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    “Muro difensivo e cuore dolce”: il Milan ricorda Bet

    Il Milan tramite un post su Twitter dà l’ultimo saluto ad Aldo Bet, storico leader difensivo del club rossonero negli anni ’70Il Milan saluta Aldo Bet con commozione tramite un post su Twitter. Lui che fu stopper rossonero vincitore dello scudetto del ’79, titolo che valse la stella sul petto milanista. Ecco il post.La didascalia, accompagnata da un fiocco nero simbolo di lutto, cita: “Una maglia cucita addosso per sempre, una stella accolta e salutata con commozione. Muro difensivo e cuore dolce, Aldo Bet. Ti ricorderemo sempre con affetto, stima e orgoglio. R.I.P.”Aldo Bet, nato a Mareno di Piave nel marzo del 1949, si trasferì al Milan dal Verona nel luglio del ’74. Giocò con la casacca rossonera dal 1974 al 1981. Qui divenne un vero simbolo della retroguardia difensiva, disputando 204 presenze e trovando due volte la gioia del gol. Con il Milan vinse la Coppa Italia del ’77 e, come detto in precedenza, lo scudetto che valse la stella nel ’79. Nella sua carriera conta oltre 300 presenze in Serie A, divise tra Inter, Roma, Verona e Milan, e 30 in competizioni europee. LEGGI ANCHE: Milan, ecco perché Cardinale ha salvato la panchina di Pioli >>>Se vuoi approfondire tutte le tematiche sul mondo Milan senza perdere alcun aggiornamento, rimani collegato con Pianetamilan per scoprire tutte le news di giornata sui rossoneri in campionato e in Europa.
    13 novembre 2023 (modifica il 13 novembre 2023 | 12:16)
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    La Juve Next Gen è penultima in Serie C: ecco cosa non sta funzionando

    Analisi sulla stagione della seconda squadra: la strada è ancora lunga, ma le difficoltà da gestire non sono poche

    Giovanni Albanese

    13 novembre 2023 – 14:17

    Il momento è complesso, la classifica però è da contestualizzare. Ci sono degli aspetti che tendono ad alleggerire un po’ l’inizio di stagione della Juventus Next Gen, attualmente penultima in classifica nel girone B di Serie C. Prima cosa su tutte: i bianconeri hanno una partita da recuperare, presto anche due. In effetti le pause nazionali portano via tanti giocatori: positivo per l’essenza del progetto, un po’ meno per i continui rinvii che costringono ad affrontare – successivamente – interi segmenti di campionato giocando ogni tre giorni. Tra il 25 novembre e il 23 dicembre i bianconeri dovranno sostenere otto partite, nove se andassero avanti in Coppa Italia di Lega Pro. 

    STRUTTURA—  La classifica corta offre una buona sponda per tenere il focus sulla crescita del gruppo. Brambilla, al suo secondo anno di progetto, si ritrova a lavorare con una rosa molto giovane, calibrata sui vent’anni di media: la recente promozione in prima squadra di Huijsen e Yildiz (entrambi 2005) non stravolge gli equilibri attuali – anche perché i due continueranno a scendere nelle settimane in cui non faranno minuti con Allegri – ma toglie chiaramente due elementi portanti alla struttura ideale, che non può certo sostituirli con altri due Primavera di pari valore. Quest’anno pesa anche la differenza sostanziale tra il girone A (quello che la Juve ha affrontano nei primi cinque anni di progetto) e il girone B: nel centro Italia ci sono più squadre attrezzate per un campionato di vertice, la maggior parte resteranno sul pezzo fino all’ultimo per avere una posizione di privilegio nei play off. In più ci si ritrova affrontare delle trasferte molto più lunghe, e dunque faticose. 

    classifica—  Niente ansia da classifica per adesso, ma attenzione massima ovviamente. Il club punta forte sulla Next Gen e il progetto va chiaramente salvaguardato. Cosa succederebbe se i bianconeri chiudessero in fondo alla classifica? In caso di retrocessione, la Juve non avrebbe la possibilità di iscriversi al campionato di Serie D (perché strutturato per i dilettanti) e perderebbe ovviamente il diritto di iscrivere la seconda squadra al campionato della Lega Pro. A quel punto dovrebbe presentare nuovamente domanda di ripescaggio per essere reinserita nel campionato di Serie C, nel caso ci fosse qualche posto vacante, ma accodandosi nella speciale graduatoria per le seconde squadre che – nella logica per i ripescaggi – viene alternata a quella di tutte le altre società. L’estate scorsa l’Atalanta Under 23 ha trovato, il Milan starebbe riflettendo sul progetto e avrebbe priorità rispetto a una squadra retrocessa: il rischio di attesa c’è tutto. 

