consigliato per te

  • in

    La Juve si muove e Pjanic si avvicina

    L’edizione digitale del giornale, sempre con teOvunque ti trovi, tutte le informazioni su: partite, storie, approfondimenti, interviste, commenti, rubriche, classifiche, tabellini, formazioni, anteprime.Sempre con te, come vuoiABBONATI ORALeggi il giornale LEGGI TUTTO

  • in

    Bayern Monaco su Danilo, la Juve: no

    TORINO – Le mille ramificazioni del mercato possono condurre fin dove non ti aspetti. Prendete Danilo: il brasiliano è al centro dei pensieri di Massimiliano Allegri e nel cuore della Juventus futura, ma quando un club – a maggior ragione se dal forte potere attrattivo – ti cerca si può pure stare ad ascoltare. E nel caso rispondere, cordialmente, no. Il Bayern Monaco che si mette a caccia del terzino multitasking bianconero non è una novità così grande, se solo si considera che anche un anno fa i tedeschi s’erano informati sull’ex Manchester City muovendo intermediari fidati. Nessuna offerta allora, nessuna proposta irrifiutabile oggi, ma le sirene bavaresi meritano di essere comunque monitorate. Julian Nagelsmann, allenatore rampante del Bayern, è ambizioso il giusto e quel 30enne che da due stagioni si sta ritagliando un ruolo sempre più importante nella Juve non gli è mai dispiaciuto. Del resto, 78 presenze (più tre gol a corredo) testmoniano quanto Danilo sia stato fondamentale sia per Maurizio Sarri sia per Andrea Pirlo. LEGGI TUTTO

  • in

    Mentana: “L'Inter sbaglia se cede Lukaku, Zhang chieda aiuto”

    MILANO – Ansia nella Milano interista per l’assalto del Chelsea a Romelu Lukaku. Al momento i campioni d’Italia hanno rifiutato un’offerta da 100 milioni più il cartellino del jolly spagnolo Marcos Alonso (oltre ai 15 milioni all’anno offerti al centravanti belga che ci starebbe pensando), ma i londinesi sarebbero pronti a rilanciare fino a 130 milioni e a quel punto sarebbe difficile resistere per la dirigenza nerazzurra. Sui social intanto i tifosi restano in apprensione e sono tanti quelli che esprimono delusione per una cessione considerata ormai in dirittura d’arrivo.
    “Come sostituirlo adesso?”
    Tra questi ce n’è uno vip come il giornalista Enrico Mentana, che partecipa anche al progetto di azionariato popolare lanciato da Carlo Cottarelli e ha affidato il suo pensiero a un post pubblicato sul proprio profilo Facebook: “Ci avevano spiegato che per rimettere in sesto il bilancio era necessario un sacrificio, la cessione di Hakimi, strapagato dal Paris Saint Germain – scrive Mentana -. Invece non ci avevano spiegato perché se ne era andato Conte. Ora è inspiegabile la vendita di Lukaku, a 15 giorni dall’inizio del campionato. Nessun giocatore sul mercato è in grado di ricoprire lo stesso ruolo di sollevatore dell’attacco. Vuol dire arricchirsi finanziariamente e impoverirsi come valore della squadra, dovendo poi affannosamente rincorrere prime punte in svendita, che all’improvviso diventeranno costosissime”.
    “Se non ce la fa Zhang chieda aiuto”
    E ancora: “Per oltre 100 milioni una proprietà che sta in Cina, e non subisce la pressione dei tifosi, può anche pensare di vendere un Lukaku: ma allora potevamo tenere Hakimi, e comunque una cessione così non si fa senza aver prima bloccato un attaccante degno dei campioni d’Italia che devono affrontare la Champions. E per favore, non cominciamo a dare colpe a Marotta, Antonello o Ausilio: loro (e Conte) Hakimi e Lukaku li avevano portati a Milano. Coi soldi di Zhang, certo. Ma è la prima volta nella storia del calcio che una società dopo aver vinto il titolo nazionale vende i due giocatori decisivi nella conquista dello scudetto, e i più quotati sul mercato, e lascia andare (per lo stesso motivo?) l’allenatore che l’ha portata alla vittoria. In ogni realtà, dalla famiglia alle aziende – conclude Mentana -, se uno non ce la fa più da solo, anche dopo essersi indebitato, chiede aiuto, o lo accetta”. LEGGI TUTTO

  • in

    Juve, attesa Locatelli: i bianconeri stringono su Pjanic

    TORINO – La priorità del mercato juventino resta Manuel Locatelli, ma non è detto che dal punto di vista della tempistica non si possa sbloccare più facilmente un’altra operazione già ampiamente caldeggiata: su tutti, da Massimiliano Allegri e Miralem Pjanic. Già la dirigenza bianconera sta studiando una formula potenzialmente diversa per provare a venire incontro alle esigenze del Sassuolo e ai desideri sempre meno misteriosi del centrocampista campione con l’Italia al recente Europeo, tanto che a breve sono previsti nuovi contatti tra i club dopo una giornata scivolata via senza particolari novità. Ma al contempo il dg Federico Cherubini e i suoi collaboratori non smettono di monitorare la pista che conduce al bosniaco in rotta con il Barcellona. Perché il piano alla Continassa è sempre stato molto chiaro: due centrocampisti potrebbero arrivare, a maggior ragione ora che a quello di Arthur s’è aggiunto l’infortunio di Adrien Rabiot (20 giorni di stop). A tre settimane dall’inizio del campionato il reparto ha già perso due pezzi importanti e chissà che questo non conTribuisca a un blitz per un colpo in entrata nelle prossime ore.

