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    Gudmundsson: “Un po’ Iverson, un po’ Dybala, tutto libero. Vi spiego i miei dribbling”

    L’islandese è una delle rivelazioni di questa Serie A: “Altro che folletto, amavo Batman e l’Uomo Ragno. Per vincere le paure mi sono lanciato col paracadute. Voi italiani avete abitudini strane, per esempio…”

    Dunque, vediamo… ecco qua: “folletto”, figura leggendaria presente nella mitologia nordica. Leggendaria nel senso di immaginaria, quindi frutto della fantasia. Sicuri-sicuri? Perché noi un folletto in carne e ossa ce l’abbiamo qui di fronte, ed è lo stesso che ogni fine settimana in uno stadio di calcio si esibisce davanti agli occhi – attoniti e ammirati – di decine di migliaia di persone. Lo fa da burlone agile e sfuggente qual è quello che popola le storie della terra da cui lui proviene, l’Islanda: scompare da un punto del campo per poi riapparire in quello opposto e colpire. Contorce il suo corpo esile, quelle gambette magre, eppure forti e resistenti, in dribbling strettissimi, col pallone – quel pallone sempre incollato al piede anche quando corre – che fa passare, non si sa bene come, sopra, sotto, forse addirittura “attraverso” gli avversari, che con lui collezionano brutte figure in serie. Un folletto, appunto, che al Genoa dal gennaio di un anno fa, in queste prime otto giornate di Serie A si è rivelato non soltanto imprendibile per la maggior parte dei difensori, ma anche terribilmente efficace: partendo da una posizione ibrida tra seconda punta e trequartista, ha segnato 3 gol e portato a termine 19 dribbling, secondo solo a Soulé del Frosinone (22). Possibile che siano tutti visionari, vittime di un’allucinazione collettiva? Chiediamolo al diretto interessato. LEGGI TUTTO

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    Torino-Inter: ecco perché può essere la notte di Marcus Thuram

    Il francese cerca la terza rete in campionato all’Olimpico Grande Torino: sarà lui a sbloccare il match?Marcus Thuram scalda i motori. Dopo la manciata di minuti in nazionale (appena 36 quelli che gli ha concesso Deschamps tra Olanda e Scozia), il francese torna in Serie A riposato e decisamente motivato. Per due ragioni: la prima è che lui a Torino è cresciuto, negli anni (2001-2006) in cui papà Lilian militava in maglia bianconera, e la seconda è che un suo gol al Toro potrebbe regalare il primo posto all’Inter, almeno per una notte. Scopriamo allora le quote di un gol di Marcus Thuram in Torino-Inter. TORINO-INTER: THURAM PRIMO MARCATORE —  
    Finora Thuram ha trovato la via del gol in tre occasioni con la maglia dell’Inter, due in campionato (contro la Fiorentina e nel derby contro il Milan) e una in Champions (al Benfica). In tutti e tre i casi ha segnato a San Siro. Decisamente più cospicuo il bottino degli assist serviti ai compagni, ben cinque, secondo in Europa solo a Saul Niguez dell’Atletico Madrid. E allora chissà che non possa sbloccare proprio lui la gara dell’Olimpico Grande Torino: si tratta di un’opzione in lavagna a 6.30 su Gazzabet, 5.50 su bet365, 5.40 su Goldbet e Better, 4.75 su Betway e Novibet. THURAM MARCATORE NEI 90’—  
    Diverse invece le quote che vedono Marcus Thuram marcatore nei 90′: si passa dal 2.90 di Gazzabet al 2.40 di Betway e Novibet, mentre si tocca il valore di 2.75 su Better e Goldbet e 2.50 su Bet365. Il francese nello scorso campionato ha totalizzato 13 reti con la maglia del Borussia Mönchengladbach, suo miglior score personale in carriera. E’ chiaro che il suo primo obiettivo è quello di migliorarsi: per questo ha scelto l’Inter, dove ha ereditato la maglia numero 9 che fu già di Dzeko e di Lukaku. E spera di segnare il primo gol in trasferta in quella Torino che, in fondo, è un po’ casa sua.  LEGGI TUTTO

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    Berhalter: “Bello Milan-Juve con 4 giocatori Usa. Pulisic è caldo! E Weah s’imporrà”

