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    Presidenti nudi, imboscate e champagne: quante storie di mercato all’hotel Gallia

    Lo storico edificio accanto alla Stazione Centrale di Milano tornerà a ospitare le trattative. Così nelle sue stanze, e lungo i suoi corridoi, è nato un mitoIl luogo, in questo caso, è la storia. Hotel Gallia, Milano, appena fuori dalla Stazione Centrale. Qui si sono consumate, e presto torneranno a consumarsi, autentiche avventure degne di un romanzo grottesco. Qui si sono acquistati giocatori in cambio di mandrie di mucche, si sono messe firme su pacchetti di sigarette come fossero assegni al portatore, si sono combinate vere e proprie imboscate affinché il tale non si trasferisse in quella squadra, ma all’ultimo momento ne scegliesse un’altra. E, a contornare questa trama che già di per sé sarebbe un’ottima base per un film in stile con la commedia italiana, magari con qualche battuta un po’ piccante, c’erano i racconti che la accompagnavano e, inevitabilmente, la ingigantivano. LEGGI TUTTO

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    Dieci talenti della Mls buoni per giocare in Europa

    Il campionato americano non è solo Insigne, Bale o il Chicharito: il livello cresce, e ci sono un bel po’ di uomini che in prospettiva costano poco e possono brillare anche nel nostro continente Insigne e Bernardeschi sono solo le ultime stelle catapultate nel mondo della Mls, un campionato sempre più in via di sviluppo. Negli States ormai non si trasferiscono solamente i giocatori a fine carriera come spesso accaduto in passato: la loro presenza ha aiutato e accelerato il processo di crescita, certo, ma le franchigie ormai possono contare anche su giovani cresciuti nelle proprie academy (come Weston Mckennie, cresciuto all’Academy di Dallas e successivamente ceduto allo Schalke 04 prima del trasferimento alla Juventus) o su calciatori comprati, valorizzati e commerciabili perché ancora giovani. LEGGI TUTTO

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    Manchester United, i tifosi stanchi di Cristiano Ronaldo: “Vattene”

    MANCHESTER (Inghilterra) – Non c’è pace per il Manchester United, dove continuano le tensioni tra Cristiano Ronaldo e l’ambiente. Dopo aver saltato la preparazione estiva per motivi personali, mentre il suo agente Jorge Mendes cercava invano per lui una nuova sistemazione con vista sulla Champions, alla fine CR7 si è aggregato tra le polemiche alla squadra del nuovo tecnico Ten Hag che lo ha lasciato in panchina al debutto in Premier League. 
    I tifosi insofferenti
    Un esordio amaro per i ‘Red Devils’, sconfitti in casa dal Brighton con l’ex Juve inserito nella ripresa ma incapace di ribaltare le sorti del match. Ma più della sconfitta a far rumore è stata la reazione di Ronaldo alla panchina, con espressioni di fastidio rivolte verso l’allenatore che sono presto diventate virali sui social dove un gruppo di tifosi dei Red Devils hanno lanciato la campagna #RonaldoOut. Ai sostenitori dello United non è andata giù la voglia del portoghese di lasciare il club, con il quale ha ancora un anno di contratto. Un legame che, al momento, CR7 sembra ‘costretto’ a rispettare. LEGGI TUTTO

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    Da Bielsa a De Zerbi, quali sono e a cosa ambiscono gli allenatori liberi

    La lunga estate dei tecnici senza panchina, fra vacanze tranquille e le chiamate che potrebbero arrivare da un momento all’altro Un bicchiere di vino, gli occhiali da sole e la compagnia di quei parenti che, di solito, non riescono a vedere per lunghi periodi. A pochi giorni da Ferragosto, gli allenatori senza squadra continuano a… godersi le vacanze. E ognuno lo fa a suo modo. Spalletti passava le giornate in campagna a prendersi cura delle sue vigne, Cosmi passeggia a Formentera e scatta selfie in compagnia di Blanco. LEGGI TUTTO

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    Da Cragno a Lukaku: i migliori acquisti della A fanno una squadra scudetto

    Abbiamo provato a giocare con i colpi più belli di questo mercato, ruolo per ruolo, e guardate che fior di formazione è uscitaLa ventunesima squadra della Serie A è, forse, anche la più forte del campionato. Se avete in mente una pole-scudetto – e ce l’avete in mente – non potete escluderla se non dando la colpa ad una concatenazione di sciagurati eventi che vi hanno mandato in bambola: tipo il sole che picchia come il più carogna dei terzini o il tipo che dietro l’ombrellone vi sta rimbecillendo mentre guarda a tutto volume tik-tok in loop, che se non la smette finisce male. Un esperto direbbe che è una squadra solida in difesa, dinamica sulle fasce, tosta in un centrocampo che riassume qualità e quantità, devastante dalla trequarti in su. Ok, d’estate dicono tutti così. LEGGI TUTTO

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    Serie B, Pisa: per la difesa ecco Rus

    PISA – Il Pisa, con un comunicato ufficiale pubblicato sul proprio sito, annuncia “di aver acquisito a titolo definitivo dalla Società MOL Fehervar, il diritto alle prestazioni sportive del calciatore Adrian Rus. Difensore centrale, classe 1996, Adrian Rus è stato uno dei punti fermi del MOL Fehervar formazione con cui è stato protagonista nel campionato magiaro e nelle competizioni europee; nel suo curriculum anche 14 presenze con la Nazionale Rumena. Il calciatore, che ha firmato un contratto che lo legherà al sodalizio nerazzurro fino al 30 giugno 2026, è già a disposizione dello staff tecnico”.Guarda la gallerySerie B 2022-23, il calendario LEGGI TUTTO

