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    Benevento e Spal: i perché della retrocessione in C

    TORINO – Forse, a Benevento e Spal, sarebbe bastato avere un po’ di pazienza per evitare la retrocessione in Serie C. La pazienza che ci sarebbe voluta a inizio stagione, quando entrambe facevano fuori, probabilmente con troppa fretta, il primo allenatore stagionale: Caserta al Benevento, Venturato alla Spal. Certo, erano in difficoltà, ma non erano partiti malissimo e tutti i loro successori di fatto hanno solo peggiorato la situazione e si sono “bruciati” pure i nomi pesanti di Cannavaro per i campani e di De Rossi per i ferraresi: anche se nel giorno della retrocessione non sono stati loro a metterci la faccia, ai due Campioni del Mondo 2006, essendo stati quelli più a lungo sulle panchine dei due club, vanno attribuite le maggiori responsabilità della caduta in Lega Pro di Benevento e Spal che tornano in quella C che avevo lasciato entrambe nel 2016. Cannavaro peraltro, dopo il ko di Como, all’inizio della sua disavventura per la Strega, aveva anche dato le dimissioni: chissà, a non averle respinte, anche lì poteva essere un’altra svolta mancata. Di certo, l’ex difensore azzurro non è riuscito a dare un’anima alla squadra e ha pagato la sua inesperienza nella categoria, stesso discorso per De Rossi, debuttante assoluto su una panchina, e s’è visto. In generale, entrambi erano stati scelti per creare entusiasmo intorno alla squadra, con una strizzata d’occhio al marketing: scelte che pagano sull’immediato ma che alla lunga si sono rivelate fallimentari, affidarsi a un allenatore di categoria ma senza particolare appeal, magari avrebbe pagato di più. Resta il fatto che la Spal esonera Roberto Venturato con la squadra al 14° posto che aveva raccolto 9 punti in 8 partite: magari non ci si salvava lo stesso, ma certi suoi risultati (2-2 in rimonta a Bari, vittorie su Cagliari e Venezia), meritavano di essere tenuti più in considerazione. Discorso analogo per Fabio Caserta che avevamesso insieme 7 punti nelle prime 6 partite ma pareggiando a Marassi col Genoa e battendo in casa il Frosinone, cioè 4 punti con le future dominatrici della B. Però i cambi di panchina non bastano a spiegare il flop di Benevento e Spal. Entrambe non avevano fatto un brutto mercato anzi, a inizio stagione per tutte e due si pronosticava un campionato da protagoniste, magari un po’ meno per la Spal che era reduce da una salvezza conquistata alla penultima giornata. Però a Benevento, già alla fine della scorsa stagione, non tirava una buona aria. La stagione s’era chiusa in semifinale playoff ma Caserta era nel mirino dei tifosi. E critiche da una frangia della tifoseria campana riguardavano anche patron Vigorito che, seccato per la poca riconoscenza, a giugno minacciava di non iscrivere la squadra. La cosa rientrò dopo pochi giorni quando la piazza si schierò compatta dalla parte del presidente, ma non era un bel segnale per il futuro, qualcosa s’era incrinato anche se apparentemente poi veniva allestita una squadra competitiva, dove chi se n’era andato veniva sostituito da un elemento teoricamente della stessa caratura. Ma quel che probabilmente rovina tutto, è la Serie A. Quando la raggiungi, poi la piazza fatica ad apprezzare un campionato di B seppur fatto ad alti livelli perché non ti basta più, la massima serie “droga” tutto. Questo è successo a Benevento con la squadra troppo spesso lasciata sola dai suoi tifosi, con gran parte degli abbonati che neanche andavano allo stadio ben prima che la situazione fosse compromessa. Per la Spal invece, è stato un lento declino, con la C che arriva dopo tre stagioni di B, seguite alla caduta dalla A del 2020. L’avvento di Tacopina avrebbe dovuto dare nuovo entusiasmo ai ferraresi e prospettive interessanti, invece è stato il finale di una china che iniziava a preoccupare già prima di lui. E nel tracollo, mettiamoci anche una certa sottovalutazione della situazione da parte dell’avvocato statunitense. Un esempio su tutti: quando a gennaio venne ingaggiato Nainggolan, Tacopina parlava di Spal che avrebbe conquistato i playoff. Ma la situazione era già piuttosto difficile, forse sarebbe stato più utile prenderne atto invece che inseguire qualcosa d’impossibile. E ora nubi fosche si addensano sul futuro di entrambi i club. Vigorito ha messo un punto interrogativo sul suo futuro al Benevento di cui ha scritto la storia calcistica con le uniche due partecipazioni alla A nella storia della Strega. Ma potrebbe essere stanco, anche di venir criticato, pur non avendo mai lesinato sforzi per fare grande il Benevento. E dubbi ci saranno anche sulla gestione di Tacopina alla Spal: se intendesse farsi da parte, con la retrocessione in C non rientrerebbe dell’investimento fatto, oggi il club vale molto meno, lui nel frattempo s’è preso una pausa per riflettere anche se dice che la C non lo spaventa, avendola già vinta (con Pippo Inzaghi al Venezia). Ma per entrambe non sarà semplice riemergere dall’inferno della Lega Pro. LEGGI TUTTO

