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    FIRENZE – Esonero? Dimissioni? Nessuna delle due ipotesi: per ora, almeno. Vanoli rimane al proprio posto alla guida della squadra viola, ma Fiorentina-Verona era finita da pochi minuti e già si rincorrevano le voci riguardanti il tecnico varesino, mentre dentro al Franchi e subito dopo fuori i tifosi contestavano. Inevitabilmente, di fronte alla nuova sconfitta e all’ennesima dimostrazione di impotenza da parte di una squadra che non solo non riesce a cambiare il corso delle cose, ma nemmeno sembra crederci più.

    La Fiorentina riflette: su Vanoli l’ombra di Iachini e Ballardini

    E siccome Vanoli di questo gruppo è il responsabile dall’indomani di Fiorentina-Lecce e da allora ha conquistato appena due punti in cinque gare (pareggi con Genoa e Juventus alle prime due, poi tre sconfitte di fila contro Atalanta, Sassuolo e appunto Verona) il dopo partita di ieri è stato caratterizzato dalle riflessioni: per capire se andare avanti con l’allenatore ex Torino o assumere un altro provvedimento drastico. Chiamando Iachini, oppure Ballardini (ieri presente al Franchi), oppure ancora con la soluzione interna Galloppa o con un altro nome che però non c’è. Alla fine di un pomeriggio lungo e teso che poi è diventato notte non meno densa di preoccupazione, la Fiorentina non ha lasciato tutto com’era: Vanoli e i calciatori in ritiro al Viola Park e stamani si riparte così per l’allenamento in vista della trasferta di giovedì a Losanna che a sua volta definirà piazzamento ed esito nella fase campionato in Conference League.

    Silenzio stampa e squadra in ritiro al Viola Park

    Tutto è cominciato una manciata di minuti dopo la fine di Fiorentina-Verona, quando è stato annunciato il silenzio stampa. Pur senza parole ufficiali, è parso subito chiaro che lì sotto nel ventre dello stadio non c’era solo la squadra sempre negli spogliatoi, ma erano riuniti anche i vertici del club con il dg Ferrari e il ds Goretti a colloquio con Vanoli e, soprattutto, in continuo e stretto contatto con gli Stati Uniti e il presidente Commisso. La sconfitta appena subìta stava aggravando una situazione già molto difficile prima del Verona e sotto osservazione è finito il rendimento della squadra: due punti in cinque partite rappresentano un bilancio deficitario e non potevano non costringere a prendere in esame la mancata reazione ad un andamento negativo che niente e nessuno sembra modificare. Reazione che c’è stata a livello psicologico contro Genoa e Juventus, più di nervi al cambio di allenatore che di gioco, però poi Atalanta, Sassuolo e ieri Verona hanno annullato quel pizzico di speranza che si era acceso. Chiamiamolo confronto, definiamole riflessioni, pensiamolo colloquio, però la sostanza non muta: Ferrari e Goretti non potevano non fare un punto immediato della situazione con la sponda dell’allenatore per individuare le cause di una situazione che si era detto stava precipitando e adesso è definitivamente precipitato. Il senso della lunga chiacchierata al Franchi che poi si è spostata al Viola Park è stato questo e stamani si riparte così verso Losanna. Intanto.

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    ROMA – Attacco girevole. Mai come stavolta. Siamo davanti a un nuovo inizio o si va di corsa verso un addio? La sabbia nella clessidra sta per finire: il fischio d’inizio di Roma-Como, del resto, è ormai imminente. E l’emergenza è volata via perché Ferguson, Dovbyk e Bailey sono a disposizione. Tutti e tre, reduci da infortuni più o meno pesanti e da un ambientamento complicato al gioco di Gasperini, cercano minuti preziosi per conquistare la fiducia dell’allenatore, ma anche per mettersi in mostra in vista del mercato di gennaio. In un reparto falcidiato da problemi fisici e immobilizzato da carenze strutturali, le ultime partite dell’anno solare sembrano decisive per il futuro del parco attaccanti. Insomma, gol o assist potrebbero allungare la vita a Ferguson, Dovbyk e Bailey dalle parti dell’Olimpico, ma anche accorciarla.

    Possibile un ritorno in Premier League per Ferguson

    Il giovane irlandese, arrivato in prestito (3 milioni di euro) con diritto di riscatto dal Brighton, ha vissuto una stagione tra ombre e qualche sprazzo di luce, vedi in primis la fresca doppietta contro il Celtic. L’impatto è stato notevole, ma poi gli è mancato il gol, arrivato per la prima volta contro la Cremonese (era fine novembre). Le voci di un possibile ritorno anticipato in Premier League non si sono spente dopo la prova d’orgoglio in Europa League: l’interruzione del prestito è ancora una strada percorribile. Anche perché al Brighton farebbe comodo il rientro alla base di Evan. L’ha lasciato intendere Hurzeler, l’allenatore degli inglesi, che di recente ha perso per infortunio la punta Tzimas: «Cercheremo di migliorare la squadra, dobbiamo capire quali cambiamenti vogliamo fare. Ferguson? Vedremo».

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