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    Ridotta la squalifica a Griezmann: è disponibile per Atletico-Milan

    MADRID (Spagna) – La Uefa ha accolto il ricorso dell’Atletico Madrid e ha ridotto da due ad una le giornate di squalifica di Antoine Griezmann in Champions League. Il trequartista francese, che era stato espulso nel match dei Colchoneros contro il Liverpool per una brutta entrata su Firmino, sarà dunque a disposizione di Simeone per il match di mercoledì prossimo contro il Milan. Un recupero importante per l’allenatore argentino che molto probabilmente dovrà rinunciare al portoghese Joao Felix, indisponibile per il match di campionato contro l’Osasuna e in forte dubbio per la gara coi rossoneri.  LEGGI TUTTO

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    Juve, così Allegri sfrutta la qualità che serve per la Champions League

    TORINO – Non si vincono le partite da soli, ma i singoli possono aiutare a vincerle. Lo si è visto in maniera plastica martedì sera, grazie alla prestazione di Paulo Dybala contro lo Zenit San Pietroburgo. Una partita perfetta, la sua, che ha trasformato la Juventus confusa – almeno quella scesa in campo contro Sassuolo e Verona – in squadra irresistibile. Certo, occorre fare la tara degli avversari, apparsi non all’altezza della Champions League. Però i bianconeri sono stati di nuovo compatti e determinati, con una prestazione confortante dal punto di vista tattico e caratteriale. E con un leader ritrovato in campo. Dybala, per l’appunto.Guarda la galleryJuve-Zenit, le pagelle: Dybala migliore in campo, McKennie show

    La Juventus ha avuto un atteggiamento diverso, a cominciare dalla “presenza” sul terreno di gioco. Se contro il Verona aveva sviluppato soltanto il 26% della partita nella trequarti avversaria, contro lo Zenit è stata per il 35% del tempo nella trequarti russa, cui aggiungere un 45% a centrocampo, per lasciare agli ospiti solo il 22% dalle parti di Szczesny. Una squadra che ha preferito attaccare per il 47% dalla fascia destra (dove spingeva Chiesa), ma cercando la conclusione virando in mezzo: il 65% dei tiri è stato effettuato nell’area avversaria (il 47% a Verona), con un altro 65% da legare ai tiri scoccati dal centro. Analisi che hanno indicato come Dybala si sia mosso galleggiando sulla trequarti juventina, tra Alvaro Morata e il resto della squadra, in una posizione che ne ha esaltato le qualità.

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    Guarda la galleryJuve, festa sui social per la qualificazione agli ottavi di Champions LEGGI TUTTO

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    Inter, Inzaghi: “Gli ottavi di Champions sono nelle nostre mani”

    TIRASPOL (MOLDAVIA) – La vittoria dell’Inter contro lo Sheriff proietta quasi i nerazzurri agli ottavi di Champions League. L’aritmetica qualificazione ancora non c’è, mancano due partite per ottenerla, ma è lì a un passo. E cosa più importante, dipende tutto dall’Inter e da nessun altro. Lo sa bene Inzaghi che si gode i tre punti e guarda al Milan: “Meritavamo di più nel primo tempo, siamo rimasti lucidi e concentrati e nel secondo tempo abbiamo meritato ampiamente la vittoria. Abbiamo fatto due vittorie con lo Sheriff non banali, le abbiamo fatte diventare semplici noi. Questo ci dà consapevolezza e ora il destino è nelle nostre mani. Derby? Dobbiamo recuperare le forze, sappiamo cosa significa il derby per i tifosi e per la società. Abbiamo tre giorni per recuperare al meglio” ha spiegato Inzaghi a Sky.Guarda la galleryInter, tris allo Sheriff con Brozovic, Skriniar e Sanchez LEGGI TUTTO

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    Sheriff-Inter 1-3: Inzaghi sorride e insegue Ancelotti

