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    Clotet: l'altro Pep incanta Brescia

    TORINO – Nel Brescia in testa alla B assieme alla Reggina, grandi meriti vanno dati al tecnico spagnolo Clotet che di nome fa Pep, come Guardiola. Ma col celebre allenatore del City ha giusto il nome e la nazionalità da spartire, calcisticamente sono di fatto agli opposti. Clotet non fa del possesso palla il credo del suo calcio. Non gli interessa dominare le partite, ma sa come vincerle, con un calcio ficcante e verticale, italianista per certi versi, visto che non disdegna la giocata di rimessa anzi, per certi versi Clotet è più vicino alla tradizione del calcio tricolore di tanti allenatori italiani delle ultime generazioni che hanno “rinnegato” il binomio difesa e contropiede, ben presenti invece nel calcio dello spagnolo. Che guida la B con una squadra che ha raccolto 5 vittorie in 6 uscite, sempre convincente, a parte nel tonfo di Frosinone (3-0). Il 1° posto è ancor più apprezzabile per due motivi: la squadra non è molto diversa da quella che nella passata stagione chiuse al 5° posto e ai playoff si fermò in semifinale; sul rendimento del suo gruppo non stanno pesando le disavventure giudiziarie di Cellino. Non solo, con una rosa all’osso e priva di alcuni elementi infortunati (a iniziare da Cistana in difesa), Clotet sta davvero ottenendo il massimo. Anche grazie alla valorizzazione dell’attaccante francese Ayé, che a Brescia sembra funzionare solo quando c’è Clotet in panchina. Infatti le cose migliori le aveva fatte due stagioni fa, quando Cellino affidò la panchina al tecnico spagnolo nell’ultima parte della stagione e portò il Brescia dalla zona playout ai playoff, con Ayé che segnava a ripetizione. Poi Cellino ruppe con Clotet e nella passata stagione, con Pippo Inzaghi e Corini, Ayé ha vissuto una stagione anonima, anche per problemi fisici, tuttavia nella scorsa annata non godeva della fiducia che ha in questo campionato. Ora è tornato al centro del progetto, 2 gol in campionato e 1 in Coppa Italia. E se non la risolve lui, ci pensa Bianchi, il “giovane Altafini” del Brescia a decidere da subentrato le partite nei finali di gara, già 3 centri, tutti pesantissimi. Ma sempre in avanti, vanno citati altri due nomi molto importanti: Moreo, una delle punte più duttili della B, dotato di una capacità di sacrificio unica; il giovane Galazzi, giunto dal Venezia in parziale contropartita per Joronen e, se continua così, a fine stagione varrà più del portiere finlandese. Insomma, questo Brescia c’è tutto. Ma per capire a cosa potrà ambire, meglio aspettare sabato, quando sarà di scena al San Nicola contro il Bari di Mignani, a -3 dai lombardi ma ancora imbattuto e che cerca la prima vittoria interna. Se Clotet passa anche questo esame, sarà difficile parlare ancora di obiettivo salvezza, bisognerà gettare la maschera. Lo ha capito anche la tifoseria: nella vittoria dell’ultimo turno, per l’1-0 sul Benevento, erano in 8mila al Rigamonti, il doppio delle presenze medie della passata stagione.Iscriviti al Fantacampionato Tuttosport League e vinci fantastici premi! LEGGI TUTTO

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    Caos Cellino, ora cosa accadrà al Brescia? Il timore dei tifosi: perdere anche Cistana

    TORINO – Ore d’ansia al Brescia dopo il maxi-sequestro di 59 milioni ai danni del presidente e proprietario Massimo Cellino per presunti reati fiscali. Al di là del fatto che venga nominato o meno al suo posto un amministratore giudiziario che curi la gestione della società, sulle sorti della squadra si addensano nuvoloni. Cellino sta per compiere 5 anni alla guida del Brescia, ha sempre gestito il club con oculatezza e i conti sono in ordine. Però, dopo una botta simile, non è facile immaginare un futuro roseo, con la squadra in grado di competere per il ritorno in Serie A. Nelle ultime due stagioni di B il Brescia ha sempre conquistato i playoff, uscendo contro il Cittadella al turno preliminare nel 2021 (con l’attuale tecnico Clotet in panchina), eliminato in semifinale dal Monza la scorsa primavera (con la guida di Corini, subentrato a Inzaghi dopo un discutibile esonero). Difficile, con una situazione societaria simile, riuscire a ripetersi o fare meglio, visto anche l’aumento della concorrenza e un campionato che si annuncia ancor più incerto dell’ultimo, che già era stato equilibratissimo.

    Entrate e uscitePrima del maxi sequestro, Cellino, che ha richiamato Perinetti come ds, aveva chiuso alcune operazioni non particolarmente eclatanti: dalla cessione del portiere Joronen al Venezia, sono arrivati il pari ruolo Lezzerini e l’ala destra Galazzi che aveva discreti numeri in C; in mezzo è giunto Garofalo, svincolato ex Foggia; davanti, si scommette sull’olandese Niemeijer, altro svincolato, stavolta pescato nella B olandese; in più, dopo il prestito semestrale al Cosenza, è stato rimesso sotto contratto Ndoj. Un po’ poco per competere con le corazzate della B e ora quel poco, vista la situazione delicata, rischia di diventare il tutto. Per non parlare dei possibili pesanti addii. Prima del maxi sequestro, Cellino giurava che il difensore Cistana, gioiello del Brescia inseguito dalla A, mai sarebbe stato ceduto. Da ieri in città non si scommette più sulla sua permanenza. E fra le rondinelle, la squadra col più alto numero di partecipazioni alla B (64 volte), s’inizia a pensare che, dopo una bufera simile, già non sarebbe male riuscire a non perdere la categoria. Intanto, con un post sui social, Cellino si difende così: «Mi mortifica dovermi difendere da queste infamanti accuse. Chiedo ai bresciani di abbonarsi e farmi e farci sentire la loro vicinanza. L’aiuto ed il sostegno della Città è determinante». LEGGI TUTTO