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    Zenit-Juve 0-1: Kulusevski show, Allegri a punteggio pieno

    S: PIETROBURGO – Brutta e cattiva, la Juventus strappa la terza vittoria su tre in Champions League con un’incornata di Kulusevski che chiude una partita faticosa e a lungo impantanata nella trequarti russa. Lo Zenit gioca la partita che la Juventus aveva disputato contro il Chelsea, ma crolla nel finale. Difesa bassa, attendismo e qualche contropiede: lo Zenit non preoccupa praticamente mai la Juventus, ma la Juventus fatica nel trovare spazi in avanti, un po’ perché manca precisione tecnica e un po’ perché qualche singolo è fuori fase. Manca, soprattutto, Morata che non si fa trovare, non tira mai in porta e non riesce a essere il terminale offensivo del gioco bianconero. In compenso è ancora Mattia De Sciglio uno dei migliori in campo e per la seconda volta consecutiva pennella il cross per il colpo di testa vincente: con la Roma per Kean, contro lo Zenit per Kulusevski, entrato molto bene in partita a metà del secondo tempo.

    UN SOLO PUNTO – A questo punto, manca un punto contro lo Zenit in casa e la Juventus è aritmeticamente qualificata agli ottavi di finale. Ma Allegri non ha voglia di calcoli, punta al primo posto e cerca altre vittorie per continuare la crescita. Ieri il quarto 1-0 consecutivo e la sesta vittoria di fila fra Champions e campionato. E’ una squadra che ha ritrovato se stessa e se, come contro lo Zenit, vince pure giocando malino non può che essere un segnale di solidità. Certo, la Juventus deve migliorare tecnicamente, perché la solidità potrebbe non bastare alla distanza e, infatti, Allegri spegne qualsiasi trionfalismo e tiene basso il profilo. Ha da recuperare Dybala, da ritrovare il miglior Morata, continuare la valorizzazione di Kulusevski che dal derby in poi sta salendo sia come impatto sulla partita e nell’integrarsi con la squadra. Chiesa ha giocato ancora bene, seppure meno preciso. E dietro, la Juventus non ha mai avuto un momento di sofferenza, chiudendo la quarta partita senza subire gol.

    FONDAMENTA – La nuova Juventus completa le fondamenta gara dopo gara, poi inizierà la costruzione del palazzo. E’ sempre più gruppo, sempre più varia nel trovare le soluzioni per segnare e con alcuni giocatori che si pensavano persi e invece si stanno ritrovando (da Bernardeschi a De Sciglio). E’ stato un primo tempo difficile, perché lo Zenit aspetta e non aggredisce, così la Juventus che stava prendendo gusto ad agire in contropiede fatica a trovare gli spazi nella bassissima difesa russa. Non aiuta il fatto che Alvaro Morata sia in serata moscia, mentre De Sciglio (comunque in ottima forma) e Alex Sandro non riescano a fabbricare cross utili. Restano Locatelli e Chiesa a cercarsi, ma il centrocampista non è sempre precisissimo e l’attaccante, di gran lunga il più vivace, ma è sfortunato nelle due conclusioni a cui arriva. Mancano i dribbling di Cuadrado e gli strappi di Rabiot a centrocampo, dove McKennie è un po’ svagato. Per il resto i rischi sono pochi e solo una parata di Szczesny, sorpreso da un tiro da lontano di Claudinho al 18′. Nel secondo tempo la Juventus mantiene l’iniziativa, ma non riesce a essere mai pericolosa, fino al minuto 86 quando De Sciglio guadagna il fondo, controlla bene il pallone, crossa in mezzo e trova Kulusevski che salta più in alto di tutti e tocca, quasi di nuca, il pallone indirizzandolo all’angolino. Uno a zero, corto muso e Juventus prima.

