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    Allegri, quel battito che manca e quei cinque cambi che invece ci sono…

    A San Siro la Juve non è che abbia perso: non c’era. E sono serate che non possono scivolare senza essere vissute. Specie se Chiesa, che a Napoli faceva il terzino, ora si ritrova centravanti… La Juventus non ha perso: ha lasciato l’impressione di un vuoto. Ai suoi tifosi e non alla competizione, che seleziona l’Inter quasi d’inerzia, forse solo con la presenza perché l’Inter c’era, la Juve no. In modo netto nell’avvio che sembrava praticare l’ipnosi alla partita – e sembra anche che i vincitori si lascino davvero cullare da questa danza lenta, lentissima. Segnano perché la Juve sta molto bassa ma non difende, non contrasta, prova solo ad assorbire ma Dimarco filtra. Gioca solo l’Inter ma la mancanza di vibrazione della Juve toglie qualcosa anche ai nerazzurri che (come tutti) non riescono a farsi un’idea delle intenzioni degli avversari. Sembrano (i bianconeri) casualmente radunati. È improvvisazione senza musica e senza jazzisti. LEGGI TUTTO

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    Burnete, il nuovo Vlahovic è a bottega da Chevanton

    Il capocannoniere del campionato Primavera cresce con l’ex bandiera giallorossa: fisico da centravanti vecchio stile, gioco da punta moderna, le prospettive dell’ariete del Lecce “Fagliene un altro, fagliene un altro!”. Dall’alto della tribuna, Chevanton pilota il suo pupillo come se avesse un joystick tra le mani. Rares Burnete, in campo, lo ascolta e coglie l’invito: destro a giro da venti metri e palla sotto al sette, poi la corsa verso gli spalti per festeggiare insieme al suo maestro. LEGGI TUTTO

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    Da Rabiot a Milik: Juve, dieci nodi di mercato da sciogliere

    Uomini chiave in scadenza con il destino legato alle prospettive europee e alle offerte, pezzi pregiati, situazioni da chiarire. In attesa che finisca la stagione, la situazione Contratti a scadenza e non. Ci sono davvero tante situazioni da chiarire all’interno della rosa della Juventus, molto dipenderà dal tipo di stagione che si dovrà fare l’anno prossimo e da quanto e come il club vorrà ritarare il piano gestionale. Alex Sandro, Di Maria e Rabiot dal 30 giugno saranno liberi, Bonucci e Rugani entreranno invece nel loro ultimo anno di contratto senza prospettiva di rinnovo. Sui prestiti di Milik e Paredes giungerà presto il momento della verità, ma occhio anche a Pogba che è stato il principale anello mancante di una stagione compromessa già in partenza (rispetto ai programmi) per via del suo infortunio. Vediamo caso per caso. LEGGI TUTTO

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    Dimarco e l’importanza per l’Inter di avere un tifoso in campo

    In panchina coperto da un asciugamano per la tensione, la gioia incontrollata, le parole senza filtri: l’esterno dell’Inter “sanguina” nerazzurro. E non ha mai reciso il legame tra tifo e professionismoLa carriera di Federico Dimarco non è fatta della stessa materia di cui sono fatti i sogni. È stata costruita giorno dopo giorno e allenamento dopo allenamento, prova su prova e cross su cross: in più, gol in quantità da adolescente che con il professionismo sono diventati diminuiti in numero crescendo per qualità e importanza. Ad amalgamare il tutto ci sono passione, determinazione e quello stimolo fondamentale ma intangibile che è l’amore per la maglia che indossa. LEGGI TUTTO

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    La banda del leasing e le auto fantasma. E il campione ci casca sempre

    False occasioni, leasing fantasma, sconti inventati, concessionarie ombra: da Cassano a Higuain, da Rincon a Mexes, da Recoba a Vucinic, i truffati sono moltissimiSi sa, sono due le passioni dei calciatori. E la seconda riguarda le auto di lusso. Ci sono centravanti di rinomata fama o mediani da combattimento che farebbero qualsiasi cosa per schiacciare la frizione di una supercar. All’iban non si comanda, al cambio automatico nemmeno. Succede da sempre. LEGGI TUTTO

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    Super premio Pioli: la Champions vale mezzo milione, Milan felice di pagargli il bonus

    Il tecnico è stato il primo a crederci chiedendo di inserire il premio lo scorso ottobre al rinnovo del contrattoIl 31 ottobre scorso, con il Milan terzo nella classifica del campionato (Napoli già in fuga a +6, Atalanta avanti di un punto) e secondo nel girone di Champions (appena battuto in casa e fuori dal Chelsea), Pioli lo sapeva. Sapeva che la sua squadra sarebbe potuta diventare una delle prime quattro d’Europa, con possibilità di conquistare la finalissima Champions e magari avere chance di vittoria. LEGGI TUTTO

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    I voti di Prandelli: “Thiago ha visione, Palladino studia, eleganza Dionisi”

    L’ex c.t. dell’Italia: “Noi restiamo i più bravi. I giovani non sono radicali, esaltano i loro giocatori e non copiano: elaborano le idee”Due anni che Cesare Prandelli non allena più, dopo l’ultima esperienza con la Fiorentina: della sua personalità, della sua visione, della sua cultura educata e mai urlata si sente la mancanza. Ha deciso che con la panchina è finita, “allenerà” soltanto i nipotini, ma il suo sguardo sul calcio è ancora attento. LEGGI TUTTO

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    Il bello della diretta: quella volta che Ameri dette del cogl…. a Ciotti

    Era il 27 aprile 1975, stanco delle tante interruzioni, la prima voce di “Tutto il calcio minuto per minuto” apostrofa il collega. Ma il microfono era rimasto aperto e lo sentono 20 milioni di italianiVentisette aprile 1975, domenica, primo pomeriggio, 27ª giornata del campionato di Serie A, la quartultima. A Radio Rai va in onda “Tutta la parolaccia minuto per minuto”, cioè no, scusate, un lapsus, ecco, va in onda “Tutto il calcio minuto per minuto”, parapapà-papparapà e vai con le trombe e i fiati. Però è una parolaccia – una sola, secca, definitiva, con il punto esclamativo – a tenere banco quel giorno. LEGGI TUTTO