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    Ribery: “Alla Salernitana studio da allenatore. Vlahovic e Chiesa, ci vuole fame…”

    Dal ritiro all’impegno nello staff del club di Iervolino, l’ex Bayern pensa al futuro: “Ho sempre stimato Lippi, è stimolante lavorare con Sousa. Pogba non si discute, ha ancora tanto da dare”Dal nostro inviato Filippo Cornacchia16 marzo
    – Friburgo In Germania, ai tempi del Bayern, ha regnato per dodici stagioni a suon di assist (132), gol (124) e trofei (24). I colpi di magia sono sempre stato il suo forte. Adesso in campo non si vede (più), ma c’è. E si sente. Franck Ribery ha lasciato il calcio giocato, ma è rimasto alla Salernitana da collaboratore tecnico. Prima con Davide Nicola in panchina e adesso con Paulo Sousa. Troppo forte il legame con Salerno e con il club del presidente Danilo Iervolino. LEGGI TUTTO

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    Il ricordo di Brocchi: “Che notti insonni per l’Euroderby di 20 anni fa”

    Il centrocampista giocò le prime due sfide con l’Inter nel 2003 e nel 2005 rimase in panca: “Respiri magia. Quel giorno resta ineguagliabile. E Ancelotti ci disse: ‘Godetevela’” Cristian Brocchi chiude gli occhi e ricorda. L’idea di un possibile derby di Milano ai quarti di Champions lo fa tornare con la mente a vent’anni fa, maggio 2003, primo Milan-Inter nella grande coppa: “Mi viene in mente la notte prima della partita: io, Abbiati e Gattuso in camera insieme. Non siamo riusciti a chiudere occhio. Eravamo elettrici, sentivamo l’importanza della storia”. LEGGI TUTTO

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    Da Roma 2015 a Napoli 2023: quando gli ultrà fanno danni

    Uno degli angoli più belli della capitale trasformato in una discarica a cielo aperto. Lo scorso ottobre i tifosi del Betis Siviglia erano arrivati a Roma per assistere alla partita di Europa League contro la banda Mourinho. In attesa del match migliaia di sostenitori del club andaluso si sono dati appuntamento in Piazza del Popolo per vivere insieme il pre-gara. E proprio lì hanno lasciato montagne di rifiuti. Per ripulire la piazza sono servite più di tre ore. “Quello che è successo non si può tollerare: questi non sono tifosi ma bestie”, il commento di Monica Lucarelli, assessore comunale con delega alla Sicurezza. LEGGI TUTTO

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    Ricetta Semplici: “Il mio Spezia trasformista si salverà con il sorriso”

    Da quando è subentrato, in tre gare ha guadagnato 5 punti: “Dobbiamo saper cambiare continuamente. Punto su Nzola e su Maldini. E credo nell’ottimismo”C’è una poltrona, molto comoda, sulla quale Leonardo Semplici si stava tormentando: “Senza una squadra stavo malissimo, mi chiedevo perché mi chiamassero in tanti ma poi restassi sempre fermo, nella mia casa di Firenze. E così mi sono alzato dalla poltrona e mi sono dato da fare: corsi di psicologia, di comunicazione e tanto aggiornamento. Ho girato su molti campi, il calcio è in continua evoluzione. Non si può restare fermi”. LEGGI TUTTO

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    Il folle assalto degli ultras al Milite ignoto

    Prima della gara con la Lazio nel 2013 i tifosi del Legia Varsavia tentarono di prendersela con il monumenti ai caduti. Al ritorno i tifosi laziali furono arrestati fra le polemiche in Polonia Ad un certo punto quel giorno si sparse la voce che gli ultrà polacchi stavano dando l’assalto alla tomba del Milite Ignoto. Sembrava un film distopico, una “Capitol Hill” in anticipo sui tempi – succedeva dieci anni fa – uno di quegli horror di zombie che marciano verso la città, non si sa se per profanarla o conquistarla, con i cittadini che si chiudono impauriti in casa e sbirciano gli eventi dal buco della serratura o dalla fessura delle tapparelle. I polacchi cercarono di forzare l’accesso, arrivarono a pochi passi dai carabinieri che vigilavano sulla tomba, davanti alla statua della Dea Roma all’Altare della Patria. Gli zombie sventolavano bandiere rosse e verdi, erano molto agitati, la prova del palloncino avrebbe colto in flagrante la maggioranza degli stessi. LEGGI TUTTO

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    L'Inter, il Camerun, la Champions League: i destini incrociati di Eto'o e Onana

    Dodici anni fa l’attaccante fu decisivo per la qualificazione ai quarti dei nerazzurri come in questa stagione lo è stato il portiere. Eroi con lo stesso club, in Qatar si sono scontrati duramente durante il MondialeC’è un curioso filo che unisce la vittoria dell’Inter nel doppio confronto con il Porto all’ultima volta che i nerazzurri riuscirono ad accedere ai quarti di finale di Champions League, ben 12 anni fa. Quel filo è rosso, ma anche verde e giallo fino a comporre il tricolore della bandiera del Camerun, nazione di André Onana e di Samuel Eto’o. Il primo è stato protagonista al Do Dragao con una prestazione da otto in pagella, il secondo diede il via alla rimonta in casa del Bayern Monaco con un gol dopo soltanto quattro minuti di gioco. LEGGI TUTTO