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    Mentana: “L'Inter sbaglia se cede Lukaku, Zhang chieda aiuto”

    MILANO – Ansia nella Milano interista per l’assalto del Chelsea a Romelu Lukaku. Al momento i campioni d’Italia hanno rifiutato un’offerta da 100 milioni più il cartellino del jolly spagnolo Marcos Alonso (oltre ai 15 milioni all’anno offerti al centravanti belga che ci starebbe pensando), ma i londinesi sarebbero pronti a rilanciare fino a 130 milioni e a quel punto sarebbe difficile resistere per la dirigenza nerazzurra. Sui social intanto i tifosi restano in apprensione e sono tanti quelli che esprimono delusione per una cessione considerata ormai in dirittura d’arrivo.
    “Come sostituirlo adesso?”
    Tra questi ce n’è uno vip come il giornalista Enrico Mentana, che partecipa anche al progetto di azionariato popolare lanciato da Carlo Cottarelli e ha affidato il suo pensiero a un post pubblicato sul proprio profilo Facebook: “Ci avevano spiegato che per rimettere in sesto il bilancio era necessario un sacrificio, la cessione di Hakimi, strapagato dal Paris Saint Germain – scrive Mentana -. Invece non ci avevano spiegato perché se ne era andato Conte. Ora è inspiegabile la vendita di Lukaku, a 15 giorni dall’inizio del campionato. Nessun giocatore sul mercato è in grado di ricoprire lo stesso ruolo di sollevatore dell’attacco. Vuol dire arricchirsi finanziariamente e impoverirsi come valore della squadra, dovendo poi affannosamente rincorrere prime punte in svendita, che all’improvviso diventeranno costosissime”.
    “Se non ce la fa Zhang chieda aiuto”
    E ancora: “Per oltre 100 milioni una proprietà che sta in Cina, e non subisce la pressione dei tifosi, può anche pensare di vendere un Lukaku: ma allora potevamo tenere Hakimi, e comunque una cessione così non si fa senza aver prima bloccato un attaccante degno dei campioni d’Italia che devono affrontare la Champions. E per favore, non cominciamo a dare colpe a Marotta, Antonello o Ausilio: loro (e Conte) Hakimi e Lukaku li avevano portati a Milano. Coi soldi di Zhang, certo. Ma è la prima volta nella storia del calcio che una società dopo aver vinto il titolo nazionale vende i due giocatori decisivi nella conquista dello scudetto, e i più quotati sul mercato, e lascia andare (per lo stesso motivo?) l’allenatore che l’ha portata alla vittoria. In ogni realtà, dalla famiglia alle aziende – conclude Mentana -, se uno non ce la fa più da solo, anche dopo essersi indebitato, chiede aiuto, o lo accetta”. LEGGI TUTTO

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    Juve, attesa Locatelli: i bianconeri stringono su Pjanic

    TORINO – La priorità del mercato juventino resta Manuel Locatelli, ma non è detto che dal punto di vista della tempistica non si possa sbloccare più facilmente un’altra operazione già ampiamente caldeggiata: su tutti, da Massimiliano Allegri e Miralem Pjanic. Già la dirigenza bianconera sta studiando una formula potenzialmente diversa per provare a venire incontro alle esigenze del Sassuolo e ai desideri sempre meno misteriosi del centrocampista campione con l’Italia al recente Europeo, tanto che a breve sono previsti nuovi contatti tra i club dopo una giornata scivolata via senza particolari novità. Ma al contempo il dg Federico Cherubini e i suoi collaboratori non smettono di monitorare la pista che conduce al bosniaco in rotta con il Barcellona. Perché il piano alla Continassa è sempre stato molto chiaro: due centrocampisti potrebbero arrivare, a maggior ragione ora che a quello di Arthur s’è aggiunto l’infortunio di Adrien Rabiot (20 giorni di stop). A tre settimane dall’inizio del campionato il reparto ha già perso due pezzi importanti e chissà che questo non conTribuisca a un blitz per un colpo in entrata nelle prossime ore.

