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    Dan Peterson: “Vedo troppi infortuni. Bisogna allenare di più l’agilità”

    Per il coach si dà poca importanza allo stretching, concentrandosi troppo sulla forza: “Conta molto di più lavorare sulla flessibilità, sulla agilità, sui riflessi, sulla coordinazione, sulla reattività, sulla resistenza”

    Oggi, nello sport di squadra ad alto livello, le società importanti hanno quasi tutte un preparatore esperto per evitare gli infortuni. Forse “prevenire”ssarebbe la parola più adatta. Non parlo solo dell’Italia, nel calcio, nel basket, nel rugby e nella pallavolo. È così anche negli Usa, nell’Nfl, nell’Nba, nell’Nhl, nella Mlb. Nonostante i preparatori, noto che gli infortuni sono sempre in aumento.  LEGGI TUTTO

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    Oristanio: “Che emozione il primo gol in A! Ranieri un maestro, il Cagliari è unito”

    L’attaccante ha dato il via al clamoroso recupero sul Frosinone: “Qui ho una grande opportunità. Vedrete, è iniziata la rimonta…”

    Dal nostro inviato Francesco Velluzzi
    31 ottobre

    – Cagliari

    Papà Rosario se l’è goduto davanti alla tv. Con mamma Raffaella e la sorella Angela. Tutti a Roccadaspide. Il piccolo paese di cinquemila anime, vicino a Paestum, da cui è partito il sogno di Gaetano Oristanio. E oggi che lui, a 21 anni si gode il primo gol in A, quello che domenica ha avviato l’incredibile rimonta del Cagliari contro il Frosinone (da 0-3 a 4-3), il ringraziamento è per papà. “Mi allenava. Sono partito dalla scuola calcio in cui insegnava lui, buon attaccante arrivato fino alla C. Poi la Peluso Academy e quindi l’Inter, a 13 anni. Avevo finito la terza media”.  LEGGI TUTTO

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    La rivincita su Lukaku corre sui social: i messaggi dei giocatori dell’Inter

    Nel pre partita con Big Rom solo freddi “high five” come saluto in mezzo al campo. Dopo la vittoria la dimostrazione di affetto tra compagni e le foto dei duelli vinti contro il belga 

    L’ultimo capitolo di una telenovela si può scrivere anche attraverso i social. Magari mandando messaggi subliminali per chiudere una volta per tutte la storia. Domenica, ancora più del solito, l’Inter ha celebrato l’affermazione contro la Roma come una… famiglia. Ovvero con foto ricche di abbracci, di ringraziamenti a San Siro e di duelli vinti contro il belga che in estate ha voltato le spalle al mondo nerazzurro. LEGGI TUTTO

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    Roma, Lukaku e poi? Da Paredes a Sanches il mercato non fa volare

    La sconfitta contro l’Inter aumenta i dubbi. Tra i nuovi arrivi il belga incide, ma tutti gli altri sono al di sotto delle aspettative

    C’è la realtà, la percezione della realtà e il modo di comunicare entrambe. Su quest’ultimo fronte – se gli interlocutori sono i propri tifosi – la Roma è da scudetto, visto che domenica sera – dopo il ko contro l’Inter – parlare dell’arbitro e della collocazione del match è stato geniale. Stavolta però, tranne che per i fedeli di stretta osservanza, ha avuto un risultato contenuto, ma solo perché i numeri del match contro l’Inter sono apparsi impietosi. Basti pensare che era dal 2004-05 che i giallorossi non concludevano per la prima volta verso la porta solo al minuto 20 della ripresa.

    Lukaku, e poi?—  Davvero è tutta colpa delle assenze? Certo, Smalling, Spinazzola, Sanches, Pellegrini e Dybala pesano, ma esaminiamo tre match casalinghi dell’Inter conclusi con una vittoria (Monza), una sconfitta (Sassuolo) e un pari (Bologna). Nel primo caso gli avversari hanno tirato in porta 12 volte, nel secondo 13, nel terzo 8. C’è un tifoso romanista che farebbe scambio della rosa di San Siro con qualcuna di queste? Sulla carta no, poi però c’è la realtà e il modo di plasmarla. Del mercato estivo l’unico indisponibile a Milano era solo Sanches, mentre Kristensen, Ndicka, Paredes, Aouar, Azmoun e Lukaku avevano la possibilità di giocare. Infatti, con minutaggi diversi, lo hanno fatto tutti. Il problema è che, se si eccettua Big Rom – colpo tanto eccezionale quanto frutto di coincidenze straordinarie – il resto degli arrivi non ha fornito finora la qualità o la continuità richiesta. Vero che, con l’eccezione di Paredes, tutti sono arrivati a parametro zero o in prestito, ma l’obiettivo della zona Champions per ora non è prossimo. La domanda allora, al netto degli ovvi progressi chiesti nel gioco e nella preparazione – perché gli infortuni non possono essere addebitabili solo alla sfortuna – la rosa è all’altezza delle aspettative? Kristensen per ora non è meglio di Karsdorp, Ndicka ha buone potenzialità ma è ancora in fase di apprendistato, Aouar – a detta dello stesso allenatore – ancora non ha capito il calcio italiano Azmoun è adesso in coda nelle rotazioni delle punte, che comunque ha tre centravanti (troppi?), mentre Paredes, campione del Mondo, sembra proseguire il trend in discesa delle ultime stagioni nel Psg e nella Juve, tenendo conto che costringe Cristante a giocare in una posizione meno gradita. E Sanches? Potenzialmente è forte, ma se si pensa che in carriera ha accusato oltre venti infortuni, restando fuori in totale per quasi due stagioni, i suoi stop non possono sorprendere. E a Trigoria poi si dice: possibile che, fra i cinque esterni difensivi non ci sia neppure un mancino? Sarebbe stata una lacuna da colmare.

    Baruffa con la Lega—  Ma la tensione interna si comunica anche fuori. L’attacco di Mou alla lega per il mancato posticipo ha provocato la replica piccata di De Siervo («le sue dichiarazioni suonano come un alibi») evidenziando quando si è giocato Barcellona-Real Madrid. La Roma si è detta sorpresa, spiegando come già prima della partita il g.m. Pinto aveva sollevato il problema e, a fine gara, Cristante abbia parlato della stanchezza. Vero, ma ha anche detto come la rosa sia un po’ corta. E allora, forse, il mercato poteva essere diverso. LEGGI TUTTO