    Zenit-Juve, tabellino e statistiche LEGGI TUTTO

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    Zenit-Juve, la probabile formazione di Allegri: ritornano De Ligt e Morata

    TORINO – C’è anche Matthijs De Ligt nella Juventus di Champions League. Massimiliano Allegri ha recuperato il difensore olandese, assente contro la Roma per un fastidio muscolare. Così stasera toccherà all’ex Ajax fare coppia con Leonardo Bonucci nella sfida in casa dello Zenit (Chiellini va in panchina) che può avvicinare i bianconeri agli ottavi. E se a sinistra toccherà ad Alex Sandro, a destra sarà ballotaggio tra Danilo e Mattia De Sciglio, in gran forma come ha dimostrato nel big match contro i giallorossi.Guarda la galleryJuve, l’operazione Zenit è partita con il buonumore: Allegri è sereno LEGGI TUTTO

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    Inzaghi: “Handanovic? Si può sbagliare. Vidal valore aggiunto per l'Inter”

    MILANO – “Abbiamo fatto la partita che dovevamo fare, loro venivano da due vittorie e arrivavano qui sulle ali dell’entusiasmo. La partita è stata complicata, ma siamo stati squadra creando tantissimo. Abbiamo preso due pali e una traversa, possiamo migliorare ancora tanto ma abbiamo espresso un ottimo gioco. Dobbiamo capire quando non si deve sbagliare, abbiamo preso ripartenze pericolose”. Il tecnico dell’Inter Simone Inzaghi è intervenuto ai microfoni di Sky Sport al termine del match vinto 3-1 contro lo Sheriff, valido per la terza giornata della fase a gironi di Champions League: “Di lavoro ce n’è da fare, ma questa squadra è un piacere vederla. Abbiamo giocato poche volte in casa, sfortunatamente; con questo pubblico meraviglioso siamo trascinati, abbiamo perso col Real in maniera incredibile e pareggiato con l’Atalanta sbagliando un rigore. Dobbiamo migliorare, ma mi diverto a vedere giocare questa squadra”.
    Inzaghi: “Correa e Calhanoglu non ancora al 100%”
    “Stiamo recuperando, c’è ancora qualcuno non al 100%, come Correa e Calhanoglu che sono ancora fuori, mentre Gagliardini sta rientrando. Giocando ogni tre giorni serve l’aiuto di tutti. Le ripartenze subite? Secondo me dobbiamo migliorare lì; quando troviamo squadre di ripartenza dobbiamo essere puliti tatticamente. La sensazione è che abbiamo concesso 4-5 ripartenze pericolose, dobbiamo migliorare e stiamo lavorando. I gol sono pochi per quanto creato, abbiamo avuto 14 palle clamorose segnando due gol da calcio piazzato. Dovevamo segnare di più nel primo tempo”.
    Inzaghi su Handanovic e Vidal
    “Handanovic non impeccabile sul gol? Devo rivedere, però possono sbagliare tutti. Vidal? Si allena sempre con entusiasmo, lui e Sanchez mi hanno sempre dimostrato di voler aiutare. Volevano esserci già con la Lazio ma abbiamo fatto un’altra scelta. Arturo sta meritando questo spazio, è stato decisivo anche entrando a gara in corso; è un valore aggiunto della squadra e ha l’entusiasmo di un ragazzino”.
    Guarda la galleryInter, che show in Champions: Dzeko, Vidal e De Vrij stendono lo Sheriff LEGGI TUTTO

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    Inter-Sheriff 3-1: Dzeko-Vidal-De Vrij, Inzaghi torna in corsa per gli ottavi