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    Juve, doppio binario di mercato: Locatelli e Pjanic

    Il doppio binario di mercato conduce esattamente a Locatelli e Pjanic, con quest’ultimo mai così distante da un futuro in blaugrana (anche ieri un post che lo ritraeva con la maglia del Barça indosso e con uno stringato commento a corredo in italiano – «Ciao» – ha scatenato le fantasie dei tifosi sui social). La verità è che la Juventus, sospinta dal voto favorevole di Allegri, non avrebbe nulla in contrario al ritorno del centrocampista che in quattro anni ha contribuito a scrivere la storia del club bianconero, ma per far questo servirebbe che il 31enne si riduca l’attuale ingaggio da 7,5 milioni di euro netti più bonus. Una prospettiva che potrebbe incontrare il placet dell’agente Fali Ramadani,a sua volta in costante contatto con i vertici juventini (un aggiornamento tra le parti + previsto a breve), mentre da Barcellona è confermata l’intenzione del club di liberarsi di stipendi pesanti e di giocatori in esubero. Pjanic è sul podio degli indesiderati e la Juve è pronta all’affondo, con l’Inter comunque alla finestra e pronta a garantirgli un contratto triennale.

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    Nunziata: “Kaio Jorge sa fare tutto”

    TORINO – Due volte a un soffio dal trionfo europeo Under 17, con la sua Italia battuta solo in finale dall’Olanda nel 2018 (ai rigori) e nel 2019, una volta a due passi dalla finale del Mondiale, sempre Under 17, con i suoi azzurri eliminati ai quarti dal Brasile padroni di casa e poi campione. Carmine Nunziata, oggi ct dell’Italia Under 19 che l’8 agosto si ritroverà per cominciare a preparare la prima fase dell’Europeo in programma a ottobre, di talenti ne ha cresciuti e ne ha affrontati a decine. Tra quest’ultimi, proprio in quel quarto di finale del Mondiale 2019, anche l’ultimo colpo del mercato bianconero: Kaio Jorge. Studiato come i suoi compagni per preparare la partita, seguito con attenzione durante i 90 minuti.

    Nunziata, che ricordo ha di Kaio Jorge?«In quel Brasile era sicuramente uno dei giocatori più importanti. Bravo tecnicamente, bravo a fare da punto di riferimento e a giocare con la squadra. Intelligente nel muoversi, sia incontro che in profondità. E ricordo che era anche un giocatore generoso. Sicuramente un calciatore forte».

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    Le sue caratteristiche più spiccate?«Buona tecnica, una bella gestione della palla, un bel dribbling soprattuto con il destro».

    Il ruolo?«È una prima punta che sa giocare con i compagni, che lega bene il gioco. Un punto di riferimento in grado di giocare di sponda per poi scattare in profondità: dà e va. È un vero regista avanzato, che attacca bene la porta».

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    Frizioni tra Juve e Sassuolo. E Locatelli rallenta

    TORINO – I contatti non mancano (nuovo incrocio previsto, salvo novità, entro domani), eppure l’accordo non c’è e la conseguenza rientra nella logica: Manuel Locatelli, al 3 agosto 2021, non è un giocatore di proprietà della Juventus. Potrebbe diventarlo ma per ora, all’alba di una nuova stagione, il suo club resta il Sassuolo. Da contratto, sarà così fino al 30 giugno 2023. Però gli accordi legati ai trasferimenti dei calciatorib vengono sottoposti spesso e volentieri a “revisione” e nel caso specifico del centrocampista campione d’Europa la proprietà di cui sopra resterebbe tale in base alle volontà bianconere. Perché dalla Continassa non si schiodano di un millimetro dalla proposta di un prestito biennale con riscatto del cartellino del Loca non prima di un paio d’anni. Prestito, cioè “noleggio” del giocatore il cui cartellino sarebbe sempre in mano al club neroverde.«Siamo convinti che la nostra offerta sia buona e giusta», Pavel Nedved ha detto e direbbe ancora oggi. La risposta dall’Emilia? No, grazie, arrivederci. E più ci s’irrigidisce da un lato, più dall’altro si chiude la porta.Guarda la galleryDa Bonucci a Chiesa, Allegri riabbraccia la Juve al completo