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    Caos Benevento, furia Vigorito: cacciati Cannavaro e Foggia!

    Terza sconfitta consecutiva per il Benevento, in crisi nera e a secco di vittorie dall’11 dicembre 2022 (1-0 al Cittadella). Quarta battuta d’arresto nelle ultime cinque partite. Da sei è iniziato il crollo verticale. I campani sono stati battuti in casa del Venezia e sono ora penultimi in classifica in Serie B. Esonerati Fabio Cannavaro e Pasquale Foggia. La decisione è stata presa dal presidente Oreste Vigorito che a fine gara aveva raggiunto lo spogliatoio dei giallorossi per un faccia a faccia con l’allenatore e il direttore sportivo ordinando il silenzio stampa. All’esterno dello stadio si era scatenata la contestazione dei tifosi. La separazione con Cannavaro è realtà dopo che lo stesso Vigorito aveva inizialmente respinto le dimissioni dell’ex capitano della Nazionale a margine della sconfitta a Como. In attesa di scegliere i successori, a partire da quello di Cannavaro domani la squadra si allenerà agli ordini del tecnico della Primavera, l’ex calciatore del Napoli Gennaro Scarlato.Guarda la galleryBenevento-Venezia 1-2, Cannavaro dalla speranza allo sconforto
    Benevento in lotta per non retrocedere, si cambia
    Si cambia per provare a raggiungere quello che è ormai, palesemente, l’obiettivo dei giallorossi: conquistare la salvezza, soprattutto dopo aver perso lo partita con una diretta concorrente per la permanenza in cadetteria, quel Venezia che come il Benevento era arrivato al match con un’astinenza da successi che si protraeva da dicembre e che è passato in vantaggio al 4′ con Pierini. Gol su calcio di punizione, colto in fallo Paleari battuto sul primo palo. Eppure sul finire del primo tempo, sugli sviluppi di un angolo battuto da Jureskin, Tello aveva pareggiato insaccando un pallone toccato di testa da Leverbe. Non è bastato a evitare la beffa, maturata al 70′, quando su un cross dalla destra di Candela è arrivato il colpo del ko. Ad assestarlo Pohjanpalo. All’89’ l’espulsione di Viviani per somma di ammonizioni ha fatto calare il sipario sull’ennesima giornata nera. E davanti c’è un duro banco di prova da cui ripartire, la trasferta in Sardegna sabato 11 dicembre contro il Cagliari rivitalizzato da Claudio Ranieri.  LEGGI TUTTO

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    Longo prova a fermare Grosso

