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    Avioncito Rambert, l’altro Zanetti. Ma con la maglia dell’Inter fu un flop totale

    Era arrivato per fare la star, forte della “raccomandazione” di Sivori, ma in campionato non giocò mai, collezionò invece uno scampolo di partita in Coppa Uefa, contro il Lugano, e uno in Coppa Italia, contro il Fiorenzuola: con lui fu presentato, un altro ragazzo che ebbe ben altro impatto…

    Sivori disse a Passarella di dire ad Angelillo che dicesse a Suarez di avvisare Bianchi che dicesse a Moratti: prendetelo. Moratti rispose a Bianchi che facesse sapere a Suarez che dicesse ad Angelillo che chiamasse Passarella per dire a Sivori: va bene, lo prendiamo, che problema c’è? Fu così l’Avioncito Rambert divenne un giocatore dell’Inter. Erano tutti pronti a giurare su di lui. Lo era più di tutti Sivori, El Cabezon, che ne decantava l’arte, narrando di dribbling da fuoriclasse e tiri al fulmicotone.  LEGGI TUTTO

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    Plusvalenze Juve, la Procura di Bologna chiede di archiviare sul filone Orsolini

    La richiesta al gip dopo la trasmissione degli atti da Torino relativamente agli accordi tra bianconeri e rossoblù: “Nessuna condotta penalmente rilevante”

    “Insussistenza di elementi”. Con questa valutazione, relativamente all’accordo mai depositato in Lega per un “diritto di recompra” di Riccardo Orsolini tra Bologna e Juventus, la Procura del capoluogo emiliano ha escluso “una condotta penalmente rilevante, tantomeno inquadrata nel paradigma del falso in bilancio”, chiedendo al gip di archiviare il procedimento penale contro ignoti aperto per competenza territoriale dopo la trasmissione degli atti dell’inchiesta Prisma di Torino sulle plusvalenze del club bianconero.  

    LE RAGIONI—  Il “pro-memoria” dell’accordo, con firme illeggibili e non immediatamente identificabili – “si può fondatamente supporre Cesare Gabasio per la Juventus, e Claudio Fenucci per il Bologna”, scrive la Procura – secondo il pm Francesco Caleca e il procuratore capo, Giuseppe Amato, è un atto «di cui non può sostenersi la giuridica, documentata esistenza e, soprattutto (con valore assorbente), l’azionabilità in caso di dissenso o inadempimento”. Questo perché manca la firma per accettazione del giocatore, e poi la mancata esecuzione è evidente dal fatto che il giocatore è tuttora del Bologna. In ogni caso, dice la Procura, “trattasi di documento che proprio per come intestato e firmato non integra un ‘contratto’ in qualche modo azionabile da una o altre parti”. Anzi, il mancato deposito in Lega, che per i pm potrebbe interessare nel caso le sole autorità sportive, “qui milita in senso contrario alla validità/efficacia dell’atto”, concludendo che “gli elementi acquisiti possono solo fondare la sussistenza di un ‘gentlemen agreement’, ma non di un atto civilisticamente rilevante e tale da potervi fondare effetti ‘contabili'”. LEGGI TUTTO

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    Cambiaso si è preso la Juve: perché resterà e cosa ha visto Allegri in tournée

    Domani alle 14.30 la presentazione ufficiale per l’esterno acquistato dal Genoa e rientrato dal prestito al Bologna. Capace di giocare su entrambe le fasce, si è inserito tra l’impatto di Weah e l’attesa per De Sciglio

    Il segnale ultimo sulla decisione presa nei confronti di Andrea Cambiaso è palese: il laterale ambidestro, prelevato l’estate scorsa dal Genoa e poi girato in prestito al Bologna, domani terrà una conferenza stampa all’Allianz Stadium, la prima da calciatore della Juventus. È il passaggio chiave che dimostra come Max Allegri abbia promosso il ragazzo durante la tournée negli Stati Uniti, fino a convincere il club a trattenerlo in rosa per quest’anno.

    Scelta fatta—  La decisione di tenere Cambiaso in organico è figlia di due valutazioni: la prima è relativa a Weah, che ha avuto un impatto importante sulla squadra e per questo potrebbe evitare alla società un altro investimento in quella zona di campo; la seconda è conseguente all’infortunio De Sciglio, che non tornerà a disposizione prima di fine anno. Il classe 2000, che aveva ben impressionato al Genoa e che nella passata stagione è cresciuto molto al Bologna, è l’ambidestro che mette in protezione la Juve su entrambe le corsie. I bianconeri resteranno vigili sul mercato in caso di opportunità (Allegri vorrebbe Carlos Augusto a sinistra, ma dovrebbe andar via uno tra Iling e Kostic) ma le priorità del club si sono spostate ora sul centrocampo e sull’attacco (nel caso di cessioni). Mentre Cambiaso aumenterà in rosa la rappresentanza di giovani italiani che puntano a strappare una maglia anche in nazionale. LEGGI TUTTO