    Locatelli vuole la Juve, ma c’è distanza sulla formula

    Locatelli ha concluso le vacanze post Euro 2020 con la dolce metà ed è rientrato nella sua residenza milanese. Da lì attende novità, confidando in quel buon senso che da settimane detterebbe l’agenda dei lavori se contasse solo quello: il ragazzo freme per giocare nella squadra per cui tifa da bambino e dove vorrebbe approdareda più di un anno, la Juventus non vede l’ora di accontentarlo, però il Sassuolo – bottega tradizionalmente restia ai saldi – è un osso durissimo nonostante le offerte dall’estero non abbiano mai intrigato il centrocampista e soprattutto risultino evanescenti, per il momento. I bproposti dall’Arsenal non hanno fatto breccia nelle certezze profondamente juventine dell’ex milanista e il Liverpool non sembra così convinto (mentre dalla Francia rilanciano una presunta candidatura del Paris Saint-Germain). Perché allora da Torino non stappano lo champagne? Perché la distanza sulla formula, più che sulle cifre, c’è.

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    Juve, preso Kaio Jorge: sarà subito a Torino

    TORINO-Kaio Jorge e la Juventus sono arrivati al tragurado. Affare fatto tra i bianconeri e il Santos, che nelle ultime ore hanno chiuso l’accordo per il 19enne brasiliano. Merito della determinazione del dg Federico Cherubini e dei suoi uomini, ma anche della mediazione di Giuliano Bertolucci, agente dell’attaccante e grande regista dell’operazione. Il procuratore di Kaio Jorge, dopo aver raggiunto l’intesa con la Juventus per gennaio, quando il ragazzo sarà svincolato, ha affondato con il Santos per anticipare il trasferimento già nel corso dell’attuale sessione di mercato. Missione compiuta: la Juventus verserà nelle casse del Santos un indennizzo da 1.5 milioni più bonus. Un compromesso che consente alla società del presidente Rueda di evitare la beffa di perdere Kaio Jorge a parametro zero fra pochi mesi. In via di risoluzione anche alcuni aspetti burocratici determinanti per arrivare alla fumata bianca, data per imminente. A questo punto, voli e burocrazia permettendo,Kaio Jorge potrebbe sbarcare a Torino già la prossima settimana per sostenere le visite mediche. La Juventus occuperà la prima (e al momento unica) casella Extra Ue tesserando il brasiliano. Ma glislot per i giocatori extracomunitari potrebbero diventare due grazie alla cessione all’estero di uno tra Merih Demiral (c’è il Borussia Dortmund) e Aaron Ramsey (Wolverhampton).

    Kaio Jorge sarà il vice Morata

    A conti fatti un investimento minimo con un occhio al presente e uno al futuro per quello che, negli ambienti verdeoro, viene considerato il futuro centravanti della Seleçao. Il talento di KaioJorge non è in dubbio e certo è anche il suo fiuto in area (8 gol tra campionato e Coppe). Non a caso i bianconeri hanno dovuto battere una nutrita concorrenza a: dal Milan al Napoli, dal Benfica al Bayer Leverkusen. Il 9 del Santos inizierà l’avventura juventina subito – e non a gennaio – consentendo così ad Allegri di avere a disposizione quella quarta punta giovane che tanto è mancata ad Andrea Pirlo nella passata stagione a causa dei continui acciacchi di Paulo Dybala e di qualche momento di pausa di Alvaro Morata.

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    La storia di Nela e la lezione a chi pensa che si cresca comprando

    Liedholm lo spostò da sinistra a destra per far posto a Maldera e la Roma vinse lo scudetto. Quest’estate, al tempo della pandemia e del mercato low cost, il ruolo degli allenatori torna centraleQuarant’anni fa sul mercato del calcio furono trattate un paio di cosce fra le più ammirate del periodo per muscolo, velocità e potenza, doti di un atleta ancora giovane e promettente ma già dominante. Sebastiano Nela detto Sebino e pigramente anche Seba, ventenne, se ne andò dal Genoa alla Roma per 3 miliardi e mezzo (erano molti) più tre giocatori in comproprietà (il migliore del terzetto era Pasquale Iachini, crossatore sublime e anche lui, come Nela, affetto da mancinismo acuto e perfetto). LEGGI TUTTO