    TORINO – Dopo l’anticipo di ieri (Modena-Cagliari 2-0, primo ko per Ranieri), la 23ª giornata di Serie B prosegue oggi con 7 gare. Alle 16.15, la capolista Frosinone, a +8 sul Genoa e a +9 sulla Reggina, ha un bell’esame a Como. I lariani di Longo – che condusse  i ciociari in A nel 2018 – nel turno precedente sono usciti dalla zona calda della classifica andando a vincere a Brescia il derby lombardo. Se oggi dovessero fare risultato pieno, farebbero ancora in tempo a progettare un campionato diverso, giacché la classifica resta piuttosto corta. Tuttavia il Frosinone di Grosso è un rullo compressore: sempre vincente nelle tre gare del 2023 per un totale di quattro vittorie di fila, superarlo sarebbe un’autentica impresa, anche se al Como i mezzi non mancherebbero. Le altre sei gare tutte alle 14, la più interessante delle quali è Pisa-Sudtirol. Gli altoatesini di Bisoli, a sorpresa quarti in classifica, sono la rivelazione più bella della B e arrivano all’Arena con 4 punti di vantaggio sui toscani, chi l’avrebbe detto soltanto la scorsa estate? Anche loro hanno sempre vinto nel 2023, l’ultimo successo sabato scorso sulla Reggina che con quel ko ha perso la zona A diretta. E in settimana è arrivato il centravanti Joaquin “El Bati” Larrivey: Bisoli lo conosce benissimo, coi suoi gol nella passata stagione ha costruito la pazzesca salvezza (ai playout) del Cosenza. I toscani invece, hanno iniziato l’anno male, perdendo in casa dal Cittadella, sfiorando poi la vittoria a Como (raggiunti nel finale) e imponendo lo 0-0 al Genoa a Marassi, resistendo nel finale in dieci: la squadra insomma cresce, anche se nel 2023 non ha più il passo clamoroso che stava tenendo dal ritorno di D’Angelo, capace di portarli dall’ultimo al quinto posto (ora sono ottavi). Il Bari, quinto in classifica, è di scena in casa di una Spal inguaiata. Grazie al lavoro di convincimento dell’allenatore De Rossi, i ferraresi hanno tesserato lo svincolato Nainggolan, colpo che ha portato un certo entusiasmo, soprattutto in patron Tacopina che col suo arrivo parla di Serie A, da conquistare attraverso i playoff. Sognare non costa nulla ma oggi la Spal ha gli stessi punti del Cittadella, che al momento farebbe i playout col Benevento: magari un po’ di realismo non guasterebbe per non creare false aspettative, visto che la squadra di fatto sta replicando la passata stagione, chiusa con la salvezza alla penultima giornata. Vigilia peraltro segnata dalle dichiarazioni incendiarie di De Rossi che ha accusato la Spal di non aver raggiunto gli obiettivi prefissati sul mercato di gennaio. Sull’altro fronte, c’è un Bari che perde colpi. Nel 2023, dopo il roboante 4-0 al Parma, sono arrivati i ko di Palermo (1-0) e in casa col Perugia (0-2), che ha fatto scattare l’allarme. Oggi rientra dalla squalifica Cheddira (capo cannoniere della B assieme a Brunori del Palermo, entrambi a 12 gol), nella speranza di invertire la rotta perché di questo passo il piazzamento playoff è a rischio. Le altre quattro sfide sono quasi tutte caldissimi incroci salvezza, visto che le ultime nove in classifica sono separate da appena 5 punti. A Benevento, Cannavaro attende il Venezia di Vanoli, la squadra che più ha cambiato al mercato di gennaio (ma è tutto da dimostrare che si sia rinforzata, viste certe partenze illustri): chi perde rischia di dare un duro colpo a una stagione già di per sé complicata, entrambi gli allenatori descrivono la partita come una finale. A Cosenza sbarca la Ternana: si giocherà nuovamente con lo stadio di fatto vuoto per la contestazione dei tifosi di casa, ancora sul piede di guerra nonostante l’arrivo del 35enne Mauro Zarate, già in Italia per Lazio, Inter e Fiorentina, che potrebbe essere in panchina anche se avrà bisogno di po’ di tempo per raggiungere una forma accettabile (non gioca dal 20 ottobre). Entrambe sono reduci da una vittoria, la Ternana sembra aver metabolizzato i guai giudiziari di patron Bandecchi (una settimana fa ha battuto il Modena mentre il Cosenza superava il Parma) anche se al mercato non è potuto arrivare nessuno. Da brividi Perugia-Brescia: in caso di vittoria, gli umbri sorpassano i lombardi e un brutto ko rischia di essere fatale a Clotet, con Cellino che potrebbe promuovere Possanzini dalla Primavera, per l’ennesimo ribaltone stagionale in panchina. Attenzione anche a Cittadella-Ascoli: i veneti, dopo i rovesci di dicembre, nel 2023 hanno raccolto 5 preziosi punti e ora mettono nel mirino i marchigiani, 1 punto nelle ultime 4 uscite con la piazza che contesta il tecnico Bucchi (che però, a fine 2022, aveva prolungato fino al 2025). Il turno si chiude domani con due partitone alle 16.15: Palermo-Reggina e Parma-Genoa. LEGGI TUTTO

