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    Dal post Inter a Paredes, tutte le volte che Allegri ha perso le staffe

    L’ultima sfuriata di Allegri in ordine di tempo è quella dopo il k.o. con l’Inter, costato alla Juve l’eliminazione dalla coppa Italia a un passo dalla finale. Gli obiettivi sarebbero stati, oltre agli avversari (“Siete delle m…, ma tanto arrivate sesti”), anche i suoi giocatori, rimproverati con parole molto dure per la brutta prestazione e per la sconfitta. LEGGI TUTTO

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    Pato, Barbara, Allegri… poi tutto finì. L’ultimo, luccicante scudetto di Silvio a Roma

    Nel 2011 Roma-Milan portò ai rossoneri un indimenticabile e decadente titolo: l’ultimo squillo di tanti campioni, i baci alla tribuna, la gioia di Galliani Da pochi giorni il mondo si era liberato dal terrore, o perlomeno così pensava: Osama Bin Laden era stato ucciso e si credeva in futuro di pace. Silvio Berlusconi, da presidente del consiglio in carica, lanciava Letizia Moratti per la poltrona di sindaco di Milano e, tanti per non perdere le abitudini, attaccava i magistrati durante una convention. I migranti sbarcavano sulle coste italiane, e quelli che non ce la facevano venivano inghiottiti dal mare. Gheddafi era sull’orlo del precipizio, la Grecia ci era già finita dentro e l’Italia, ancora inconsapevole, faceva l’ultimo ballo sul Titanic che affondava. Era la prima settimana di maggio del 2011. LEGGI TUTTO

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    Juve-procura, la partita a scacchi: perché per ora il patteggiamento non è un’opzione

    Sono state inviate alla procura federale le “memorie” antideferimento. E’ ancora presto per un accordoLa Juventus ha inviato alla procura federale le sue memorie difensive in seguito all’avviso di chiusura delle indagini su manovre stipendi, rapporti illeciti con procuratori e partnership sospette. L’obiettivo: evitare il nuovo, probabile deferimento che appesantirebbe la posizione del club, già sotto scacco per il nuovo processo d’appello su plusvalenze e dintorni. LEGGI TUTTO

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    Juve, Milik a digiuno dal gol e ora prevale la prudenza: il riscatto può slittare

    Si parla tanto, inevitabilmente, del digiuno di Dusan Vlahovic. Sfondato ormai il muro dei 1000 minuti senza gol su azione per il centravanti serbo, ora di nuovo fermo ai box per un problema alla caviglia che lo ha costretto a saltare la semifinale di ritorno con l’Inter. Ma non è che per gli altri attaccanti vada tanto meglio. L’ultimo gol di Arek Milik, per esempio, è datato 22 gennaio al 34′ del 3-3 con l’Atalanta. Poi basta squilli, il contatore senza reti dice 449 minuti, mentre il calendario è più severo anche perché proprio la partita dopo quell’ultimo gol (contro il Monza il 29 gennaio) è poi arrivato l’infortunio muscolare che lo ha tenuto fino ad aprile. Un peccato per la Juve, un peccato per Milik, che fino a quel momento stava convincendo tutti: 8 gol segnati, un ruolo di riferimento nelle rotazioni di Max Allegri anche nei momenti di difficoltà. Anche perché proprio il polacco fa parte di quella schiera di giocatori che hanno ancora molto da ottenere, a cominciare dal riscatto: l’operazione che l’ha portato dal Marsiglia alla Juve sembra una di quelle da cogliere al volo, prestito con diritto di riscatto fissato a quota 7 milioni (più 2 di bonus) pagabili in tre stagioni. Ma se questi dovevano essere i giorni per la definizione dell’acquisto a titolo definitivo del suo cartellino, in realtà alla Juve sembra aver prevalso la linea della prudenza. LEGGI TUTTO