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    Ronaldo, rientro amaro con lo United: Diallo lo sostituisce e fa gol

    MANCHESTER (INGHILTERRA) – Un rientro in campo dal sapore amaro per Cristiano Ronaldo, il cui nome resta al centro delle voci di calciomercato ma senza che alcuna big d’Europa si muova davvero per esaudire quello che sembrerebbe il suo desiderio, lasciare il Manchester United e giocare la prossima Champions League.
    Diallo subito a segno
    Dopo aver saltato la preparazione con la squadra ed essersi quasi ‘autoconvocato’ per l’amichevole contro il Rayo Vallecano a Old Trafford, il portoghese è stato schierato titolare dal nuovo tecnico Erik Ten Hag. Dopo il primo tempo CR7 è stato poi lasciato negli spogliatoi all’intervallo, sostituito da Amad Diallo. Un impatto devastante sulla partita quello del 20enne ivoriano ex Atalanta, capace di sbloccare il match dopo appena tre minuti dal suo ingresso in campo. Una rete che non è bastata però ai ‘Red Devils’ per vincere il match, perché al 57′ è arrivato il pareggio di Garcia a fissare il risultato sull’1-1. LEGGI TUTTO

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    Toro, Policano: “Investire i soldi di Bremer. Finora nessun mercato”

    Un fisico imponente, grinta a badilate e qualche intervento oltre il limite del consentito gli erano valsi il soprannome di “Rambo”, peraltro coniato proprio durante l’esperienza al Torino. E a quell’appellativo, trent’anni più tardi, Roberto Policano è rimasto fedele anche lontano dal campo: «Il Torino sta dando via tutti i migliori, la piazza è a un punto di rottura definitivo: i tifosi sono stufi del presidente Cairo e dei suoi comportamenti», la sua panoramica sul mondo granata, un paio di giorni fa, a Tmw Radio. Anche perché, a una manciata di giorni dall’inizio della sta gione, le operazioni in entrata languono. «Difficile dare un giudizio sul mercato, perché finora praticamente non c’è stato – il pensiero del tornante sinistro al Torino dal 1989 al 1992, oggi osservatore dell’Udinese -. Ritardo sulla tabella di marcia? Dipende dai piani della società: se sono in programma almeno dieci acquisti, come chiedeva Juric a inizio estate, allora direi proprio di sì. Ma magari ci si fermerà senza arrivare alla doppia cifra».

    Roberto Policano, è preoccupato per le difficoltà del Torino?«Alla luce dei nomi che si leggono in questi giorni come possibili innesti, credo che Vagnati si stia muovendo bene. Lo conosco e mi fido di lui, perché è uno che annusa i talenti. Il problema è che non dipende solo da lui…»

    In che senso?«Le ambizioni del Torino, in questo momento, passano dalla volontà di Cairo di portare avanti investimenti. Se il mercato si rivelerà al risparmio, allora sarà inevitabile pensare alla solita stagione in cui puntare a una salvezza tranquilla».Altrimenti?«Altrimenti, alla luce della buona ossatura ereditata dallo scorso anno, si potrà pensare anche all’Europa. Ma serve almeno reinvestire il “tesoretto” accumulato con la cessione di Bremer».

    Come ha vissuto l’addio del brasiliano?«Da un punto di vista economico, l’operazione è stata corretta: al giorno d’oggi tutti quei milioni sono difficili da reperire e, di conseguenza, da rifiutare. Diciamo che sarebbe stata persino ineccepibile, se solo non fosse stato ceduto proprio là…»

    Sul caso Belotti, invece, che idea si è fatto?«La colpa sta probabilmente nel mezzo, perché si è aspettato troppo per iniziare a trattare il rinnovo di contratto. Ma sono dell’idea che il Gallo sia stato consigliato male: pensava di ritrovarsi tra le mani chissà quale proposta, invece a fine luglio è ancora svincolato. E ormai lontano da una piazza che lo ha amato come pochi altri dove, al posto suo, sarei rimasto senza alcun tentennamento».

    E ora quali sono le priorità sul mercato?«Rimpiazzare questi due punti di riferimento che sono stati persi, innanzitutto: serve un centrale che attutisca la partenza di Bremer, che a tratti nelle ultime stagioni ha alzato un muro invalicabile quasi da solo, e un attaccante che garantisca almeno la doppia cifra per apporto di reti».

    Chi è il nuovo punto di riferimento del Torino?«Sicuramente Lukic, la sua crescita mi ha impressionato: con Juric ha acquisito intensità ed è migliorato anche nel recupero del pallone. Ora è un centrocampista tra i più completi della Serie A, indispensabile in entrambe le fasi di gioco».

    Lukic l’ultima rivelazione, quale sarà la prossima?«Confido in Pellegri, che era considerato un giovane di enorme prospettiva: se riuscirà a mettere da parte gli acciacchi e tornare nei binari che aveva imboccato, allora potrà essere la sorpresa del prossimo campionato».

    Juric è stata una sorpresa?«No, per il semplice fatto che non lo scopriamo oggi. Il tecnico è un grande valore aggiunto: ha dato un’impronta importante e ha convinto il gruppo a seguirlo nell’idea di un calcio molto dispendioso. E poi ha assicurato uno spirito molto da Toro: la sua figura calza a pennello in questa realtà».

    Il tecnico croato ha costruito qualcosa che le ricorda il gruppo dei suoi tempi?«Difficile fare paragoni, perché quello era un calcio profondamente diverso. Ma la mentalità che ha inculcato è quella giusta, lo dimostra l’impegno in campo della squadra lo scorso anno nelle vittorie come anche nelle sconfitte». LEGGI TUTTO