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    Benevento, Cannavaro e l'amarezza per il mercato: “Venezia? Una finale”

    Il rammarico dopo l’ultima sconfitta contro il Frosinone (qui le parole di Grosso) arrivata nel finale e la voglia di azzerare e ripartire già dalla partita contro il Venezia. Fabio Cannavaro vuole a tutti i costi trovare i tre punti che sarebbero vitali vista la situazione di classifica dei sanniti. Un vero e proprio scontro diretto quello contro i ragazzi di Vanoli con le due squadre divise soltanto da due punti. Il tecnico giallorosso ha parlato in conferenza stampa, presentando la sfida del Vigorito.
    Benevento, le parole di Cannavaro
    L’allenatore ha dato subito la giusta importanza allo scontro diretto contro il Venezia: “Questa è una finale, queste partite hanno un valore in più. Da una parte c’è il rammarico perché ci siamo complicati la vita da soli tornando a casa senza punti dopo due buone gare, ma c’è anche la consapevolezza di essere sulla buona strada”. Il tecnico si è soffermato sui problemi della squadra: “In fase di costruzione facciamo bene, ma ci perdiamo negli ultimi 20 metri. Ci abbiamo lavorato. Dobbiamo capire che da domani inizia un altro campionato e dobbiamo trovare le motivazioni. Voglio a disposizione dei leoni”.
    Cannavaro ha poi risposto in maniera molto chiara sul mercato: “Mi aspettavo qualcosa di più, ma sapevo che non sarebbe stato facile e la società ci ha provato fino alla fine. Abbiamo preso dei calciatori che ci servivano e considerate anche le condizioni di Glik abbiamo cercato un difensore. In attacco siamo riusciti a prendere Pettinari con la cessione di Forte. Il mercato non ha offerto nulla di buono in attacco, ma vi garantisco che la società ci ha provato fino alla fine. Non stiamo guardando agli svincolati, abbiamo tutti i reparti coperti. Inoltre il livello dei nostri giocatori è alto, molti di loro hanno avuto anche mercato e ci ha fatto piacere che abbiano deciso di restare”.   LEGGI TUTTO

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    Grosso cerca la grande fuga

