i tifosi della Juventus. La Signora potrà tenersi sia Dusan Vlahovic che Federico Chiesa, senza compromettere il prossimo bilancio? Perché nel calciomercato è bello sognare, ma ormai tutti sanno che occorre armarsi di calcolatrice e pazienza, specialmente in Italia. E la risposta al quesito arriverà proprio dal mercato. Non solo la sessione che chiuderà l’1 settembre, ma anche quella di gennaio. LEGGI TUTTO