    Inter-Sheriff Tiraspol, tabellino e statistiche
    Champions League, risultati e classifiche gironi
    Inter-Sheriff, le scelte di Simone Inzaghi
    Ancora a caccia della prima vittoria stagionale in Champions League, l’Inter ospita al Meazza la capolista del gruppo D, lo Sheriff Tiraspol, che nei primi due turni ha sorpreso Real Madrid e Shakhtar Donetsk. Simone Inzaghi non rinuncia al 3-5-2 e nel trio di difesa a protezione di Handanovic, con Skriniar e De Vrij, schiera Dimarco. Chance a centrocampo per Vidal, che completa il reparto con Brozovic e Barella, più Dumfries e Perisic a tutta fascia. In avanti, confermato il tandem Dzeko-Lautaro Martinez. La risposta di Vernydub, tecnico della formazione della Transnistria, una regione della Moldavia autoproclamatasi indipendente, è un 4-2-3-1: in porta c’è Celeadnic al posto dell’infortunato Athanasiadis, retroguardia composta da Fernando Costanza, Arboleda, Duranto e Cristiano, la coppia Addo-Thill in mediana e Castaneda, Kolovos e Bruno a supporto di Traoré, che sostituisce Yakhshiboev, anch’egli ai box.
    Inter-Sheriff: al 45′ decide Dzeko
    L’Inter colleziona calci d’angolo (Skriniar di testa non inquadra la porta dopo soli 3′, imitato da De Vrij 7′ più tardi), ma si espone a qualche ripartenza: lo Sheriff crea più di un grattacapo alla retroguardia nerazzurra, senza tuttavia riuscire a rendersi davvero pericoloso dalle parti di Handanovic. Dopo una prima fase di studio reciproco, i ragazzi di Simone Inzaghi aumentano i giri del proprio motore e, trascinati dall’entusiasmo del pubblico del Giuseppe Meazza, prendono in mano le redini del centrocampo. Macroscopiche le occasioni fallite dai padroni di casa tra il 15′ e il 17′: Celeadnic prima si oppone a Dumfries in uscita bassa, poi dice no a Dzeko con il petto. Il miracolo del numero uno del Tiraspol sulla punizione di Dimarco al 34′ fa da prologo al vantaggio meneghino: sul conseguente tiro dalla bandierina, infatti, il vice-Athanasiadis si arrende al piattone di Dzeko dopo la sponda di Vidal. Il primo tempo volge al termine con un’occasione per parte: al 40′ Handanovic respinge la sassata di Cristiano, centoventi secondi più tardi Perisic trova l’ennesima parata dell’estremo difensore moldavo.
    Lo Sheriff pareggia, poi Vidal-De Vrij: l’Inter vince 3-1
    Al rientro in campo dagli spogliatoi c’è – nelle fila ospiti – Radeljic in luogo di Castaneda: l’Inter, invece, riparte senza cambi. È un altro Sheriff, però, e Bruno avvisa i nerazzurri, prima con un tentativo dalla distanza facile preda di Handanovic, poi con una sgroppata che costringe Dimarco al fallo, che gli costa il giallo e la sostituzione (dentro Bastoni), da cui nasce la punizione dell’1-1: magistrale l’esecuzione di Thill al 52′, che bissa la perla segnata al Real Madrid. Simone Inzaghi incita i suoi alla reazione immediata, e se la conclusione di Perisic sbatte contro il palo, al 58′ Vidal valorizza lo splendido filtrante di Dzeko siglando il 2-1: per la seconda volta in carriera il cileno trova gol e assist nella stessa partita (la prima con la Juve nel 2012 contro il Chelsea). Il nuovo vantaggio non inibisce la verve dei padroni di casa, che chiudono virtualmente il match al 67′: da corner, sponda di Dumfries e girata vincente di De Vrij. Sanchez, Gagliardini, Sensi e Kolarov fanno tirare il fiato a Dzeko, Vidal, Brozovic e Perisic nel finale, nello Sheriff entra invece Nikolov (lo scorso anno al Lecce), mentre l’Inter gestisce con personalità l’ultimo quarto d’ora di gara, sfiorando il poker con Lautaro all’83’ (traversa piena) e con il neoentrato centrocampista ex Sassuolo al 91′: i nerazzurri interrompono così un digiuno a livello europeo che durava da cinque incontri e tornano prepotentemente in corsa per un posto negli ottavi di finale di Champions League. LEGGI TUTTO