    TORINO – Oggi si chiude la 22ª giornata di Serie B con due gare. Alle 14 Ascoli e Palermo si affrontano al Del Duca, gara rinviata di 24 ore per i problemi avuti dai siciliani in volo: l’aereo aveva un finestrino rotto ed è dovuto tornare indietro, rendendo un’odissea l’arrivo nelle Marche della squadra. Soprattutto i siciliani vanno tenuti d’occhio. Non solo perché sono in serie positiva da 7 giornate (con 13 punti raccolti) ma perché sono la squadra che, potenzialmente, sta facendo il miglior mercato della B (Orihuela, Tutino, Verre, il prossimo sarà Graves e probabilmente non finisce qui). Ma va anche detto che, sull’altro fronte, l’Ascoli, oltre al trequartista Proia, si è assicurato uno dei migliori bomber di categoria, Francesco Forte, battendo una folta concorrenza: dovesse tornare ad essere quello della promozione in A col Venezia, datata 2021, ne vedremo delle belle. Oggi sarà un incrocio importante in chiave playoff, chi la vince potrebbe concretamente sperarvi. Alle 16.15 invece, scende in campo la capolista Frosinone che in casa affronta il Benevento, cioè è sfida in panchina fra Campioni del Mondo 2006, due colonne della mitica spedizione in Germania, Fabio Grosso e Fabio Cannavaro. Quest’ultimo non se la passa bene, il suo Benevento continua a stentare: nel 2023 ha rimediato un solo punto (a Cosenza, facendosi raggiungere nel finale) e sabato scorso, sempre nel recupero, ha subito il ko interno dal Genoa. La classifica piange, anche perché la squadra, per come si esprime, non sembra calata nella realtà di una classifica che scotta. Da verificare se l’arrivo di Pettinari in avanti (al posto di Forte ceduto all’Ascoli) porterà qualcosa in più (oggi dovrebbe partire titolare) mentre per la difesa ci sarà il ritorno del rumeno Tosca, già con la Strega nei primi sei mesi del 2018. Il Frosinone di Grosso invece, va che è una meraviglia: ha vinto entrambe le gare del 2023 (a Brescia e in casa col Modena) per una striscia aperta di 3 vittorie di fila. Oggi, con un altro successo, il distacco sulle inseguitrici Genoa e Reggina potrebbe essere portato rispettivamente a +8 e +9. Insomma, non sarebbe ancora A in tasca perché siamo solo alla 3ª giornata di ritorno. Ma con 3 punti il Frosinone farebbe un passo enorme verso la promozione, va anche ricordato che in stagione i ciociari non hanno mai perso in casa, solo vittorie e due pareggi. Inoltre, nel gruppo-squadra non si dimentica la sconfitta dell’andata, favorita dall’arbitraggio molto criticato di Pairetto che negò due rigori al Frosinone nel finale. Curioso come diverse volte, fischietti internazionali come il figlio d’arte di Nichelino, chiamati a dirigere gare di B, commettano errori che, se accadessero sotto i riflettori della Serie A, rischierebbero di segnarne la carriera. Ma se succede in B, passa tutto in cavalleria. Resta il fatto che oggi a Frosinone c’è una voglia particolare di riscattare quell’ingiusto 2-1 del Vigorito ad agosto, al di là dell’importanza dei 3 punti nella corsa per la A. LEGGI TUTTO

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    Duello a distanza fra Genoa e Reggina