    Segui la Serie A TIM su DAZN. Attiva ora

    Juve, doppio binario di mercato: Locatelli e Pjanic

    Il doppio binario di mercato conduce esattamente a Locatelli e Pjanic, con quest’ultimo mai così distante da un futuro in blaugrana (anche ieri un post che lo ritraeva con la maglia del Barça indosso e con uno stringato commento a corredo in italiano – «Ciao» – ha scatenato le fantasie dei tifosi sui social). La verità è che la Juventus, sospinta dal voto favorevole di Allegri, non avrebbe nulla in contrario al ritorno del centrocampista che in quattro anni ha contribuito a scrivere la storia del club bianconero, ma per far questo servirebbe che il 31enne si riduca l’attuale ingaggio da 7,5 milioni di euro netti più bonus. Una prospettiva che potrebbe incontrare il placet dell’agente Fali Ramadani,a sua volta in costante contatto con i vertici juventini (un aggiornamento tra le parti + previsto a breve), mentre da Barcellona è confermata l’intenzione del club di liberarsi di stipendi pesanti e di giocatori in esubero. Pjanic è sul podio degli indesiderati e la Juve è pronta all’affondo, con l’Inter comunque alla finestra e pronta a garantirgli un contratto triennale.

    Tutti gli approfondimenti sull’edizione di Tuttosport LEGGI TUTTO

  • in

    Nunziata: “Kaio Jorge sa fare tutto”

    TORINO – Due volte a un soffio dal trionfo europeo Under 17, con la sua Italia battuta solo in finale dall’Olanda nel 2018 (ai rigori) e nel 2019, una volta a due passi dalla finale del Mondiale, sempre Under 17, con i suoi azzurri eliminati ai quarti dal Brasile padroni di casa e poi campione. Carmine Nunziata, oggi ct dell’Italia Under 19 che l’8 agosto si ritroverà per cominciare a preparare la prima fase dell’Europeo in programma a ottobre, di talenti ne ha cresciuti e ne ha affrontati a decine. Tra quest’ultimi, proprio in quel quarto di finale del Mondiale 2019, anche l’ultimo colpo del mercato bianconero: Kaio Jorge. Studiato come i suoi compagni per preparare la partita, seguito con attenzione durante i 90 minuti.

    Nunziata, che ricordo ha di Kaio Jorge?«In quel Brasile era sicuramente uno dei giocatori più importanti. Bravo tecnicamente, bravo a fare da punto di riferimento e a giocare con la squadra. Intelligente nel muoversi, sia incontro che in profondità. E ricordo che era anche un giocatore generoso. Sicuramente un calciatore forte».

    [..]

    Le sue caratteristiche più spiccate?«Buona tecnica, una bella gestione della palla, un bel dribbling soprattuto con il destro».

    Il ruolo?«È una prima punta che sa giocare con i compagni, che lega bene il gioco. Un punto di riferimento in grado di giocare di sponda per poi scattare in profondità: dà e va. È un vero regista avanzato, che attacca bene la porta».

    Tutti gli approfondimenti sull’edizione di Tuttosport

    Guarda la galleryDa Bonucci a Chiesa, Allegri riabbraccia la Juve al completo LEGGI TUTTO

  • in

    Frizioni tra Juve e Sassuolo. E Locatelli rallenta

    TORINO – I contatti non mancano (nuovo incrocio previsto, salvo novità, entro domani), eppure l’accordo non c’è e la conseguenza rientra nella logica: Manuel Locatelli, al 3 agosto 2021, non è un giocatore di proprietà della Juventus. Potrebbe diventarlo ma per ora, all’alba di una nuova stagione, il suo club resta il Sassuolo. Da contratto, sarà così fino al 30 giugno 2023. Però gli accordi legati ai trasferimenti dei calciatorib vengono sottoposti spesso e volentieri a “revisione” e nel caso specifico del centrocampista campione d’Europa la proprietà di cui sopra resterebbe tale in base alle volontà bianconere. Perché dalla Continassa non si schiodano di un millimetro dalla proposta di un prestito biennale con riscatto del cartellino del Loca non prima di un paio d’anni. Prestito, cioè “noleggio” del giocatore il cui cartellino sarebbe sempre in mano al club neroverde.«Siamo convinti che la nostra offerta sia buona e giusta», Pavel Nedved ha detto e direbbe ancora oggi. La risposta dall’Emilia? No, grazie, arrivederci. E più ci s’irrigidisce da un lato, più dall’altro si chiude la porta.Guarda la galleryDa Bonucci a Chiesa, Allegri riabbraccia la Juve al completo

    Locatelli vuole la Juve, ma c’è distanza sulla formula

    Locatelli ha concluso le vacanze post Euro 2020 con la dolce metà ed è rientrato nella sua residenza milanese. Da lì attende novità, confidando in quel buon senso che da settimane detterebbe l’agenda dei lavori se contasse solo quello: il ragazzo freme per giocare nella squadra per cui tifa da bambino e dove vorrebbe approdareda più di un anno, la Juventus non vede l’ora di accontentarlo, però il Sassuolo – bottega tradizionalmente restia ai saldi – è un osso durissimo nonostante le offerte dall’estero non abbiano mai intrigato il centrocampista e soprattutto risultino evanescenti, per il momento. I bproposti dall’Arsenal non hanno fatto breccia nelle certezze profondamente juventine dell’ex milanista e il Liverpool non sembra così convinto (mentre dalla Francia rilanciano una presunta candidatura del Paris Saint-Germain). Perché allora da Torino non stappano lo champagne? Perché la distanza sulla formula, più che sulle cifre, c’è.

    Tutti gli approfondimenti sull’edizione di Tuttosport LEGGI TUTTO