consigliato per te

  • in

    Casa, ritiro e mercato: l’agenda di Rudi Garcia per il suo Napoli

    Neanche il tempo di trovare una sistemazione, che il tecnico è chiamato a rispondere su alcune questioni cruciali. Ecco su chi vuole puntare e chi, invece, dovrà salutare

    La frenesia di questi giorni è impressionante. Rudi Garcia è stato catapultato in una realtà che non gli ha dato nemmeno il tempo di ambientarsi, che già lo reclama come qualcosa di proprio. I suoi modi hanno affascinato l’ambiente, a partire da Aurelio De Laurentiis, che si è lasciato ammaliare dalla calma autorevole e dal tono fermo fino ad affidargli il Napoli. Un’intesa immediata, la prima uscita pubblica dell’allenatore ha messo d’accordo tutti. Anche per questo il francese è consapevole della responsabilità che ha, nel suo modus operandi non c’è nulla che possa essere lasciato al caso. L’aspetto prioritario da sistemare riguarda la dimensione privata, o meglio quella domestica, in senso letterale. Garcia ha visitato diverse abitazioni nella zona di Pozzuoli, non troppo distante dal centro sportivo, e dovrà scegliere in quale stabilirsi insieme alla compagna, Francesca Brienza. La giornalista peraltro è in dolce attesa, un altro fattore da considerare nelle valutazioni. Il processo di selezione presumibilmente non andrà oltre la fine del mese. LEGGI TUTTO

  • in

    Da “plusvalenza” a sostituto di Paredes e ora chiave per Milinkovic: la parabola di Rovella

    Ai tempi dell’arrivo dal Genoa l’affare finì sotto i riflettori per costi e modalità. Dopo la stagione al Monza è pronto per la Juve, a meno che…

    Di lui si parla da anni, e ne ha solo 21. Dal 2018 è nel giro delle nazionali, allora l’Under 17, già dopo il primo dei suoi anni al Genoa dove, nato a Segrate, era arrivato dopo essere cresciuto tra Accademia Inter e Alcione all’ombra di San Siro. Nicolò Rovella in carriera ha giocato 24 minuti in partite ufficiali con la maglia della Juventus e 173 contro solo nell’ultima stagione, quando l’ha affrontata tre volte. Eppure, di nuovo in vetrina oggi per il possibile coinvolgimento nella trattativa Milinkovic, i primi titoli in orbita bianconera il centrocampista se li è presi già dai tempi del suo acquisto dal Genoa due anni e mezzo fa. A partire dalla quotazione.  LEGGI TUTTO

  • in

    Magnanelli-Juve, è fatta. L’ex Sassuolo entra nello staff bianconero

    Adesso é fatta, lo slot lasciato libero da Paolo Bianco sarà occupato da Francesco Magnanelli. L’ex Sassuolo, dunque, farà parte dello staff tecnico agli ordini di Massimiliano Allegri per la stagione 2023/2024. Scelta fatta e accordo raggiunto ,manca solo l’ufficialità.                                                                                                                                  Carica altri LEGGI TUTTO

  • in

    Napoli, e se parte Osimhen? Le alternative a confronto

    De Laurentiis spara altissimo per il nigeriano, conteso da mezza Europa. Intanto scatta il piano B degli eventuali sostituti: in lizza c’è anche Beto

    Spera per il meglio, ma preparati al peggio. Un adagio universale, che si applica in ogni ambito, dalla filosofia di vita alle strategie di calciomercato.  LEGGI TUTTO

  • in

    Da Cevenini e Malatrasi a Pirlo e Seedorf: quanti passaggi (e sgarbi) tra Milan e Inter

    Il possibile approdo di Lukaku al Milan rievoca altri trasferimenti celebri sotto la Madonnina. E in certi casi non mancò il pepe…

    Il primo fu Aldo Cevenini, detto “Cevenna”. Centravanti dal gol facile, cresciuto nel Milan improvvisamente, nell’anno di grazia 1912, passò all’Inter. All’epoca, non essendoci il professionismo, i trasferimenti venivano decisi dagli stessi calciatori che si accordavano con i dirigenti dei club sullo stipendio, premi a vincere, un posto fisso in qualche ufficio pubblico, magari un’assicurazione. Figlio di un lattaio, il Cevenna ai soldi badava parecchio e, siccome i nerazzurri gliene garantivano a sufficienza, ecco il primo tradimento sotto la Madonnina. Aldo fu il capostipite di una dinastia: in seguito vennero i fratelli Mario, Luigi, Cesare e Carlo. Il calcio li sfamò, negli anni duri dell’Italia del primo Novecento, e pazienza se per farlo qualche volta si dovette cambiare casacca.  LEGGI TUTTO