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    Correa, manca la fiducia del mondo Inter. E ora fa da tappo

    Per il Tucu solo qualche sondaggio arabo, ma niente offerte. Alle sue spalle scalpita pure l’ex Sanchez

    San Siro sa essere maestoso, ma pure spietato: quando tocca palla il Tucu, il ronzio dello stadio si è fatto talmente forte, insistente, avvolgente che sarebbe complesso per chiunque giocare in relax, figurarsi per uno come lui, talento puro ma timidino, senza la sfacciata cattiveria che ad esempio accompagna da sempre il suo amico e collega Lautaro. L’amore tra Joaquin Correa da Tucuman e il mondo Inter proprio non è sbocciato e molto è dipeso dalla poca costanza dell’attaccante argentino, mai incisivo anche quando non c’era qualche infortunio a frenarlo. Il 28enne argentino è ciò che si dice un “fedelissimo” dell’allenatore, ma Inzaghi che alla Lazio si godeva tutt’altro giocatore e per questo aveva voluto il Tucu a Milano appena arrivato nell’estate del 2021. Le speranze sono state tradite e adesso perfino Simone non si metterebbe di traverso di fronte a una eventuale cessione.

    il tucu blocca—   Correa è diventato quasi un tappo per il mercato all’Inter: i dirigenti lo accompagnerebbero volentieri alla porta, ma il problema è che ad aspettarlo sull’uscio non c’è nessun dirigente di altre squadre. Finora qualche timido sondaggio arabo e poco altro, comunque niente che lasci pensare a una cessione da qui alla fine del mercato. Certo, se per caso arrivasse un acquirente per una quindicina di milioni, allora cambierebbe colore l’intero mercato dell’Inter: i nerazzurri dovrebbero pensare a due ingressi e non a uno soltanto e potrebbero così “combinare” le caratteristiche degli attaccanti in entrata. Ad esempio, in caso di centravantone fisico senza troppa spesa – quello che i nerazzurri sperano nell’affare Arnautovic -, con qualche spicciolo in più si potrebbe tornare su un profilo più giovane e ambizioso, magari sul primo amore di questa sessione, Folarin Balogun. Anche se alle spalle del Tucu scalpita sempre Alexis Sanchez: sarebbe un ritorno, ma pure l’ennesimo colpo a zero. LEGGI TUTTO

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    L’Inter è in affanno, dal 9 a Samardzic serve una sterzata

    I nerazzurri non si possono accontentare di una soluzione come Arnautovic in attacco. E poi ci mancava la grana del serbo…

    E poi come fai a non chiamarla “pazza Inter”? Il ritornello del più popolare inno nerazzurro, composto da Rosita Celentano, sintetizza le ultime battute della campagna acquisti. A una settimana dal via alla Serie A, i vicecampioni d’Europa si ritrovano tra capo e collo anche la grana, fresca fresca, dell’ingaggio a intermittenza di Samardzic. Un colpo di scena dopo l’altro, con il serbo-tedesco che prima firma, poi fa marcia indietro. Non ci si fa mancare nulla dopo le puntate della telenovela “Rom e i suoi fratelli”. LEGGI TUTTO

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    Milan, per la difesa occhi su Omobamidele: ora o più avanti

    Centrale 21enne del Norwich e della nazionale irlandese, 190 centimetri, offrirebbe a Pioli un’alternativa in mezzo alla retroguardia tra l’uscita di Gabbia e la successione di Kjaer

    Presentato nelle ultime ore Yunus Musah, il Milan è già oltre. Il club rossonero segue Andrew Omobamidele, irlandese con papà nigeriano, difensore classe 2002, 34 partite nell’ultima stagione in Championship (la B inglese) con il Norwich. Il Milan si è informato e aggiungerebbe volentieri un difensore giovane alla squadra già da fine agosto. Non semplice, per costi (chiesti inizialmente 15 milioni) e tempi stretti: è possibile allora che se ne riparli in autunno, per un affare invernale.

