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    Inter-Lukaku, le tappe del secondo (tormentato) matrimonio

    Quella tra Lukaku e l’Inter e una storia d’amore che nasce grazie a un bivio di mercato che s’intreccia con Dybala e la Juventus. L’arrivo del belga a Milano nell’estate 2019 è infatti merito delle insistenti richieste di Antonio Conte da una parte, ma anche del mancato scambio con l’argentino cui i bianconeri e il Manchester United avevano iniziato a lavorare. L’approdo finale in maglia nerazzurra si rivela la scelta più azzeccata per un Lukaku che, in cerca di rilancio dopo un’opaca stagione a Manchester, spicca letteralmente il volo grazie alla cura Conte, diventando l’arma letale di un’Inter cucitagli addosso come un vestito di sartoria. Nei primi due anni a Milano, Big Rom firmerà 64 gol e 16 assist, che varranno all’Inter il 19esimo scudetto (più una finale di Europa League) e a lui il premio di miglior giocatore del campionato nella stagione ’20-’21 oltre all’ideale scettro di Re del popolo nerazzurro. LEGGI TUTTO

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    Sara Gama, passi nel futuro: esame da d.s. superato, ora studia da dirigente

    Il capitano della Juventus e della Nazionale, giocatrice più rappresentativa del boom del movimento femminile, in scadenza di contratto l’anno prossimo, guarda al post carriera. Diploma anche per Federica Lancini, con la “benedizione” di Cherubini: Women al lavoro per potenziare la struttura C’era un foglio bianco sul tavolo, nell’estate 2017: un progetto da immaginare e da scrivere nero su bianco, mettendo a disposizione ciascuno le proprie competenze andando oltre al proprio “io”. Stefano Braghin, uomo navigato nel calcio ma con meno conoscenze nella sfera femminile fino a quel momento, cominciava la sua nuova avventura affidando a Rita Guarino le prime intuizioni sul mercato: ma teneva il punto e garantiva al club la nascita di un nuovo progetto in pieno stile bianconero. LEGGI TUTTO

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    “Mike cattivo, Victor pare distratto poi…”. Maignan e Osimhen raccontati da chi li allenava a Lilla

    Jorge Maciel, vice di Galtier a Lilla, era amico di entrambi: “Il portiere del Milan è un leader, trasmette sicurezza. Il bomber del Napoli è umile, ma quanti scherzi con Ikoné. E hanno una cosa in comune…” Il primo flash ci racconta le differenze: “Body Language”. Linguaggio del corpo. “Maignan ha sempre avuto uno sguardo ‘cattivo’, concentrato e da battaglia. Un leader anche nei piccoli gesti, mentre Osimhen ti dà l’impressione di essere distratto, sulle nuvole, ma in realtà è pronto a pungerti quando meno te lo aspetti”. Parola di Jorge Maciel, vice di Galtier durante l’annata in cui Victor e Mike hanno giocato insieme a Lilla. Nel 2019 hanno debuttato in Champions contro l’Ajax di Onana e Dest. Ora si giocano un posto in semifinale. LEGGI TUTTO

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    Zenga, Cambiasso, Chivu: come allenano e cosa pensano i possibili traghettatori dell’Inter

    Tutti e tre ex bandiere nerazzurre, hanno una grande personalità: Walter quello che ha più esperienza da tecnico, Cristian è già… in casa, Esteban da vice ha fatto un Mondiale Adesso la parola d’ordine è “interismo”. Un profondo senso d’appartenenza e soprattutto la capacità di trasmetterlo, per ritrovarsi. La dirigenza sa di avere a disposizione una rosa di spessore, forse la migliore d’Italia valutata nei singoli elementi. Il percorso molto soddisfacente in Champions League lo conferma, quello disastroso in campionato – un punto nelle ultime cinque partite – invece sta cominciando a stridere troppo con tutto il resto. La posizione di Simone Inzaghi non è più così salda, d’altronde non potrebbe esserlo se è in discussione persino un piazzamento tra le prime quattro, da cui dipendono appeal e salute finanziaria del club, sempre considerando più probabile accedere alla massima competizione europea attraverso la Serie A. LEGGI TUTTO

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    Galliani: “Vi racconto il mio Monza che tifa Monza. E che grazie a Berlusconi…”

    L’a.d. dopo la vittoria in casa Inter: “I complimenti di Ancelotti, Van Basten e Allegri e i messaggi per Silvio”. Il discorso alla squadra e… l’album Panini: “Voglio conservarlo con le figurine dei ragazzi” “Ho dormito poco, ho rivisto così tante volte il gol di Caldirola…”. Adriano Galliani, il giorno dopo la vittoria di San Siro contro l’Inter, è ancora emozionato. Filtra dal telefono questo sentimento, non serve setacciare le sue parole. “Emozione, sì. Tutto questo non sarebbe possibile senza Silvio Berlusconi”. La vittoria del Monza contro l’Inter è un’altra perla di una stagione che sta portando il club brianzolo verso la salvezza. Con Raffaele Palladino (che oggi compie 39 anni) in panchina, il Monza ha ottenuto 10 punti solo contro Inter e Juve, con i successi in trasferta allo Stadium di Torino e nel Meazza nerazzurro. LEGGI TUTTO