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    Allegri-Giuntoli: l’intesa che deciderà il futuro della Juve

    Nonostante il ruolo del direttore sportivo stia perdendo il suo storico lustro, l’ultimo scudetto è passato dall’asse Giuntoli-Spalletti. Succederà la stessa cosa a Torino?

    Il rischio che i direttori sportivi possano finire presto nel ripostiglio dei mestieri estinti, accanto a spazzacamini e accenditori di lampioni, esiste eccome. In qualche modo, la sorte toccata a Paolo Maldini e Ricky Massara nel Milan di RedBird, ha anticipato i tempi. C’era una volta la saga degli Allodi, Moggi, Braida, Marotta… profondi conoscitori del gioco, in genere ex calciatori, che ricevevano dai proprietari un tesoro da investire e, insieme all’allenatore, si preoccupavano di progettare la squadra. Ora la fase di costruzione rischia di spostarsi molto più a monte. Il fondo d’investimento, che decide di rilevare la proprietà di un club, si presenta con un suo progetto tecnico, con un suo team di esperti, più o meno dotato di algoritmi, che individua i giocatori da acquistare. Al nuovo d.s., degradato dall’antico fascino carismatico di mammasantissima del mercato con pieni poteri e outfit abbagliante, resterà solo il compito di fare la spesa per conto terzi. Questo in un futuro prossimo, già cominciato. Intanto però l’ultimo scudetto, quello del Napoli, è nato sull’antica direttrice direttore sportivo-allenatore. LEGGI TUTTO

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    La Juve vuole tornare Juve? Riparta da Chiesa e Vlahovic

    Sui due talenti offensivi i bianconeri hanno investito parecchio negli scorsi mercati. Possibile che ora vogliano già smantellare l’attacco?

    Èstrano il mercato e sono curiose, o almeno in netta controtendenza, le mosse di alcuni club. Prediamo gli attaccanti. L’Inter, dopo aver acquistato Thuram, è impegnata nel tentativo di trattenere Lukaku, a costo di pagare stavolta il prezzo del cartellino. Il Milan ha provato a inserirsi sullo stesso obiettivo – appunto Lukaku – perché ha assoluto bisogno di un centravanti: non può assolutamente bastare Giroud. Ecco allora i nomi di Icardi o Scamacca. La Roma ha completato difesa e centrocampo, ma ha necessità assoluta di piazzare il colpo giusto lì davanti, per completare il mosaico. La Lazio sta scandagliando il mercato nazionale e internazionale per cercare un vice-Immobile, anzi un nuovo Immobile. Perché l’uomo delle quattro vittorie nella corsa al titolo di capocannoniere giustamente non è in discussione, ma è arrivato anche il momento di programmare il futuro. Prendendo qualcuno particolarmente forte, non una scommessa, che affianchi Immobile in questa stagione faticosa che prevede anche la Champions e poi possa aspirare a raccogliere la sua eredità.  LEGGI TUTTO

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    Alex Sandro tra la Juve e il sogno Premier, e l’Arabia sullo sfondo

    Il brasiliano ha guadagnato il prolungamento di un anno del vecchio contratto, con un ingaggio di 6,5 milioni di euro. Ma non è detto che resti in bianconero. Ecco perché

    Otto campionati in maglia bianconera, 309 presenze e 15 gol in tutte le competizioni, 10 titoli vinti (5 scudetti, 4 coppe Italia, 1 Supercoppa italiana): questa la fotografia della attuale parentesi juventina nella carriera calcistica del 32enne Alex Sandro, arrivato a Torino nel 2015 dal Porto dietro un esborso di 28 milioni. Se il suo bilancio juventino sia parziale o definitivo è ancora presto per dirlo. Ecco perché.  LEGGI TUTTO

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    Fischiato e poi amato, le cessioni saltate, bombe e coccodrilli: Brozovic-Inter, romanzo infinito

    Nel gennaio 2018 era sull’aereo per Siviglia, Spalletti bloccò tutto e inventò il Marcelo regista, consegnando al club nerazzurro la colonna in mezzo negli anni a venire. Il croato è diventato Epic Brozo, ha trasformato le critiche in idolatria, si è trovato la fascia addosso e regalato sorrisi ai tifosi. Una storia, quella tra il giocatore e il mondo Inter, unica

    “Prima della finale del Mondiale ha mangiato due chili di salame, due croissant e ha bevuto Coca Cola. Poi ha corso 15 chilometri senza problemi”. Marcelo Brozovic è tutto qui, nel racconto di Dejan Lovren, compagno in nazionale. “Se mangiassi come lui, mi servirebbero quattro giorni per riprendermi”. Ecco a voi Epic Brozo, amato dagli interisti per quello che è: un personaggio unico, un dispensatore di perle (dentro e fuori dal campo), un ragazzo fuori dagli schemi. Un calciatore fortissimo, soprattutto. LEGGI TUTTO