    TIRASPOL (MOLDAVIA) – L’Inter batte lo Sheriff 1-3, superato ora in classifica, e tiene la scia del Real Madrid, primo a 9 punti. Inzaghi voleva la vittoria per indirizzare la qualificazione e i gol di Brozovic, Skriniar e Sanchez nel secondo tempo lo accontentano. Successo meritato, frutto di una partita a senso unico, dominata dall’Inter dall’inizio alla fine ma lievemente rovinata dal gol subito nel finale da Traoré. Handanovic e compagni salgono a 7, con lo Sheriff fermo a 6 e lo Shakhtar già eliminato a 1. Ora testa al Milan.Guarda la galleryInter, tris allo Sheriff con Brozovic, Skriniar e Sanchez
    Lo Sheriff respinge l’Inter
    Il primo tempo dell’Inter è pieno di iniziative, tutte però sventate dalla dedizione difensiva dello Sheriff che fa schermo davanti alla porta e ci prova solo di ripartenza, senza peraltro incidere. Vidal è il rubapalloni del centrocampo che innesca le punte, Lautaro e Dzeko, sempre stoppati sul più bello. Il “Toro” viene anticipato a due metri dalla linea di porta quando già pregustava l’1-0 di testa, il bosniaco invece spreca al 34′ una palla-gol enorme: stop di petto con dribbling incorporato in area e destro murato dall’uscita bassa di Athanasiadis. Al 40′ tocca di nuovo all’argentino, il tiro a giro si infrange sul palo e non rompe l’equilibrio.
    Classifica girone Inter
    Ci pensano Brozovic, Skriniar e Sanchez
    È questione di minuti, l’Inter riprende dove aveva finito: attaccando. Inzaghi ad inizio secondo tempo manda dentro Dumfries per Darmian (ammonito), poi al 54′ l’azione manovrata porta Brozovic al limite, finta e destro all’angolino che non lascia scampo. Perisic entra per Dimarco, con la tranquillità del vantaggio acquisito i nerazzurri giocano in scioltezza e al 66′ trovano anche il raddoppio con Skriniar: Athanasiadis salva sul colpo di testa di De Vrij e sul primo tentativo di tap-in dello slovacco, sul secondo però non può nulla. Gara chiusa, Inzaghi pensa al Milan e dà riposo a Dzeko e Lautaro (poi anche a De Vrij, dentro Ranocchia), entrano Correa e Sanchez che fa passare appena una manciata di secondi e poi spara di potenza in rete il 3-0 (82′). Al 92′ Traoré di testa infila Handanovic ma la sostanza non cambia, vince l’Inter. LEGGI TUTTO

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    Dybala super, la Juve è agli ottavi: Zenit ko all'Allianz

    TORINO- Adesso l’importante è non esagerare con gli elogi per il filotto europeo di vittorie conseguite da una Juventus comunque trasformata: nello spirito, nella personalità, nella voglia di azzannare l’avversario. Gestire poco, correre, attaccare molto e vincere: potenza dei primi giorni di ritiro alla Continassa, aspettando conferme a breve. I bianconeri battono (4-1) lo Zenit, scappano nel girone di Champions, si qualificano agli ottavi con due giornate d’anticipo e ora contendono al Chelsea la palma del primato, decisiva con un occhio al sorteggio che verrà. Un leader su tutti allo Stadium: Paulo Dybala, autore di una prestazione superlativa, da capitano vero. Glielo chiedevano tutti, la Joya non ha tradito.

    Le Roi Paulo

    Allegri ne cambia cinque rispetto alla Juve sconfitta a Verona, con il rientrante De Ligt, ribaltando il centrocampo e fidandosi dell’ottima vena di McKennie (suoi gli ultimi due gol bianconeri, seppur inutili) al posto di Bentancur. Lo Zenit cerca l’impresa contando sulla verve di Mostovoj e Claudinho dietro il bomber iraniano Azmoun. Succede però che Dybala e soci alzino subito i ritmi, siano costanti nella pressione, tengano il palleggio e il possesso senza sprechi e/o attese passive dell’avversario. Paulo è il solito tuttofare, bravo anche ad attaccare la profondità e con Bernardeschi preciso nel centrare il russo Kritsyuk. È il primo squillo del match, ne seguiranno altri a partire dal terzo palo/traversa della Joya: lo Zenit viene dopo il Sassuolo e il Verona, stavolta l’argentino ci prova con il destro, ma l’interno del palo respinge il pallone. All’antipasto segue il primo piatto: minuto 11, su azione d’angolo battuto da Bernardeschi è decisiva la sponda aerea di De Ligt e il mancino di Dybala è una sentenza. E qui il 10 si sovrappone a un altro 10, perché Paulo esulta come Platini l’8 dicembre 1985 a Tokyo in Coppa Intercontinentale contro l’Argentinos Juniors dopo il famoso gol annullato a Le Roi Michel. La posa è praticamente identica, Dybala (e Platini) come Paolina Borghese del Canova: tutto non casuale, la 105ª perla in bianconero consente a Dybala di superare il mito francese e agguantare John Charles. E’ una partita a senso unico: l’argentino conduce lo show, sua la sterzata e l’assist a Morata che non centra il portone. È un gol sbagliato, lo spagnolo se ne farà una ragione. Ma la sfiga ci vede benissimo e quando nessuno se l’aspetta ecco l’1-1 beffardo: cross di Karavaev, Bonucci la devia di testa e la traiettoria del pallone è talmente ingannevole da beffare Szczesny. È un lampo, perché poi la partita la fa sempre la Juve con Locatelli che arma un poco fortunato Chiesa prima di un gol annullato a Morata per leggero fuorigioco.

