consigliato per te

  • in

    Copetti, stessa “classe” di Meret: “Mi passava i compiti e sognavamo insieme il grande calcio”

    Dai banchi del liceo scientifico Copernico di Udine alla grande ribalta del Napoli. Matilde è a un passo dalla promozione in A e racconta il suo compagno di scuola C’era un tempo in cui i portieri del Napoli sedevano tra i banchi di scuola e facevano squadra per affrontare le ore di matematica. “Tra un compito e l’altro sognavamo insieme un futuro nel calcio che conta”. I due ex compagni di classe al liceo scientifico Niccolò Copernico di Udine ce l’hanno fatta. E ora sono protagonisti con i partenopei. Da una parte Matilde Copetti da San Daniele del Friuli, portiere del Napoli femminile primo in Serie B e ad un passo dalla promozione in A; dall’altra Alex Meret da Rivignano Teor, fresco vincitore dello scudetto con Spalletti. “La loro vittoria è uno stimolo anche per noi – ci ha raccontato Copetti, 26 anni a settembre -. In questi giorni abbiamo vissuto tutta l’emozione della città. E ora vogliamo far gioire Napoli per la seconda volta in poche settimane”. LEGGI TUTTO

  • in

    Ernesto Pellegrini entra nella Hall of Fame della Figc: con lui l’Inter dei record

    È stato il presidente dello scudetto dei record nerazzurri del 1988-89, ma ha vinto anche in Europa. Re della ristorazione, ha comprato Rummenigge, Matthäus e altri campioni, poi nel 1995 la cessione del club a Massimo Moratti Il tempo è davvero galantuomo, proprio come lui. Perché anche se ha lasciato la carica di presidente dell’Inter nell’altro secolo, Ernesto Pellegrini è stato invitato dalla Federazione a entrare nella “Hall of Fame del Calcio Italiano”. LEGGI TUTTO

  • in

    “Trasforma i problemi in energia”: Calha visto da chi lo ha convinto a giocare per la Turchia

    Ercan, l’allenatore che ha allenato Hakan in Under-17: “La Germania pensò di riuscire ad averlo come Ozil, ma lui scelse noi grazie a me e suo padre. Il derby da ex? È capace di sopportare questa pressione. Ai tempi del Milan veniva spesso criticato per come giocava in nazionale”Prendere scelte importanti. Chiedere a Calhanoglu, uno che ha lasciato il Milan per legarsi all’Inter dopo aver sposato la causa della “sua” Turchia sebbene sia nato e cresciuto in Germania. Due bivi che hanno prodotto l’Hakan che è oggi: capitano e leader in nazionale, centrocampista affermato in nerazzurro pronto a un euroderby significativo per tutti, ma per lui in particolare. Tutto è partito dal Waldhof Mannheim, accademia che ha aperto a Calha le porte delle giovanili del Karlsruher. LEGGI TUTTO

  • in

    Il “10” all’ala: quando il 4-4-2 mise in galera la fantasia

    Il dogmatismo degli Anni 90 limitò il talento di gente come Zola, Baggio o Savicevic. Più che un’invenzione, una grande sciocchezza. Ecco perché… Le invenzioni, a volte, possono rivelarsi autentiche sciocchezze. Uno pensa di aver trovato il tesoro, di aver sistemato ogni problema, di aver scoperto la soluzione per risolvere ogni guaio e invece non ha fatto altro che produrre una specie di oscenità estetica che, purtroppo, ci vorrà tempo per cancellare. Anche il calcio è stato vittima di questo desiderio di progresso portato verso l’assurdo e, inevitabilmente, degenerato in una sequenza di mosse che tutto avevano, come obiettivo, tranne lo spettacolo. Prendiamo ciò che è avvenuto negli anni Novanta, soprattutto in Italia, e analizziamo con attenzione i danni che può produrre (anche in campo calcistico) l’integralismo. LEGGI TUTTO

  • in

    Paolo Jannacci racconta il derby: “Mi manca la Milano che cantava mio padre”

    Il figlio di Enzo in vista di Milan-Inter: “Può essere l’occasione per fare bella figura, anche se ho nostalgia di come eravamo prima. L’Inter? Non la sopporto, ma gioca bene…”“Zero a zero anche ieri ‘sto Milan qui”. Pensi, maestro Jannacci: nel 2003, lo 0-0 bastò ai rossoneri per eliminare l’Inter in semifinale di Champions League e per battere la Juventus in finale. Era il 1974 quando Enzo, milanista puro, fece riferimento al Diavolo in “Vincenzina e la fabbrica”. Erano anni poco gloriosi per il Milan: “Sto Rivera che ormai non mi segna più…”. Una delle numerose esternazioni della fede rossonera – nel 1984 ha anche scritto l’inno del club, “Mi-Mi-La-Lan” – da parte di una personalità che ha saputo raccontare la città come nessuno. Il figlio Paolo ne porta avanti l’eredità artistica e musicale, ma anche di tifo calcistico. LEGGI TUTTO

  • in

    Da Saelemaekers a Mkhitaryan, è un derby per gente che lotta

    Non solo il belga e l’armeno, ma anche Darmian e Krunic. Duttilità, corsa, equilibrio, affidabilità. Ecco le doti che uniscono questi quattro giocatoriI derby assomigliano alle rivoluzioni secondo la definizione di Mao, non sono pranzi di gala. Non bastano le intenzioni, bisogna sporcarsi le mani. Li decidono quasi sempre i grandi nomi, ma li indirizzano quelli che corrono e che sgomitano negli anfratti della partita. Giocatori specializzati, non uomini derby, ma uomini da derby, e la differenza è meno sottile di quel che sembra. LEGGI TUTTO