    scalata—  Lo storico del progetto seconda squadra lascia ben sperare, dal momento che anche negli anni passati l’avvio di stagione non è stato il massimo. Specie ai giocatori che giungono dal campionato Primavera, serve un po’ di tempo per assestarsi tra i professionisti. “All’inizio si fatica a trovare un po’ le misure – ha spiegato qualche giorno fa Stivanello, difensore che la Juve ha preso in prestito dal Bologna Primavera -. Qui è tutto diverso perché non puoi permetterti le stesse distrazioni che hai giocando con i pari età”. Già in passato le grandi scalate per un posto nei play off hanno preso forma nella seconda parte della stagione: la Juve ha sempre partecipato negli ultimi quattro anni. In questo senso va ricordato che la seconda squadra potrebbe ambire al salto in Serie B: il regolamento prevede infatti che la seconda squadra non faccia la stessa categoria della prima, ma può partecipare fino al campionato di categoria inferiore della stessa.

    percorso—  La Juve è al lavoro in queste settimane per migliorare, convita della bontà della sua rosa. Ci sono sicuramente individualità importanti, da Hasa (miglior giocatore dell’ultimo Mondiale Under 19) a Turicchia (già in nazionale Under 21) a tanti altri che sono attesi molto presto al salto sulla grande scena. Un po’ di rammarico ma nessuna tragedia per i punti persi per strada (la sconfitta con la Spal è arrivata all’ultimo minuto, quella precedente a Rimini è stata caratterizzata da qualche errore difensivo di troppo) e nessuna polemica per qualche errore arbitrale che ha finito per pesare sul risultato (fuorigioco netto nel gol che ha regalato il successo al Pontedera, presunta posizione irregolare nella rete del Gubbio, contro il quale c’era anche un rigore sul finale per la Juve), i bianconeri son convinti che il percorso possa presto premiare il lavoro svolto in questi primi mesi della stagione, pur sapendo che la stagione sarà piuttosto complessa.

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    Lazio, che succede agli esterni? Pochi spunti, pochi gol: le ali deludono Sarri

    Nel derby di Roma, Felipe Anderson e Pedro sono stati impalpabili. Un problema evidenziato più volte in questa stagione

    Elmar Bergonzini

    @
    elmarbergo

    13 novembre 2023 (modifica il 14 novembre 2023 | 09:05)

    – roma

    Una delusione. Perché da loro ci si aspettava molto di più. Se è vero che Maurizio Sarri si è detto soddisfatto per la prestazione della Lazio nel derby, ha anche ammesso che dagli esterni vorrebbe che attaccassero di più l’area di rigore degli avversari. Non sono le caratteristiche di Pedro e Felipe Anderson, ma di solito loro nelle gare contro la Roma si esaltano. Nella passata stagione fu lo spagnolo a pressare Ibanez, rubando palla al difensore romanista a pochi metri dalla porta, servendo poi a Felipe Anderson la palla del definitivo 1-0. Nel derby di domenica sono stati fra i peggiori in campo.

    PRESTAZIONE—  In realtà in questa stagione le ali della Lazio non stanno aiutando la squadra a volare. Un solo gol per Felipe Anderson, un solo gol per Zaccagni. Pedro ne ha fatti due, ma entrambi in Champions League. Anche per questo i biancocelesti in campionato stanno segnando pochissimo: appena 13 reti in 12 giornate. Sarri al termine del derby ha raccontato di non essere riuscito a inserire Castellanos per Immobile come programmato perché Felipe Anderson gli ha chiesto il cambio e ha quindi dovuto inserire Kamada lì “per disperazione”. Sia Pedro che Anderson, in questi anni, al derby, fra gol e assist, hanno colpito più volte. Per il brasiliano, dopo l’Inter, la Roma è la big alla quale ha segnato di più. Per questo ieri l’inefficacia offensiva ha sorpreso. E deluso. Anderson intanto, insieme alla moglie Lohanne Nascimento, ha annunciato la nascita della figlia Helena. La coppia ha pubblicato una foto sui social nella quale le loro mani sono ritratte mentre stringono quelle della bambina. “Sia lodato il Signore Gesù per la vita della nostra principessa Belena. Benvenuta figlia”. Una notizia che a Formello sperano possa dargli nuova linfa. Perché per il momento la sua stagione non è propriamente esaltante. LEGGI TUTTO