    Il c.t. degli Stati Uniti parla del big match di domani alle 20,45. “Mi manda Beckham che è ancora innamorato dell’Italia, di Milano e di San Siro. Come finirà? Dico 2-2…”

    l’ America si trasferisce a San Siro per Milan-Juventus. Christian Pulisic e Yunus Musah da una parte, Timothy Weah e Weston McKennie dall’altra. E in tribuna, direttamente da Chicago, Gregg Berhalter, l’allenatore degli Stati Uniti. “Mi manda Beckham a San Siro – racconta l’allenatore della nazionale a stelle e strisce, compagno di squadra della stella inglese ai tempi dei Los Angeles Galaxy -. David è innamorato di Milano e dell’Italia. E naturalmente di San Siro, uno dei luoghi del calcio in cui qualsiasi giocatore al mondo spera di esibirsi almeno una volta nella vita. L’ho sognato tante volte pure io e, dopo Lalas al Padova, in passato sono stato vicino a trasferirmi in Serie A. Pazienza. La mia prima volta a San Siro sarà adesso e sono eccitato ed emozionato perché sarà una serata storica per il soccer americano: avremo per la prima volta quattro giocatori della nostra nazionale a rappresentare un classico mondiale come Milan-Juventus”. LEGGI TUTTO

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    Genio, intuizioni e amore: i 50 anni giallorossi di “MaraZico”

    Dall’esordio del 9 settembre 1973 alla grande festa dell’Olimpico: 50 anni giallorossi

    B azzecole del tempo, buffet freddo da calendario, ma a questo ci aggrappiamo, sapendo che sono chiodi posticci, ostie di marzapane da deglutire con un attimo di commozione, soprattutto se, nel caso in questione, hai cuore e perizoma giallorossi. Giorni fa gli inverosimili e quasi oltraggiosi settant’anni del Divino, festeggiati o quasi sicuramente no (conoscendo il tipo) nella remota Porto Alegre, domani all’Olimpico i cinquant’anni da romanista certamente festeggiati, eccome, di Brunetto di Nettuno, detto anche da mezzo mondo MaraZico dopo le sue imprese dell’82 mondiale. Prima ancora c’era stata la morte crudele di Aldo Maldera, una pasta d’uomo, romanista e romano d’adozione, l’autobiografia di Sebino Nela, dinamite pure, detto Hulk per l’esuberanza che gli gonfiava i muscoli e gli strappava le vesti, i trionfi ogni dove di Carletto Ancelotti, il non più Bimbo ora allenatore. Prima ancora se n’erano andati il Capitano, il Barone e il Presidente. Il primo, nella malinconia più infinita. Era quella Roma lì degli anni 80, quella che ci provava ogni volta a imbronciare le facce di Boniperti e di Platini e qualche volta ci riusciva. La Roma della zona celeste che indusse il riveriano incallito Carmelo Bene a confessarsi devoto giallorosso per tutto il tempo che durò quella grazia, tre anni almeno.  LEGGI TUTTO

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    La Juve di Lippi: “Squadra da scudetto. E la rabbia per l’Europa che manca…”

    L’allenatore dei bianconeri del ciclo vincente negli Anni 90: “Fagioli e Pogba? Il club è più forte di tutto. Juventus favorita secondo Marotta? Lui conosce bene l’ambiente…” 

    “M ax è un amico, con lui ho sempre avuto un rapporto speciale. Ci siamo visti alla festa della Juve ed è stato bello. Però questa volta abbiamo parlato del mio passato, non del suo. Ha ricordato i miei successi con la Juve, ma anche lui s’è tolto qualche sfizio in bianconero…”. Marcello Lippi sorride pensando all’incontro con Allegri qualche giorno fa, all’abbraccio con il tecnico nel quale spesso rivede se stesso (“Mi somiglia” ha detto tante volte). Allegri aveva gli occhi lucidi. Domani guiderà la Juve contro il Milan, la sfida che ha segnato il primo ciclo bianconero di Lippi negli Anni 90. C’era il Milan di Sacchi e Capello, poi è arrivata la sua grande Juve e le gerarchie sono cambiate.  LEGGI TUTTO

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    Il Milan di Sacchi: “Pioli insista col palleggio corto. Leao? Lo terrei fuori”

    Il tecnico-architetto dei trionfi degli Anni 90: “No ai lanci, restare in 30 metri, se i rossoneri giocano da collettivo metteranno in difficoltà la Juve. Le scommesse? Al Parma mollai due giocatori perché parlavano solo di soldi…”

    A rrigo Sacchi parla del collettivo che batte undici individualità? Certo. Del pressing come arma offensiva e del tatticismo di Allegri? Certo. Dell’intelligenza che vale più del talento? Certo. L’uomo ha costruito la sua scala di valori e non deroga, perché con quella legge il mondo. Nel suo racconto di Milan-Juve però c’è spazio per spunti originali: un commento forte su Tijjani Reijnders, un’opinione non convenzionale su Leao, un aneddoto sconosciuto su un Milan-Juve anni Novanta.  LEGGI TUTTO