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    Sabatini esclusivo: “Juve, prendi Icardi”

    «Mi resta la delusione per come è finita con il Bologna, un laboratorio di calcio in cui credevo molto. Non sono andato via volontariamente. È stato il presidente Saputo ad indicarmi la porta e io, nonostante l’anno di contratto, non ho alzato le barricate».

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    Chiuda gli occhi e si immagini già direttore sportivo del suo nuovo club: il primo rinforzo?

    «Se parliamo di un top club, ipotizziamo il Chelsea così in Italia non si offende nessuno, proverei a prendere immediatamente Dybala. Immagino che tanti storcerebbero il naso sostenendo che Paulo non è fatto per la Premier. Ma Dybala è fatto per il calcio: è uno che, con le sue giocate inimitabili, accende la gioia, i compagni, le tifoserie. Purtroppo nell’ultimo anno è stato condizionato da tanti stop. La Juventus fa bene a tenerselo stretto».

    Allegri allena un altro suo vecchio pallino, quell’Adrien Rabiot vicinissimo alla sua Roma in passato e ora super criticato. Ha cambiato idea sul francese?

    «Rispetto le opinioni di tutti, ma è avventato chi definisce Rabiot un centrocampista scarso o mediocre. Io non ho cambiato idea su Adrien! È fortissimo, ma ha un difetto: quando gioca male, per caratteristiche è uno che si nota e si prende i fischi. Ci sono tantissimi altri giocatori che quando fanno male passano inosservati ».

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    Cherubini, uomo mercato della Juventus, è umbro come lei…

    «Federico era un trequartista che sapeva giocare a calcio. Professionalmente ci siamo incrociati poco, però lui è cresciuto nell’ottima scuola di Marotta e Paratici».

    La Juventus è alla ricerca di un nove d’area per rafforzare la squadra di Allegri. Il sogno è Vlahovic.

    «Intanto bisogna fare i complimenti a Corvino, che questo straordinario bomber lo portò a Firenze a 17 anni. E anche a uno come Rino Foschi, che ai tempi del Palermo prese il giovane Cavani. Vlahovic appartiene alla categoria degli attaccanti decisivi: lo metto alla pari dei quasi coetanei Mbappé e Haaland. E ci metto pure Osimhen. Vlahovic èd ideale per qualsiasi big europea».

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    La Juventus ha inaugurato un progetto giovani per il dopo Ronaldo: si può vincere puntando sugli Under 25?

    «Più che l’età, conta la qualità. Io distinguo tra giocatori forti e scarsi. Poi, ovvio, i giovani bravi vanno integrati con qualche giocatore esperto».

    A bruciapelo: come vedrebbe Icardi alla Juventus?

    «Benissimo!».

    Da dirigente non temerebbe la telenovela con la moglie Wanda Nara degli ultimi mesi?

    «Ho avuto Mauro all’Inter e l’ho potuto studiare da vicino. Innanzitutto è un bravissimo padre e Wanda è la mamma delle sue bambine. Poi Icardi in campo è uno speculatore dell’area di rigore, capisce prima dove arriva il pallone. In Italia segnerà sempre 25 gol, anche a 50 anni… E in ogni caso in campo non vanno le possibili beghe».

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    Serie A, attenzione: ok Smalling & co, ma non è tutto oro quello che arriva dalla Premier

    In Inghilterra si gioca un calcio di livello superiore, ma non è detto che i loro esuberi possano trionfare da noi. Ci sono esempi positivi, ma non sempre è possibile ripetersi Una nuova tendenza si è ormai consolidata nel calcio italiano, o meglio sul mercato italiano. L’attenzione fortissima alla Premier: uno sguardo sempre attento, sempre più attento, alle possibili occasioni. LEGGI TUTTO

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    BBC Sport: “Lo United ha rifiutato l'offerta del Siviglia per Martial”

    Secondo BBC Sport, il Manchester United avrebbe rifiutato la prima offesniva del Siviglia per portare in Andalusia Anthony Martial. Il giocatore, che piace anche alla Juventus ma non solo, vuole lasciare Manchester e i Red Devils sarebbero disposti ad accontentarlo ma alle loro condizioni. L’offerta del Siviglia sarebbe stata quella di un prestito secco dove i Red Devils avrebbero dovuto pagare anche metà dell’ingaggio del francese, proposta che non parrebbe aver soddisfatto gli inglesi.