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    “Pannocchia” Cajuste, il globetrotter che si ispira a Pirlo e a Kobe

    Il nuovo centrocampista del Napoli ha girato il mondo, ha iniziato col basket, ha flirtato con gli Usa e la Cina ma poi ha trovato dei solidi punti di riferimento in campo

    La vita di Jens-Lys Cajuste, finora, è il risultato di traiettorie così poco comuni da essere davvero imperscrutabile. Il calcio e il basket, la Svezia e gli Stati Uniti, Haiti e la Cina. Tutte tappe di un percorso che l’ha portato a vestire la maglia del Napoli, che ha individuato in lui un’alternativa a Lobotka e più in generale un jolly per il centrocampo. Regista moderno, può contare su un fisico slanciato e una spiccata comprensione del gioco, sia in termini di impostazione che di interdizione. Si ispira a Pirlo, da cui cerca di replicare i lanci lunghi, e Busquets, del quale invece imita la conduzione della palla e il dribbling sulla pressione avversaria. Un modo di giocare rischioso, con cui Cajuste ha sempre voluto misurarsi nonostante talvolta ci siano state palle perse e cartellini di troppo. Il potenziale, tuttavia, è indiscutibile e per i suoi 24 anni, che compirà domani, è pronto a regalarsi il grande salto al Maradona.  LEGGI TUTTO

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    Miroslav Mihajlovic, figlio di Sinisa, diventa allenatore: “Da lassù mi guarderai e mi darai forza”

    Il 23enne ha conseguito dalla Figc il patentino Uefa C, il primo livello disponibile per chi intende allenare

    Giovani Mihajlovic crescono lavorativamente. Dove? Nel calcio, naturalmente. Miroslav, figlio di Sinisa, ha pubblicato una storia su Instagram in cui mostra con orgoglio di avere conseguito dalla Figc il patentino Uefa C, il primo livello disponibile per chi comincia ad allenare: ora potrà allenare qualsiasi categoria giovanile ad eccezione della Primavera, in attesa di passare allo step successivo. 

    Il percorso—  Miroslav a gennaio è entrato nello staff tecnico della società romana dell’Urbetevere come collaboratore delle giovanili. Il 23enne, uno dei sei figli di Sinisa, ha già avuto esperienze nel calcio giocando nelle giovanili della Lazio, nel Tor di Quinto e per un breve periodo nella Primavera della Samp prima di dedicarsi agli studi. Ma senza mai abbandonare la passione per il calcio che oggi lo porta a cercare di intraprendere il percorso (difficile) di allenatore. 

    Nel nome del padre—  La scelta di intraprendere la carriera di allenatore, ha riportato alla mente le parole pronunciate proprio da Miroslav nelle ore immediatamente successive alla morte di Sinisa: “Caro papà, sei e sarai sempre il mio orgoglio e la mia fonte di ispirazione. Cercherò in tutti i modi di renderti orgoglioso perché da lassù mi guarderai e mi darai forza come hai sempre fatto”.  LEGGI TUTTO

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    Lo sport prima dello sport: la storia di Bentegodi, il visionario veronese

    Formazione classica, studi in medicina ed una semplice idea: rendere lo sport accessibile a tutti. Nato a Verona il 25 aprile del 1818, è morto sempre nella città scaligera esattamente 150 anni fa, il 9 agosto del 1873

    Uno che ebbe ragione con un paio di secoli di anticipo, come se avesse saputo in partenza che le sue idee e la loro portata rivoluzionaria avrebbero impiegato tanto, troppo tempo per essere messe in pratica. Lo comprendiamo bene oggi, perché siamo in grado di misurare la distanza ancora da colmare tra i suoi progetti e ciò che ancora manca alla loro realizzazione definitiva. Il fatto è che un precursore, quando è così tanto anticipatario nelle sue intuizioni, rischia di passare per visionario, col risultato che i fatti gli danno ragione soltanto quando il tempo trascorso ha superato l’epoca e gli individui che per primi le ascoltarono. Abbiamo già usato il passato remoto in un paio di occasioni, il che paradossalmente serve a dare la misura della modernità delle concezioni di un grande italiano, di quando l’Italia era di là da venire ma esisteva nell’identità nazionale percepita da quelli come lu. Troppo presto dimenticato, nato a Verona quando il Veneto era ancora sotto l’Aquila bicipite dell’Austria – Ungheria, il cui nome viene ricordato spesso in realtà, ma soltanto per ragioni indirette legate al calcio, uno di quegli sport che lui non fece in tempo a vedere e a promuovere. LEGGI TUTTO