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    Un uomo solo col finale già scritto: la via crucis di Garcia

    Il tecnico francese ha contro tutta Napoli e ormai aspetta un destino che appare segnato. A Castel Volturno c’è un’atmosfera sospesa: si ascolta chi non esiste?

    D evi essere mentalmente una specie di Robocop foderato di amianto e forse non basta. Riuscire ad allenare una squadra, forse tua, chi sa se ancora tua, mentre ovunque è l’apoteosi dell’epitaffio virtuale, dal manifesto alla Totò del Vota Antonio a quello di Voglio la testa di Garcia, insieme a Mucchio selvaggio il più bel film di quel genio brutale di Sam Peckinpah. Hanno deciso che sei morto, anche se tu sei vivo, per convinzione e per contratto. Dall’aeroporto di Capodichino a Castel Volturno, la via crucis ieri del tecnico francese. Divenuto in poche ore l’Uomo Invisibile di una Panchina Fantasma. Le parole di Aurelio De Laurentiis sono state il colpo del becco funesto. Esplicite nel loro funambolico svolgersi.  LEGGI TUTTO

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    Il dietrofront di Adl, le colpe di Garcia. Napoli nel tunnel

    Dopo Osimhen e Kvara, anche De Laurentiis delegittima l’allenatore: e ora nello spogliatoio chi lo segue? Ma Rudi ha sbagliato troppo…

    E adesso ci sarà ancora qualcuno, nello spogliatoio del Napoli, disposto a dare retta a Garcia? A sostenerlo, a credergli, a seguire le sue idee, a spendere ogni goccia di energia anche per lui? Già non c’era feeling tra calciatori e allenatore prima di queste burrascose giornate: Kvaratskhelia che chiede a Rudi e a tutto lo stadio “ma cosa fai?” quando viene sostituito; Osimhen che s’infuria e s’agita perché vuole giocare con Simeone e non uscire per fare spazio al Cholito; Politano (pure lui) che s’arrabbia nel momento in cui viene richiamato in panchina. LEGGI TUTTO

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    Lazio con la maglia pro Expo 2030? Lotito: “È un dovere e un piacere”

    Il 21 ottobre contro il Sassuolo potrebbe debuttare la scritta a sostegno della candidatura di Roma per l’Expo 2030: “Devo parlare con il Comitato promotore. Ora le partite sono sospese. Alla ripresa del campionato vedremo”

    Il progetto va avanti e dovrebbe prendere forma alla ripresa del campionato dopo la sosta per le nazionali. Se tutto andrà come previsto, il 21 ottobre a Reggio Emilia contro il Sassuolo la Lazio avrà sulle maglie la scritta a sostegno della candidatura di Roma per l’Expo 2030. Ieri, in Senato, il presidente Claudio Lotito lo ha confermato dopo le indiscrezioni dei giorni scorsi: “Devo parlare con il Comitato promotore. Ora le partite sono sospese. Alla ripresa del campionato vedremo se ci sono le condizioni per trasformare quelle considerazioni in un fatto concreto”, ha detto il patron. Che poi ha aggiunto: “Noi vogliamo testimoniare che lo sport deve attenzionare i problemi del territorio in cui viene esercitato. Siamo la prima squadra della capitale ed è giusto che difendiamo gli interessi del nostro territorio e dell’Italia più in generale. È un compito dovuto e deve essere un piacere da parte nostra”.

    GLI SVILUPPI—  L’obiettivo, come si diceva, è far debuttare il 21 ottobre a Reggio Emilia la sponsorizzazione (anche se , in realtà, tale non è, visto che la Lazio la farà a titolo gratuito). O al più tardi per la successiva partita di Champions con il Feyenoord. Prima che il progetto diventi realtà sono necessari alcuni passaggi burocratici. Lotito se ne occuperà nei prossimi giorni. Prima era impossibile, perché i membri del Comitato promotore di Roma Expo 2030 erano impegnati nell’organizzazione dell’incontro svolto ieri a Parigi con la commissione che a fine novembre sceglierà la città che ospiterà la manifestazione (con Roma sono in lizza Riyad e Busan). Da oggi ogni giorno è buono perché il “matrimonio” tra Lazio e l’Expo 2030 si consumi. LEGGI TUTTO

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    Bigon: “Napoli, manca compattezza. Garcia? Non si cambia la macchina che funziona”

    L’allenatore del secondo scudetto: “Ci sono diverse cose che non funzionano ma non è detto che sia solo colpa dell’allenatore”

    Dei tre tecnici che hanno vinto lo scudetto a Napoli, Alberto Bigon è quello meno citato. Non perché il padovano abbia meriti minori, ma perché la prima volta di Ottavio Bianchi resta storica e l’ultima di Luciano Spalletti ha riempito occhi e cuore. Se c’è uno, però, che può parlare con cognizione sulla difficoltà di ripetersi dopo aver vinto, questo è proprio il 75enne allenatore veneto. “Il calcio è cambiato, non c’è dubbio, ma certe dinamiche di spogliatoio rimangono intatte, perché sempre di uomini parliamo. E nel campionato italiano è sempre difficile ripetersi e lo sarebbe stato anche per un ottimo allenatore come Spalletti. La dimostrazione è nel Milan di Stefano Pioli, che non c’è riuscito. Eppure il club rossonero non ha cambiato la guida tecnica”.  LEGGI TUTTO

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    Incidente stradale per Okafor: leggero taglio a un sopracciglio

    Il giocatore del Milan è stato rimandato a casa dal ritiro della Svizzera. Non era lui alla guida e riprenderà gli allenamenti a Milanello

    Inizialmente la Federcalcio svizzera aveva parlato di lieve infortunio alla testa. Era stato questo il motivo ufficiale per cui Noah Okafor aveva lasciato il ritiro della nazionale elvetica in vista della gara valida per le qualificazione a Euro 2024 in programma domenica con la Bielorussia (quella con Israele è stata invece rimandata). Secondo quanto riportato invece da Sport Mediaset, l’attaccante del Milan avrebbe riportato una lieve ferita all’arcata sopraccigliare in un incidente stradale, mentre occupava il posto accanto al guidatore, per il quale sono stati necessari dei punti di sutura. Una volta visitato dallo staff medico elvetico, è stato rimandato a casa. Okafor tornerà quindi a disposizione di Stefano Pioli per la preparazione in vista del big match di domenica 22 a San Siro contro la Juventus.  LEGGI TUTTO