    LE CARATTERISTICHE—  Ruolo difensore centrale, aggiungerebbe alla retroguardia non solo la freschezza dei suoi 21 anni ma anche la taglia di giocatore di 190 centimetri, forza fisica e l’aggressività per giocare un calcio di aggressione anche lontano dalla porta. Dopo la partenza di Matteo Gabbia per il Villarreal, già nell’ottica del dopo-Kjaer, nel solco di Thiaw offrirebbe a Pioli un’altra alternativa in mezzo alla difesa quando c’è bisogno di spostare Kalulu sulla destra. A 19 anni il suo debutto in Premier League, pochi giorni dopo il suo esordio con la nazionale irlandese, con cui ha già messo insieme sei presenze.  LEGGI TUTTO

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    Alessandro Buongiorno: “Il mio cuore è Toro”

    È diventato granata a 6 anni e a 24 ne è già una bandiera. Nel frattempo ha trovato il modo di laurearsi. Il difensore di Juric (e Mancini) si racconta: “Studiare mi ha aiutato in campo, perché fa ragionare. Ma devo al mister la mia attitudine alla leadership”

    Prima ancora di raccontarlo, Alessandro Buongiorno andrebbe vissuto per capire davvero in fondo chi è. Da diciotto anni è nel Toro, a ventitré la laurea in Economia e qualche mese dopo legge i nomi dei Caduti a Superga. Appena voltata la pagina del mese sul calendario, il super debutto in Nazionale. Un concerto rock di adrenalina e di emozioni, eppure in mezzo a tutto questo Ale o Buongio (fate voi) è rimasto il ragazzo di sempre. Quello del campetto di Santa Rita: calmo, educato, equilibrato, ricco di cose. Serve fare un viaggio insieme a lui per conoscerlo, partiamo…  LEGGI TUTTO

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    Juve, il piano economico per tenere Vlahovic e Chiesa

    Le operazioni in uscita, da Zakaria a Rovella a Pellegrini. Ma per sistemare i conti servono altri sacrifici: Iling e Miretti via?

    La domanda se la fanno da settimana, sottovoce, i tifosi della Juventus. La Signora potrà tenersi sia Dusan Vlahovic che Federico Chiesa, senza compromettere il prossimo bilancio? Perché nel calciomercato è bello sognare, ma ormai tutti sanno che occorre armarsi di calcolatrice e pazienza, specialmente in Italia. E la risposta al quesito arriverà proprio dal mercato. Non solo la sessione che chiuderà l’1 settembre, ma anche quella di gennaio. LEGGI TUTTO

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    Rimonta incredibile al “Mamma e Papà Cairo”: il Torino batte l’Inter ai rigori 9-8 e vince!

    La squadra di Scurto rimonta tre volte i nerazzurri nei 90 minuti (3-3) e poi recupera anche da un parziale di 1-3 nella lotteria finale: 6-5 il parziale dal dischetto, protagonista assoluto il portiere Abati

    Dal nostro inviato Mario Pagliara
    12 agosto

    – Alessandria

    Una finale più bella non poteva esserci, e forse non si poteva nemmeno immaginare. Il Torino Primavera di Giuseppe Scurto aggiunge nella propria ricchissima bacheca la coppa del Memorial Mamma e Papà Cairo. E lo fa per la prima volta nella sua storia, superando in finale l’Inter di Chivu in coda a una finale davvero spettacolare. Non sono bastati i novanta minuti regolamentari, al termine dei quali il punteggio è stato di tre a tre. Sono serviti ben quattordici calci di rigore per assegnare il Memorial: dal dischetto è finita 6-5 per i granata (punteggio finale 9-8), con il portiere del Toro Abati assoluto protagonista, avendo parato tre rigori. Il nerazzurro Calligaris, prima, ne aveva intercettati due. Nei novanta minuti i gol sono stati, in sequenza, di Di Maggio (Inter), Savva su rigore (Toro), Kamate (Inter), Gabellini (Toro), Berenbruch (Inter) e Longoni su rigore (Toro). Pienissima la tribuna del Moccagatta di Alessandria: il seguitissimo torneo organizzato dal Torino nel ricordo della signora Maria Giulia Castelli e dell’ex vicepresidente granata Giuseppe Cairo, i genitori del presidente Urbano Cairo, è stato anche per il nono anno un successo.

