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    Tudor, il duro forgiato nel club dei “pazzi”

    Il tecnico croato è in pole per sostituire Garcia sulla panchina del Napoli. La sua ultima esperienza al Marsiglia delinea un personaggio poco incline ai compromessi, sia dal punto di gestione della squadra, sia da quello comunicativo

    Difesa tre, disciplina ferrea, scelte radicali e qualche battuta tagliente. È l’Igor Tudor di Marsiglia, preso quasi in corsa nell’estate del 2022 e portato in zona Champions, anche se scalando dal secondo al terzo posto. Comunque con una rosa non su sua misura e rimodellata anche a muso duro, contro fischi e critiche, messe a tacere direttamente sul campo. Insomma, il croato non si è scomposto di fronte alle pressioni del club dei “fada”, dei pazzi, come viene soprannominato il Marsiglia. Anche se alla fine ha preferito fare un passo indietro, in attesa di una chiamata importante, possibilmente dall’Italia.  LEGGI TUTTO

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    Dimarco, la perla contro il Frosinone entra nella top 10 dei gol da maggior distanza

    Al 43′ di Inter-Frosinone Federico Dimarco si è reso protagonista di una vera prodezza. Il 26enne nerazzurro ha sbloccato la partita con una perla: un pallonetto mancino da 56,08 metri che ha sorpreso Turati. Il gol è entrato di diritto nella top 10 delle reti realizzate da maggior distanza in Serie A (dalla stagione 2005-06 ad oggi, secondo i dati Opta): guarda la classifica LEGGI TUTTO

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    Lazio, che succede agli esterni? Pochi spunti, pochi gol: le ali deludono Sarri

    Nel derby di Roma, Felipe Anderson e Pedro sono stati impalpabili. Un problema evidenziato più volte in questa stagione

    Una delusione. Perché da loro ci si aspettava molto di più. Se è vero che Maurizio Sarri si è detto soddisfatto per la prestazione della Lazio nel derby, ha anche ammesso che dagli esterni vorrebbe che attaccassero di più l’area di rigore degli avversari. Non sono le caratteristiche di Pedro e Felipe Anderson, ma di solito loro nelle gare contro la Roma si esaltano. Nella passata stagione fu lo spagnolo a pressare Ibanez, rubando palla al difensore romanista a pochi metri dalla porta, servendo poi a Felipe Anderson la palla del definitivo 1-0. Nel derby di domenica sono stati fra i peggiori in campo.

    PRESTAZIONE—  In realtà in questa stagione le ali della Lazio non stanno aiutando la squadra a volare. Un solo gol per Felipe Anderson, un solo gol per Zaccagni. Pedro ne ha fatti due, ma entrambi in Champions League. Anche per questo i biancocelesti in campionato stanno segnando pochissimo: appena 13 reti in 12 giornate. Sarri al termine del derby ha raccontato di non essere riuscito a inserire Castellanos per Immobile come programmato perché Felipe Anderson gli ha chiesto il cambio e ha quindi dovuto inserire Kamada lì “per disperazione”. Sia Pedro che Anderson, in questi anni, al derby, fra gol e assist, hanno colpito più volte. Per il brasiliano, dopo l’Inter, la Roma è la big alla quale ha segnato di più. Per questo ieri l’inefficacia offensiva ha sorpreso. E deluso. Anderson intanto, insieme alla moglie Lohanne Nascimento, ha annunciato la nascita della figlia Helena. La coppia ha pubblicato una foto sui social nella quale le loro mani sono ritratte mentre stringono quelle della bambina. “Sia lodato il Signore Gesù per la vita della nostra principessa Belena. Benvenuta figlia”. Una notizia che a Formello sperano possa dargli nuova linfa. Perché per il momento la sua stagione non è propriamente esaltante. LEGGI TUTTO

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    Camavinga, le sostituzioni, il rosso a Natan: tutte le gaffe di Garcia a Napoli

    Le polemiche per i cambi sono spesso state seguite da spiegazioni confuse in conferenza. E le 4 sconfitte casalinghe fanno ancora più rumore

    Giocare con una sua squadra al Bernabeu resterà un sogno. E i club italiani questa ambizione l’hanno sempre negata con un esonero a Rudi Garcia. Capitò con la Roma nel gennaio 2016, quando il club giallorosso decise di richiamare Luciano Spalletti e il mese successivo erano in programma gli ottavi di Champions con il Real. Quando nell’estate scorsa ci fu il sorteggio dei gironi di Coppa, il francese disse proprio: «Finalmente potrò affrontare i campioni di Madrid, visto che con la Roma non mi venne concesso». Stavolta ha fatto un passettino avanti, riuscendo a perdere nella partita del girone al Maradona per 3-2 col Real. Ma nel ritorno del 29 novembre non siederà più lui sulla panchina del Napoli e non potrà vivere da protagonista lo stadio Santiago Bernabeu. Magari ci riuscirà ma con un’altra squadra. LEGGI TUTTO

