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    Ricci si ribella: “Dalla Nazionale al campetto, sono svincolato e non lo merito”

    Il regista ex Spezia e un mercato al contrario: convocato a marzo in azzurro da Mancini, oggi si allena da solo e aspetta una chiamata. “Delusione e impazienza: voglio giocare, voglio tornare in campo prima possibile”Dove è finito Matteo Ricci? “Sono a Roma, casa mia. Quartiere Talenti, zona nord. Mi alleno ogni giorno con un amico preparatore e aspetto che il telefono mi porti la bella notizia. È un periodo molto difficile, non lo nego. E se poi ripenso a quello che è successo a marzo, alla Nazionale…”. LEGGI TUTTO

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    Juve: Dragusin esce, De Sciglio resta

    TORINO – Due acquisti Massimiliano Allegri ha deciso di farli ripescando due giocatori di rientro dai prestiti. Più che il mercato – qualche offerta c’era – è stato il Conte Max a voler trattenere a Torino Mattia De Sciglio (ultima stagione a Lione) e Daniele Rugani , reduce da sei mesi a Cagliari e altrettanti a Rennes. Il tecnico della Juventus si terrà stretti due giocatori che conosce a memoria, anche se la loro situazione contrattuale è profondamente diversa. De Sciglio, pupillo storico di Max, ha un accordo in scadenza il 30 giugno 2022, mentre Rugani è legato alla Juventus fino al 2024 e con un ingaggio che un po’ ha spaventato i club potenzialmente acquirenti. Il discorso è valido soprattutto in Italia dove la Fiorentina e il Napoli in tempi distinti hanno provato a sondare il terreno con il club bianconero, ma la risposta è stata sempre la stessa: l’ex Cagliari non si muove perché la cessione di Merih Demiral all’Atalanta gli ha consentito di scalare una posizione nelle gerarchie dietro agli intoccabili Matthijs de Ligt , Giorgio Chiellini e Leonardo Bonucci . E poi se esiste un giocatore che non crea problemi se non gioca titolare, costui è proprio Rugani. Quanto a De Sciglio, l’esperienza in prestito al Lione non ha avuto seguito malgrado in coda all’ultima stagione sembrasse chiara l’intenzione dell’ex milanista di rimanere in Francia. Non è stato così e il ritorno di Allegri al timone della Juve ha agevolato le cose: Max è perfettamente consapevole del fatto che De Sciglio sia un elemento utile su entrambe le fasce e sempre pronto quando necessario. Mattia sarebbe adatto a sostituire Juan Cuadrado o Danilo schierati sulla corsia destra e anche Alex Sandro sulla sinistra. 

    Juve, Dragusin in uscita

    La scelta di puntare sui rientranti De Sciglio e Rugani ha portato come conseguenza quella di sacrificare due giovani come Radu Dragusin e Luca Pellegrini , rientrato alla Continassa dopo una stagione al Genoa. L’ex romanista, domenica in panchina a Udine per il debutto in campionato della squadra di Allegri, è pronto a rifare le valigie. Alla Continassa stanno valutando diverse opzioni per il laterale sinistro: qualche sondaggio è arrivato anche dall’estero. Dovrebbe restare in Italia, invece, Dragusin.

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    Juve, ecco il perché del no a Donnarumma

    Perché la Juventus non ha preso Gigio Donnarumma, libero a parametro zero? L’interrogativo è stato sul podio delle domande di un estate di mercato fiaccata dalla crisi economica. E domenica, quando Wojciech Szczesny viveva il suo personale incubo sportivo, è certamente salita sul gradino più alto. Per rispondere bisogna prima ricostruire i fatti. In un primo momento, diciamo all’inizio della primavera, c’erano stati degli abboccamenti tra Fabio Paratici e Mino Raiola. Qualcosa era stato apparecchiato e, anche nel giro azzurro, si chiacchierava fitto di un futuro bianconero per il numero uno di Roberto Mancini. Poi Paratici ha lasciato la Juventus e la trattativa si è sgonfiata.Guarda la galleryDa Ronaldo a Dybala, ecco cosa guidano i giocatori della Juve LEGGI TUTTO

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    Torino, i segnali di svolta vera e lo spirito di Belotti: subito i rinforzi giusti