    TORINO – Dopo l’anticipo di ieri (Palermo-Bari 1-0), la 21ª giornata di Serie B prosegue oggi con 8 partite, si chiude domani alle 16.15 col posticipo, in cui la capolista Frosinone farà visita al Brescia. Oggi, fra le 7 gare delle 14, terrà banco il duello a distanza fra Reggina e Genoa, appaiate al 2° posto, a -6 dal primo. Il Genoa pare davvero aver svoltato con l’arrivo di Alberto Gilardino in panchina che nelle sue 5 uscite ha raccolto 13 punti (media 2.6 a gara). Ma oggi, al Vigorito, ha un test da prendere con le pinze, il Benevento di Cannavaro, una delle più grandi delusioni stagionali, appena un punto sopra la zona playout. La Strega punta molto sulla partita per rilanciarsi, dopo il deludente 1-1 di Cosenza della ripresa, coi campani agguantati all’89’. Il Benevento ha preparato la partita andando in ritiro anticipato e con Cannavaro rimasto in silenzio, senza la consueta conferenza stampa della vigilia, sarebbe stato bello chiedergli del suo confronto col Gila, insieme furono Campioni del Mondo nel 2006. Genoa che però in classifica rischia una penalizzazione di 2 punti, anche se la società si mostra serena. La Reggina di Inzaghi invece, è di scena in casa della Ternana. Gli umbri vivono un momento delicato da giovedì, quando il patron Bandecchi ha scoperto di essere sotto inchiesta, gli si contesta un’evasione fiscale da 20 milioni che coinvolge la sua università telematica, la Niccolò Cusano. La Ternana non è coinvolta, però il maxi sequestro operato dalla magistratura potrebbe avere ripercussioni su tutto il gruppo Bandecchi. Chissà con che stato d’animo la Ternana affronterà una Reggina che ha iniziato l’anno con il ko interno ad opera della Spal e che oggi sarà priva di Menez (squalificato, lo rileva Gori). Nella gara delle 16.15, il Cagliari di Ranieri gioca a Cittadella. Sir Claudio, dopo il buon esordio di una settimana fa, 2-0 al Como, chiede alla squadra, priva di Pavoletti, di cambiare marcia in trasferta. Ma attenzione al Citta: a dicembre si era avvitato chiudendo l’anno con 4 ko di fila, alla ripresa è andato a vincere in casa del Pisa che era ancora imbattuto con D’Angelo. E a proposito dei toscani, quinti, un punto sopra i sardi, oggi sono ospiti del Como. Gara delicata: i lariani, che oggi disputerebbero i playout col Cittadella, con Longo sono impegnati in una difficile risalita della classifica, i nerazzurri devono dimostrare che la caduta col Cittadella è stata un episodio e riprendere un cammino che prima di quel ko aveva un passo da A diretta. Il Sudtirol una settimana fa si è confermato in zona playoff superando in casa il Brescia, oggi è di scena in casa del Venezia: lunedì sera i lagunari di Vanoli hanno fatto una buona partita a Marassi mettendo in difficoltà il Genoa ma oggi sarebbero retrocessi e nonostante le potenzialità dell’organico, per Vanoli possono solo puntare a una salvezza peraltro tutta da conquistare. Il Parma, che una settimana fa franava a Bari, un 4-0 che ha fatto perdere la zona playoff, riceve il Perugia, ancora arrabbiato per il 3-3 subito nel finale dal Palermo, i 2 punti sfumati avrebbero permesso agli umbri, impegnati in una difficile risalita, di uscire dalla zona retrocessione. Vanno in casa di un Parma a pezzi (out anche Buffon e Mihaila), contestato dai tifosi che nelle ultime tre uscite interne hanno assistito solo a ko. Ore calde anche per l’Ascoli: dopo il ko di Terni, la tifoseria è in subbuglio e chiede alla società la testa del tecnico Bucchi che però ha da poco prolungato il contratto fino al 2025. I marchigiani vanno in casa della Spal, reduce dal colpo in casa della Reggina che ha permesso ai ragazzi di De Rossi di portarsi un punto sopra la zona playout. Il Modena di Tesser, a -3 dai playoff e a +3 dai playout, riceve il Cosenza di Viali ultimo in classifica: gli emiliani, che hanno iniziato il 2023 cadendo a Frosinone, non vincono in casa dal 15 ottobre (5-1 al Como). LEGGI TUTTO

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    Cannavaro cerca la riscossa

