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    Pjanic chiama Allegri: vorrebbe tornare, la Juve deve decidere

    TORINO – Tanti i messaggi indirizzati a Massimiliano Allegri dal giorno dell’annuncio del rientro alla Juventus: amici di sempre, amici recenti e giocatori. Soprattutto quelli con cui il tecnico aveva saputo creare un rapporto di grande affnità, sempre nel rispetto dei ruoli. Come Miralem Pjanic, per esempio. Bastino le parole dette da Medhi Benatia domenica a Tuttosport: «Pjanic considera Allegri un padre putativo. Ci sentiamo spesso, Mire e io, e proprio l’altro giorno l’ho preso in giro dicendogli “Mire, hai sentito il tuo papà?”. Pjanic è stato un fenomeno con Allegri: è l’allenatore che più ha saputo esaltarne le qualità». E il bosniaco si è sentito con il vecchio maestro. Un bentornato e, con tutta probabilità, anche parole con cui mettersi a disposizione.Guarda la galleryCalciomercato Juve, obiettivi a centrocampo da De Paul a Pogba

    Pjanic e il desiderio di tornare alla Juve

    Perché è fuori di dubbio che Pjanic abbia vissuto una stagione poco felice, come poco felice è stata quella del Barcellona: terzo nella Liga, fuori dalla Champions agli ottavi e battuto dall’Athletic Bilbao in Supercoppa. La Coppa del re è stata l’unica soddisfazione a livello di squadra mentre, a livello personale, il bosniaco ha patito le decisioni di Ronald Koeman, che non lo metteva tra le prime scelte a centrocampo. Una stagione che si è per lui chiusa con la miseria di 19 presenze nella Liga, appena 6 di queste dal primo minuto. Un bottino imbarazzante per chi era stato annunciato come nuovo leader blaugrana, nell’operazione che aveva portato Arthur alla Juventus. La delusione propria e il ritorno di Allegri: su questo asse potrebbe venire edificato un secondo clamoroso ritorno in casa bianconera, dopo un solo anno di separazione. Se ne parlerà nel primo vertice di mercato tra l’allenatore, il nuovo responsabile delle operazioni Federico Cherubini e i vertici del club. Perché se Pjanic si propone, tutte da valutare sono le prospettive che si dà la Juventus con il cambio tecnico.

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    Juve, i 50 nomi sul tavolo di Allegri: da Milik a Donnarumma, vertice Max-dirigenti

    TORINO – A volte al bar, altre al telefono: di chiacchiere ce ne sono già state sulla Juventus del futuro. Ma a metà settimana Massimiliano Allegri e Federico Cherubini, buoni amici da tempo, si vedranno per ragionare più nel dettaglio sulla squadra da costruire per dare la caccia a Scudetto e Champions. Il nuovo-vecchio allenatore e il nuovo dg, promosso dopo il congedo di Fabio Paratici, si confronteranno un po’ su tutto con il vicepresidente Pavel Nedved. Dalla rosa attuale ai giocatori di rientro dai prestiti, dagli obiettivi prioritari alle possibili alternative. Una vera e propria mappa del mercato, partendo da un listone di circa 50 nomi composto da chi juventino lo è già e chi potrebbe diventarlo, per indirizzare la prima parte delle trattative a cui Cherubini lavorerà con le sue braccia operative (Giovanni Manna e Matteo Tognozzi). Una cosa è certa: in tempi di Covid farà comodo quell’elasticità già dimostrata dal Conte Max nel suo primo mandato bianconero. «Il mercato? L’importante è che arrivino giocatori bravi, poi in qualche modo li mettiamo in campo». LEGGI TUTTO

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    Belotti in attesa di Juric ride e segna. Ma la Roma è in agguato

    TORINO – Non ci si poteva aspettare nulla di diverso. Era scontato, anche a salvezza acquisita, immaginare che il Toro non avrebbe trovato gli argomenti giusti per sedersi allo stesso tavolo di Andrea Belotti. Ormai diventato una patata bollente da gestire. Lo ha dimostrato il presidente Urbano Cairo nelle scorse settimane, quando di fronte alle domande sul possibile rinnovo del capitano si è limitato a liquidare la questione in poche frasi: «Vagnati sta già parlando col procuratore di Belotti, ora devo farlo anche io. Dobbiamo guardarci negli occhi e capire cosa vogliamo fare». Già, guardarsi negli occhi. Non c’è stata l’occasione, perché il Toro non ha avuto tempo, modo e forse voglia di trovare un momento utile per affrontare una faccenda che, col passare dei giorni, rischia di condizionare anche il lavoro di Ivan Juric. In questo momento il Gallo, le cui parole più significative sul tema della permanenza in granata sono datate 4 maggio («dove volete che vada, ho ancora un anno di contratto», questa la frase del capitano davanti ad una decina di tifosi all’esterno del Filadelfia), preferisce pensare soltanto alla nazionale. Sa che Roberto Mancini lo considera un elemento cardine del progetto e agli Europei avrà modo di scatenarsi, di essere uno dei leader.Guarda la galleryBelotti e Bernardeschi gol! L’Italia ne fa sette a San Marino

    Belotti tra gli obiettivi della Roma

    […]Per Belotti ora c’è solo spazio per l’Italia. Ma intanto la Roma si muove su più fronti per lui: da una parte c’è il suo grande estimatore José Mourinho che preme per consegnargli le chiavi dell’attacco (lo voleva già al Tottenham poco meno di un anno fa), dall’aIl galloltra ci sono i compagni giallorossi in nazionale (Pellegrini e Spinazzola su tutti) che spingono per far sì che si convinca a volare verso la Capitale. Roma in pressing, Milan invece più defilato. […]

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