    Guarda la galleryDybala supera Platini ed esulta come Le Roi

    Traverse e magie

    Si ricomincia nel ricordo dell’ultima occasione sprecata da McKennie in coda al primo tempo (Kritsyuk c’è). E si ricomincia ancora con un mancino di Dybala lievemente largo dopo aver scherzato Karavaev. Ma è una Juve in palla, brava a mixare il movimentismo di Bernardeschi e la vivacità di McKennie, il senso della posizione di De Ligt e l’ordine di Locatelli. Manca il guizzo di Chiesa, che si fa attendere ma quando si accende sono dolori. L’esterno sprinta in occasione del rigore per la Juve: stop irreale e fuga con sgambetto evidente di Claudinho. Dybala prima mette il pallone a lato, ma l’arbitro fa ripetere e allora la Joya sfrutta l’occasione: 2-1 in archivio. Il brasiliano dello Zenit prova a dare un senso alla sua serata impegnando Szczesny, che si ripeterà deviando un tiro velenoso del subentrato Malcom. Non gira bene ai bianconeri, visto che dopo i gol sale a due anche il conteggio dei legni: la traversa di McKennie grida vendetta. Chiesa, si diceva: sublime la rete del 3-1 (avviata da un’intuizione di Bernardeschi) e provate a chiedere a Lovren come ci si senta ad essere messi giù da una sola finta, terribilmente bella e determinante, al pari del diagonale di sinistro che chiude la partita e consente alla Juve di passare in modalità gestione. Allegri regala il finale a Rabiot e Arthur, che rimpiazzano Bernardeschi e Locatelli, poco prima della rete di Morata. Lo spagnolo non segnava da 43 giorni (Juve-Milan 1-1). C’è tempo per la standing ovation a uno strepitoso Dybala: dentro Kulusevski, oltre a Rugani per Bonucci. Il 2-4 di Azmoun su sponda di Dzyuba nel recupero non cambia le cose. Esulta lo Stadium, non succedeva dal 17 ottobre. Una vita fa, di questi tempi un po’ bianchi e un po’ neri.

    Guarda la galleryDybala show, la Juve rinasce: poker allo Zenit in Champions LEGGI TUTTO

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    Ilicic e Zapata illudono l'Atalanta: un super Ronaldo salva lo United

    BERGAMO – Cristiano Ronaldo ferma l’Atalanta. Con una splendida doppietta (un gol nel recupero del primo tempo, uno nella ripresa) il fuoriclasse portoghese annulla due volte i gol atalantini. Di Ilicic (con la gentile collaborazione di de Gea) e Zapata, le reti nerazzurre. Lo United aggancia in vetta alla classifica del gruppo F il Villarreal con due lunghezze di vantaggio sui bergamaschi.
    Atalanta-Manchester United 2-2, il tabellino 
    Ilicic illude la Dea, Ronaldo pareggia
    Gasperini è costretto a rinunciare a Toloi, Goesens, Hateboer e Pessina. De Roon viene schierato ancora una volta difensore centrale, insieme a Palomino e Demiral. Con Muriel in panchina il peso dell’attacco è tutto sulle spalle di Zapata, coadiuvato da Pasalic e Ilicic. Solskjaer preferisce coprirsi, rinunciando a Greenwood e schierando lo United con un più prudente 3-5-2. In attacco Ronaldo e Rashford. L’ex juventino ci prova dopo 25 secondi, con un tiro centrale ben parato da Musso. Lo United parte forte e al quarto minuto sfiora il vantaggio: Mc Tominay, al termine di un’azione insistita, colpisce il palo con una conclusione dal limite deviata da Palomino. L’Atalanta risponde colpo su colpo e alla prima occasione, va in vantaggio. Il gol arriva grazie ad un bell’assist di Zapata, al tiro di prima intenzione di Ilicic e al regalo di de Gea, che si lascia passare il tiro (che non sembrava irresistibile) sotto la pancia. La reazione dello United è furiosa: prima Ronaldo si lascia anticipare dall’uscita disperata di Musso, poi Shaw, su assist del portoghese, calcia sopra la traversa. L’ex juventino è ispirato, e al ventesimo gira di testa un bel cross di Pogba, sfiorando la traversa. Con il passare dei minuti gli uomini di Gasperini crescono, mentre lo United fatica a creare pericoli. Ben più pericolosa l’Atalanta che alla mezz’ora manda Zapata a calciare da pochi passi: tiro a colpo sicuro e deviazione di Maguire in scivolata. Passano sette minuti e Solskjaer deve rinunciare a Varane, che abbandona il campo per infortunio. Il tecnico ne approfitta per inserire Greenwood e cambiare volto alla squadra. Allo scadere del primo tempo il Manchester trova il pareggio: Ronaldo riceve palla in area dopo uno splendido colpo di tacco di Bruno Fernandes e insacca. 
    Classifiche gironi Champions
    Zapata gol, ma Ronaldo pareggia
    Gasperini lascia negli spogliatoi Pasalic, inserisce Djimsiti e riporta De Roon a centrocampo. Ma sono gli ospiti a partire con il piede sull’acceleratore. Ronaldo prova a servire Bruno Fernandes, che a centro area si lascia anticipare da Demiral, poi Greenwood colpisce il palo. Ma l’inglese era in posizione di fuorigioco. All’undicesimo l’Atalanta torna in vantaggio: lancio di Palomino per Zapata che si invola in area e batte de Gea; l’assistente segnala la posizione di fuorigioco del centravanti e il direttore di gara annulla. Ma il Var corregge la decisione arbitrale, convalidando il gol dell’attaccante colombiano. Lo United prova a reagire: Solskjaer inserisce Cavani e Matic per Rashford e Pogba. Gasperini risponde con Muriel per lo stanco Ilicic. Ospiti intraprendenti con una squadra molto più propositiva. Cavani si piazza a centro area, Greenwood parte da destra e Ronaldo dalla parte opposta, con licenza di muoversi a tutto campo. Gli uomini di Solskjaer alzano il baricentro, ma si scoprono. L’Atalanta prova ad approfittarne: Zapata sfiora la traversa con un bel colpo di testa, poi Muriel a dieci minuti dalla fine, non riesce a servire il compagno, vanificando una pericolosa ripartenza. Ancora Zapata, con un bolide dalla distanza, impegna de Gea che devia in corner. Solskjaer si gioca il tutto per tutto e manda in campo Van de Beek e Sancho. Allo scadere è Ronaldo a salvare lo United. Il fuoriclasse portoghese, con un bolide dal limite dell’area, batte Musso e regala ai suoi un pareggio insperato. 
    Champions League, calendario e risultati LEGGI TUTTO

