consigliato per te

  • in

    L'Udinese cede Perica al Watford: ufficiale

    UDINE – L’Udinese saluta ufficialmente Stipe Perica. L’attaccante croato arrivato in Friuli nel gennaio del 2015, vola al Watford a titolo definitivo dopo 71 presenze e 11 reti con la maglia bianconera. Il classe ’95 ha vestito in Italia la maglia del Frosinone, oltre a quella dei turchi del Kasimpasa e dei belgi del Mouscron, con cui nell’ultima annata a messo a segno 7 reti in 15 presenze. LEGGI TUTTO

  • in

    Fienga: “Dzeko alla Juve? Resterà capitano della Roma finché vorrà”

    SORIANO NEL CIMINO (Viterbo) – “Edin Dzeko è il capitano della Roma e, fin quando lo vorrà, sarà il capitano della Roma”, lo dice il ceo del club giallorosso, Guido Fienga in occasione del premio ‘Calabrese’ che gli è stato consegnato a Soriano nel Cimino. “Stiamo facendo il massimo sforzo per trattenere i giocatori importanti e questo deve essere riconosciuto – ha aggiunto parlando del mercato giallorosso – speriamo di poter commentare a fine sessione una politica diversa rispetto agli anni passati. Quali colpi farà la Roma sul mercato? Già abbiamo giocatori forti in squadra e una rosa competitiva. Se poi dovesse arrivare qualcuno è perché potrà portare un valore aggiunto”.
    Fienga su Totti e De Rossi
    “Un ritorno di Totti e De Rossi alla Roma? Io credo sia sbagliato mettere tutta questa pressione su un loro rientro – continua Fienga – hanno finito dei percorsi con questa società e ne hanno avviati altri. Sono stati parte della storia della Roma e lo saranno in futuro: ci sarà un momento prima o poi. Con loro abbiamo un rapporto sereno, non serve creare contrapposizioni perché non sono vere”. LEGGI TUTTO

  • in

    Venezie, riecco Molinaro: ufficiale il ritorno del difensore

    VENEZIA – Prosegue la campagna acquisti del Venezia che, dopo Taugourdeau, ufficializza un altro innesto. Torna in Laguna il difensore classe 1983 Cristian Molinaro, di nuovo arancioneroverde dopo l’arrivo nella scorsa sessione di calciomercato invernale: l’ex Frosinone e Juve, tra le altre, ha firmato fino al 30 giugno 2021 con opzione di rinnovo fino al 2022. LEGGI TUTTO

  • in

    Khedira-Higuain, partenze inevitabili

    TORINO – Nessuno scatto improvviso sul fronte cessioni, piuttosto una serie di sondaggi e contatti esplorativi in attesa che la Juventus risolva prima le singole situazioni contrattuali in bilico. O meglio: fosse solo per David Beckham e la sua voglia di prendere e portare a casa il Pipita, l’Inter Miami avrebbe già fatto firmare un buon contratto a Gonzalo Higuain. Buono, appunto, perché al momento le proposte che vorticano nei salotti del calciomercato non sfiorano neppure i 7,5 milioni netti più bonus guadagnati dall’attaccante argentino sotto contratto ancora per un anno. E’ lo stesso accordo di cui la società bianconera comunque farà a meno non appena Nicolas, fratello-agente della punta, si paleserà in Italia. Il Coronavirus ha frenato i tempi, ma la prospettiva non cambia: Higuain è fuori dal progetto di Andrea Pirlo e mentre attende che si trovi l’accordo per la rescissione del contratto, valuta il proprio futuro. Potrebbe davvero andare a giocare nella Major League Soccer, però a patto di accettare uno stipendio inferiore alle sue aspettative. LEGGI TUTTO