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    Camavinga, le sostituzioni, il rosso a Natan: tutte le gaffe di Garcia a Napoli

    Le polemiche per i cambi sono spesso state seguite da spiegazioni confuse in conferenza. E le 4 sconfitte casalinghe fanno ancora più rumore

    Giocare con una sua squadra al Bernabeu resterà un sogno. E i club italiani questa ambizione l’hanno sempre negata con un esonero a Rudi Garcia. Capitò con la Roma nel gennaio 2016, quando il club giallorosso decise di richiamare Luciano Spalletti e il mese successivo erano in programma gli ottavi di Champions con il Real. Quando nell’estate scorsa ci fu il sorteggio dei gironi di Coppa, il francese disse proprio: «Finalmente potrò affrontare i campioni di Madrid, visto che con la Roma non mi venne concesso». Stavolta ha fatto un passettino avanti, riuscendo a perdere nella partita del girone al Maradona per 3-2 col Real. Ma nel ritorno del 29 novembre non siederà più lui sulla panchina del Napoli e non potrà vivere da protagonista lo stadio Santiago Bernabeu. Magari ci riuscirà ma con un’altra squadra. LEGGI TUTTO

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    Atalanta: niente nazionali anche per Holm, Kolasinac. Il punto sugli infortunati

    Infermeria piena in casa Dea. Durante la sosta partiranno solo in sette. E alla ripresa c’è il Napoli

    Dopo Rafael Toloi, costretto a saltare gli impegni con l’Italia a causa di un problema al gemello mediale della gamba destra, ecco altri due calciatori dell’Atalanta impossibilitati a rispondere alla chiamata della propria nazionale. In attesa di comunicazione ufficiale circa la loro sconvocazione, Emil Holm e Sead Kolašinac sono infatti rimasti a Bergamo, di concerto con gli staff medici di Svezia e Bosnia Erzegovina, per gli infortuni rimediati ieri nella partita di Udine e per gli accertamenti che ne seguiranno. L’esterno ex Spezia, subentrato ad Hans Hateboer al 6′ del secondo tempo e a sua volta sostituito dopo mezz’ora da Davide Zappacosta, ha accusato un trauma distorsivo alla caviglia destra. Mentre Kolasinac, in campo per tutto il match, ha rimediato un risentimento muscolare al flessore sinistro. 

    recupero—  Restando due settimane a Zingonia, alle prese con infortuni non particolarmente gravi, Toloi, Holm e Kolasinac avranno la possibilità di recuperare per la gara contro il Napoli, in programma il prossimo 25 novembre. Mister Gian Piero Gasperini non dovrà quindi fare i conti con la solita diaspora di calciatori in giro per il mondo, visto che alla fine, in questa pausa per la nazionali, saranno solo in sette a partire: Gianluca Scamacca (Italia), Teun Koopmeiners e Marten De Roon (Olanda), Mario Pasalic (Croazia), Berat Djimsiti (Albania), Ademola Lookman (Nigeria) e Juan Musso (Argentina). Mentre oltre a Toloi, Holm e Kolasinac l’infermeria atalantina è attualmente occupata da Charles De Ketelaere (postumi distrattivi al ginocchio sinistro con interessamento del legamento collaterale mediale), Matteo Ruggeri (postumi traumatico-distrattivi della caviglia destra con interessamento del compartimento articolare interno), Giorgio Scalvini (lombalgia) e José Palomino (lesione di grado intermedio del muscolo semitendinoso della coscia sinistra), oltre che dal lungodegente El Bilal Touré (out da inizio stagione per la rottura dell’inserzione del tendine del retto femorale destro). LEGGI TUTTO