    TORINO – La 20ª giornata di Serie B, che ieri ha visto la capolista Frosinone allungare a +6 sulla Reggina seconda, prosegue oggi con tre gare, la più delicata si gioca alle 16.15 al San Vito-Marulla di Cosenza, dove sbarca il Benevento di Cannavaro. Il Campione del Mondo 2006 non è ancora riuscito a dare la svolta alla Strega e ha chiuso il 2022 con il preoccupante ko interno dal Perugia, in cui la squadra, una volta sotto, s’è sciolta. Venti giorni dopo, in casa del Cosenza ultimo in classifica, c’è la possibilità di iniziare tutto un altro campionato, nonostante qualche defezione di troppo. A Cannavaro mancheranno gli squalificati Acampora, Tello e Viviani, oltre all’infortunato Letizia. Si dovrebbe vedere Ciano dall’inizio, uno degli acquisti più importanti dell’estate, finora frenato da problemi fisici, dovrebbe giostrare assieme a Farias alle spalle della punta La Gumina, col centravanti Forte, che dovrebbe essere ceduto al mercato, destinato alla panchina. Sull’altro fronte, il Cosenza di Viali che farà di tutto per lasciare l’ultimo posto, anche se la tifoseria diserterà in gran parte la partita.. In porta esordirà il neo acquisto Micai, perfezionato in queste ore l’arrivo dall’Atalanta (ma era al Verona) del trequartista Cortinovis, nella scorsa stagione in B alla Reggina, partirà dalla panchina. Basteranno per invertire la rotta, visto che il Cosenza ha perso le ultime tre gare del 2022? Partita da prendere con le pinze anche per la Ternana che alle 16.15 ospita l’Ascoli. Gli umbri, passati a fine novembre sotto la guida di Andreazzoli, con lui non hanno ancora convinto, hanno fatto 4 punti in 5 partite, con 3 ko. L’ex allenatore dell’Empoli ha preso da Lucarelli la Ternana al 5° posto e adesso è al 9°, insomma di questo passo sono a rischio i playoff, ai quali ambisce anche l’Ascoli, a -1 dagli umbri. I marchigiani di Bucchi prima della sosta hanno perso in casa dalla Reggina, oggi al Liberati saranno seguiti da un migliaio di tifosi per una sfida che può dire molto sul futuro dell’Ascoli, su quale campionato potrà fare. Stesso discorso per la Ternana che oggi si annuncia rivoluzionata nell’assetto, più abbottonata. Alle 14 invece, al Druso di Bolzano, va in scena Sudtirol-Brescia. Gli altoatesini sono ancora in zona playoff (ottavi) ma nell’ultima gara del 2022, con la sconfitta interna dal Modena, hanno un po’ sporcato la nomea di rivelazione della B che si erano guadagnati in precedenza. Tuttavia il tecnico Bisoli continua a parlare solo di salvezza, è pur sempre una squadra al debutto assoluto nella categoria. E oggi vorrebbe battere finalmente il figlio Dimitri, da anni colonna del Brescia, che non è  mai stato sconfitto da suo papà. Sudtirol che ha perso in mediana il fondamentale Nicolussi Caviglia (salito in A alla Salernitana), mentre dal Rijeka è giunto Lunetta, ex Alessandria e dal Latina il difensore Giorgini. Sulla panchina del Brescia fa la sua seconda uscita il tecnico Alfredo Aglietti, subentrato sotto Natale allo spagnolo Pep Clotet: aveva esordito a Santo Stefano con un 1-1 interno col Palermo ma per mettere in sicurezza il campionato, serve ben altro, anche se in queste ore tiene soprattutto banco la possibile cessione dell’attaccante Moreo, inseguito, già dall’estate, dal Pisa. Resta il fatto che il Brescia, che a inizio stagione fu anche in testa, ora è fuori anche dai playoff e alle spalle ha squadre che continuano a guadagnare terreno, meglio cambiare marcia, prima che la situazione si faccia troppo complicata. Domani alle 18.45 il turno si chiude con Genoa-Venezia. LEGGI TUTTO

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    Cannavaro e De Rossi, com'è dura la B