    TORINO –  Nel mix, davvero variegato e contrastante, di reazioni alla prima uscita (e alla prima fregatura) del Toro di Juric in campionato, ce n’è una che domina per distacco: perché, nell’arco di quei 95 minuti di  speranze e frustrazioni, è venuta almeno una volta in mente a ogni spettatore: cosa sarebbe successo – ma soprattutto: come sarebbe finita la partita con l’Atalanta – se Vagnati avesse dato al tecnico croato i due/tre/quattro rinforzi di ruolo richiesti? Non Pelé e Maradona, eh; manco Messi, che pure era finalmente tornato sul mercato prima che il Psg lo soffiasse a Cairo («purtroppo non è in vendita» celiò il presidente un paio di estati fa). Un mediano di personalità e piedi decenti da affiancare a  Mandragora; un trequartista nato tale e non un riciclato alla Linetty, un’incognita alla Verdi , un ordinario alla Lukic, un mazzolatore come Rincon, un impalpabile come Baselli; un attaccante che  non sia un’altra prima punta (Jurix  dixit, con riferimenti a Sanabria e Zaza) e sappia integrarsi a Belotti; un difensore che compensi a perdita di Nkoulou, la partenza di Lyanco, le amnesie di Izzo, i limiti di Djidji, la giovinezza di  Buongiorno e non renda obbligatorio l’impiego di Rodriguez a  supporto di Bremer, l’unico di retroguardia oggi davvero affidabile  a 360 gradi. Già così il Toro avrebbe meritato non solo di non perdere, ma addirittura di vincere. Lo ha ammesso perfino Gasperini. Ora, se giammai è il caso di  esaltarsi o anche solo illudersi  per quanto di buono visto sabato- alla fine della fiera il Torino  ha comunque iniziato perdendo in casa) esattamente come aveva finito – mai come stavolta suona fuori luogo perseverare nel catastrofismo a prescindere. È certo legittimo lo scetticismo di tantissimi tifosi ustionati, da corsi e ricorsi  sempre terribilmente simili e urticanti, ma quanti hanno recensito lo stesso film già girato da Giampaolo & C. o non hanno guardato la partita oppure sono accecati dalla prevenzione, comprensibile ma in questo caso ingenerosa. Non per la società, sia chiaro, visto che le responsabilità dello sfascio degli ultimi anni è giusto che sempre lì ricadano, ma per i  segnali di gioco, di atteggiamento, di ritmo, di approccio al match, di  gestione delle difficoltà, di reattività e propositività.Guarda la galleryTorino beffato al 93′: Piccoli regala il successo all’Atalanta LEGGI TUTTO

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    Clamorosa idea di scambio last minute: Paratici su McKennie, Ndombele per la Juve!

    TORINO – Irrompe Fabio Paratici nel mercato della Juventus. L’ex dg bianconero, ora uomo mercato del Tottenham, si è fatto avanti per Weston McKennie, una delle sue tante intuizioni di scouting realizzate negli undici anni a Torino. Paratici aveva scovato il centrocampista americano seguendo la Bundesliga durante il primo lockdown e alla fine, visto il muro della passata stagione del Sassuolo per Manuel Locatelli, aveva deciso di affondare con un blitz dei suoi. A distanza di un anno la Juventus ha ingaggiato l’azzurro e la posizione di McKennie è segnalata in bilico. Così Paratici ha bussato alla porta dell’ex braccio destro Federico Cherubini, diventato il suo successore alla Juventus, per verificare la situazione del jolly statunitense. Il Tottenham cerca una mezzala, ma per fargli spazio vorrebbe prima vendere qualcuno. Ecco perché Paratici, nei contatti avuti con Cherubini, ha proposto uno scambio di centrocampisti: Tanguy Ndombele, già trattato dalla Juventus quando il francese giocava ancora nel Lione, per McKennie. Al momento è un’idea. Paratici e Cherubini ne stanno discutendo e, stando a quanto filtra dai salotti del mercato, per il momento ad avere maggiori dubbi sembra essere proprio la Juventus.Guarda la galleryUdinese-Juve, così giocherebbe Allegri senza Ronaldo LEGGI TUTTO

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    Torino, Lyanco al Southampton riapre la via per Messias

    TORINO – Doveva andare al  Betis,  Lyanco. Sembrava tutto fatto: e poi i tweet tra il giocatore e i tifosi, uno dopo l’altro, frasi d’amore e d’affetto. Poi sembrava fosse la volta della Premier con il passaggio al Watford via Udinese: la società friulana dei Pozzo lo avrebbe preso in cambio  di Becao per poi girarlo al club “fratello” in Inghilterra. Prima ancora si parlava di  Bologna (il giocatore è sempre stato graditissimo a Mihajlovic) e prima ancora dello Sporting Lisbona. Di tutto, di più. Tutti lo volevano, ma nessuno lo ha preso. Adesso sembra arrivata la volta buona. Tira e molla, Davide Vagnati lo sta sistemando al Southampton. Operazione a titolo definitivo, con il club inglese che verserà circa 7,5 milioni di  euro più eventuali bonus e  più eventuale percentuale sulla vendita futura nelle casse del club di Urbano Cairo che attende l’esito della trattativa postando su Instagram una foto di lui al mare. Ma torniamo alla  trattativa in fase di chiusura. La richiesta originaria del Torino per Lyanco era di 8 milioni di euro, ma a fare la differenza è stata la volontà del giocatore che aveva comunicato alla squadra e alla  dirigenza la sua intenzione di lasciare la Serie A. E questo lo avevano capito tutti, proprio tutti, tant’è che nell’ultimo periodo il giocatore si allenava a parte. Arrivato in Italia nella stagione 2017/18  dal San Paolo, Lyanco ha collezionato 53  presenze con la maglia del Torino. Nella sua esperienza italiana il difensore ha anche vestito anche la maglia del Bologna nella stagione 2018/19, squadra in cui si  trasferì in prestito. Nell’ultima stagione è  sceso in campo 25 volte, tra campionato e Coppa Italia, realizzando una rete. Più bassi che alti, spesso figli della distrazione. Non ha mai dato l’impressione di essere decisivo; almeno, non in positivo, a  parte qualche sporadico exploit figlio del suo indubbio atletismo e dei piedi piuttosto buoni, per essere un difensore.Guarda la galleryTorino, ecco la terza maglia: torna il logo storico

