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    Barcellona, Koeman a un passo: accordo biennale

    BARCELLONA (Spagna) – È Ronald Koeman il nome su cui Josep Maria Bartomeu, presidente del Barcellona, punterà per la rivoluzione post-Champions. Dopo la clamorosa sconfitta-eliminazione con il Bayern Monaco, il numero uno blaugrana è intervenuto personalmente per iniziare a gettare le basi della squadra che verrà. E la sua intenzione è quella di affidare al grande ex, attualmente alla guida della nazionale olandese, la panchina occupata da Quique Setien, ormai al capolinea. I due hanno già raggiunto un accordo per firmare un contratto biennale.
    Barcellona, mezza squadra è sul mercato!

    Koeman idolo del Barcellona
    Lascerà quindi la guida della selezione ‘orange’ per tornare nella città dov’è tuttora un idolo della tifoseria: un suo gol a Wembley, nella finale del 1992 contro la Sampdoria, diede al Barcellona la prima Coppa dei Campioni della sua storia. Unico problema da risolvere è che nel contratto di Koeman con la federcalcio olandese c’è una clausola che gli consente di svincolarsi in caso di chiamata da parte del Barcellona, ma dietro pagamento di una cifra (non se ne sa l’ammontare) e gli olandesi non intendono fare sconti. Della questione si sta occupando l’agente di Koeman, Rob Jansen. LEGGI TUTTO

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    Il dilemma di Dybala: o resta e si libera nel 2022 o va via per orgoglio

    TORINO – Paulo Dybala sfoglia la margherita: davanti a lui l’enorme dilemma sul futuro, restare o non restare alla Juventus visto che, come ogni estate, il suo nome finisce sul mercato. Dodici mesi fa aveva resistito a chimere e corteggiamenti, facendo valere la sua volontà di indossare ancora la maglia bianconera, nonostante la Juventus avesse portato avanti le trattative con Manchester United (scambio con Lukaku), Tottenham e Psg. Adesso le prospettive sono diverse: il nuovo tecnico Andrea Pirlo ha messo Cristiano Ronaldo – e non la Joya – al centro del suo progetto e vuole un centravanti vero a misura di CR7, in modo che possa esaltare ancora di più le sue doti di goleador; intanto non si sblocca la trattativa per il rinnovo di Dybala con i tempi per arrivare al possibile svincolo che sono lontani, ma non troppo (2022).
    Dybala in vacanza con De Paul e… il fisioterapista

    Tutti motivi che impongono una serie di riflessioni in casa Dybala. Di primo acchito Paulo sembra deciso ad alzare le barricate anche quest’anno. E ha degli ottimi argomenti da esibire: è stato uno dei migliori nella rosa bianconera, ha segnato gol decisivi per la conquista dello scudetto, ha sconfitto anche il Coronavirus, dopo 46 giorni di isolamento che non hanno condizionato le sue prestazioni alla ripartenza del campionato. Infine, può contare sempre sull’affetto dei tifosi, che si sono schierati compatti al suo fianco ai primi segnali di una possibile cessione. Ma esiste il nodo del contratto: per firmare il prolungamento la Joya chiede un ingaggio da top player, 15 milioni di euro, il doppio di quanto guadagna adesso, e un ruolo da protagonista. Sul primo punto la Juventus non intende al momento accontentarlo ed è disposta a spingersi fino a 10 milioni di stipendio, con la parte variabile legata a obiettivi personali e di squadra assai cospicua; stesso discorso sul secondo punto, dove la Joya viene sì considerato un giocatore molto importante, ma sempre un passo indietro rispetto al penta Pallone d’Oro.
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    Torino, La Gumina è la soluzione low cost

    TORINO – Non è un nome nuovo, in ambito Toro (era già stato seguito quando era a palermo), ma è un profilo che potrebbe diventare utile, ai granata: trattasi di Antonino La Gumina. Naturale sia così, dal momento in cui Vagnati cerca una soluzione low cost per irrobustire il pacchetto avanzato, aggiungendo un uomo in più in grado di dare respiro a Belotti e Zaza. L’attaccante palermitano stuzzica il ds granata, che già lo aveva trattato alla Spal nello scorso mercato di gennaio, nella fase in cui l’Empoli ha scelto di cederlo alla Sampdoria, in prestito. Non se ne fece nulla, ma ora il ds può riprovarci.

    Il dirigente granata è intrigato dal giocatore. Il talento c’è, fra Serie A e B ha dimostrato che il gol appartiene al suo Dna, ma ancora deve sbocciare. Può farlo in un contesto in cui nessuno gli chiederebbe di fare miracoli. E il Toro, in questo scenario, sarebbe la realtà perfetta per il bomber classe ’96. Pronto, nel caso, a sgomitare con Belotti, ma soprattutto Zaza, pur di conquistare la fiducia di Giampaolo. Attenzione, però, perché La Gumina è da maneggiare con cura. E’ reduce da un’annata negativa sotto tutti i punti di vista. Avrebbe dovuto riportare l’Empoli in Serie A, ma si è arenato già nel mese di gennaio: 4 gol in 17 partite, per l’uomo che era chiamato ad assicurare l’immediato ritorno nella massima serie degli azzurri, sono stati considerati pochi. Un bottino esiguo, che ha agevolato il prestito alla Sampdoria. Come il Toro, anche i blucerchiati a suo tempo fecero lo stesso ragionamento: prendere La Gumina significa arricchire numericamente e qualitativamente gli ultimi trenta metri, senza mettere eccessiva pressione ai titolari. E’ accaduto questo: in blucerchiato ha giocato solo cinque gare, complice anche l’esplosione di Bonazzoli, altro oggetto del desiderio di Vagnati, se non fosse per un prezzo nettamente più alto rispetto a quello di Antonino. Ora la Samp sta per riscattarlo (è arrivato a Genova in prestito con obbligo di riscatto), dall’Empoli, tanto che il Toro deve trattarlo con i blucerchiati.

