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    Moratti: “Ecco perché cacciai Gasperini. E non me ne sono pentito”

    L’ex presidente e il feeling mai nato col tecnico: “Non era questione di moduli ma di risultati, non vincevamo mai. L’Inter quest’anno è favorita, e quando andremo a Torino…”

    Quei 73 giorni vissuti da interista sono ormai sbiaditi dal tempo: nell’estate di 12 anni fa Gian Piero Gasperini atterrò all’Inter come un alieno e andò via dopo un filotto di sconfitte. L’altro nerazzurro, quello dell’Atalanta, Gasp se l’è invece cucito sulla pelle: i risultati impensabili ottenuti a Bergamo hanno mitigato abbastanza i rimpianti milanesi. Massimo Moratti, presidente interista dell’epoca, è l’uomo che decise la cacciata dell’allenatore e la decisione fa discutere ancora oggi. LEGGI TUTTO

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    Gori: “Io, gli sgobboni bergamaschi, i bauscia di Milano e una partita tutta all’attacco”

    Il sindaco con un cuore quasi a metà per Atalanta-Inter: “Due città con una marcia in più. E la continuità della Dea la garantisce il Gasp: da quando sono primo cittadino, lui c’è”

    Dal nostro inviato Andrea Elefante
    4 novembre

    – Zingonia (Bergamo)

    “sa da dove le parlo, per l’intervista? Dal corridoio della sede del Pd Milano metropolitana”. E perché in corridoio, scusi? “Perché il segretario Alessandro Capelli, milanista, mi ha detto che nel suo ufficio non si parla di Atalanta, e tantomeno di Inter. Ma dica pure”. LEGGI TUTTO

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    Prandelli: “Allegri è l’unico con quattro punte così! Ma Italiano è da Champions”

    L’ex c.t. della Nazionale legge Fiorentina-Juventus: “Max non si discute, è un vincente. Basta pensare a Trapattoni… Punto su Gonzalez e Vlahovic, ma a Dusan e Chiesa consiglio i tappi”

    “Molti consideravano la Juve finita, ma in realtà non finisce mai e lo sta dimostrando anche stavolta. Ma occhio alla Fiorentina: potenzialmente è da Champions e domani potrà contare sull’effetto Franchi, uno stadio che trascina come pochi e mette timore agli avversari. Prima di qualsiasi discorso sul calcio, però, un forte abbraccio alla Toscana e a tutte le persone alle prese con l’alluvione”. LEGGI TUTTO

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    Sacchi: “Perché la stagione del Milan passa da queste due partite”

    L’analisi dell’ex tecnico rossonero: “Se con Udinese e Psg va bene, si può pensare a uno sviluppo nei prossimi mesi. Altrimenti bisognerà ragionare su che cosa si è sbagliato”

    Nel corso di una stagione ci sono momenti che, all’improvviso, diventano importanti proprio quando uno meno se lo aspetta. Questo è il caso del Milan. Prima la sfida di campionato contro l’Udinese e poi il difficilissimo impegno di Champions League a San Siro contro il Paris Saint Germain. Il futuro passa da queste due partite, inutile girarci tanto intorno: se vanno bene, allora si può pensare a un determinato sviluppo nei prossimi mesi; se, invece, vanno male, bisognerà ragionare su che cosa si è sbagliato. LEGGI TUTTO

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    Véronique Rabiot: “Restare alla Juve? Alla fine deciderà Adrien”

    Da sempre cura gli interessi del figlio e ora, nella prima intervista mai rilasciata, “madame” parla dello United (“non c’è mai stata una vera trattativa con loro”) e spiega come gestisce le strategie dello juventino: “Io una temibile negoziatrice? Sì, lo sono”

    Una passeggiata autunnale in piazza San Carlo, con i suoi portici e caffè. Poi piazza Carignano, dove c’è uno dei suoi ristoranti preferiti. E più in là, verso il Po, la scalinata della Gran Madre. È la Torino amata da Véronique Rabiot, madre di Adrien Rabiot, il centrocampista della Juventus di cui gestisce la carriera da sempre, da pioniera nel mondo del calcio. La signora Rabiot non si era mai raccontata prima. Lo fa in esclusiva per Sportweek anche per chiarire qualche snodo di mercato estivo, spazzando via un bel po’ di pregiudizi sul suo rapporto con il figlio calciatore.  LEGGI TUTTO

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    Buzzanca, Lo Bello e “L’arbitro”: i primi 50 anni di un film cult

    Nel 1973 l’attore siciliano accettò il ruolo per il lungometraggio con regia di D’Amico, ispirato alla vita di uno dei direttori di gara più iconici del Paese

    Cinquant’anni fa di questi tempi Lando Buzzanca volava in Africa per girare alcune scene del film L’arbitro, la pellicola liberamente ispirata a vita, opere, cartellini rossi e miracoli di Concetto Lo Bello, il più famoso direttore di gara italiano. Buzzanca aveva conosciuto Lo Bello qualche tempo prima in aereo, si erano presentati, era subito nata una confidenza. Erano entrambi due personaggi molto popolari. A facilitare l’intesa, anche le comuni origini siciliane. Gerlando Buzzanca detto Lando era di Palermo, Concetto Lo Bello di Siracusa. LEGGI TUTTO