  • in

    Toro, Giampaolo sogna un regista e un trequartista

    TORINO – E dire che era ripartito benino, Urbano Cairo. Quasi bene. Perfino benissimo, almeno facendo poco entusiasmanti raffronti, all’insegna cioè del meno peggio, con le sfiancanti tempistiche dei mercati scorsi, giusto per non ripercorrere il suo intero quindicennio di reggenza. Tre rinforzi nel cuore di agosto, a pochi giorni di distanza l’uno dall’altro: due terzini – Ricardo Rodriguez, scaricato dal Milan; Mergim Vojvoda, acquistato dallo Standard Liegi – e un interno di centrocampo, Karol Linetty, prelevato dalla Sampdoria dopo un curioso tira e molla con il presidente Ferrero. Il tutto per una spesa complessiva, bonus più bonus meno, di 17 milioni e mezzo. Abbiamo massimo rispetto dei soldi, specialmente quelli altrui, per cui non ci permettiamo di dire che siano pochi, però ecco: non è esattamente il tipo di investimento – per quantità di esborso e soprattutto qualità di scelte, in questo caso non prioritarie – che ci si aspetterebbe da una società importante, con i conti a posto, dal nobile lignaggio ma dal recente passato inglorioso, con una tifoseria totalmente da riconquistare sul piano dell’affetto, della partecipazione e della fiducia, con un allenatore nuovo che Cairo ha detto di avere inseguito per anni (dopo che a suo tempo aveva sognato Mazzarri e un po’ tutti gli altri panchinari di volta in volta assunti e poi esonerati); un allenatore che – a detta di tutti, sé stesso e i suoi collaboratori/parenti in primis – ha bisogno di essere quasi scientificamente assecondato negli input tecnici, oltre che pazientemente atteso nel compito di trasformare in risultati concreti i propri dettami tattici.
    Cairo: “Torreira? Il Torino segue anche altri nomi”

    I nodi
    Il tempo, già. O meglio, le tempistiche. Eccolo, il vero nodo della rivoluzione-Giampaolo messa in cantiere al Toro. Proprio perché l’insegnante di calcio abruzzese ne necessita più della media dei colleghi, sarebbe il caso di procurargli con buon anticipo i pilastri del suo impianto di gioco: ovvero il regista – che oggi proprio non c’è (Rincon ci sta provando, ma fa un altro mestiere nella vita; il giovane Segre sarebbe un altro riciclato, comunque un adattamento) – e il trequartista, ruolo nel quale adesso si cimentano alternativamente Verdi e Berenguer, dopo vari e infruttuosi esperimenti tentati nella stagione scorsa. Questo per coerenza progettuale. Poi ci sono altri fattori, non secondari, da considerare. Il Toro è reduce da una delle stagioni più mortificanti della propria storia: non già per l’esito meramente numerico delle competizioni cui ha partecipato (sedicesimo posto in Serie A; eliminazione dall’Europa League – conquistata per estromissione del Milan – prima di accedere al tabellone principale; uscita ai quarti di finale dalla Coppa Italia dopo aver superato un solo turno, tremando, col Genoa), ma per le dinamiche sconcertanti e gli episodi umilianti che ne hanno segnato il cammino. […]
    Leggi l’articolo completo sull’edizione odierna di Tuttosport LEGGI TUTTO

  • in

    Suarez, sprint in Consolato: la Juve lo aspetta

    TORINO – Non è una finale di Champions, ma in questo momento Luis Suarez sta giocando una partita che reputa altrettanto importante: è quella per ottenere il passaporto comunitario, grazie alle origini friulane della moglie Sofia, in modo tale da raggiungere la Juventus prima della fine del mercato (5 ottobre). Il 33enne bomber del Barcellona, una volta indicato da Koeman fuori dal progetto blaugrana, si è messo in testa di giocare con i campioni d’Italia e intende fare di tutto per riuscirci. Dopo aver raggiunto un accordo con il club catalano per un’uscita praticamente da svincolato stile Rakitic (al massimo i bianconeri riconosceranno al Barcellona dei bonus al raggiungimento di determinati obiettivi) e avere in mano un’intesa totale con i campioni d’Italia (10 milioni netti per 3 anni, bonus inclusi), il Pistolero deve incastrare l’ultima tessera: quella del passaporto comunitario. Un passo necessario visto che i regolamenti della Liga (dove Luis ha sempre giocato da comunitario) sono diversi da quelli della Figc e la Juventus ha già occupato le due caselle per giocatori extracomunitari con il brasiliano Arthur e l’americano McKennie. LEGGI TUTTO