    Con la speranza che stavolta La Gumina esploda davvero. Possibile che venga inserito un diritto di riscatto, nell’operazione col Toro. La trattativa per ora vive di un fuoco lento, ma la fiamma potrebbe presto divampare. Giampaolo, che lo aveva cercato già due anni fa, ha bisogno di un uomo in più, davanti. Di un pezzo grosso (Schick resta un sogno), ma anche di una scommessa come La Gumina, che il tecnico avrebbe appunto voluto portare a Genova già due anni fa. Ci riproverà. LEGGI TUTTO

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    Torino-Copenaghen, trattativa partita: in ballo c'è Varela

    Ecco la sorpresa di Ferragosto: è in Danimarca il terzino destro che può trasferirsi in granata. (…) Per Giampaolo è uno dei settori del campo più scoperti, oggi come oggi. Le ripetute trattative con Hysaj (due giorni fa anche un nuovo summit con il suo agente) e le chiacchierate con il ds napoletano Giuntoli non hanno spalancato portoni, anzi. E la Roma in questo momento è il concorrente principe che i granata si trovano a dover inseguire. Il pericolo di ritrovarsi, strada facendo, con un cerino in mano è alto, per Cairo e Vagnati.

    Vagnati, sorpresa Varela: è il nuovo terzino di Giampaolo?
    Ecco perché il ds ha aperto una trattativa inedita, fin qui mai emersa. Inaugurata in gran segreto negli ultimi tempi, ma adesso improvvisamente decollata. Una trattativa con il Copenaghen: Italia-Danimarca. In ballo c’è una freccia ancora giovane, ma già di grande esperienza: Guillermo Varela, 27 anni compiuti a marzo, uruguaiano. Nel suo palmarès, due campionati e una Supercoppa in Uruguay, un titolo nazionale in Danimarca, una Coppa d’Inghilterra e una Community Shield. In aggiunta, i gettoni raccolti in Nazionale. E’ insomma un giocatore già di respiro internazionale, di buona personalità. E’ un’operazione da 4 milioni, per il Torino: la cifra che può rappresentare anche il punto di caduta delle trattative, tenuto conto delle quotazioni “reali” del mercato danese (non certo l’area più cara del calcio europeo), ma anche della scadenza contrattuale del terzino, 2023 (e questo “protegge” il Copenaghen, a lungo termine).
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    Toro, Biglia il regista per Giampaolo: presentata l'offerta

    Un regista e una mezzala (ai quali eventualmente aggiungere un trequartista): queste le due priorità per il centrocampo granata. Con Marco Giampaolo che osserva gli sviluppi confidando di avere due giocatori, per due ruoli chiave, entro l’inizio del ritiro (i granata lavoreranno da mercoledì 19 al Fila, quindi dal 22 saranno a Biella per le due settimane canoniche di allenamenti lontano da Torino). Il ds Davide Vagnati si sta adoperando per accontentare il tecnico, e pur con il (basso) tetto di spesa imposto da Urbano Cairo punta a stringere in modo tale da definire la rosa nei tempi caldeggiati da Giampaolo.

    Iniziando con il regista, tra i ruoli, se non il ruolo chiave per eccellenza, l’ultima pista conduce a Lucas Biglia. L’argentino, che ha compiuto 34 anni il 30 gennaio, ha già dato il meglio di sé, in carriera, ma può rappresentare un investimento calibrato per una stagione o due. La prima ipotesi è quella sostenuta dal Toro, che infatti ha proposto all’ex nazionale argentino (58 presenze e un gol) un contratto annuale. Biglia attraverso il proprio entourage ha aperto alla soluzione granata, ma ha anche ribattuto di cercare un ingaggio biennale. Da 1,3 milioni a stagione. Il discorso è aperto e nei primi giorni dopo Ferragosto si dovrebbe avere il dentro o fuori (appena svincolato dal Milan, Biglia ha detto ai suoi agenti di voler tornare in Argentina, ma si è anche detto disposto a prolungare la sua esperienza europea: in Italia o in Spagna). Biglia è così l’ultimo profilo individuato, per il vertice basso del rombo di centrocampo che sarà varato da Giampaolo.
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    Grana Higuain poi rivoluzione Juve. Paratici va all’attacco

    TORINO – Scene da un matrimonio. E anche scene già viste. Quanto sta per accadere in casa Juventus (a tema Gonzalo Higuain) oscilla tra la trama d’un film d’amore senza lieto fine e una telenovela a puntate – tante puntate – che spesso si ripetono in quanto a trame e intrecci.

    La Juventus vorrebbe voltare pagina, magari persino stracciarla (quella di un contratto che altrimenti scade a giugno dell’anno prossimo) e cedere o svincolare l’attaccante argentino. Nei piani della società e dello staff tecnico c’è un nuovo numero 9 da affiancare a Cristiano Ronaldo che garantisca più feeling con il portoghese, più gol, più presenza. Presenza in area e presenza nei momenti decisivi. Per la verità il direttore generale bianconero Fabio Paratici ci aveva provato anche l’anno scorso a vendere il Pipita, di rientro dal prestito al Milan e al Chelsea, ma senza esito. Higuain aveva da un lato rifiutato qualsivoglia opportunità di migrazione e dall’altro garantito impegno e abnegazione agli ordini di Maurizio Sarri. Quantomeno per un po’ aveva trasformato parole in fatti, ma poi è venuto meno rispetto alle aspettative e dunque ora la storia si ripete.
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