    Felici—  Alla fine molto soddisfatto il presidente Urbano Cairo. “Siamo molto contenti, finalmente abbiamo vinto un’edizione del Memorial dopo nove anni – commenta -: scusatemi se per una volta faccio il tifoso, ma questa vittoria ci rende felici. Se accanto a me ci fossero stati i miei genitori a vedere questa finale, si sarebbero divertiti molto. E sarebbero stati contenti”. Oltre alla vittoria del Toro e al secondo posto dell’Inter, terzo posto per il Milan che ha superato la Juventus nella finalina di consolazione con la rete di Scotti. Il premio miglior portiere è andato a Lorenzo Abati del Torino, capocannoniere Matteo Spinaccé dell’Inter e miglior giocatore Issiaka Kamate dell’Inter. Per il settore giovanile del Toro, diretto da Ruggero Ludergnani, è un bel modo di iniziare la stagione. LEGGI TUTTO

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    Napoli, doppia gioia: Osimhen-Simeone gol, Gabri Veiga in arrivo

    Gli azzurri superano 2-0 l’Apollon Limassol in amichevole con i due centravanti a segno. Procede la trattativa col Celta Vigo per il centrocampista: in Spagna parlano di affare verso la chiusura

    Dal nostro inviato Vincenzo D’Angelo
    11 agosto

    – castel di sangro

    Due gol, diverse buone trame di gioco e quasi nulla concesso all’avversario. Il Napoli supera 2-0 l’Apollon Limassol nell’ultimo test estivo prima del via della stagione. E Garcia per la prima volta ha provato una formazione più o meno tipo, in vista del debutto in Serie A di sabato prossimo in casa del Frosinone. Con Raspadori esterno del tridente con Osimhen e Kvara, Elmas al posto dell’infortunato Anguissa e Juan Jesus al centro della difesa, orfana di Kim. Nella ripresa sono arrivati gli esordi di Cajuste e Natan, oltre ai gol partita di Osimhen e Simeone. Sempre loro due, come una bella consuetudine. Osimhen ha spinto in rete da due passi un assist di Olivera, imbeccato dalla giocata di fino di Kvara; il Cholito, invece, ha superato il portiere con un pallonetto dopo lancio in profondità di Juan Jesus. 

    e ora veiga—  Intanto il Napoli è sempre molto attivo sul mercato: la prossima missione è arrivare a Gabri Veiga del Celta Vigo (in Spagna parlano di un accordo in dirittura) e la novità è che la trattativa va avanti e continuerà a prescindere dal futuro di Zielinski. Il polacco, infatti, continua a rifiutare i milioni arabi (15 milioni a stagione dall’Al Ahli): vuole Napoli e il rinnovo e le parti avrebbe ripreso il dialogo interrotto una settimana fa. Con Zielinski confermato e Gabri Veiga in più, Garcia avrebbe un centrocampo di grandissima qualità e profondità. Resterebbero, però, da piazzare Demme e Gaetano, per i quali non è escluso un tentativo di inserimento nel pacchetto per Veiga, mentre per Folorunsho sono ore decisive per il trasferimento al Verona. LEGGI TUTTO

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    Care big, i colpi a volte ce li avete in casa

    Scamacca, Frattesi, Rovella, Ricci: nomi che dovrebbero servire da monito per i nostri club. A volte meglio cercare risorse nei settori giovanili piuttosto che tra i “riciclati”

    Èun mercato che, a una settimana dall’inizio del campionato, si presta già a svariate considerazioni. Il primo elemento di novità assoluta, naturalmente, è stato rappresentato dalla massiccia offensiva araba, che ha sconvolto quotazioni e squadre. Già, perché se molti calciatori hanno accettato, altri sono rimasti invece qui – bloccati dalle loro società o per scelta personale – e solo il tempo dirà quali effetti e quali ripercussioni ci saranno sul loro rendimento in campo. Perché, si sa, i rimpianti – magari nei momenti delicati – finiscono per rappresentare un grande peso.  LEGGI TUTTO