    L’avventura di Martial allo United

    Il Manchester United, per avere Martial, nel 2015 ha sborsato 36 milioni di sterline per strapparlo al Monaco, squadra nella quale si era messo in mostra. Quest’anno ha giocato pochissimo, vista la presenza in squadra di Ronaldo, Cavani e Sancho. Con i Red Devils ha segnato 79 gol in 268 presenze e ha vinto, tra le altre cose, l’Europa League nel 2017.  LEGGI TUTTO

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    Insigne, e se spuntasse una big? Ancora zero offerte ma attenti al finale a sorpresa…

    L’attaccante del Napoli è allettato dal super contratto proposto da Toronto, ma prende tempo. Proposte vere in Europa non ne sono arrivate, ma c’è tempo Lorenzo Insigne è tentato da Toronto, dalla Mls e da una cascata di dollari. Ma non ha firmato e questa situazione intanto fa la differenza, in attesa di una decisione definitiva. Se firmasse, farebbe come Giovinco: il conto in banca si gonfierebbe a dismisura, però calcisticamente uscirebbe dal grande giro. LEGGI TUTTO

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    Pogba alla Juve, perché si può. Il Polpo ci pensa

    Tra poco meno di una settimana Paul Pogba sarà libero di accordarsi con un altro club e firmare un contratto valido dal 1° luglio. Le possibilità che rimanga al Manchester United sembrano davvero poche, visto che il club non parla più di trattativa e le parole di Mino Raiola non hanno lasciato molti dubbi. Sì, ma quindi dove potrebbe andare Pogba? Ci sono due piste principali: quella che porta al Paris Saint Germain, dove Raiola è di casa e che così potrebbe continuare ad avere una stella francese dopo il probabilissimo addio di Mbappè (destinazione Madrid), ma c’è anche l’opzione Real Madrid, club al quale Pogba è stato spesso associato e che deve rinnovare i mostri sacri del suo centrocampo. E la Juventus? Ragionare di un’ipotesi bianconera sembra una follia dato il contesto economico, ma il rischio è quello di sottovalutare un’opzione, certamente meno probabile, ma comunque possibile.Sullo stesso argomentoManchester United, Rangnick: “Pogba? Non devo convincerlo a restare”Calciomercato

    La situazione

    Pogba si libera a zero e quindi non comporterebbe un investimento per il cartellino (anche se resta da verificare a quanto ammonta la commissione di Raiola, forse il principale freno all’operazione, vista l’aria che tira alla Continassa). Certo, l’ingaggio di Paul Pogba non è indifferente. Per convincerlo a firmare potrebbe essere necessario un salario fra i 12 e i 14 milioni di euro netti a stagione. Ma in compenso potrebbe usufruire del decreto crescita, pensando dunque per una ventina di milioni lordi nella peggiore delle ipotesi. In questo momento la Juventus si è posta come obiettivo quello di non aumentare il monte ingaggi, ma nello stesso tempo ha in rosa due giocatori sommando lo stipendio dei quali si ottiene una cifra di poco superiore ai 20 milioni. Insomma, non solo la partenza dei due centrocampisti libererebbe spazio nel reparto al ritorno di Paul Pogba, ma anche nel monte ingaggi che potrebbe accogliere quello del Polpo senza sforamenti. La quadratura del cerchio?

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    L'Atalanta va all'attacco: ecco l'assalto a Boga

    BERGAMO – Il girone di andata dell’Atalanta è stato il migliore di sempre: mai, i nerazzurri, avevano chiuso a metà campionato con 38 punti e al quarto posto. Il miglioramento rispetto all’anno scorso è importante visto che i 36 punti conquistati valevano la quinta piazza con un punto di ritardo dalla Roma mentre oggi il vantaggio sulla prima squadra fuori dalla zona Champions League è di 4 punti.

    La domanda, tuttavia, è molto semplice: come si migliora la squadra di Gasperini? Che operazioni ci sono in cantiere pensando all’imminente mercato di gennaio? La società del presidente Percassi, solitamente, sfrutta questa finestra di riparazione con due obiettivi: coprire le falle della rosa (quest’anno non ce ne sono) e chiudere operazioni per il futuro, sia in entrata che in uscita. Considerando il tedesco Gosens come un nuovo innesto, l’unico reparto che potrebbe cambiare un po’ volto è quello offensivo.