    Messias e Orsolini gli obiettivi

    Dalla cessione definitiva del brasiliano (più quella di Meité al Benfica per 6 milioni) possono arrivare i soldi per prendere, finalmente, almeno uno dei due trequartisti di cui Juric ha assolutamente bisogno, perché Pobega la prossima settimana dovrebbe arrivare dal Milan in prestito senza tirar fuori neppure un euro. Quindi la spesa sarà fatta (si spera) per un solo giocatore. E i due nomi sono sempre gli stessi: Messias e Orsolini.

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    McKennie in Premier League: serve un’offerta da 30 milioni. Pjanic aspetta

    TORINO – Miralem Pjanic non è mai stato considerato un’alternativa a Manuel Locatelli, semmai un’ipotetica aggiunta purché a condizioni favorevoli. E la Juventus non ha mai perso il sonno pur di riportare il bosniaco a casa dopo un anno di “esilio”, ma al tempo stesso se si prospettasse un’opportunità vorrebbe non lasciarsela scappare. Massimiliano Allegri dai “portatori di qualità e genio” è sempre incantato e se l’ex romanista tornasse a Torino non direbbe di no, come testimoniano i frequenti contatti tra i diretti interessati. Però occhio a due elementi fortemente condizionanti: 1) per Pjanic non c’è posto nell’attuale lista Champions bianconera; 2) per Pjanic va trovato l’accordo con il Barcellona in tutti i dettagli, senza contare il fatto che il suo agente Fali Ramadani lo stia proponendo ovunque e la Roma un pensierino lo fa volentieri.Guarda la galleryJuve, c’è un ospite speciale: ecco Quartararo

    McKennie è quello che ha ricevuto le proposte più interessanti

    Detto che se fosse solo per il giocatore non ci sarebbero dubbi – destinazione Juventus – il primo nodo potrebbe essere risolto con l’uscita di un componente della rosa di Allegri. Aaron Ramsey? Per la verità, più passano i giorni e più non solo il gallese si autoblinda ai cancelli della Continassa, ma di offerte concrete neppure l’ombra. L’indiziato, ora, sarebbe l’americano Weston McKennie. Intendiamoci, Max non l’ha bocciato, però non ha neanche consigliato di custodirlo in una teca gigante per le grandi occasioni. Il nazionale statunitense classe ’98, dopo la titolarità contro il Cesena quando il resto del gruppo era ancora in ferie, è sempre entrato in corso d’opera in questo precampionato senza brillare: al cospetto di Barcellona, Atalanta e Under 23, poca sostanza. Mettiamola così: Wes non è un titolarissimo di Allegri, il che non significa che il ragazzo non abbia le capacità per esaudire le richieste del tecnico – i 10 gol auspicati possono bastare – ma dovrà lavorare molto. Allora perché proprio McKennie sul banco dei cedibili? Perché è colui che ha ricevuto le proposte più interessanti.

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    Guarda la galleryJuve, Dybala e Morata show davanti a Locatelli: 3-0 all’Under 23 LEGGI TUTTO

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    Indicatore di liquidità sforato da 7 club di A: in 3 casi sono dovuti intervenire i soci. E c'entra Locatelli

    Nell’era del Covid il parametro della Federcalcio è stato un ostacolo ancora più difficile da superare, anche se il problema principale per le società è che non ci sono soldi… Il Covid ha messo in ginocchio l’industria calcistica e prosciugato le casse dei club. Ovunque. Anche e soprattutto in Italia, che ancor prima della pandemia viveva su un precario equilibrio economico-finanziario, con perdite di 300 milioni e debiti netti di 2,5 miliardi al 30 giugno 2019. Non ci sono più soldi, semplicemente. Lo si sta notando sul mercato, dove le operazioni a titolo oneroso sono merce rarissima. LEGGI TUTTO