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    Juve-Zenit: Dybala esulta come Platini a Tokyo

    TORINO – Robe da dieci. Il gol e l’esultanza. Paulo Dybala cita i classici, anzi il classicissimo e dopo il gol dell’1-0 segnato allo Zenit esulta sdraiandosi su un fianco, la testa appoggiata al palmo della mano, a imitare l’esultanza di Michel Platini l’8 dicembre del 1985 a Tokyo nella finale Intercontinentale. In quel caso, però, il gol di Michel fu annullato dall’arbitro Volker Roth per un inesistente fuorigioco di Brio. La rete era stata talmente bella (sombrero all’avversario e tiro al volo) che Platini non andò neanche a protestare, ma applaudì ironicamente l’arbitro per poi sdraiarsi nella posa di Paolina Borghese che questa sera Dybala ha imitato. Quella finale, poi, la Juventus la vinse ai rigori con il penalty decisivo proprio di Platini. Con la rete realizzata contro lo Zenit, Dybala sale a quota 105 gol con la maglia della Juve, superando proprio Platini (104): ecco spiegato l’omaggio della Joya.Guarda la galleryDybala supera Platini ed esulta come Le Roi LEGGI TUTTO

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    Juve-Zenit, la probabile formazione di Allegri: Chiesa, Dybala e Morata, tridente da Champions

    Massimiliano Allegri non cambia sistema di gioco. Sarà ancora il 4-4-2 con Federico Chiesa sulla destra, pronto a formare, in fase offensiva, un tridente offensivo con Dybala e Morata. La formazione anti-Zenit parte dai tre attaccanti più forti, anche se su Chiesa ci sono ancora dei piccoli dubbi, legati all’affaticamento che lo ha tenuto fuori a Verona. Ma l’impressione è che Cuadrado stia ancora peggio e necessiti di un turno di riposo. Così la Juventus potrebbe schierare una linea di centrocampo con Bernardeschi, Bentancur, Locatelli e, appunto Chiesa. McKennie ha più possibilità di partire in panchina, ma nel caso fosse titolare toglierebbe il posto a Bernardeschi o Bentancur. In difesa dovrebbe esserci la coppia Bonucci-De Ligt, con Chiellini in panchina (contro il Verona aveva sentito qualche dolorino alla coscia), con Danilo a destra e Alex Sandro a sinistra. In panchina ci sarebbe solo un’alternativa per l’attacco: Kulusevski. Visto che Kaio Jorge è fuori lista Champions e Kean ancora indisponibile, così come De Sciglio e Ramsey. LEGGI TUTTO