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    Inter, Skriniar: “Nessun confronto di squadra, non ci serve”

    MILANO – L’Inter va a caccia del riscatto in Champions League dopo il ko incassato all’Olimpico contro la Lazio. A San Siro arriva lo Sheriff, a sorpresa in testa al gruppo D a punteggio pieno (6 punti). Sarà compito anche di Skriniar proteggere la difesa e aiutare i nerazzurri a tenere la porta inviolata. In conferenza stampa il difensore ha spiegato: “Hakimi è forte, ma anche con Darmian mi trovo bene sulla fascia destra. Per me non fa differenza, io faccio il mio ruolo pensando solo al bene per la squadra. Ultimamente stiamo subendo tanti gol, ma le squadre di Inzaghi sono sempre state così. Dobbiamo trovare equilibrio, non siamo contenti di questo aspetto e dobbiamo migliorare”.
    Classifica gruppo D Inter
    Skriniar: “Nessun confronto tra noi giocatori”
    Poi Skriniar ha aggiunto: “Abbiamo ottimi battitori che calciano bene, sono contento di trovare i palloni in area e spero di segnare qualche gol in più quest’anno. Se c’è stato un confronto tra noi giocatori? Non serve, anche chi è arrivato quest’anno sa che vogliamo arrivare in fondo in Champions, sappiamo tutti cosa significa giocare nell’Inter e cosa significa la Champions per l’Inter. Siamo solo concentrati sulla partita di domani”. La chiusura sul calendario fitto: “Non è più difficile giocare in questo periodo, ci sono tante partite ma quando giochi nelle grandi squadre sai che ci sono tante competizioni, noi siamo forti e vogliamo continuare, siamo contenti di giocare in tutte le competizioni”.
    Guarda la galleryRissa in campo nel finale di Lazio-Inter: è caos al gol di Felipe Anderson! LEGGI TUTTO

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    Juve, c'è la Champions: il programma di Allegri per lo Zenit

    TORINO – Roma archiviata con il terzo 1-0 consecutivo, ora i bianconeri si proiettano alla Champions League. Passo dopo passo sta venendo fuori la Juve di Allegri, solida dietro e cinica davanti. Kean ha steso Mourinho, chi sa se contro lo Zenit (match in programma mercoledì alle 21) ci sarà ancora lui in attacco. Questa mattina (lunedì), all’indomani del successo sui giallorossi, la squadra si è ritrovata al JTC: scarico per chi è sceso in campo all’Allianz Stadium e lavori specifici per ruolo per gli altri, con combinazioni offensive e partitella finale per chiudere la seduta. Martedì la Juve si allenerà la mattina, alle 13.45 invece ci sarà la conferenza stampa di Allegri prima della partenza per San Pietroburgo. In quattro giorni i bianconeri sfideranno Zenit e poi Inter.Guarda la galleryJuve, gioia sui social dopo la vittoria sulla Roma LEGGI TUTTO

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    Spalletti esalta Koulibaly e Insigne: “Sono imprescindibili per il Napoli”

