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    Libri, serie, film, canzoni e murales: l'impatto di Totti nella cultura pop

    In Giappone c’è un diciassettenne che si chiama come lui, “Francescototti”. Tutto attaccato. L’ex capitano della Roma non è stato solo un calciatoreIn Giappone c’è un bambino che si chiama Francescototti. Così, tutto attaccato. Oggi ha quasi 17 anni. È nato qualche mese dopo l’infortunio che nel 2006 stava togliendo a Totti la possibilità di vincere il Mondiale. Lo hanno chiamato così i suoi genitori che, quando Francesco si ruppe la caviglia, piansero così tanto “che pensavamo di partorire all’istante”. Per fortuna il bimbo è nato di 9 mesi e Totti quel Mondiale in Germania lo ha giocato e vinto. Per la gioia (anche) dei romanisti. E non solo. LEGGI TUTTO

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    Alessio: “Milan, Morata e Giroud per il salto di qualità. Ma non in campo insieme”

    Parla il vice di Conte, che li ebbe entrambi al Chelsea: “Fra loro non c’è mai stata una gerarchia definita. Chiunque vorrebbe lavorare con ragazzi così” Chi li ha visti da vicino vota sì: “Morata e Giroud di nuovo insieme? Perché no. Sono due top per fare un salto di qualità”. L’endorsement alla possibile combinazione che fa riflettere il Milan arriva da Angelo Alessio, ex vice di Conte alla Juve e poi al Chelsea. Il tecnico ha vissuto i Blues per un paio di stagioni, dal 2016 al 2018, conquistando insieme ad Antonio la Premier League al primo colpo. Proprio dopo quel trionfo, nell’estate 2017, i londinesi hanno puntato su Alvaro Morata. LEGGI TUTTO

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    L’Inter e la maledizione della fascia: quest’anno chi la indossa fa flop

    Il capitano resta Samir, tanto che quando Inzaghi decide di schierarlo la fascia è sua: dopo il declassamento di inizio stagione, è accaduto due volte nel 2023 in campionato contro Udinese (vittoria per 3-1) e Spezia (2-1 per i liguri). Quest’anno ha giocato le prime otto partite di Serie A, da lì non ha più visto il campo prima appunto delle due sfide, alla 23ª e alla 26ª giornata. Chissà se avrà l’occasione di indossarla ancora una volta. LEGGI TUTTO

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    La famiglia, il calcetto, piazza Duomo: la Milano di Aubameyang

    La casa in Inghilterra, il cuore in Lombardia: non di rado il bomber gabonese torna sui suoi passi. Ed è anche questo feeling con la città a ravvivare la suggestione InterÈ l’inverno a cavallo tra il 2006 e il 2007 quando Pierre-Emerick Aubameyang firma il suo primo contratto per il Milan, ma il legame tra quel cognome e l’Italia è radicato a una decina di anni prima. Anzi, in realtà l’attuale attaccante del Chelsea è soltanto il quarto e ultimo calciatore con quel nome sulle spalle a provare il salto nel grande calcio emigrando al di sotto delle Alpi. LEGGI TUTTO

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    Dilemma Vlahovic: con la Serbia segna e con la Juve no

    Da ottobre a oggi il serbo ha segnato solo a Salerno in A, in coppa ha segnato di più ma non agli stessi ritmi che ha in nazionale. Le cifre a confronto Al ritorno dalla pausa per le nazionali la Juventus riabbraccia Dusan Vlahovic carico di fiducia dopo aver ritrovato i gol in serie con la maglia della Serbia. All’ottimismo per averlo visto rientrare dalla sosta restituito al suo smalto migliore, o comunque su quella strada, non può che fare da contrappasso la constatazione di un rendimento chiaramente distante tra nazionale e Juventus: perché con la Serbia segna a raffica e in bianconero molto meno? LEGGI TUTTO

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    Kyriakopoulos e Lykogiannis: “Il Bologna in Europa. Con Motta si può”

    I due giocatori protagonisti contro la Salernitana: “In Italia ci troviamo bene. Il tecnico? Un motivatore vero. Ora tutti concentrati fino alla fine”dal nostro inviato Matteo Dalla Vite28 marzo
    – Casteldebole (Bologna) Cava de’ Tirreni, 17 marzo, ritiro del Bologna pre-Salernitana, Charalampos Lykogiannis e Georgios Kyriakopoulos guardano Atalanta-Empoli. C’é un assist: di Ruggeri di destro, lui mancino. Lyko fa: “Domani lo farai anche tu”. Salernitana-Bologna, 18 marzo: Kyria fa un assist di destro per il gol di Ferguson e poi batte (di sinistro) l’angolo per il 2-2 di Lyko. LEGGI TUTTO

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    Dunga: “Brasile, vedo bene Ancelotti. Non conta essere belli, ma vincere. E quella cena con Bearzot…”

    L’ex allenatore della Seleçao si racconta: “Il Real sembrava una squadra finita e Carlo l’ha rigenerata. I miei anni a Firenze con Baggio, brasiliano mascherato da italiano, e quella finale con la Juve…”Vive a Porto Alegre, è ricco ma se ne frega, festeggerà a ottobre i 60 anni ballando con i vecchietti amici dell’ospizio. Si divide tra i tre figli, le sue aziende, quella edile, l’altra rigorosamente no profit che distribuisce cibo e farmaci ai poveri, e le conferenze in giro per il Brasile dove racconta agli imprenditori la sua esperienza di uomo che ha gestito altri uomini. Per il resto, con Carlos Verri detto Dunga è quasi una rimpatriata nel nome di quel genio abnorme di Walt Disney. Dunga è il nome portoghese di Cucciolo, il nano preferito di Biancaneve. Dunga più Dotto fanno due su sette. LEGGI TUTTO

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    Pirlo: “Fagioli può essere il mio erede. Tornare alla Juve? Se ti chiama un top club non dici di no”

    L’ex allenatore dei bianconeri oggi in Turchia: “Il Karagümrük mi ha proposto il rinnovo, ma parleremo a fine stagione”La strada Maestra passa da Istanbul e Andrea Pirlo la sta percorrendo con coraggio. E profitto. Il suo Karagümrük è in serie utile da 10 turni, record per la società del distretto di Fatih. E non si pone limiti. Così il futuro assottiglia il presente e la sua Italia torna a galla, puntuale: ma Andrea sa bene che è il mondo a nutrire le ambizioni. “La Serie A è casa mia, ma le esperienze tra Usa e Turchia mi confermano che è importante guardarsi intorno, conoscere nuove culture. E s’impara da chiunque”. LEGGI TUTTO