  • in

    Braida esclusivo: “Suarez ha il dna Juve. Vale Weah e Shevchenko”

    TORINO – «Suarez? Se fosse un quadro potrebbe essere l’Urlo di Munch». Parola di Ariedo Braida, tanto esperto e appassionato di calcio quanto di arte. «Ma quello di Munch è un grido di dolore, mentre quello di Luis è un invito alla battaglia. A vincere la partita, sempre». Braida, architetto del grande Milan di Berlusconi in tandem con il plenipotenziario Adriano Galliani, ha conosciuto da vicino – e di persona – l’uruguaiano nel mirino della Juventus durante i cinque anni trascorsi al Barcellona, di cui è stato dirigente fino allo scorso autunno.
    Se ripensa a Suarez, quale aneddoto le viene in mente?«Mi è capitato più volte di dirgli: “Tu sei italiano e friulano come me grazie a tua moglie”. Lui rideva, si faceva per scherzare».
    In realtà adesso le origini della moglie Sofia potrebbero essere decisive per fargli ottenere il passaporto comunitario e raggiungere la Juventus, con cui ha già un accordo di massima.«Non entro nell’argomento, sono cose personali. Comunque un po’ di italiano già lo parlava e nel caso farà presto a imparare la nostra lingua in fretta». LEGGI TUTTO

  • in

    Chiesa, Locatelli, Pogba: colpi Juve in lista d’attesa

    TORINO – Il segno davanti alle cifre, in fondo, è lo stesso: un meno. E così è come se le perdite a bilancio causate a tutte le società calcistiche dalla pandemia di Covid-19 si fossero trasformate in temperature: decine di gradi sottozero che hanno fatto piombare il calciomercato in una sorta di era glaciale. Qualcosa si è mosso, si muove e si muoverà, ma gran parte delle operazioni è rimasta imprigionata in questa crosta di ghiaccio. Che, se non altro, ha il pregio di mantenerle ibernate e in perfetto stato, pronte per essere scongelate quando temperature e bilanci risaliranno.

    POLPO IN GHIACCIO – La glaciazione ha colpito anche il mercato della Juventus. Con Kulusevski già in casa, Fabio Paratici è sfuggito alla morsa del gelo prima con lo scambio Pjanic-Arthur, poi prendendo McKennie in prestito e a breve lo farà di nuovo con l’operazione grande attaccante low cost.
    Almeno tre operazioni bianconere, però, sono rimaste prigioniere del ghiaccio. A cominciare da quella per Paul Pogba. Gli almeno 100 milioni chiesti dal Manchester United avrebbero rappresentato una spesa complicata anche senza l’effetto Covid, ma la Juventus avrebbe potuto pagarne una parte e, in un mercato più vivo, sarebbe stata in grado di reperire l’altra attraverso le cessioni. La congiuntura economica ha peraltro reso proibitivo anche l’ingaggio del Polpo, così l’operazione Pogback si è appunto congelata. Come dicevamo, però, la glaciazione ha colpito l’intera Europa e nessuno pare in grado di prendere il francese. Nel frattempo Mino Raiola parla «senza alcuna fretta» del rinnovo del contratto di Pogba, in scadenza nel 2022. Senza la firma a primavera lo United dovrà abbassare il prezzo e se il clima economico sarà più mite, la Juventus potrà provare a rompere il ghiaccio e riprendersi il francese. Impossibile, salvo cessioni clamorose, che possa succedere prima.
    Leggi l’articolo completo sull’edizione odierna di Tuttosport
    [[dugout:eyJrZXkiOiJHajBLWlhHciIsInAiOiJjb3JyaWVyZGVsbG9zcG9ydCIsInBsIjoiIn0=]] LEGGI TUTTO