    Spalletti: “Con le cinque sostituzioni non sei mai al sicuro”
    “Se si va a prendere in esame l’ultima disputata penso che la cosa nuova delle cinque sostituzioni abbia allungato la vita alla partita di calcio. Di conseguenza per essere al sicuro bisogna fare tre gol. Mentre prima con due gol diventava un risultato difficile da ribaltare, ora con le cinque sostituzioni non sei mai al sicuro. Di conseguenza per quello che è stato lo spazio avuto e la possibilità di andare ad attaccare la linea difensiva del Cagliari, quando ha tentato di fare qualcosa in più, c’erano capitate delle situazioni che noi dovevamo sfruttare. E’ un po’ una riflessione che è stata posta alla squadra, di cui abbiamo parlato”, afferma Spalletti in conferenza stampa.
    Spalletti: “Nel calcio di oggi si segna molto di più”
    “Gli allenatori giovani che ci sono ora provano ad avvicinare il calcio ad un calcio europeo: pressing alto, riconquista nella metà campo avversaria, costruzione del basso. Dei principi che danno beneficio alla possibilità di segnare più gol. Ma la cosa fondamentale è mettere tre-quattro calciatori nel reparto offensivo a venti minuti dalla fine per avere delle vampate di velocità e tecnica che possono veramente ribaltare un risultato in pochi minuti”.
    Spalletti: “Napoli ambiente ideale per Lozano e Osimhen”
    Su Lozano: “E’ un ragazzo splendido, una persona di una squisitezza unica. Però qui dentro tutti hanno quelle capacità lì e quelle caratteristiche lì. Lui si trova benissimo. Ha un pochettino ritardato il migliorare la sua condizione a causa dell’incidente in nazionale, ora però lo vedo molto motivato, sorridente. Tra l’altro secondo me lo vedo nell’ambiente giusto per lui, come Osimhen. Napoli mi sembra un ambiente adatto per calciatori come Lozano e Osimhen. L’apporto dei tifosi? Questo contatto diretto ci permette di acchiappare quelle sensazioni che ti danno solo i rapporti umani ravvicinati. Per quanto mi riguarda cambia poco perché anche quando l’ho trovato vuoto, per il primo allenamento, i miei occhi hanno visto lo stadio pieno, con il rumore dei napoletani che si sentiva benissimo”.
    Spalletti: “Mi dispiace aver lasciato fuori Ghoulam”
    Sugli infortunati: “Li vedo bene. Sono stati fatti degli allenamenti personalizzati perché Sinatti è un preparatore attento ai dettagli. La disponibilità dei calciatori stessi fa la completezza della situazione. Quando sei lì da solo, non ti vede nessuno, non ci sono le telecamere. Qui invece si riesce a far bene anche quella parte un po’ più nascosta, che poi è quella che fa la differenza. Per domani siamo tutti pronti. Dispiace aver lasciato fuori Ghoulam dalla lista, l’abbiamo fatto perché era infortunato in quel momento e si è andati per regola. Ma nei pensieri di poter anche non prendere il terzino sinistro c’era, come doppio ruolo, questa predisposizione per un campione e uomo squadra come lui. E’ un po’ uno di quelli che dettano quelli che sono i ritmi, i tempi di tutto il gruppo. Quando hai calciatori così, che sono degli allenatori in campo, il mio lavoro diventa più facile”.
    Spalletti: “Sono un contadino, guardo il raccolto”
    “Insigne ha detto che si diverte? Anche io mi diverto. Sto bene quando finisce la partita e abbiamo vinto. A volte dicono che sono contadino ed è vero, sono un po’ contadino. E per noi contadini sognare non è mai prudente. Noi guardiamo al raccolto di domani perché se la stagione cambia e non fai il raccolto è inutile fare sogni a lunga scadenza. Dipende dalla stagione che passerà domani e cosa riuscirai a portare a casa. Noi pensiamo a quello che abbiamo avanti, a quello che è domani, a ciò che possiamo raccogliere domani. Perché domenica è un po’ più in là e non sappiamo cosa accadrà nei prossimi giorni”.
    Spalletti: “È essenziale che non ci sia presunzione”
