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    Miliardi, brillantina e bella vita: ascesa e caduta del Vampiro che stregò Moratti

    Giocava ad Eindhoven con Ronaldo, doveva essere l’asso del centrocampo nerazzurro ed è finito nella top 10 dei bidoni. E quel soprannome un po’ inquietante e un po’ alcolico… Ai tempi dell’Inter Moratti gli fece un contratto di tre anni per quattro miliardi di lire a stagione. C’erano ancora le lire, sì. Rimase il tempo di una barzelletta ben raccontata, una sola presenza in campionato e tanti saluti. Ma quei soldi li intascò, insieme a tanti altri, nel corso della più sopravvalutata carriera degli ultimi trent’anni. Oggi scopriamo che il suo conto in banca è stato prosciugato. Gli sono rimasti 610 euro. Soldi che – al netto del cambio di valuta da lire a euro – stanno lì a ricordarci quanto effimera sia la gloria di un calciatore e quanto facile sia dilapidare un patrimonio, soprattutto se ti chiami Vampeta – così venne ribattezzato Marcos André Batista Santos – e devi tenere fede al tuo soprannome, che significa Vampiro. LEGGI TUTTO

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    2006, l’ultima finale Primavera tutta italiana

    Nell’anno in cui l’Italia alzava la Coppa del Mondo a Berlino, Fiorentina e Juventus si giocavano il trono delle giovanili con 22 calciatori italiani in campo. Tra questi Brivio e Lanzafame, che ci raccontano… Criscito in difesa, Marchisio e De Ceglie a centrocampo, Paolucci, Lanzafame e Giovinco trascinatori dell’attacco. A occhio, potrebbe essere la Juve di Ranieri o Delneri, invece è la formazione che ha vinto il campionato Primavera nel 2006. Dall’altra parte c’era la Fiorentina di D’Ambrosio, Brivio e Di Carmine, sconfitta 2-0 a Rimini in finale: segnarono Criscito e Paolucci, in campo, in quel match c’erano soltanto calciatori italiani. Un mese più tardi Cannavaro avrebbe alzato la Coppa a Berlino, mentre oggi la Nazionale è reduce da due mancate qualificazioni ai Mondiali. Sarà un caso, ma quella tra Juve e Fiorentina è stata l’ultima finale Under19 senza stranieri in campo dal 1’. LEGGI TUTTO

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    Chi è Landucci e com’è diventato l’angelo custode di Max

    Un rapporto nato quasi per caso, che poi si è cementato vittoria dopo vittoria. Così l’ex portiere è diventato uno dei punti fermi dello staff di AllegriMarco Landucci parla poche volte, quest’anno più che in altre stagioni passate perché ha dovuto sostituire in alcune circostanze Allegri (squalificato o influenzato). Ha utilizzato spesso frasi forti, piene di energia, per dare la carica alla squadra di fronte alle criticità che si sono presentate lungo il percorso. “Non molliamo”, “dobbiamo remare tutti sulla stessa direzione”, “c’è solo da lavorare e fare meglio”: sono alcune delle esternazioni fatte dal vice di Max. LEGGI TUTTO

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    Quando lo Sporting voleva scartare Leao. “Anarchico e libero, poi però…”

    Pedro Gonçalves, oggi c.t. dell’Angola, l’ha allenato due anni a Lisbona. “Spesso ti chiedevi a cosa stesse pensando, ma segnava già scartando tutti. Il Milan deve blindarlo”Gli slalom di Leao nascono da una strigliata. Da un allenatore capace di andare oltre le apparenze e vedere Rafa con occhi diversi. “Tutti gli altri, quando lo guardavano, vedevano un anarchico, io invece intravedevo potenzialità mai viste prima, così ho convinto i piani alti a non lasciarlo andare”. Rafa ha rischiato di salutare lo Sporting a quindici anni, dopo una stagione ombrosa nell’Under 15. Se è diventato il dribblomane del Milan lo deve anche a Pedro Gonçalves, oggi c.t. dell’Angola, uno dei suoi mentori. “L’ho allenato due anni. Vedevo lui in qualcosa che altri non vedevano. E ne vado fiero”. LEGGI TUTTO

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    Giovane, coraggioso e insaziabile: ecco perché il Napoli può aprire un ciclo

    La vittoria del terzo scudetto sarà solo un punto di partenza per gli azzurri: tra De Laurentiis e Spalletti c’è la sinergia per costruire qualcosa di importante E così ci siamo. Il Napoli è pronto a tagliare il traguardo, a festeggiare il suo meritatissimo scudetto, al termine di un cammino trionfale. In cui ha sbaragliato la concorrenza e messo fine allo stucchevole dibattito tra giochisti e risultatisti. LEGGI TUTTO

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    Dietro ai difensori spunta il “libero”: nasce il calcio all’italiana

    È il ruolo simbolo della nostra scuola il cui motto è prima non prenderle. Ci han sempre chiamati catenacciari, ma… Si sente spesso dire: “In Italia non c’è uno stile di gioco, si fa soltanto catenaccio”. Falso. Se nel mondo del pallone sono passate alla storia definizioni come “stile danubiano”, “stile olandese”, “modello brasiliano”, uno spazio se l’è preso anche il tanto vituperato “calcio all’italiana”. LEGGI TUTTO

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    Adani: “La Champions? Lazio al match point. L’Euroderby peserà. Voto Juve”

    L’opinionista sulla volata per l’Europa che conta: “Tutta Milano pensa alle semifinali. Come fanno Milan e Inter a puntare a un posto fra le prime quattro?” Uno sprint lungo 7 giornate. Sei squadre a caccia di un posto nell’Europa che conta. La volata per centrare la qualificazione alla prossima Champions entra nel vivo. La Lazio guida il gruppone alle spalle del Napoli con 61 punti, Juventus due gradini più sotto, Milan e Roma a quota 56, Inter 54 e l’Atalanta, rilanciata dal successo nel posticipo coi giallorossi, a sperare ancora con i suoi 52 punti. LEGGI TUTTO