    TORINO – Fabio Cannavaro e Daniele De Rossi: com’è dura la Serie B. Giunti lo scorso autunno sulle panchine di Benevento e Spal, sono fra le più grandi delusioni di questa annata. Come dire, non basta il nome roboante, non è detto che essere stati Campioni del Mondo, giocatori di fama planetaria, porti automaticamente al successo da allenatori. Certo, nell’immediato l’operazione funziona, quando Benevento e Spal li scelsero a stagione in corso ricompattarono le proprie piazze, crearono forti entusiasmi e anche un certo marketing. Poi però, c’è il campo. Che sta dicendo come entrambi abbiano problemi enormi a far rendere le proprie squadre come ci si aspettava in estate: il Benevento è 14°, a -4 dai playoff e a +2 dai playout; la Spal è 16ª, oggi disputerebbe i playout col Venezia. Cannavaro è stato assunto dal Benevento il 21 settembre, al posto dell’esonerato Fabio Caserta che aveva una media di 1.16 punti a partita. Col Pallone d’Oro 2006 in panchina, ne sono arrivati 15 in 13 uscite per una media di 1.15, dunque di fatto non è cambiato nulla rispetto al predecessore. O meglio, a Benevento ci si era illusi di aver svoltato quasi un mese fa quando arrivarono due vittorie di fila (a Parma e in casa sul Cittadella). Ma l’ultima uscita, a Santo Stefano, ha portato la bruciante sconfitta interna dal Perugia, un successo ineccepibile che ha permesso agli umbri di lasciare dopo mesi l’ultimo posto, con quell’antico artigiano di Fabrizio Castori che ha dato una lezione tattica al blasonato collega, incapace di raddrizzare la partita una volta andato sotto, anzi, la squadra è evaporata nella ripresa. Non c’era insomma per il Benevento modo peggiore per andare alla sosta. Il mercato potrebbe portare qualche novità ma è tutto da verificare che i nomi associati al Benevento (Valoti del Monza il più celebre, ma anche Rodriguez e Listowski del Lecce) possano invertire un andazzo preoccupante, ad oggi per la Strega i sogni sono vietati, prioritario è mettere in sicurezza il campionato, nonostante gli investimenti fatti, anche l’ultima estate, da patron Vigorito. E a Daniele De Rossi va pure peggio, anche se l’organico della Spal a inizio stagione appariva inferiore a quello del Benevento e la squadra, seppur teoricamente potenziata, non è molto dissimile da quella che nella passata stagione si salvò alla penultima giornata. De Rossi è in sella dall’11 ottobre, quando rilevò l’esonerato Roberto Venturato che aveva raccolto 9 punti in 8 giornate (media 1.12). Con De Rossi ne sono arrivati 11 in 11 uscite ma al di là della media leggermente inferiore, quel che preoccupa sono i passi indietro che ha fatto la squadra. Col senno di poi, l’esonero di Venturato appare oggi un po’ frettoloso. E’ vero, la squadra nelle ultime due uscite s’era piantata, ma aveva perso da Genoa e Frosinone, cioè terza e prima forza del campionato. Prima erano arrivati risultati confortanti (vittorie su Cagliari e Venezia, pari a Bari rimontando 2 gol) che De Rossi non ha saputo replicare. Perlomeno dell’ex mediano giallorosso va apprezzata la schiettezza: su come gli stia andando, non cerca mai scuse anzi, sa essere perfino spietato con se stesso, tanto di cappello visto che non lo fa nessuno dei suoi colleghi. Ma il futuro, è una grossa incognita. Esposito, la stella della mediana spallina, dal giugno scorso nel giro della Nazionale, è  appena passato in A allo Spezia come è giusto che sia, un elemento simile non può stare ancora in B. Ma è una perdita da non poco, con la quale però si dovrebbero trovare i denari per finanziare il mercato. Basterà? Resta il fatto che Cannavaro e De Rossi stanno pagando un pesante dazio alla B, entrambi sono debuttanti su panchine italiane, era lecito aspettarsi di più certo, ma non è semplice per nessuno convincere tutti al primo colpo. Poi però, fa un certo effetto vedere il podio della B proprietà di altri tre Campioni del Mondo a Germania 2006 (Frosinone primo con Fabio Grosso, Reggina seconda con Pippo Inzaghi, Genoa terzo con Alberto Gilardino). Ma anche loro, prima di raggiungere i successi attuali, hanno dovuto masticare amaro. Ecco, Cannavaro e De Rossi, possono prendere esempio proprio da Super Pippo che addirittura debuttò in panchina nel Milan. Non gli andò bene ma per imparare al meglio il mestiere con grande umiltà ripartì dalla C, da Venezia, per costruirsi una carriera a cui oggi tutti guardano con grande rispetto. Chissà, anche a Cannavaro e De Rossi potrebbe accadere qualcosa di simile, alla lunga potrebbe anche pagare, come per Super Pippo. LEGGI TUTTO