    “La formazione? E’ una situazione in funzione di quella successiva. Quei 3-4 calciatori che potremo risparmiare per averli freschi nella partita successiva saranno risparmiati. Tre, quattro, quattro e mezzo… La confidenza? Bisogna averla perché bisogna dirsi le cose in maniera libera. Se c’è qualcuno che può dire la sua perché vede che sia una soluzione in più la può dire e se la dice corretta noi ne prendiamo atto e andiamo tutti ad eseguire. L’allenatore non è quello che è intelligente. Quello intelligente è quello che dice cose intelligenti. L’essenziale è che non ci sia presunzione, che i calciatori vogliano condividere questo momento in cui tutti ci si mette a disposizione e si fa ciò che va fatto. Nel parametro dei gol non presi c’è la bravura della difesa, ma anche i rientri di Insigne per 70 metri per aiutare la linea e fare blocco squadra basso. E’ lo stare dentro la squadra, non mettersi laggiù a un chilometro di distanza. Si sta tutti lì e quando c’è bisogno di quello che ha personalità perché vogliono venire a importi delle cose esce fuori. L’atteggiamento di squadra è il segreto, si passa sempre da quello. Anche se i difensori nel modo di comportarsi devono pensare di farcela da soli contro undici calciatori, nel modo di essere squadra gli altri componenti danno una mano”.
    Spalletti: “In Russia tengono moltissimo al confronto europeo”
    “Lo Spartak ha perso la prima partita in caso e questa è un’insidia. Potrebbe sembrare che loro siano una squadra doma, mentre come diceva Insigne prima loro hanno perso una partita immeritata dal punto di vista della qualità. Se vi fosse capitato di vedere come ha segnato il Legia Varsavia al 90′ c’è da sgranare gli occhi. Per loro quindi ora diventa questa la partita per poter rimanere dentro, se perdono anche questa sono fuori. In Russia tengono moltissimo al confronto europeo. Per loro non c’è il prendere sottogamba le altre competizioni. Gli italiani poi sono uno stimolo in più per loro. A lottare sono i più forti di tutti perché sono abituati loro a lottare in maniera forte, anche per le difficoltà sociali. Loro lo mettono sempre sul piano della disponibilità al sacrificio e la lotta, lì non si insegna niente a nessuno da questo punto di vista. Non si va solo per qualità di gioco, ma anche per impatto fisico quando si gioca contro di loro”.
    Spalletti: “Il Napoli ha una discreta mentalità, s’è visto col Leicester”
    Sul match con il Leicester nella prima giornata della fase a gironi di Europa League: “La squadra ha raccolto un risultato tramite la reazione, l’equilibrio in campo nonostante il risultato. La squadra non s’è fatta deprimere dagli episodi, anche quando abbiamo preso gol ci sono stati degli erroretti ma non ci siamo comportati male, potevamo avere più fortuna. Il carattere e la mentalità sono fondamentali per andare avanti. Secondo me la squadra ha una discreta mentalità. Dobbiamo arrivare al punto di pensare che ogni volta che arriviamo in campo stiamo per disputare una partita dalla quale ne vogliamo uscire vittoriosi, deve essere questo grossomodo l’atteggiamento”.
    Spalletti su Cannavaro, il padel e gli amici russi
    Su Cannavaro: “Siamo molto amici, ci conosciamo bene, ci siamo sentiti molte volte al telefono anche quando lui era in Cina. Quando l’ho conosciuto per me è stato come il raggiungimento di un obiettivo. Fabio è un ragazzo splendido, sa quello che dice, come comportarsi. Però per il momento l’ha detto e basta, non mi ha invitato ancora. Che si affretti. Il padel? Sono scarso a qualsiasi gioco. Gioco un po’ a tutto, ma non ho gran qualità. Il gioco avanza tempo. Però mi garba il padel, è una cosa simpatica. Giocando ho capito perché piace a tutti. La pallina ti viene a cercare. Mentre negli altri giochi la pallina scappa via, in questo gioco la pallina viene a cercarti e puoi stare anche fermo. La comodità piace a tutti”. Spalletti, che ha allenato per quasi cinque anni lo Zenit San Pietroburgo, rivolge poi “un caro saluto a tutti i miei amici russi”. LEGGI TUTTO