    L’indiziato numero uno a lasciare Bergamo è Aleksej Miranchuk, il russo non si è mai davvero integrato nel gioco di Gasperini e lo stesso tecnico ha più volte sottolineato come ad una certa abbondanza di mancini che giocano da rifinitori d’attacco (Ilicic, Malinovskyi e appunto Miranchuk) non corrisponde tanta possibilità di scelta tra i “destri”: Pasalic e Muriel (adattato) sono gli unici due che possono muoversi nella zona sinistra del tridente. A questo proposito, il numero 9 sudamericano non è sul mercato e non ci sono avvisaglie che possa finirci a breve. Parliamo di un giocatore importante che, tuttavia, è stato protagonista di un avvio di stagione decisamente lontano dai suoi standard di rendimento e il cui valore, in questo momento, è decisamente più basso rispetto al passato.

    Il mantenimento in rosa di Muriel, che può giocare sia al posto di Zapata che al suo fianco, è abbastanza scontato con il franco-ivoriano del Sassuolo, Boga che potrebbe invece arrivare a Bergamo per alzare il livello del gruppo e offrire una nuova soluzione al tecnico Gasperini. L’attaccante dei neroverdi è senza dubbio l’indiziato numero uno per l’attacco dell’Atalanta, secondo i rumors di mercato delle ultime settimane i dirigenti orobici si sarebbero spinti fino a 22 milioni (bonus compresi) a fronte di una richiesta degli emiliani di circa 25 milioni.

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    Tuttosport a caccia di talenti. “Onana? Mix di Zakaria e Bakayoko”

    La rubrica Tuttosport a caccia di talenti riparte da Lille, in Francia.

    «Vogliamo diventare una fabbrica di talenti», ha raccontato nei giorni scorsi Olivier Létang, il 13 dicembre incoronato “Best European President” durante la cerimonia del Golden Boy organizzata da Tuttosport alla Nuvola Lavazza di Torino. In realtà i campioni di Francia stanno già sfornando giovani interessanti. «Dietro al famoso Golden Boy 2016 Renato Sanches, campione d’Europa con il Portogallo nello stesso anno, occhio al centrocampista classe 2001 Amadou Onana», racconta Stefano Piro, uno dei quattro osservatori (gli altri sono La Spisa, Moro e Panfili) che segue le partite di tutto il mondo anche per Tuttosport.

    Su Tuttosport in edicola oggi, 24 dicembre, la dettagliata scheda tecnica dell’osservatore Stefano Piro su Amadou Onana accompagnata dalle statistiche di Wyscout.

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    Juve, il bomber arriva: Martial e Icardi i nomi caldi

    TORINO – C ’è una Juventus sul campo, pronta ad archiviare il 2021 e ammiccare al 2022 perché sia un anno diverso, e c’è una Juventus fuori dal campo, affacciata alla finestra per capire che aria tira e magari annusare l’opportunità di mercato da cogliere al volo. Il punto di partenza non cambia: se la rosa di Massimiliano Allegri sarà rinfrescata con uno-due acquisti di spessore (un centravanti in pole, una mezz’ala nelle retrovie qualora spuntasse un’occasione), si tratterà di colpi non costosi, giocatori che non guadagnano troppo e subito pronti, considerato che la stagione è ancora nel vivo e nei prossimi due mesi troverà un senso compiuto. Si ricomincia dalle cessioni necessarie per questioni tecniche ed economiche – Arthur e Ramsey i calciatori trattabili, con il brasiliano nel mirino del Siviglia e accostato all’Arsenal – cui seguiranno innesti legati a idee non ancora sviluppate.

    Gli obiettivi della Juve

    Di sicuro la Juve punta sugli scontenti, il che naturalmente comporta il rischio di imbattersi in elementi non più giovanissimi: come il 28enne Icardi oppure il classe ’87 Cavani in fuga dal Manchester United (con il Barcellona, tuttavia, in corsia di sorpasso), o ancora l’89 Aubameyang in rotta con l’Arsenal o il ’94 Mitrovic che il Fulham non blinda né regala. La coppia di talenti prediletti risponde ai nomi del 2000 Vlahovic e del ’99 Scamacca, accomunati da un analogo destino a stretto giro: rispettivamente Fiorentina e Sassuolo non li cedono ora a meno di un’offerta monstre. Serve tempo per imbastire operazioni di questa portata, ma soprattutto l’eventuale voglia degli emiliani di privarsi della punta, seguita dalla stessa Fiorentina. Anche se il Manchester United non lo cede a prezzo di saldo, occhio pure al ’95 Martial, considerato che tra il suo agente e il tecnico Rangnick non c’è feeling. In mezzo non tramonta il ’96 Zakaria in scadenza con il Borussia Mönchengladbach, dove anche il 2001 Koné è sotto osservazione. Nomi che non decollano perché l’impellente necessità di vendere prevale su tutto.

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