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    Atalanta: niente nazionali anche per Holm, Kolasinac. Il punto sugli infortunati

    Infermeria piena in casa Dea. Durante la sosta partiranno solo in sette. E alla ripresa c’è il Napoli

    Dopo Rafael Toloi, costretto a saltare gli impegni con l’Italia a causa di un problema al gemello mediale della gamba destra, ecco altri due calciatori dell’Atalanta impossibilitati a rispondere alla chiamata della propria nazionale. In attesa di comunicazione ufficiale circa la loro sconvocazione, Emil Holm e Sead Kolašinac sono infatti rimasti a Bergamo, di concerto con gli staff medici di Svezia e Bosnia Erzegovina, per gli infortuni rimediati ieri nella partita di Udine e per gli accertamenti che ne seguiranno. L’esterno ex Spezia, subentrato ad Hans Hateboer al 6′ del secondo tempo e a sua volta sostituito dopo mezz’ora da Davide Zappacosta, ha accusato un trauma distorsivo alla caviglia destra. Mentre Kolasinac, in campo per tutto il match, ha rimediato un risentimento muscolare al flessore sinistro. 

    recupero—  Restando due settimane a Zingonia, alle prese con infortuni non particolarmente gravi, Toloi, Holm e Kolasinac avranno la possibilità di recuperare per la gara contro il Napoli, in programma il prossimo 25 novembre. Mister Gian Piero Gasperini non dovrà quindi fare i conti con la solita diaspora di calciatori in giro per il mondo, visto che alla fine, in questa pausa per la nazionali, saranno solo in sette a partire: Gianluca Scamacca (Italia), Teun Koopmeiners e Marten De Roon (Olanda), Mario Pasalic (Croazia), Berat Djimsiti (Albania), Ademola Lookman (Nigeria) e Juan Musso (Argentina). Mentre oltre a Toloi, Holm e Kolasinac l’infermeria atalantina è attualmente occupata da Charles De Ketelaere (postumi distrattivi al ginocchio sinistro con interessamento del legamento collaterale mediale), Matteo Ruggeri (postumi traumatico-distrattivi della caviglia destra con interessamento del compartimento articolare interno), Giorgio Scalvini (lombalgia) e José Palomino (lesione di grado intermedio del muscolo semitendinoso della coscia sinistra), oltre che dal lungodegente El Bilal Touré (out da inizio stagione per la rottura dell’inserzione del tendine del retto femorale destro). LEGGI TUTTO

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    Calhanoglu l’infallibile: quando tira un rigore non sbaglia mai

    Con l’Inter ne ha segnati 11 su 11 e con 37 gol è diventato il miglior marcatore turco della storia in A

    Quando si presenta dagli undici metri, non si parla più di tentativo di trasformazione, ma di sentenza. Hakan Calhanoglu avrà pure i piedi caldissimi e ricchi di qualità, ma nel suo sangue scorre ghiaccio per quanto riesce a rimanere freddo sul dischetto del rigore. Del resto, il primo trasformato con la maglia dell’Inter avrebbe fatto tremare le gambe a chiunque: 7 novembre 2021, primo derby di Milano con la maglia dell’Inter contro la sua ex squadra e sotto la sua vecchia curva. E da quel rigore trasformato contro il Milan, Hakan ne ha infilati altri 10 su altrettanti calciati: percorso netto con l’Inter che si aggiunge al cento per cento di realizzazioni fatto registrare nella parentesi rossonera. Da quando gioca in Italia, Calha è a quota 14 gol dal dischetto su 14 tentativi: chiamatelo pure Hakan l’infallibile. 

    Record—  Hakan – diventato il miglior marcatore turco della storia della A (37 reti) staccando Şükrü Gülesin (36) – è la bellezza della semplicità: nessuna rincorsa strana, nessun saltello, nessuna esitazione nella rincorsa. Calha sembra contare i passi: rincorsa breve e conclusione quasi sempre rasoterra e all’angolino. Ieri ha spiazzato Turati per il 5° rigore trasformato in questo campionato dopo Fiorentina, Milan, Torino e Atalanta, mentre in Champions aveva deciso il match di andata contro il Salisburgo. Con Calha sembra tutto facile, anche se poi non è per tutti così. E al momento della sostituzione, il Meazza si è alzato in piedi per omaggiarlo: in fondo, con un Calha così, ogni obiettivo sembra possibile LEGGI TUTTO